giovedì 16 marzo 2017

Platone

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PLATONE

1 - LA CONOSCENZA

INTRODUZIONE - Platone ed il suo maestro Socrate sono accomunati dalla ricerca della verità. In greco la parola verità si traduce con ALETHEIA, che significa "non oblio" oppure "non nascondimento". L'essere infatti è sempre "nascosto" da due elementi, il divenire e il molteplice.
Socrate, con l'universale o concetto, aveva superato il relativismo di Protagora, il nichilismo di Gorgia e l'isomorfismo eleatico ma si era fermato alla conoscenza sensibile: la sua famosa domanda "che cosa è?" si riferiva all'oggetto colto dai sensi senza poterne fare a meno.
La filosofia platonica supera quella socratica mettendo in evidenza la VOGLIA DI CONOSCERE dell'uomo e passando quindi dalla conoscenza PASSIVA e limitata alla sensibilità, ad una conoscenza ATTIVA. Per fare questo Platone adotta il DUALISMO e pone accanto al mondo sensibile, corrotto dal molteplice e dal divenire, una realtà sovra-sensibile e perfetta che chiama IPERURANIO: è questa la sede dell'anima e delle IDEE.

LE CONDIZIONI OGGETTIVE DELLA CONOSCENZA - Platone fa iniziare la conoscenza dal soggetto conoscente, che VUOLE conoscere. Per Platone il conoscere è un atto volontario (intenzionale) e diretto ad un oggeto, contraddistinto da un nome che lo rappresenta.
Dunque le condizioni oggettive del conoscere sono:

1) il SOGGETTO che conosce l'OGGETTO
2) l'OGGETTO, conosciuto dal SOGGETTO
3) il NOME usato dal soggetto per indicare e rappresentare l'oggetto

LE CONDIZIONI SOGGETTIVE DELLA CONOSCENZA - Platone individua tre condizioni soggettive della conoscenza:

1) la REMINISCENZA, cioé il ricordo delle conoscenze dell'anima e la necessaria immortalità dell'anima
2) la PASSIONE, cone forza che spinge l'uomo alla conoscenza
3) i QUATTRO GRADI della conoscenza

L'ANIMA - il conoscere è ricordare. Si tratta di un processo spontaneo che si mette in atto:

• quando il soggetto conoscente riceve delle istruzioni da un maestro
• quando il soggetto conoscente riconosce le FORME IDENTICHE.cioé le forme degli oggetti

L'anima proviene dallo stesso luogo delle forme e per questo ogni anima le conosce ma, quando l'anima si incarna in un corpo (Platone dice che le anime "sono precipitate nei corpi") a causa della vicinanza alla materia si dimentica tutto e a tal proposito deve essere aiutata a ricordare.
Perché ció sia possibile l'anima deve essere peró IMMORTALE e quindi libera dal corpo, visto da Platone come un carcere da cui l'anima vuole scappare.
Platone adduce quattro argomenti a sostegno della tesi dell'anima immortale:

• l'anima è immortale in quanto continuità tra la vita e la morte
• l'anima è immortale in quanto serve a ricordare e quindi a conoscere
• l'anima è immortale in quanto unica, semplice e indivisibile
• l'anima è inmortale in quanto "è" poiché libera dal corpo e cioé perfetta

L'EROS - La passione è il vero motore che spinge a conoscere. Nel pensiero socratico questo ruolo è ricoperto dalla figura del demone (DAIMON), l'impulso ad agire. L'eros è una forza irresistibile che porta a ció che ci attrae: l'eros è la ricerca di ció che ci manca e che ogni anima desidera. La mancanza è dovuta al fatto che le anime sono costrette a "precipitare" nei corpi e a lasciare l'iperuranio a cui vogliono tornare. Per tale motivo conoscere è "amore per il sapere" cioé FILOSOFIA.
Le passioni  non devono dominare la vita. Esse sono utili ma l'uomo non deve esserne schiavo, se no non vivrebbe. Ogni anima, dice Platone, possiede tre funzioni:

• la funzione RAZIONALE, collegata all'intelletto, che guida e modera tutti i comportamenti umani
• la funzione IRASCIBILE, collegata al cuore, che è responsabile del coraggio,  dell'ardimento bellico, del sacrificio e della forza di volontà
• la funzione CONCUPISCIBILE, legata allo stomaco e responsabile degli istinti più materiali

Il compito di guidare e di moderare le passioni è proprio della razionalitá e del pensiero, che sceglie il comportamento migliore da adottare.

I GRADI - La  conoscenza è dunque:

• il ricordo delle forme identiche
• il desiderio di qualcosa che manca

Il processo conoscitivo è possibile se ci sono tre elementi:

• il soggetto conoscente
• l'oggetto da conoscere
• il nome per rappresentare l'oggetto

Platone descrive i 4 gradi.della conoscenza attraverso la METAFORA DELLA LINEA, che disegna uno schema così suddiviso:

a) a sinistra della linea i 4 oggetti di conoscenza:

1) idee
2) relazioni
3) oggetti
4) ombre

b) a destra della linea le 4 forme di conoscenza:

1) noèsis o conoscenza razionale
2) diànoia o conoscenza matematica
3) pìstis o credenza
4) eikasìa o illusione

Il grado più basso della conoscenza riguarda la sensibilità e i suoi oggetti sono ombre, prodotto cioé dei nostri 5 sensi. È una conoscenza passiva e illusoria, che non poggia su certezze.
Al grado successivo troviamo la conoscenza dell'oggetto. È questa la conoscenza consapevole e volontaria, ma ancora insufficiente perché data dai sensi e per questo Platone usa il termine di pìstis, cioé fede, fiducia o credenza.
Il penultimo grado ha a che fare con le relazioni matematiche (quantità) e geometriche (dimensione) tra oggetti. È una forma di conoscenza più alta ma  astratta, se privata degli oggetti a cui applicarla.
L'ultimo grado della conoscenza è quello che ci allontana dai sensi e per questo è esclusivo dell'anima: è quello della conoscenza razionale e intellettuale e i suoi oggetti sono le idee.

2 - LE IDEE

INTRODUZIONE - La conoscenza vera non è quella delle cose, legata al molteplice e al divenire, ma è quella delle idee, e puó essere ottenuta solo dall'anima perché ha la stessa natura delle idee e perché proviene dallo stesso luogo delle idee, cioé l'iperuranio. Così come l'anima, le idee sono uniche e non subiscono il divenire.
Platone si pone tre domande:

• cosa sono le idee?
• che rapporti hanno con le cose?
• come fa l'uomo a conoscerle?

COSA SONO LE IDEE - Le idee sono le forme degli oggetti della conoscenza sensibile. Le cose, come le cogliamo con i sensi, sono molte e soggette al divenire. Le idee invece sono forme uniche delle cose. Esse non possono essere cose, altrimenti sarebbero anch'esse imperfette e quindi non ci sarebbe ragione di distinguerle. Esse inoltre non possono essere dei pensieri: se così fosse, sarebbero di una singola persona, e, se nessuno dicesse cosa pensa, non le potremmo conoscere. Infine esse  non possono essere dei modelli delle cose, perché le cose sono corruttibili e imperfette. A questo punto Platone si chiede quali siano allora i rapporti tra idee e cose.

LE IDEE E LE COSE - I due mondi, quello sensibile, delle cose, e quello intelligibile, delle idee, non possono essere visti come realtà separate e lontane: se tutte le idee fossero enti irraggiungibili nessuno le conoscerebbe e anche la loro funzione cesserebbe. I due mondi, nonostante le differenti nature, sono vicini, tanto che le idee e  le cose sono collegate da quattro tipi di relazione:

• metèssi o partecipazione
• mìmesi o somiglianza
• koinonìa o comunanza
• parusìa o vicinanza

Ogni cosa è "coperta" dalle idee, come da un lenzuolo. La  "copertura" puó essere totale o solo parziale: le cose migliori sono quelle totalmente "coperte" da un'idea a cui partecipano.
Ogni cosa "somiglia" a un'idea. Il grado della   "somiglianza" tra la cosa e l'idea aiuta a stabilire la perfezione di una cosa.
Ogni cosa è "comune" ad altre cose e ogni idea è "comune" ad altre idee. Le idee, perció, hanno vari gradi, come le cose: più si avvicinano  al mondo dei sensi, più si degenerano.
Le idee sono "vicine" alle cose: questa "vicinanza" è il motivo del rapporto tra idee e cose.

I GENERI SOMMI - I due mondi sono vicini ma separati e diversi. A differenza di     Parmenide, Platone non parla del non essere come "conoscenza impossibile" per l'uomo: il non essere è  infatti "ció che segue l'essere". Il cosiddetto "parricidio di Parmenide" avviene con la teoria dei GENERI SOMMI.
Parmenide e Platone hanno un solo punto in comune: per entrambi il vero essere è unico. Per  Platone esso è  l'idea ma, mentre per Parmenide non c'è nulla né prima né dopo l'essere, per Platone l'essere si degenera scendendo verso il mondo delle cose, dove perde la sua unicità e si divide. Dopo l'essere puro dell'idea troviamo due coppie di generi sommi:

• identico e diverso, cioè il molteplice
• quiete e movimento, cioé il divenire

Così Platone "riabilita" il non essere: ogni cosa è identica a sé stessa e allo stesso modo diversa dalle altre (il libro NON è la penna) e ogni cosa si muove, cioè diviene. Ma anche l'idea, se vicina al mondo delle cose, si degenera e perde la sua unicità.

IL METODO DIALETTICO -  Non ci potrà nai essere vera conoscenza dell'essere se non delle idee e solo l'anima puó conoscerle e quindi solo l'anima puó contemplare la verità. Ma esiste una verità anche nel mondo delle cose: Platone la definisce OPINIONE VERA (doxa alethès). Nel mondo delle cose non ci puó essere una verità assoluta e indiscutibile, come quella delle idee, ma esiste la certezza che si avvicina alla verità. Il modo in cui si arriva alla doxa alethès è il metodo dialettico. La dialettica è un confronto tra opinioni. Platone la rappresenta come un albero con radici, fusto, rami e foglie. Le radici sono i nostri sensi e il fusto è ció che l'uomo conosce. I rami sono le domande e le risposte ai problemi che l'uomo si pone. I rami a loro volta si dividono in altri rametti, ramoscelli e fronde: nel mondo delle cose. Infatti, non c'è mai UNA verità a senso unico, e le risposte aprono nuovi problemi. Ecco perchè la dialettica platonica è a due vie, cioè DIADICA o DIAIRETICA (che ha due soluzioni).

3 -  FISICA E POLITICA

INTRODUZIONE - Dopo aver chiarito cosa e come si conosce e in che modo si accorda la conoscenza,ora Platone affronta due temi cruciali per il suo sistema: la cosmogonia, cioé "come nascono le cose", e la politica, cioé "come vive il cittadino". La cosmogonia risponde alla domanda piú insidiosa del pensiero di Platone: che collegamento c'è tra i due mondi? La politica è il piú grande interesse di Platone e si estende alle varie parti del sistema.

FISICA - In che modo i due mondi sono collegati? Il ponte tra il mondo delle idee e quello delle cose è l'uomo, la cui anima viene dallo stesso mondo delle idee, ma è costretta al "carcere del corpo" e ai limiti della sensibilità. Le cose del mondo sono PLASMATE (non create dal nulla) dal DEMIURGO. Il demiurgo non è un dio creatore. Ha il compito di plasmare la materia già preesistente, dandole uma forma, sulla base delle idee. Dopo aver formato l'ANIMA DEL MONDO, il demiurgo dà la forma al CORPO DEL MONDO, cioé a tutte le cose del mondo, in base ai 4 elementi naturali (fuoco, terra, aria e acqua). Dopo aver separato gli elementi, il demiurgo forma il MOVIMENTO di tutte le cose e il TEMPO, che ordina il divenire a cui tutti gli elenenti sono soggetti
Tutte le forme sono generate a 2 dimensioni (lunghezza + altezza) o a 3 (lunghezza + altezza + profondità) e la forma base è la figura del TRIANGOLO, da cui nascono le FORME STEREOMETRICHE REGOLARI:

• il tetraedro o piramide (fuoco)
• il cubo (terra)
• l'ottaedro (aria)
• l'icosaedro (acqua)
• il dodecaedro, la forma più perfetta, che si avvicina alla sfera, e comprende tutti e 4 gli elementi

La formazione del mondo ad opera del demiurgo è rappresentata da una proporzione geometrica:

========
8:12=18:27
=========

Dove 6 e il cubo di 2 e 27 è il cubo di 3. Questa proporzione rappresenta l'origine geometrica del mondo.

POLITICA - La visione politica di Platone nasce dai suoi viaggi a Siracusa. Ospite del tiranno Dionigi e di suo genero Dione. Nella filosofia di Platone la politica ha un ruolo di primo piano dato che la concezione di "politikós", cioé abitante della "pólis", cittadino, era riferita a tutti i vari aspetti della vita di comunità: il linguaggio, la morale, la conoscenza,la religione e l'arte, oltre alla politica intesa come governo della città. L'uomo è un animale che vive con gli altri. Il suo ruolo deriva dal tipo di anima che è prevalente.
La classe sociale più importante è quella dei FILOSOFI o SAGGI. In essi prevale la funzione dell'ANIMA RAZIONALE e perciò il loro compito è la guida e il governo dello Stato. Ai filosofi è vietato avere famiglia ed accumulare ricchezze e avere delle proprietà.
La seconda classe sociale dello Stato giusto è quella dei GUERRIERI. In essi prevale la funzione dell'ANIMA IRASCIBILE, e per questo hanno il compito di difendere la comunità. Ai guerrieri non è permessa la proprietà privata, così come già per i filosofi, né è consentio loro avere una famiglia.
La terza e ultima classe sociale è costituita dai LAVORATORI, ossia gli ARTIGIANI. In essi prevale la funzione dell'anima CONCUPISCIBILE, per cui hanno il compito di produrre. Ai lavoratori è consentita la proprietà dei beni e avere una famiglia.
Il benessere dello Stato dipende dal "geometrico" equilibrio dei ruoli: nessun cittadino puó passare da una classe all'altra. La pedagogia platonica è assai rigida. Le materie scolastiche studiate da tutti sono la musica e la ginnastica. I guerrieri e i governanti devono studiare anche la matematica, l'astronomia e la filosofia. Le arti imitative come pittura e scultura sono usate solo come esercizio di riproduzione dal vero,dato che il reale è già di suo una copia.
Lo Stato regola tutti gli aspetti della vita sociale come il matrimonio e le ricchezze, che lo Stato deve distribuire per non creare troppa distanza tra ricchi e poveri nella classe dei lavoratori.

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