domenica 9 aprile 2017

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L'Europa nella seconda metà del XVI secolo

3 - L’INGHILTERRA DI ELISABETTA I

L’Inghilterra diventerà durante il regno elisabettiano (1558/1603) la maggiore antagonista della Spagna. A separare i due colossi politico-economici era soprattutto la rivalità in ambito navale e commerciale, ma uno dei principali motivi dell’antagonismo era senza dubbio la politica religiosa perseguita dai Tudor: sotto Enrico VIII si era infatti consumato lo Scisma della Chiesa Anglicana da quella Romana, al momento in cui il re inglese sposa nel 1533 Anna Bolena, dopo aver ripudiato la prima moglie Caterina d’Aragona, incorrendo nella scomunica pontificia; nel 1534 l’Atto di Supremazia designa il sovrano inglese come capo della stessa Chiesa e nel 1539 l’Act of Six Articles fissa i dogmi principali della nuova Chiesa. Nel 1549 il successore di Enrico VIII, Edoardo VI, introduce il Book of Common Prayer, che riconoscerà la validità dei soli sacramenti del battesimo e dell’eucarestia. Con l’ascesa al trono della cattolica Maria Tudor il protestantesimo inglese conosce una vera e propria battuta d’arresto, anche perché la regina sposa nel 1554, con nozze morganatiche, il re di Spagna Filippo II: l’appoggio della cattolica Spagna costituisce il punto di partenza per una restaurazione della religione cattolica in Inghilterra.
Forte dell’appoggio spagnolo, Maria ripristina la giurisdizione papale, guadagnandosi l’avversione dei numerosi protestanti ostili a Filippo II, e giustiziando oltre trecento dissidenti religiosi, capi del movimento anglicano,  meritando così l’appellativo di Bloody Mary, Maria la Sanguinaria. Il regno di Maria Tudor dura cinque anni, e alla sua morte, nel 1558, le succede la figlia nata dal matrimonio di Enrico VIII e Anna Bolena, Elisabetta.
Pretendente al trono era anche sua cugina, la futura regina di Scozia Maria Stuart, figlia di Giacomo V (che era nipote di Enrico VIII) e moglie di Francesco II di Valois, primogenito di Enrico II e di Caterina de’ Medici (il matrimonio dura due anni, fino alla morte di Francesco II nel 1560). Il matrimonio di Maria con un re cattolico la rendeva evidentemente inadatta al ruolo di regina d’Inghilterra e capo della Chiesa Anglicana.
L’ascesa al trono di Elisabetta, nata da un matrimonio non valido per la Chiesa di Roma, riportò necessariamente l’Inghilterra al protestantesimo. Elisabetta ripristinò infatti la religione anglicana di cui era a capo in base all’Atto di Supremazia (che fu modificato così da far comparire il titolo di “reggente supremo” in luogo di “capo”), e operò una tenace lotta religiosa contro la cattolica e filofrancese Scozia dove regnava sua cugina Maria Stuart. Inoltre emanò l’Atto di Uniformità, con cui ripristinava le riforme liturgiche edoardiane, e i cosiddetti 39 Articoli, che davano alla religione anglicana una impronta di tipo calvinista, pur conservando la tradizionale struttura episcopale.
In politica estera la neoregina appoggiò la rivolta calvinista del 1559 in Scozia, guidata da John Knox, e rifiutò inoltre le insistenti proposte matrimoniali di Filippo II, svincolandosi definitivamente dalla politica filospagnola instaurata dalla precedente regina Maria la Cattolica.
Come si è già detto la rivolta dei calvinisti scozzesi scoppia nel 1559 contro la reggente cattolica francese Maria di Guisa (la regina Maria era infatti in Francia col marito Francesco di Valois) sotto la guida di John Knox e supportata militarmente dall’Inghilterra elisabettiana. La regina di Scozia, vedova di Francesco II, tornava in patria ma era a capo di un paese ormai a maggioranza protestante, che non vedeva di buon occhio la regina cattolica e soprattutto la politica filofrancese dei Guisa, a cui Maria era legata. Dopo la morte di Francesco II Maria sposa prima Lord Darnley e poi Lord Bothwell, ma il suo tentativo di restaurare il cattolicesimo genera una seconda rivolta che costringe Maria a chiedere aiuto alla cugina Elisabetta Tudor. La regina d’Inghilterra ovviamente accetta, sapendo di poter controllare facilmente il movimento filocattolico inglese e scozzese che aveva designato la cattolica Maria come erede legittima al trono inglese, e fa segregare la cugina in un castello.
Il figlio di Maria, Giacomo, viene intanto preso in consegna dai calvinisti scozzesi, che lo educano al protestantesimo e creano una reggenza speciale per lui. Questa vicenda coinvolge inevitabilmente la Scozia e l’Inghilterra nelle guerre di religione, in cui la regina Elisabetta non fece mancare il supporto agli Ugonotti francesi, e soprattutto favorisce l’inasprirsi della tensione con la Spagna, che si manifesta nella guerra corsara a danno dei galeoni mercantili spagnoli in rotta nel Mediterraneo. La guerra, di cui fu protagonista tra gli altri Sir Francis Drake, giunge a una svolta con l’esecuzione capitale della regina scozzese, accusata di aver ordito dei complotti contro Elisabetta: la condanna rappresentava infatti una sfida aperta contro il cattolicesimo e costrinse Filippo II a un intervento diretto.
Era evidente che la guerra di religione costituiva un pretesto: le imprese marinare di Drake, l’affermarsi della potenza navale inglese e il sempre più fastidioso crescendo di imprese piratesche ai danni delle navi spagnole imponevano un efficace intervento che arrestasse il propagarsi della potenza dell’Inghilterra elisabettiana.
Filippo voleva invadere l’Inghilterra e aveva approntato la famosa Invincibile Armata, con 130 navi e 30 mila uomini, che si sarebbe dovuta fondere con l’esercito spagnolo di stanza nei Paesi Bassi, ma il tentativo (1588) andò miseramente fallito: le piccole e veloci navi inglesi ebbero la meglio sui pesanti galeoni spagnoli, che furono pesantemente decimati e sospinti verso il Mare del Nord.
La sconfitta accresceva il prestigio navale dell’Inghilterra e la rilanciava come potenza marinara. Ma non era solo questa la risorsa inglese più importante. Durante il regno elisabettiano crescono infatti due settori produttivi, quello manifatturiero e quello agricolo; inoltre si sviluppano le grandi compagnie mercantili, come la Compagnia delle Indie Orientali attiva fin dal 1600 nel far east, e realtà economiche come i merchants adventurers o mercanti avventurieri, attivi in Europa.
Elisabetta muore nel 1603.

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