Storia 4 - Moduli 1-3
C4 - U1
L'Europa nella prima metà del Seicento
1 - IL DECLINO DELL'IMPERO DEGLI ASBURGO
INTRODUZIONE - Il sec. XVII è per molti aspetti analogo al sec. XIV: come il Trecento è infatti un secolo di transizione, dove si completa l'assetto geopolitico dell'Europa moderna. Il secolo si apre con la scomparsa - nel giro di un decennio - dei tre grandi protagonisti della seconda metà del Cinquecento: Filippo II di Spagna, Elisabetta I d'Inghilterra ed Enrico IV di Francia. Il clima politico-sociale è instabile a causa delle GUERRE DI RELIGIONE:
• in Francia, dove gli ugonotti, grazie all'EDITTO DI NANTES, godono di numerosi privilegi e per questo sono invisi ai cattolici (lo stesso Enrico IV è assassinato da un prete cattolico);
• in Inghilterra, dove si riaccende la tensione tra anglicani e cattolici e si aggrava la frattura all'interno della stessa Chiesa d'Inghilterra a causa della setta dei puritani;
• negli Stati Regionali tedeschi, dove il tentativo di imporre il cattolicesimo è la causa della GUERRA DEI TRENT'ANNI.
Accanto alle tensioni religiose si diffonde un profondo malessere politico e sociale:
• nell'Italia spagnola, a causa dell'aumento della pressione fiscale;
• in Francia, a causa della lotta di potere tra la nobiltà di spada e la nobiltà di toga;
• in Inghilterra, a causa dello scontro tra monarchia, chiesa anglicana e parlamento;
• negli Stati Regionali tedeschi, a causa dei tentativi di ingerenza del potere centrale sulle autonomie locali.
IMPERO ASBURGICO - Dopo l'abdicazione di Carlo V, nel 1556, l'Impero era stato diviso e i Principati tedeschi erano stati affidati al fratello di Carlo, Ferdinando. La PACE DI AUGUSTA del 1555 aveva di fatto concesso ai principi la libertà di far professare ai sudditi la propria religione (CUIUS REGIO, EIUS RELIGIO). La conseguenza di tale principio fu l'AUTONOMIA dei vari Principati sia dall'autorità della Chiesa di Roma che dal potere centrale dell'Imperatore. Quello che era stato il Sacro Romano Impero era ormai un Impero solo di nome, formato da Stati Regionali praticamente autonomi e divisi in due Leghe, una protestante a maggioranza calvinista e una cattolica. Di questa divisione approfittó la Francia di Richelieu e Mazarino, che usó il clima di tensione politica e religiosa in atto nei Principati tedeschi allo scopo di distruggere l'Impero Asburgico, che di fatto era già dissolto in una moltitudine di piccoli Stati, deboli e disuniti, e perció facili da controllare.
LA GUERRA DEI TRENT'ANNI - La guerra, che duró dal 1618 al 1648, ebbe come causa occasionale la cosiddetta QUESTIONE BOEMA: al tentativo di imporre la religione cattolica la calvinista Boemia reagisce con una violenta reazione popolare contro i funzionari reali, che vengono buttati giù dalle finestre del Palazzo Reale di Praga (la DEFENESTRAZIONE DI PRAGA) e offre la corona al protestante Federico V, Principe Elettore del Palatinato. In realtà il conflitto non solo coinvolge la Boemia solo marginalmente, ma non è neppure una vera guerra di religione, bensì è il frutto dell'abile strategia della Francia di Richelieu nella lotta per l'egemonia politica in Europa. La Francia partecipa solo alla quarta fase del conflitto (detta appunto per questo FASE FRANCESE) nel corso della quale si svolge la BATTAGLIA DI ROCROI, in cui l'esercito imperiale è sconfitto dalle armate francesi, guidate dal PRINCIPE DI CONDÉ.
La guerra si conclude con la PACE DI WESTFALIA (1648) che assegna alla Francia l'egemonia politica in Europa, mentre di fatto scompare l'Impero, sostituito dagli Stati Regionali tedeschi. Il conflitto ha una coda nella guerra tra Francia e Spagna che si chiude nel 1659 con la PACE DEI PIRENEI.
2 - LA SPAGNA E L'ITALIA SPAGNOLA NEL XVII SECOLO
SPAGNA - Dopo la morte di Filippo II la Spagna inizia la sua inesorabile decadenza. Le finanze spagnole sono in crisi da tempo e la situazione è salvata solo dagli aiuti dei banchieri genovesi. Il Ministro Caspar DE OLIVARES predispone una nuova riforma fiscale, gravando con le tasse i territori stranieri soggetti alla Corona, provocando la reazione dei ceti più poveri (sopratutto a Milano e a Napoli). In politica estera la Spagna si deve arrendere all'Olanda, con cui era in lotta da anni, che guadagna l'INDIPENDENZA RELIGIOSA, sia quella POLITICA, ma anche un ruolo di primo piano come potenza navale. Nel 1659 la Spagna deve arrendersi anche alla Francia, con la quale stipula la PACE DEI PIRENEI, suggellata dalle nozze del re LUIGI XIV con l'Infanta MARIA TERESA.
ITALIA - Come si sa, l'Italia diventa spagnola nel 1559, con la PACE DI CATEAU CAMBRESIS. La Spagna controllava buona parte del territorio italiano (Milano, Napoli, le due Isole maggiori) e manteneva uno stretto legame con lo Stato Pontificio, da sempre alleato della Corona spagnola. Erano invece indipendenti dalla Spagna la Savoia, Genova e Venezia.
L'Italia del Seicento vive un periodo difficile a causa di due fattori che ne ostacolano lo sviluppo economico:
• l'epidemia di PESTE, descritta anche da Manzoni nei Promessi Sposi;
• la concorrenza commerciale delle manifatture del Nord Europa, che offrono un prodotto a basso costo e di qualità inferiore.
Per contrastare gli effetti della MASSIFICAZIONE PRODUTTIVA del Nord Europa, si avviano nuovi settori di produzione come quello serico, quello cartario, quello vinicolo.
GLI STATI ITALIANI - Il Ducato di Savoia si allarga al Piemonte e alla Liguria, grazie alle due GUERRE DEL MONFERRATO. I Savoia approfittano del declino spagnolo e della situazione di instabilità della Lombardia, scossa dalle rivolte popolari dopo le riforme dell'Olivares.
Venezia difende la sua autonomia dalle ingerenze dello Stato Pontificio, annullando la secolare immunità del clero: il papa, PAOLO V, punisce i veneziani con l'INTERDETTO (una specie di scomunica dell'intero territorio veneziano). A difendere l'autonomia di Venezia c'è un frate dalle idee riformiste, Paolo SARPI, e i protestanti calvinisti, che obbligano il papa a revocare l'interdetto per evitare un'altra guerra di religione.
A Napoli, gravata come Milano dalla riforma fiscale, la tassa sulla frutta innesca una rivolta popolare guidata dal pescivendolo Tommaso Aniello, detto MASANIELLO, che non avrà peró successo.
3 - LA FRANCIA E L'INGHILTERRA NELLA PRIMA METÀ DEL SEICENTO
INTRODUZIONE - Il re francese Enrico IV muore assassinato lasciando erede il Delfino LUIGI XIII, ancora troppo piccolo per regnare. La reggenza è assunta dalla vedova di Enrico, la sua seconda moglie MARIA DE' MEDICI, donna scaltra e manipolatrice; il governo dello Stato è affidato ad Armand Du Plessis, Cardinale di RICHELIEU.
In Inghilterra, alla morte di Elisabetta I Tudor, che non aveva avuto figli, la Chiesa Anglicana autorizza l'ascesa al trono di GIACOMO STUART, orfano della cattolica regina MARIA DI SCOZIA (cugina di Elisabetta I e da questa fatta giustiziare), il quale, dopo la morte della madre, era stato educato dai calvinisti scozzesi e pertanto risultava l'erede più indicato al trono inglese.
LA FRANCIA DI RICHELIEU - La Francia era in cerca dell'egemonia e perció spinge i principi tedeschi alla rivolta contro l'imperatore, ben consapevole della fragilità causata dall'isolamento e dalla divisione degli Stati Regionali tedeschi. La vittoria nella GUERRA DEI TRENT'ANNI e la PACE DI WESTFALIA del 1648 consacrano il primato francese in Europa. In politica interna Richelieu deve fare i conti con due fattori di instabilità:
• le rivendicazioni degli ugonotti, i calvinisti francesi, che mettevano in pericolo la credibilità della Francia come difensore della Chiesa di Roma;
• la lotta tra la NOBILTÀ DI SPADA (cioè l'antica nobiltà baronale) e la NOBILTÀ DI TOGA (cioè i funzionari pubblici).
Le pretese ugonotte, consolidate dall'EDITTO DI NANTES del 1598, furono circoscritte con una dura rappresaglia allo scopo di ridurne il crescente potere. Le tensioni politiche sfociarono invece nella FRONDA, una rivolta aperta e dichiarata che finì per coinvolgere lo stesso sovrano. Oggetto del contendere era la possibilità (per la nobiltà di toga) di ereditare o vendere il proprio incarico (PAULETTE). La revoca della paulette innesca due fronde:
• una PARLAMENTARE tra le due fazioni nobiliari per il mantenimento del privilegio;
• una PRINCIPESCA guidata dal Principe di Condè contro il sovrano.
LA FRANCIA DI MAZARINO - Richelieu e Luigi XIII muoiono nello stesso anno, il 1642. Il Delfino LUIGI XIV era ancora bambino, così la reggenza fu assunta dalla madre ANNA D'AUSTRIA e il governo dello Stato fu affidato al Cardinale Giulio MAZARINO. La Francia di Mazarimo conosce um periodo di grande sviluppo economico. Il rilancio della manifattura locale, la costituzione di una Compagnia delle Indie e l'adozione del PROTEZIONISMO del Ministro Jean-Baptiste COLBERT, che privilegiava il prodotto interno rispetto alle importazioni dall'estero, consolida il ruolo economico di primo piano della Francia. In politica estera, dopo la Pace di Westfalia, la Francia prosegue la guerra con la Spagna con cui nel 1659 conclude la Pace dei Pirenei, suggellata dalle nozze di Luigi XIV con l'Infanta Maria Teresa.
L'INGHILTERRA STUARTIANA - Dopo la morte di Giacomo I Stuart il potere era conteso tra la Corona, il Parlamento e la Chiesa Anglicana.
L'ATTO DI UNIFORMITÀ, con cui Elisabetta aveva ratificato l'ATTO DI SUPREMAZIA di suo padre Enrico VIII, affidava al re il potere esecutivo e quello di Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra. Contro i due ppteri si erano rispettivamente schierati il gruppo politico dei Livellatori e la setta anglicana dei Puritani. La tensione cresce dopo il 1629, quando il re CARLO I STUART, il successore di Giacomo I, scioglie entrambe le Camere del Parlamento e pone le basi per una monarchia assoluta. I principali motivi dello scontro istituzionale furono:
• l'estensione arbitraria della SHIP MONEY (la tassa destinata alle sole cittá portuali, ora applicata a tutte le città del regno) che Carlo I fa votare a una parte dei deputati (il PARLAMENTO CORTO);
• la riforma della Chiesa Anglicana per arginare le pretese deila setta presbiteriana scozzese e dei puritani inglesi, i quali non riconoscevano l'autorità spirituale del sovrano come previsto dall'Atto di Uniformità di Elisabetta I Tudor.
Le tensioni sfociano nel 1642 nella GUERRA CIVILE, che contrappone tre eserciti:
• i Cavalieri, l'esercito di Carlo I;
• le Teste Rotonde, i soldati della Chiesa Anglicana, così detti per l'usanza di rasarsi i capelli;
• i Fianchi di Ferro, le armate del Parlamento, così detto a causa degli scudi usati a protezione.
Carlo I viene sconfitto, ma riesce a fuggire in Scozia, dove ricostruisce un proprio esercito. Il potere è assunto dal deputato Oliver CROMWELL, che forma un esercito di volontari, il New Model Army. Il Parlamento peró è diviso e Cromwell è costretto a epurare gli estremisti e gli anglicani, formando un RUMP PARLIAMENT (ossia un troncone di Parlamento), instaurando un regime parlamentare. Carlo I Stuart viene catturato e giustiziato nel 1649.
C4 - U2
L'apogeo dell'Ancien Régime
1 - L'ETÀ DI LUIGI XIV
INTRODUZIONE - Luigi XIV di Borbone sale al trono nel 1643, alla morte del padre Luigi XIII. Poiché era un bambino di soli cinque anni, come accadde per suo padre, non potè regnare subito, e la reggenza fu affidata alla madre, Anna d'Austria, coadiuvata dal Cardinale Giulio Mazarino. Il regno di Luigi XIV è noto per la sua durata: si conclude infatti nel 1715 con la morte del sovrano, oltre 70 anni di regno. Il modello politico della Francia, che dopo il 1648 diventa lo Stato più influente tra le monarchie europee, viene imitato dalla Russia di Pietro il Grande, mentre in Inghilterra la GLORIOSA RIVOLUZIONE e la fine della monarchia stuartiana segnano l'avvento del LIBERALISMO.
LA FRANCIA DI LUIGI XIV - Luigi era nipote di Enrico IV (nonno paterno) e di Filippo II di Spagna (nonno materno). Alla morte di Mazarino - nel 1661 - assunse il potere in modo ASSOLUTO ponendo fine all'instabilità politica, sociale e religiosa del paese. Alla fine della guerra con la Spagna e alla stipula del Trattato dei Pirenei (1659) Luigi XIV sposó l'Infanta Maria Teresa di Spagna, sua cugina di primo grado (il re Filippo IV di Spagna era fratello di Anna d'Austria e la regina Elisabetta di Spagna era la sorella di Luigi XIII). L'appellativo di RE SOLE (Roi Soleil) è usato per la prima volta nel 1662 e rappresenta in modo inequivocabile il progetto politico del sovrano.
In politica estera Luigi XIV porta avanti il disegno espansionistico dei suoi predecessori e del Cardinale Mazarino:
• nel 1678 si conclude (con la vittoria francese) la GUERRA DI DEVOLUZIONE, che Luigi XIV aveva dichiarato al re di Spagna Carlo II d'Asburgo rivendicando appunto la "devoluzione" dei Paesi Bassi Spagnoli in virtù del suo matrimonio con Maria Teresa
• nel 1672 inizia la GUERRA DI ANNESSIONE contro l'Olanda (protestante e orgogliosa della sua autonomia politica e religiosa) che resiste coraggiosamente alle armate francesi sotto la guida dello Staatholder Guglielmo d'Orange - il futuro re d'Inghilterra Guglielmo III - che fa aprire le dighe per impedire l'invasione dell'esercito del Re Sole
• nel 1678, dopo la pace di Nimega, che mette fine alla guerra con l'Olanda, Luigi XIV inizia una campagna di annessione territoriale, che lo porta a occupare militarmente vari centri come Metz e Strasburgo e, in Italia, Casale Monferrato.
• le mire espansionistiche di Luigi XIV furono peró ostacolate dalla Lega di Augusta che impegna la Francia in una guerra decennale (1687-1697) che si conclude con la resa del Re Sole e la firma della pace di Rijswijk
La politica interna del Re Sole aveva l'obiettivo di rafforzare e proteggere l'assolutismo regio. Per quanto riguarda la politica religiosa gli ostacoli principali al piano assolutistico del Re Sole erano non solo gli ugonotti ma anche i cattolici, contro i quali Luigi XIV applica le seguenti misure:
• l'emanazione nel 1685 dell'Editto di Fontainebleau che revocava l'Editto di Nantés che dal 1598 tutelava gli ugonotti
• l'emanazione dei quattro ARTICOLI GALLICANI e la NAZIONALIZZAZIONE della Chiesa Cattolica francese (CHIESA GALLICANA)
• la persecuzione della setta cattolica del GIANSENISMO (dal nome del teologo Cornelius Jansen) e la chiusura nel 1710 della scuola di PORTOREALE gestita appunto dai Giansenisti, il cui leader, Antoine Arnaud, era stato già esiliato da anni
Per allontanare i nobili di spada dai centri del potere politico Luigi XIV fece costruire a VERSAILLES - in aperta campagna - una reggia dove confinó la sua corte, distratta con feste ed altri eventi mondani. La borghesia, che era più autonoma, fu tenuta a freno con l'assegnazione di uffici e incarichi di nomina regia, per favorire un maggiore controllo. L'efficacia di queste misure era rafforzata da esecuzioni e torture in pubblico, alle quali spesso assisteva lo stesso re.
Sul piano economico la Francia diventa una delle nazioni più ricche anche grazie alle idee di COLBERT, Ministro delle Finanze durante il governo di Mazarino.
L'INGHILTERRA DOPO CROMWELL - Dopo la pace di Westfalia del 1649 la Francia esercita un'egemonia praticamente incontrastata nell'Europa continentale, dato che gli interessi inglesi erano concentrati sul primato navale e sulla difficile situazione interna.
Nel 1658 muore Oliver Cromwell e in Inghilterra si crea una situazione di instabilità che porta sul trono l'erede legittimo di Carlo I cioé CARLO II.
Nonostante un primo periodo di apertura e tolleranza, Carlo II aveva vissuto alla Corte del Re Sole ed era intenzionato a riprodurre il modello politico francese, poi rafforzato da GIACOMO II, fratello e successore di Carlo, e, come lui, amico di Luigi XIV. La dipendenza stuartiana dal Re Sole, culminata nel tentativo di restaurare la religione cattolica, porta ad una sollevazione popolare guidata dalla Chiesa Anglicana, nota come la GLORIOSA RIVOLUZIONE. Proprio gli Anglicani offrono la corona del Regno allo Staatholder olandese Guglielmo d'Orange (genero di Giacomo II e nemico della Francia) che sale al trono col nome di Guglielmo III. Il BILL OF RIGHTS emanato dal Parlamento affida al re il solo potere esecutivo, condiviso col Parlamento, che esercita anche il potere legislativo. Elememto di spicco di questa fase è l'HABEAS CORPUS ACT, cioé il documento emanato già nel 1679 che garantiva la libertà di opinione del cittadino.
2 - L'ETÀ DI LUIGI XV
INTRODUZIONE - Luigi XIV muore nel 1715. Gli succede il pronipote Luigi XV dopo che il vaiolo aveva ucciso tutti gli altri eredi. La presenza di troni senza eredi scatena le GUERRE DI SUCCESSIONE (spagnola, austriaca e polacca).
Anche in Inghilterra si apre la questione della successione alla morte di Guglielmo III: la corona passerà alla dinastia HANNOVER. Per le sue caratteristiche l'età di Luigi XV è nota anche come fase di equilibrio.
LA FASE DI EQUILIBRIO- Dopo le due paci di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714), che chiudono la guerra di successione spagnola, la carta geopolitica europea era divisa tra:
• la Spagna di Filippo V
• l'Austria di Carlo VI (che ottiene i Paesi Bassi Spagnoli, Milano, Mantova, Napoli e la Sardegna)
• la Francia di Luigi XIV (che muore nel 1715)
• la Prussia di Federico I Hohenzollern
• l'Inghilterra di Giorgio I di Hannover
• il Regno di Savoia di Vittorio Amedeo II (che ottiene la Sicilia e il Monferrato)
Questa fase storica si caratterizza per:
• l'ascesa di Austria e Prussia
• il declino di Francia e Spagna
• la nascita dell'Impero Britannico.
FRANCIA - La morte del Re Sole era stata salutata da manifestazioni di grande giubilo dalla popolazione. La Corona era rimasta senza eredi con il potere indebolito. Il nuovo re Luigi XV (in stato di minorità) eredita una situazione disastrosa, un paese impoverito e arretrato. Il duca di Orléans, zio e reggente di Luigi XV, cerca in primo luogo di mitigare l'assolutismo restituendo potere al Parlamento e avvia un progetto di risanamento economico avvalendosi dell'aiuto del finanziere scozzese John LAW (tra le sue innovazioni ricordiamo l'adozione della banconota al posto delle monete d'oro e d'argento, l'istituzione della Banca Nazionale e la maggiore attenzione al commercio marittimo). Law arriva a coprire nel 1720 lo stesso ministero di Colbert ma a causa di una bancarotta - che coinvolge la Banca Nazionale - viene licenziao: al suo posto Luigi XV chiama il Cardinale Fleury, suo vecchio tutore, che riporta il bilancio statale in pareggio. Nel 1743 il sovrano restaura l'assolutismo del prozio Luigi XIV.
INGHILTERRA - Nel 1701 muore Guglielmo III e sale al trono sua cognata ANNA STUART (figlia del re Giacomo II e sorella minore di sua moglie MARIA). Anna era cattolica come suo padre, a differenza di Maria che era di fede protestante. Come Maria, anche Anna soffriva di una malattia che le impediva di procreare un erede sano: in assenza di un erede la corona sarebbe così tornata nelle mani di Giacomo II e del figlio nato dal suo secondo matrimonio, a questo punto unico legittimo pretendente al trono. Per evitare tale rischio il Parlamento emana una legge sulla successione (l'ACT OF SETTLEMENT) con cui designavasi come erede al trono la dinastia di Hannover al posto degli Stuart. Nel 1707 i regni di Scozia e Irlanda si uniscono all'Inghilterra, e Anna Stuart diventa la prima regina di Gran Bretagna ma anche l'ultima Stuart sul trono: nel 1714 infatti diventa re GIORGIO I, primo sovrano della dinastia di Hannover.
AUSTRIA - L'Impero Austriaco ricopriva un ruolo politico cruciale in Europa e la figura dell'Imperatore era simbolo di stabilità e di unità. Inoltre la posizione geografica del territorio austriaco era di grande importanza strategica. La guerra di successione austriaca si apre quando l'Imperatore CARLO VI D'ASBURGO, con una PRAMMATICA SANZIONE, designa come erede la figlia MARIA TERESA, in contrasto con la LEGGE SALICA che consentiva la successione al trono ai soli eredi maschi. Pur di garantire alla sua scelta il massimo appoggio degli altri Stati, Carlo VI rinuncia al Regno di Napoli, che cede ai Borbone. Tuttavia, quando nel 1740 muore Carlo VI, la legittimità della successione di Maria Teresa viene contestata da alcuni Stati come Francia e Prussia, che pretendevano porzioni di territorio in cambio del riconoscimento di Maria Teresa. La guerra di successione austriaca si chiude nel 1748 con la PACE DI AQUISGRANA con cui è riconosciuta la legittimità successoria di Maria Teresa. L'Austria perde la Slesia, occupata dalla Prussia. Parma e Piacenza vanno a Filippo di Borbone, fratello di Carlo III, nuovo re di Napoli e di Sicilia. Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna, ottiene anche il Piemonte. Il Granducato di Toscana va a Francesco Stefano di Lorena.
3 - L'ETÀ DEI LUMI E LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
INTRODUZIONE - L'Illuminismo è l'indirizzo culturale, scientifico e politico del Settecento e si fonda su tre aspetti:
• il primato della ragione come guida delle azioni umane
• la lotta al dogmatismo. religioso e scientifico
• il ricorso all'esperienza come solo strumento di conoscenza
L'Illuminismo si sviluppa in Francia e in Inghilterra e si diffonde ben presto in tutta Europa, accolto anche nelle monarchie assolutiste che daranno vita a forme di DISPOTISMO ILLUMINATO.
FRANCIA - La Francia è considerata la culla del pensiero illuminista grazie anche all'ENCICLOPEDIA di DIDEROT e D'ALEMBERT, il primo tentativo di raccolta del sapere tecnico e scientifico. Il pensiero politico francese del Settecento è diviso tra VOLTAIRE (sostenitore dell'assolutismo e della libertà di pensiero) e MONTESQUIEU (sostenitore della teoria della tripartizione dei poteri, secondo cui il potere doveva essere diviso in legislativo, esecutivo e giudiziario). L'illuminismo francese accoglie le teorie di ROUSSEAU, che vedeva nel ritorno allo stato di natura la sola garanzia di libertà e di uguaglianza di tutti gli uomini. Per questo nasce la scuola economica FISIOCRATICA. fondata da QUESNAY, contrario all'industria e sostenitore del ritorno all'agricoltura.
INGHILTERRA - A differenza dell'illuminismo francese quello inglese non era soggetto a un regno assolutista. Il pensiero politico ed economico inglese del Settecento si fondava sul LIBERALISMO di John LOCKE (sostenitore della libertà di pensiero e del diritto alla proprietà privata) e sul LIBERISMO di Adam SMITH (sostenitore dell'assoluta indipendenza delle leggi economiche dal controllo dello Stato). È proprio in Inghilterra, in questo clima politico ed economico, che nasce la prima vera INDUSTRIALIZZAZIONE anche grazie alla scoperta della famosa MACCHINA A VAPORE di WATT e all'invenzione del primo LOCOMOTORE A VAPORE di STEPHENSON, grazie a cui nasce la FERROVIA. È sempre in Inghilterra che nasce la MASSONERIA moderna. Si tratta di una società segreta nata con lo scopo di diffondere i valori della libertà, della fratellanza e dell'uguaglianza tra gli uomini. Allo stesso modo si ricorda il progresso della fisica e dell'astronomia grazie agli studi di NEWTON sulla gravità e al metodo empirico di BERKELEY e HUME.
GLI ALTRI STATI - La cultura illuminista si diffonde in tutta Europa, accolta con entusiasmo anche dalle monarchie assolutiste (Austria e Granducato di Toscana, Russia e Prussia, Regno di Napoli) dove nascono i cosiddetti DISPOTISMI (detti anche assolutismi) ILLUMINATI governati da sovrani che si ispiravano al pensiero illuminista. L'aspetto più importante è quello delle RIFORME di tipo giuridico (abolizione della tortura, adozione di un Codice e istituzione del catasto) ma anche di tipo sociale (istruzione). I protagonisti più attivi del riformismo illuminato furono:
• l'Austria di MARIA TERESA D'ASBURGO e poi dei suoi figli Giuseppe e Leopoldo e il Granducato di Toscana dello stesso LEOPOLDO
• la piccola ma potente Prussia di FEDERICO HOHENZOLLERN
• la Russia di CATERINA II e il Regno di Napoli dei BORBONE (seppur in misura minore)
ITALIA - Gli intellettuali italiani sono coinvolti dal liberalismo illuminista:
• a Milano si costituisce il circolo dei fratelli Verri, che darà vita al periodico di ispitazione liberale IL CAFFÈ
• sempre a Milano il giurista Cesare Beccaria pubblica DEI DELITTI E DELLE PENE, dove manifesta l'esigenza di una riforma delle leggi invocando misure più liberali
• a.Firenze si costituisce l'Accademia dei Georgofili, di ispirazione fisiocratica
• a Napoli si sviluppano le scuole di economia e di diritto
CONCLUSIONI - L'età dei Lumi di fatto copre l'intero XVIII secolo e le sue dirette conseguenze culturali sono il progresso scientifico e il riformismo giuridico. In ambito sociale ed economico si ricordano la nascita di una società industriale e l'avvento del colonialismo.
C4 - U3
Dalla crisi dell'Ancien Régime alla Restaurazione
1 - L'ETÀ DELLE DUE RIVOLUZIONI
INTRODUZIONE - La prima metà del XVIII secolo, che si conclude nel 1748 con la PACE DI AQUISGRANA, che chiude la guerra di successione austriaca, è nota come FASE DI EQUILIBRIO perché essa genera la carta geopolitica dell'Europa moderna. La seconda metà del secolo XVIII è interessata da una serie di fermenti rivoluzionari che modifica gli assetti dell'equilibrio geopolitico, e per questo è chiamata FASE DI RIVOLUZIONE. Questa fase non si conclude a fine secolo: molti storici concordano infatti su una Rivoluzione Atlantica che comprende:
• la guerra di indipendenza americana
• le fasi della rivoluzione francese
• i moti degli anni 20 e 30 e del 1848
Questa fase finisce con le unificazioni italiana e tedesca.
LA GUERRA DEI SETTE ANNI
1756-1763
È la prima guerra "mondiale" della storia, in quanto ha coinvolto anche territori extra-europei. Dopo il 1748 si rovescia il quadro delle alleanze: la Prussia di Federico II si allea con la Gran Bretagna per garantirsi un appoggio da parte degli Hannover e l'Austria si allea alla Francia di Luigi XV per il comune sentimento anti-prussiano. Il conflitto ha inizio con l'invasione della Slesia da parte della Prussia nel 1756. Al conflitto si aggiunge la Russia dello zar Pietro III che si allea all'Austria. La guerra si conclude nel 1763 con due paci separate:
• quella di Hubertsburg tra Austria e Prussia, che non produce mutamenti di rilievo oltre alla cessione della Slesia alla Prussia
• la pace di Parigi tra la Gran Bretagna e la Francia, costretta a cedere buona parte del suo impero coloniale
Le conseguenze della guerra dei Sette Anni sono:
• il consolidamento della Prussia e della Russia, che dopo il conflitto si alleano
• l'affermazione della supremazia della Gran Bretagna
• il declino della Francia
• la stabilità dell'Austria
L'importanza del conflitto è dovuta alle trattative di pace tra gli assolutismi illuminati che segnano una significativa svolta nelle relazioni tra Stati.
LA RIVOLUZIONE AMERICANA
1773-1781
Le tredici colonie britanniche del Nord America si erano formate dopo la fuga dei Puritani dal Paese per evitare le persecuzioni stuartiane e anglicane, e costituivano una risorsa produttiva e commerciale di rilievo tra i domini della madrepatria, sopratutto per le tasse sui prodotti in entrata e in uscita. A rendete tesi i rapporti con Londra era l'assenza di una forma di rappresentatività politica, a fronte di dazi sempre più alti. Per far valere i propri diritti i coloni erano ricorsi a uno dei principi fondamentali della Magna Charta, che affermava il rifiuto delle esazioni nel caso in cui fosse stato negato ai sudditi il diritto alla rappresentanza politica (no taxation without representation). Nei due Congressi di Filadelfia si scontrano i Radicali come i Figli della Libertà, i Moderati, che rifiutavano la separazione dalla Gran Bretagna e i Lealisti, che erano fedeli al sovrano. Il 5 marzo del 1770 in una guerriglia muoiono 50 coloni. Il 16 dicembre del 1773 alcuni Figli della Libertà travestiti con abiti di nativi americani assaltano la nave della East India Company, alla fonda nel porto di Boston, e buttano in mare il carico di thè della stiva. L'episodio è passato alla storia come "Boston Tea Party". Dopo l'episodio i Moderati cercarono un accordo con Giorgio III (Petizione del Ramo d'Ulivo) ma il sovrano non poteva esercitare il diritto di veto sulle decisioni del Parlamento. Il 4 luglio del 1776, a Filadelfia, le 13 colonie proclamavano la loro indipendenza. La carta fu redatta da Thomas JEFFERSON ed era una dichiarazione di guerra. La Gran Bretagna era sostenuta da altre nazioni ma alla fine la causa dei coloni portó la Francia ad appoggiare i ribelli. Le più famose vittorie degli indipendentisti furono a Saratoga, nel 1777, e a Yorktown nel 1781. Nel 1783, con la pace di Versailles, la Gran Bretagna riconosceva l'indipendenza dei tredici Stati. Dopo i problemi del dopoguerra, dovuti alla difficoltà dei tredici Stati di trovare un accordo e alla crisi delle risorse, gli Stati aderiscono al progetto federativo.
Nel 1787 la Commissione dei Saggi presieduta da George WASHINGTON redige la Costituzione, che entra in vigore l'anno successivo. Washington viene eletto Presidente degli USA. Nel 1791 la Costituzione è completata con i Dieci Emendamenti, ispirati alla concezione libertaria illuminista e ancora usati.
LA RIVOLUZIONE FRANCESE
1789-1799
La comune espressione "rivoluzione francese" è usata dagli storici per indicare il decennio che inizia con la RIVOLUZIONE DEL 14 LUGLIO 1789 e si chiude con il COLPO DI STATO DI NAPOLEONE DEL 18 BRUMAIO (cioé del 9 novembre) 1799, con il quale inizia l'ETÀ NAPOLEONICA. Le cause della rivoluzione francese sono da ricercare nel progressivo indebolimento del potere assoluto del re (ANCIEN RÉGIME). Il divario tra il Terzo Stato borghese e gli "stati" del clero e della nobiltà si era allargato per l'eccessiva pressione fiscale sulla borghesia. A peggiorare la situazione era stata la convocazione degli Stati Generali da parte del re Luigi XVI, su richiesta del Terzo Stato: nonostante il Terzo Stato rappresentasse il 98% dei cittadini, il potere dei primi due fu determinante per votare l'ennesima "manovra" finanziaria a discapito del Terzo Stato. La crisi portó i deputati del Terzo Stato a lasciare il Parlamento dando inizio alla rivolta:
• si forma l'Assemblea Nazionale
• si forma la Municipalità parigina
• si adotta la coccarda tricolore
Il 14 luglio 1789 la folla dà l'assalto alla Bastiglia e nonostante i tentativi di Luigi XVI di pacificare la situazione, il clima politico e sociale si fa sempre più instabile. L'opposizione del re ai 17 articoli della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino portó ad una definitiva rottura: il re e la famiglia reale furono prelevati da Versailles e confinati alle Tuileries. In questa sede nel mese di ottobre 1789 si riunisce l'Assblea Nazionale Costituente.
Il dibattito politico sul destino del re Luigi XVI divide i club e i deputati tra moderati e radicali, e il tentativo di fuga del re e il successivo arresto alle Tuileries è la causa della scissione dei Giacobini di Robespierre, dai quali si separano i più moderati Foglianti. La situazione precipita quando il 15 luglio 1791 l'Assemblea restaura la monarchia di Luigi XVI. La rivolta della sinistra porta a uno scontro a Campo di Marte in cui muoiono 40 sanculotti (i proletari più irriducibili). Il 3 settembre 1791 vede la luce la prima Costituzione francese ma l'Assemblea è indebolita da tre elementi:
• il diritto di veto del re
• il potere dei proprietari di terre sui ceti meno agiati
• l'adozione del sistema censitario
Le divisioni della sinistra repubblicana (i moderati Girondini e i più radicali Giacobini) si acuirono con la decisione di Luigi XVI di dichiarare la guerra all'Austria. Il vero scopo della guerra era quello di rilanciare le quotazioni del sovrano francese ma anche quello di essere un monito per i rivoluzionari austriaci che avessero voluto imitare i rivoluzionari francesi. La guerra fu un disastro. La reazione dei sanculotti e dei Giacobini fu rabbiosa: il 10 agosto 1792 veniva proclamata la COMUNE INSURREZIONALE dai Giacobini, e i sanculotti assaltavano le Tuileries. L'Assemblea decise allora di destituire di nuovo il re e di affidare il governo a un esecutivo provvisorio di 6 membri. L'Assemblra si sciolse e furono indette nuove elezioni per istituire una Convenzione Nazionale, che il 20 settembre si insedia. Il 21 settembre si proclama la repubblica.
Il biennio 1792-1794 è la fase più radicale tra le fasi della rivoluzione e comprende:
• la guerra tra Girondini e Giacobini
• la dittatura giacobina e il Terrore
• la reazione termidoriana
Nell'ottobre 1792 inizia il processo al re. Invano i Girondini provano a salvarlo: la maggioranza dei deputati della Convenzione Nazionale lo condanna a morte. Il 21 gennaio 1793 il re fu giustiziato. I Giacobini chiedono un Tribunale Rivoluzionario contro i sospetti ma i Girondini temono una dittatura. Il 24 giugno 1793 veniva approvata la Costituzione Democratica ma a luglio i Giacobini e il COMITATO DI SALUTE PUBBLICA - guidato da Robespierre e Saint-Just - presero il potere. La dittatura dei Giacobini fu il periodo più sanguinoso del decennio rivoluzionario, tanto da essere stato ribattezzato "Terrore" per evocare il clima politico dovuto alla LEGGE SUI SOSPETTI introdotta da Robespierre. Le condanne a morte alla ghigliottina si comminavano senza dei veri processi ed è certo che siano stati almeno 17mila i cittadini arrestati e condannati dal Comitato di Sicurezza Generale, la polizia politica del regime (tra i più famosi il chimico Lavoisier e la vedova di Luigi XVI, M. Antonietta). Il governo dei Giacobini fa approvare una serie di riforme:
• la legge sul calmiere dei prezzi
• la completa laicizzazione dello Stato
• l'abolizione delle festività religiose
• l'adozione di un nuovo calendario rivoluzionario con data di inizio il 22 di settembre (il primo giorno della Prima Repubblica)
• il culto dei Martiri della Rivoluzione e della Dea Ragione
A far crollare la dittatura fu la frattura tra gli estremisti Arrabbiati di Hébert e i più moderati Indulgenti di Danton, che chiedevano la fine del Terrore. Ma il vero motivo della crisi fu il tentativo di Robespierre di instaurare una dittatura personale. Il suo atto più famoso fu il Decreto con cui istituiva il culto dell'Essere Supremo, che gli fece perdere il sostegno degli atei Arrabbiati. Il 9 termidoro (27 luglio) 1794 alcuni fuorisciti con l'appoggio dei moderati rovesciavano il regime e arrestavano i Giacobini. Il 28 luglio fu eseguita la condanna a morte senza processo dei vari capi del regime.
Dopo la fine del Terrore il clima politico non fu meno instabile e al posto del Terrore Rosso dei Giacobini si diffondeva la reazione del Terrore Bianco contro i sospettati di simpatie giacobine. I termidoriani iniziano una feroce opera di "degiacobinizzazione" a cominciare dall'abolizione della legge sul calmiere dei prezzi e dal ripristino della libera iniziativa.
Il 22 agosto 1795 entra in vigore la Costituzione dell'anno III (così detta dal terzo anno della repubblica). Al posto della Convenzione Nazionale c'erano due Camere:
• il Consiglio dei 500
• il Consiglio degli Anziani
Il potere esecutivo fu invece affidato a um Direttorio di 5 membri. Il nuovo corso termidoriano vietó inoltre ogni forma di associazione popolare nel timore di una ricostituzione del partito giacobino.
2 - L'ETÀ NAPOLEONICA
INTRODUZIONE - Dopo la congiura che rovesció i Giacobini il clima politico della Francia si complica a causa di una serie di moti, tra cui i moti realisti nella Vandea, che sono sedati dall'esercito guidato dal giovanissimo Napoleone Bonaparte. Il generale era poco più che ventenne: era nato nel 1769 ad Ajaccio, in Corsica. Pur di simpatie giacobine e di nascita corsa, aveva intrapreso la carriera militare con successo e l'amicizia di Barras (uno dei 5 membri del Direttorio e già amante di Josephine Beauharnais, la creola che fu la sua compagna) gli permise di avere gli incarichi più importanti. Il Consolato e poi l'Impero comportarono la radicale "bonapartizzazione" della Francia e degli Stati ad essa legati, tale da dover indicare con "napoleonica" l'età che va dal 1799 al 1815, l'anno della caduta a Waterloo.
FASE DEL DIRETTORIO - Il clima politico con cui iniziava il lavoro del Direttorio era disordinato e instabile. La campagna di espansione francese era ripresa dopo la parentesi giacobina e l'Austria era assediata su più fronti. La situazione interna peró era precaria a causa dei movimenti cospirativi giacobini e comunisti (il più famoso è la Congiura degli Uguali promossa da Babeuf e da Buonarroti e scoperta nel 1796) che spinsero il Direttorio ad adottare una linea politica illiberale per evitare altre rivolte. È in questa fase che inizia l'ascesa del Bonaparte. Le sue doti strategiche si rivelano in Italia, dove il suo esercito sconfigge i Piemontesi e gli Austriaci. La popolarità del generale Bonaparte fu tale che per i suoi ideali si costituirono le cosiddette repubbliche giacobine (la Repubblica Cisalpina, la Repubblica Ligure e la Repubblica Romana) e Venezia, che insorge sotto la guida del giacobino Daniele Manin. Ma Bonaparte deluse le speranze dei giacobini italiani che si aspettavano un governo democratico: fu una vera occupazione. A tradire le intenzioni di Napoleone fu la pace di Campoformio (17 ottobre 1797) con la cessione di Venezia all'Austria in cambio di altri territori. Bonaparte si spinge fino a Roma, dove manda via il Papa. Il 18 fruttidoro (4 settembre) del 1797 in Francia sale al potere la Destra, con un colpo di Stato e, al posto del Direttorio, si insedia un triumvirato.
Al termine di una trionfale campagna di annessione Bonaparte scioglie con la forza il Consiglio dei Cinquecento il 18 brumaio (9 novembre) 1799 e si fa affidare dal Consiglio degli Anziani il Consolato.
FASE CONSOLARE - Il biennio consolare di Napoleone è solo per una parte di tipo triumvirale e molto presto Bonaparte si impone sugli altri triumviri diventando Primo Console. La revisione della Carta Costituzionale varata il 25 dicembre del 1799 e detta Costituzione dell'anno VIII (otto anni dal primo giorno della Prima Repubblica) assegnava a Bonaparte il potere esecutivo e agli altri due consoli solo una funzione consultiva. Il ruolo politico del generale Bonaparte si rafforza con la sconfitta dell'Austria e con la pace di Luneville (9 febbraio 1801) con la quale sono ratificati gli accordi della pace di Campoformio: l'Austria fu costretta a riconoscere il controllo napoleonico sull'Italia del Nord e sulle "Repubbliche Sorelle" della Svizzera e dell'Olanda. Alla fine di uno scontro con la flotta inglese (con l'aiuto dello zar Paolo I di Russia) con la pace di Amiens, nel febbraio del 1802, anche la Gran Bretagna riconosce le conquiste di Napoleone. La tregua dura fino al 1803 quando la Gran Bretagna (in ansia per la campagna di annessione napoleonica) rifiuta di cedere Malta secondo gli accordi della pace di Amiens e scatena la reazione di Bonaparte.
Il 18 maggio 1804 viene approvata la Costituzione dell'Anno XII: il Senato propone la nomina del Bonaparte a imperatore e la proposta è accolta con un plebiscito popolare. Napoleone è incoronato imperatore a dicembre dal Papa Pio VII nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
FASE IMPERIALE - Tra gli anni 1805 e 1809 il Bonaparte costituisce il suo Impero, che ormai si estendeva a buona parte dell'Europa occidentale, e impone il blocco delle esportazioni alla Gran Bretagna. Il 1 aprile 1810 dopo aver divorziato da Josephine sposa Maria Luisa, figlia dell'imperatore d'Austria.
L'impero fu un sistema continentale, caratterizzato dalla rete di parentele che legava i diversi troni e garantiva a Napoleone un'efficace protezione. I nemici erano l'Austria e la Russia, oltre alla Prussia e alla Gran Bretagna. Il pericolo più insidioso era peró quello dei dissensi interni:
• i reazionari nostalgici dell'Ancien Régime
• i liberali "idéologues" contrari alla tirannide del Bonaparte
• i cattolici e i nazionalisti
La crisi inizia nell'estate del 1812 con il tentativo di invasione della Russia. Nonostante la superiorità numerica dei francesi, la coraggiosa resistenza russa (con la famosa terra bruciata) e il grande gelo dell'inverno, obbligarono Bonaparte a richiamare il suo esercito. Durante la "campagna di Russia" la Gran Bretagna, dopo aver aggirato il "blocco" dei commerci in Europa col contrabbando, liberava e occupava la Spagna. La catastrofica spedizione in Russia e l'occupazione britannica della Spagna erano il chiaro segnale della crisi di Bonaparte.
Nel 1813 la Prussia, con la Russia e la Svezia, promuove la Sesta Coalizione antifrancese. Lo scontro decisivo si combattè a Lipsia, dove l'esercito di Napoleone, formato in buona parte da volontari inesperti, fu sconfitto in quella che si ricorda come la più grande battaglia dell'età napoleonica. Lipsia fu la sconfitta decisiva: il sistema continentale si sfaldó in pochi mesi e il Senato il 3 aprile 1814, dichiaró Bonaparte decaduto, affidando il governo a un esecutivo provvisorio guidato da Talleyrand. L'11 aprile gli accordi di Fontainebleau relegavano Bonaparte al confino dell'Isola d'Elba e al suo posto restauravano il legittimo erede Luigi XVIII, fratello del deposto Luigi XVI (il Delfino Luigi XVII era già morto). Nel novembre 1814 inizia il Congresso di Vienna in cui i delegati dei vari Stati discutono la nuova carta geopolitica dell'Europa.
I CENTO GIORNI - Il 1 marzo del 1815, dopo aver lasciato l'Elba, Bonaparte torna in Francia per ricostituire il suo esercito. È l'inizio dei cosiddetti Cento Giorni cioé l'ultima fase dell'età napoleonica.
Il ritorno di Bonaparte in Francia fu accolto con entusiasmo da diversi sostenitori e Luigi XVIII fu costretto ad abbandonare Parigi. Il Bonaparte si insediava di nuovo al potere e cerca il sostegno dei liberali, ma la Santa Alleanza (la coalizione di Stati nata al Congresso di Vienna) è decisa a fermarlo. Lo scontro finale avviene il 18 giugno 1815 a Waterloo. Napoleone, sconfitto, fu condannato all'esilio sull'isola di Sant'Elena, dove morirà il 5 maggio 1821. Alla moglie Maria Luisa viene concesso il Ducato di Parma.
3 - L'ETÀ DELLA RESTAURAZIONE
INTRODUZIONE - Dopo la sconfitta napoleonica a Lipsia e la destituzione dal trono di Bonaparte, il 1 novembre 1814 inizia il Congresso di Vienna, che finirà il 9 giugno 1815. Obiettivo del Congresso era quello di ridisegnare la "mappa" dell'Europa e assegnare o restaurare i sovrani nelle varie nazioni europee. Il principio di legittimità di Talleyrand imponeva la restituzione dei troni ai loro legittimi pretendenti. Tale scelta non fu peró condivisa da molti gruppi politici, come i nostalgici bonapartisti e i liberali idéologues, ma anche i repubblicani e i cattolici. I nemici della Restaurazione opposero una attività cospirativa attraverso le società segrete: la più nota è la Carboneria. Il malessere seguito alla revoca delle Costituzioni da parte dei sovrani restaurati o l'adozione di Costituzioni "octroyées" (ottriate, cioé soggette alla possibilità di modifica dal re in caso di necessità) furono causa di una serie di fermenti rivoluzionari negli anni 20 e 30 del XIX secolo e noti come MOTI LIBERALI. A questi moti seguiranno i moti degli anni 40 e il Risorgimento italiano.
LA PRIMA RESTAURAZIONE - Gli Stati europei avevano due obiettivi: la denapoleonizzazione del complesso sistema continentale e la ricostruzione della mappa geopolitica dell'Europa. Oltre alla restaurazione dei regni cancellati da Napoleone e al ripristino dei legittimi sovrani sui troni, furono creati nuovi Stati come il Regno delle Due Sicilie e il Regno Lombardo-Veneto; i 39 Stati dell'ex Confederazione tedesca furono uniti in una nuova Confederazione insieme alla Prussia (che costituì con Austria e Russia la SANTA ALLEANZA).
L'OPPOSIZIONE ALLA RESTAURAZIONE - Gli intenti delle delegazioni convenute a Vienna non erano affatto condivisi da tutti i gruppi politici:
• i liberali (che si lamentavano della revoca delle Carte Costituzionali in vari Stati)
• i repubblicani (che guardavano con timore il ritorno delle disuguaglianze sociali)
• i nostalgici bonapartisti (che temevano le instabilità di una reazione popolare)
• i movimenti irredentisti e separatisti di Lombardia e Veneto (che rifiutavano la dominazione austriaca) e della Sicilia (insofferenti al regime dei Borbone)
In molti Stati italiani, come reazione alla Restaurazione, maturò l'attività cospirativa delle società segrete e dei giornali. La Carboneria fu la società segreta più famosa con i moti liberali del 1820-21 a Napoli e in Piemonte e successivamente con i moti liberali del 1830-31 nei ducati di Modena e di Parma. Nel Milanese gli intellettuali pubblicano il periodico Il Conciliatore. In Sicilia si costituiscono molte sette segrete per combattere i soprusi baronali e il regime di pressione fiscale dei Borbone.
Anche in Russia e in Inghilterra si innesca una spirale insurretizia:
• il 14 (o 26) dicembre del 1825, a San Pietroburgo, scoppiava la rivoluzione decabrista (il nome deriva da "dekabr", dicembre in russo) che fu ordita dagli affiliati delle sette segrete (borghesi e aristocratici) con l'aiuto di alcuni capi dell'esercito imperiale, in linea con gli stessi motivi alla base dei moti liberali del 1820-21
• nei primi anni del XIX secolo si diffonde in Inghilterra il LUDDISMO, il movimento di protesta degli operai contro l'introduzione delle macchine industriali, considerate un pericolo per il lavoro salariato
È comunque corretta una collocazione separata dei moti liberali per la loro caratteristica di movimenti costituzionali e ancora dei moti del 48.
I MOTI DEL 1820-21 - I moti liberali europei sono innescati da un episodio, il cosiddetto "pronunciamento" che i militari pronti a partire con le navi per il Sudamerica (per sedare la rivolta dei coloni) oppongono per protesta, dopo che il re revoca la Costituzione del 1812. La protesta si estende dal porto di Cadice a tutta la Spagna ma viene sedata dall'esercito francese su richiesta della Santa Alleanza. Ma è proprio da Cadice che si ispirerà la Carboneria. I primi moti si svolgono nel Regno delle Due Sicilie a Napoli, dove i fratelli Pepe guidano una setta segreta carbonara. A causa delle divisioni del gruppo (che univa liberali e anarchici intenzionati a rovesciare la monarchia borbonica) i moti sono un fallimento e sono repressi dall'esercito austriaco. In Piemonte la Carboneria e il movimento costituzionalista trovano un sostegno in Carlo Alberto, il nipote del re Vittorio Emanuele I di Savoia. Il Regno di Sardegna, a differenza del Regno delle Due Sicilie, dove il re aveva revocato la Costituzione, così come in Spagna, non aveva adottato la Costituzione e i liberali piemontesi vedevano in Carlo Alberto un prezioso sostenitore. Alla morte di Vittorio Emanuele I il legittimo erede era il fratello del re, Carlo Felice, e il mobimento carbonaro, senza più l'appoggio del principe di Carignano si sfalda. Il progetto del liberalismo riprende alla morte del re Carlo Felice, quando sale al trono il nipote Carlo Alberto, che emanerá lo Statuto Albertino.
I MOTI DEL 1830-31 - La ripresa delle insurrezioni in Europa si accompagna al malessere derivato dal tentativo di reintrodurre l'Ancien Régime e al sentimento nazionalista che inizia a diffondersi in alcuni Stati.
In Francia il re restaurato Luigi XVIII si era limitato a concedere la Costituzione "ottriata". Il successore Carlo X non solo l'abroga ma dispone una serie di limitazioni ai poteri del Parlamento, che causano la reazione popolare. Il 26 luglio del 1830 Carlo X emana le Ordinanze di Saint Cloud, con le quali revoca alla borghesia il diritto di voto, tornando praticamente all'Ancien Régime. Il 27, 28 e 29 luglio 1830 (le "gloriose giornate di luglio" come sono ancora ricordate in Francia) la folla insorge e Carlo X si dà alla fuga. La corona è così offerta a Luigi Filippo di Orléans.
Nel mese di agosto 1830 insorgeva il Belgio, che il Congresso di Vienna aveva unito all'Olanda. Il Belgio aveva un fortissimo sentimento identitario e riuniva tre nazionalità linguisticamente diverse (fiamminga, tedesca e vallona) che avevano fatto fronte comune contro l'Olanda, costituendo il Movimento Unionista e richiedendo l'indipendenza del Paese. Dopo i moti di luglio del 1830 i belgi si ribellano e la Francia di Talleyrand è costretta ad appoggiare il Belgio nella Conferenza di Londra. Il Belgio viene separato dai Paesi Bassi e la corona è assegnata a Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Gotha che fu primo re dei Belgi. Anche la Polonia, sull'onda del Belgio, cerca di separarsi dalla Russia ma i moti dei nazionalisti polacchi non otterranno il successo del Belgio e la Polonia perde la sua indipendenza. I moti del 1830-31 si diffondono in Italia con le insurrezioni carbonare e mazziniane.
Nei ducati di Modena e di Parma, dopo l'estate del 1830, si era costituito un movimento cospirativo guidato dal carbonaro Ciro Menotti. Nonostante il successo dei moti e la costituzione di governi liberali, alla fine l'Austria pose fine alla rivolta e ripristinó la precedente situazione.
LA GIOVINE ITALIA - Nel 1831, dopo il fallimento dei moti nei ducati, il carbonaro Mazzini consideró che la causa dei continui fallimenti era l'assenza di un progetto comune tra gli affiliati. La Giovine Italia poggiava su tre obiettivi: indipendenza, unità e libertà. Tali obiettivi non si potevano raggiungere con i moti di pochi settari ma solo con l'azione delle masse. Due gli strumenti necessari:
• l'educazione,attraverso la propaganda
• le azioni insurrezionali
Nel 1832 fu pubblicato il giornale La Giovine Italia che veicolava gli stessi ideali mazziniani e il progetto di unire l'Italia in una repubblica.
L'associazione durô fino al 1834 e fu sostituita nel 1848 dalla Associazione Nazionale Italiana.
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