Filosofia 3 - Classe 4A
Kant
KANT
1 - IL CRITICISMO
IL PERIODO PRE-CRITICO - Nella vita di Kant c'è una data fondamentale: il 1770. È l'anno di pubblicazione della sua celebre DISSERTAZIONE, l'opera che segna la cosiddetta SVOLTA CRITICA del filosofo. Nel periodo precedente, il giovane Kant, dopo essere stato obbligato nel corso dei suoi studi ad avventurarsi sulla strada incerta della metafisica di Leibnitz e di Aristotele, scopre le scienze, e si appassiona a Newton e a Hume. Sopratutto è d'accordo con Hume circa l'impossibilità di dimostrare l'esistenza di una causa, di cui non è visibile il collegamento con l'effetto. A differenza di Hume Kant cerca una risposta "scientifica" alla domanda "è possibile la metafisica?".
Il problema nasce quando Kant faceva l'insegnante: una sua giovane allieva, Charlotte, era rimasta colpita da un saggio (ARCANA COELESTIA, cioè "I misteri celesti") scritto da EMMANUEL SWEDENBORG, un occultista svedese molto noto all'epoca. Kant, incuriosito dal libro, lo legge e inizia a scrivere così I SOGNI DI UN VISIONARIO, saggio in cui descrive la metafisica come un luogo pericoloso e incerto, che l'uomo non puó conoscere non avendo gli strumenti adatti: i soli strumenti disponibili all'uomo per conoscere sono infatti i SENSI.
Tuttavia, dice Kant, per quanto la metafisica non sia REALE, è reale lo sforzo che l'uomo compie per indagarla.
LA SVOLTA CRITICA - Nel 1770 Kant scrive la DISSERTAZIONE e cerca un metodo di indagine per studiare la possibilità della metafisica come scienza. Non potendo fidarsi del PIANO OGGETTIVO, condizionato dal legame tra causa ed effetto (impossibile da dimostrare e che si puó solo supporre) Kant compie una vera e propria RIVOLUZIONE COPERNICANA, abbandonando lo studio dell'oggetto (come da tradizione scientifica) e decide di iniziare la sua indagine dal PIANO SOGGETTIVO, ossia dall'uomo (il soggetto che conosce l'oggetto). Questa prospettiva si chiama TRASCENDENTALE (studio del soggetto che conosce l'oggetto) ed è rivoluzionaria proprio come lo fu la teoria eliocentrica di Copernico.
Kant si impegna dunque a "criticare" la metafisica partendo dall'uomo, cioè dal soggetto conoscente.
I GIUDIZI - La conoscenza della Natura si esprime con il GIUDIZIO, ossia una proposizione CATEGORICA (che afferma oppure nega) costituita da un SOGGETTO e da un PREDICATO uniti dalla COPULA (una delle voci del verbo essere: è, sono, ecc.). Aristotele nella sua Logica divideva le proposizioni tra universali e particolari, ma Kant non è sicuro della validità universale di un giudizio (neanche di quelli della matematica e della fisica) e così li sottopone all'indagine critica. Ci sono due tipologie di giudizio: ANALITICO e SINTETICO. Nei giudizi analitici il predicato non aggiunge nulla di nuovo al soggetto (per esempio: il corpo è esteso, il ghiaccio è gelato, il fuoco è caldo). Nei giudizi sintetici invece il predicato aggiunge un elemento nuovo che non faceva parte del soggetto (per esempio: il banco è sporco, la sedia è rotta). I giudizi sintetici possono essere derivati dall'esperienza (giudizi sintetici A POSTERIORI) o venire prima dell'esperienza (giudizi sintetici A PRIORI): questi ultimi sono LEGGI UNIVERSALI, come quelle della matematica o della fisica.
L'indagine critica di Kant mette in dubbio proprio la possibilità della matematica e della fisica (cioè i giudizi sintetici a priori) perchè non sono aiutati dall'esperienza: se io faccio bollire l'acqua io vedo che quando arriva a 100 gradi evapora, ma come faccio a dimostrare la validità di una legge matematica o fisica che non ha l'esperienza come supporto? Il criticismo kantiano si sviluppa su queste tre domande:
1) è possibile la matematica pura?
2) è possibile la fisica pura?
3) è possibile la metafisica come scienza?
Kant risponde a queste domande con la CRITICA DELLA RAGION PURA.
2 - LA CONOSCENZA
L'OPERA - Il problema della conoscenza è affrontato da Kant nella CRITICA DELLA RAGION PURA. Tutta la nostra conoscenza, scrive Kant, inizia dall'ESPERIENZA, tuttavia non tutta la conoscenza deriva dall'esperienza: la matematica, la fisica e (sopratutto) la metafisica non si basano infatti sull'esperienza, ma su GIUDIZI SINTETICI A PRIORI. Kant intende dimostrare con la Critica della Ragion Pura la possibilità di una conoscenza basata su questi giudizi e suddivide l'opera partendo dalle tre fonti ddella conoscenza:
1) la sensibilità, descritta nell'ESTETICA TRASCENDENTALE
2) l'intelletto, descritto nell'ANALITICA TRASCENDENTALE (prima parte della LOGICA TRASCENDENTALE)
3) la ragione, descritta nella DIALETTICA TRASCENDENTALE (seconda parte della LOGICA TRASCENDENTALE)
LA SENSIBILITÀ - La conoscenza sensibile inizia dalle RAPPRESENTAZIONI, ossia dalle informazioni trasmesse dai 5 organi di senso. L'unione delle varie rappresentazioni sensibili costituisce il FENOMENO, che è il modo in cui la realtà appare al soggetto conoscente. La comparsa dei fenomeni è possibile grazie a due elementi:
• lo SPAZIO, cioè il luogo dove avvengono i fenomeni e dove si trovano tutte le dimensioni geometriche;
• il TEMPO, cioè l'ordine di successione dei fenomeni, in cui sono comprese tutte le misure aritmetiche che ne indicano la durata.
Spazio e tempo non solo sono necessari, ma devono esserci prima dei fenomeni. Così Kant dimostra la possibilità della matematica pura.
L'INTELLETTO - il soggetto non si limita a ricevere dei dati dall'esterno, grazie ai 5 sensi, ma ha la facoltà di pensare, cioè di unificare questi dati formulando i GIUDIZI: pensare significa infatti giudicare, unendo un soggetto e un predicato con una copula (per esempio: questo banco è sporco). Poichè le sensazioni sono sempre soggettive, anche il giudizio è soggettivo. Per renderlo universale e quindi valido sono necessari 3 elementi:
• le CATEGORIE o CONCETTI PURI DELL'INTELLETTO, strutture necessarie per classificare i giudizi;
• l'IO PENSO o APPERCEZIONE TRASCENDENTALE, funzione in grado di autorizzare l'uso corretto delle categorie;
• lo SCHEMA TRASCENDENTALE, che costituisce l'insieme delle regole che l'Io Penso deve seguire per autorizzare l'uso delle categorie.
L'intelletto è il legislatore della Natura: esso infatti pensa i fenomeni per come gli appaiono. Così Kant dimostra anche la possibilità della fisica pura.
LA RAGIONE - Malgrado i limiti imposti dalla sensibilità, la ragione, a differenza dell'intelletto, cerca di pensare (cioè di giudicare) anche dove non è possibile e questo produce le ANTINOMIE (cioè la compresenza di due tesi opposte nel ragionamento) ed i PARALOGISMI (cioè gli errori alla base di un ragionamento falso). Per giudicare la ragione non usa le categorie e l'Io Penso ma altri due elementi:
• le IDEE (di anima, di mondo e di Dio), oggetti del pensiero che non corrispondono a fenomeni, e per questo non dimostrabili;
• i SILLOGISMI (categorico, ipotetico e disgiuntivo), regole di ragionamento non corrette a causa dell'impossibilità di verificare la loro validità universale.
La metafisica non è dunque possibile. Tuttavia le sue idee hanno un uso REGOLATIVO: servono a delimitare i confini dell'esperienza e a tentare di superarli.
3 - LA MORALE E L'ARTE
LE OPERE - Il problema gnoseologico è solo uno dei temi speculativi affrontati da Kant. Oltre al problema della conoscenza trattato nella Critica della Ragion Pura e nei Prolegomeni (ad ogni futura metafisica che si vorrà presentare in quanto scienza), Kant affronta altri ambiti di riflessione:
• la morale e le azioni dell'uomo;
• l'arte e i giudizi non conoscitivi;
• la storia e la politica.
Il tema della morale viene trattato in altre due opere: la FONDAZIONE DELLA METAFISICA DEI COSTUMI e la CRITICA DELLA RAGION PRATICA. A queste due opere viene affiancata anche LA RELIGIONE NEI LIMITI DELLA RAGIONE.
Il tema dell'arte e del giudizio riflettente è trattato nella CRITICA DELLA FACOLTÀ DI GIUDIZIO coeva di altri scritti minori di ambito storico, politico e sociale.
LA MORALE - L'esigenza di una fondazione critica della morale nasce dal fatto che le azioni degli uomini non seguono un criterio universale. La morale deve essere AUTONOMA, cioè deve essere priva di qualsiasi finalità. Kant descrive la morale come un DOVERE PER IL DOVERE e questo vuol dire che seguire la legge morale non è come rispettare le leggi per non andare in prigione o essere un buon cristiano o fare di tutto per essere felici: alla legge morale universale si DEVE solo ubbidire.
Kant opera una netta distinzione tra le MASSIME, le scelte che valgono solo per il singolo (facoltative) e le LEGGI, che invece valgono per tutti e perció sono dette IMPERATIVI (obbligatorie). A loro volta gli imperativi sono distinti tra imperativi IPOTETICI (che cioè hanno uno scopo: se vuoi essere promosso allora devi studiare) e imperativi CATEGORICI (che sono privi di uno scopo: DEVI studiare!).
L'uomo è in bilico tra due mondi: uno dominato dai sensi e uno dominato dalla morale. A differenza della conoscenza (dove l'Io Penso e le categorie ci obbligano a usare le regole dello schema) a livello pratico l'uomo è LIBERO di rispettare la legge morale universale: non avendo la certezza dell'esistenza delle idee (Anima, Mondo e Dio) l'uomo non si sente infatti tenuto a seguire un imperativo categorico. Per risolvere il problema Kant ricorre ai cosiddetti POSTULATI della ragion pratica:
• l'immortalità dell'anima;
• la libera causalità del mondo;
• l'esistenza di Dio.
I postulati, che non devono essere dimostrati, hanno un uso NORMATIVO, servono cioè solo a regolare i comportamenti umani.
L'ARTE - Il sentimento di piacere e di dispiacere non si basa su premesse universali e il giudizio che lo esprime è di natura RIFLETTENTE. A differenza del giudizio DETERMINANTE (cioè di conoscenza) che usa le categorie e contiene sia il particolare sia l'universale, il giudizio riflettente contiene solo il particolare (una scultura, un dipinto o un brano musicale) e l'universale si deve ricavare con la riflessione (da cui il nome). Il giudizio riflettente è di due tipi:
• il giudizio ESTETICO, che ha a che fare col gusto;
• il giudizio TELEOLOGICO, che ha a che fare con i fini delle cose.
Il giudizio estetico si esprime sul BELLO (ció che piace al singolo) o sul SUBLIME (ció che va ben oltre il gusto).
Il giudizio teleologico si esprime sulla natura, paragonata da Kant a un ORGANISMO in cui ogni parte ha un ruolo preciso e di cui l'uomo è l'elemento fondamentale. Kant dà molta importanza alla storia dell'uomo e applica il concetto di organismo alla società e allo Stato, dove tutti i cittadini svolgono il proprio compito. Kant è molto interessato al progetto federativo attuato dagli Stati Uniti d'America e auspica una comunità di uomini liberi ed uguali. È questa comunità che Kant considera la vera Chiesa. La religione kantiana è diversa perchè non ha bisogno di riti e non è divisa ma è realmente una. Essa si fonda sulla legge morale incarnata dal Cristo. La storia umana inizia da Adamo. È dalla cacciata di Adamo ed Eva dall'Eden che Kant fa iniziare il progresso razionale dell'umanità.
L'evoluzione umana sarà completata quando tutti gli uomini si riconosceranno in una sola Chiesa universale.
Filosofia 3 - Classe 4A