sabato 4 febbraio 2017

Hume


DAVID HUME

Impressioni e idee - Hume accetta le premesse di Locke intorno alla conoscenza, ma con un intento ancora più estremista, cercando di sfrondarle ulteriormente da ogni residuo metafisico e giungere alla comprensione di quei veri principi elementari del conoscere, radicalizzando l’indagine sull’intelletto umano fino alle estreme conseguenze. Anche Hume, come già Locke, ritiene che la conoscenza derivi interamente dalle rappresentazioni, ma a differenza del suo predecessore Hume accorda la sua preferenza alle impressioni sensibili, più che alle idee. Sono le impressioni infatti a supportare le rappresentazioni sensibili, e non le idee, che ne sono scialbe immagini sfocate e prive di quella forza e di quella vivacità che contraddistinguono le impressioni dei sensi. Così c’é una fondamentale differenza tra la bruciatura dovuta alla fiamma e il ricordo di questa, e soprattutto l’idea ha un carattere eminentemente soggettivo.

L’associazionismo - Dopo tali premesse Hume concorda con Locke sul fatto che impressioni e idee non si presentano mai separate tra loro, ma associate in un sistema complesso: in pratica idee e impressioni, in virtù di un potenziale attrattivo, si raggruppano secondo tre gruppi, contiguità spazio-temporale, causa ed effetto, somiglianza.
a) nel primo caso abbiamo una tipologia associativa che accomuna elementi affini a quello oggetto della nostra percezione, ad esempio una barca assimilata allo specchio d’acqua su cui é stata vista galleggiare;
b) nel secondo caso abbiamo una tipologia associativa fondata sulla conseguenza di due eventi, per cui un evento b succede a una causa a, per esempio lampo-tuono;
c) nel terzo caso abbiamo una tipologia associativa che si fonda sulla rievocazione basata sulla somiglianza, ed é il caso di associazionismo più ovvio.
La cosa estremamente importante qui é la soggettività del concetto di causa, poiché tutti i rapporti tra le idee e le impressioni sono attribuiti a una funzione dell’intelletto, negando quindi ogni possibile oggettività alle idee di sostanza, causa, spazio e tempo.

Contro la causalità - Esiste una netta differenza tra la certezza dell’esperienza e la probabilità di una previsione, ma riguardo la causalità stiamo certamente asserendo il necessario rapporto tra due fenomeni. Questo é quello che si crede comunemente in quanto l’esperienza diretta non ci potrà mai fare arrivare a tanto: il concetto di causa é una funzione che viene esercitata dall’intelletto umano, che, in presenza di due avvenimenti diverse volte conseguenti, arbitrariamente stabilisce un rapporto, o nesso causale. Se io non ho mai sperimentato di colpire una sfera posta sul terreno con un’altra sfera, certamente ignorerò che la prima sfera subisca una variazione dello stato di quiete per effetto della seconda sfera da me lanciata. Solo un’esperienza può giustamente confermarmi questo, in assenza dell’esperienza le mie convinzioni poggiano sul campo del probabile. Questo é ciò che si dice hoc post hoc ed é solo questo che ha valore di conoscenza, mentre l’ergo propter hoc é una aggiunzione posta dal soggetto grazie alla capacità associativa.

L’abitudine - Conseguentemente alla negazione della causalità cadono i concetti di cosa e realtà, e cade anche la nozione di io. Tutta la conoscenza si basa su un hoc post hoc ossia su un atto di esperienza. Hume spiega la frequente associazione tra idee e impressioni con l’abitudine, elemento che inoltre motiva la sicurezza con cui noi attribuiamo un avvenimento successivo a una causa con estrema sicurezza.

Lo scetticismo - La conseguenza radicale della filosofia di Hume é desolante e si riconduce a un esasperato scetticismo. Escludendo le scienze matematiche, unica fonte ammessa da Hume fuori dall’esperienza, ogni conoscenza resterà probabile e la scienza stessa offrirà un mero esame descrittivo dei fenomeni. Solo ciò che é oggettivo e diretto é a pieno titolo conoscenza pura. La scienza non é in grado di affermare alcunché riguardo i futuri avvenimenti.

L’etica - Quella di Hume é una morale utilitarista. Come tutti gli empiristi Hume accorda la sua preferenza a un qualcosa che abbia uno scopo, e introduce il concetto di simpatia, che porta il soggetto a immedesimarsi nella situazone di un altro, compartecipandola. Questa soluzione rappresenta un passo avanti e innova una relazione interindividuale che abolisce la necessità del patto sociale. Ogni uomo é interessato a stare bene, ma ogni uomo viene guidato talvolta dalla simpatia, che lo porta a vivere una solidarietà con l’altro. Le comunità si possono reggere appunto benissimo su questo sentimento. Lo stesso sentimento, inteso come “sentire comune”, guida l’uomo verso la religione e la divinità: per difendersi dall’angoscia che lo perseguita l’uomo ha bisogno di affidarsi a Dio che dà soccorso e protezione.