venerdì 29 settembre 2017

Classe 5 - Storia 4 Nuovo

Storia 4 - Classe 5A

 C5 - U4
Il XXI secolo (2000-2020)

1 - GLI STATI UNITI D'AMERICA

Le elezioni presidenziali  del 2000 sono caratterizzate dalla vittoria dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'omonimo ex presidente. La presidenza Bush deve fare i conti con quello che viene considerato l'atto di terrorismo più drammatico dell'età contemporanea: gli attentati dell'11 settembre 2001. Si trattò di quattro differenti attacchi terroristici, collegati tra di loro dalla comune matrice ideologica (il fondamentalismo islamico), dall'organizzazione che li rivendicò (al-Qaida), dalle modalità (quattro voli di linea dirottati e usati come armi). I morti furono in totale 3000. Due dei quattro voli di linea dirottati si schiantarono sulle due Torri Gemelle del World Trade Center di New York, cuore finanziario della città e del Paese, il terzo aereo colpì il Pentagono, a Washington D.C., mentre il quarto, forse diretto sulla Casa Bianca o sul Campidoglio, si schiantò in Pennsylvania. Gli attentati furono rivendicati dall'organizzazione terroristica al-Qauda, guidata da Osama Bin Laden. Non ci furono spiegazioni precise dei terroristi sul movente, ma gli esperti concordarono la concomitanza di alcune cause scatenanti, come le operazioni militari americane in Afganistan ai tempi dell'occupazione sovietica del 1979, la Guerra del Golfo Persico e il consolidamento di Israele come base americana nel Mediterraneo. Altri esperti cercarono di chiarire un possibile progetto politico di Bin Laden, in base alle dichiarazioni del leader islamico dopo gli attacchi. In seguito agli attentati il governo degli Stati Uniti creò una speciale Commissione dedicata alle indagini e avviò una massiccia campagna anti-terrorismo, coinvolgendo diversi Stati.
Nel marzo 2003 scoppia la Guerra d'Iraq (impropriamente nota come SECONDA GUERRA DEL GOLFO). La guerra, risolta  in breve tempo, aveva come obiettivo la deposizione e la cattura del dittatore iracheno Saddam Hussein, ritenuto (erroneamente) in possesso di armi di distruzione di massa e coinvolto negli episodi di terrorismo rivendicati da al-Qauda. Nonostante il rapido raggiungimento degli obiettivi la guerra fu caratterizzata da una lunga resistenza contro gli invasori occidentali, che si concluse solo nel 2011, quando i territori occupati furono riconsegnati alle autorità irachene. Non si arrestò invece  la guerra civile tra le fazioni religiose. Saddam Hussein fu catturato e processato da un tribunale iracheno per crimini contro l'umanità. La condanna a morte per impiccagione fu eseguita nel 2006. La deposizione del leader non riuscì però a garantire all'Iraq la stabilità politica, a causa della penetrazione di cellule fondamentaliste nel territorio. L'impegno politico di Bush porta a una sua riconferma nel 2004. Nel 2008 assistiamo a una vittoria dei democratici con l'elezione di Barack Obama - riconfermato poi quattro anni dopo - primo presidente afroamericano degli USA. A Obama succcede nel 2016 il repubblicano Donald Trump.
L'amministrazione Trump attraversa un quadriennio piuttosto burrascoso a causa della politica schiettamente conservatrice del Presidente: tra le iniziative più contestate c'é la proposta di rafforzare i confini tra gli Stati Uniti e il Messico con la costruzione di un vero e proprio muro, la politica dei dazi nei confronti dell'Europa oltre al cosiddetto Ucrainagate, che coinvolge l'ex vicepresidente democratico Joe Biden e il presidente ucraino Zelensky. Proprio questo ultimo episodio provoca nell'opposizione la decisione di avviare il processo di impeachment; tuttavia Trump riacquista il consenso dell'opinione pubblica pochi mesi prima della sentenza definitiva, dopo aver colpito due obiettivi fondamentali dell'integralismo islamico, il leader dell'ISIS Al-Baghdadi e il generale iraniano Al-Suleymani. Il successo nella lotta al fondamentalismo islamico riporta Trump in corsa per il secondo mandato: lo sfidante democratico nelle elezioni di novembre 2020 sarà proprio Joe Biden, uscito vittorioso dalle primarie in molti stati della federazione.

2 - I PAESI ARABI

Oltre al Golfo Persico, l'azione militare degli USA era rivolta anche all'Afganistan, dove, dalla fine dell'occupazione sovietica, si era costituito un regime fondamentalista islamico guidato dai talebani, qualificati come studenti di teologia coranica, che avevano dato vita a una repubblica teocratica sul modello di quella iraniana. Il regime era sospettato di nascondere l'emiro Osama Bin Laden, capo di al-Qauda, che fu scovato da un reparto speciale nel 2011 in Pakistan e ucciso. Ma gli avvenimenti più significativi del 2011 sono legati a un processo rivoluzionario definito PRIMAVERA ARABA, che coinvolse alcuni paesi del Nord Africa. Il primo paese a insorgere fu la Tunisia, dove ill dittatore Ben Ali fu costretto alle dimissioni, seguito poi dall'Egitto, dove la rivoluzione segnò la fine del regime di Mubarak (abbandonato dagli stessi generali che lo avevano sostenuto ai tempi del suo colpo di stato). In Libia i gruppi islamici a lungo repressi dal regime del colonnello Gheddafi presero il potere in Cirenaica causando l'inizio di una vera e propria guerra civile con la Tripolitania, ancora controllata dal dittatore. Gli interventi della Francia e dell'Inghilterra - e di altre forze della NATO tra cui l'Italia - aiutarono la risoluzione del conflitto. Gheddafi fu ucciso dai ribelli mentre cercava di fuggire dal paese. La conseguenza che accomuna queste rivoluzioni è la proliferazione di cellule del fondamentalismo islamico nei paesi mediterranei, con il rischio di penetrazione nei paesi europei. Uno dei casi più recenti è la serie di attacchi terroristici che hanno colpito Parigi nel gennaio del 2015.
Nel giugno del 2014 un gruppo fondamentalista islamico guidato da Abu Bakr ha proclamato la nascita di un califfato nelle zone controllate dal gruppo stesso, sotto il nome ISIS (acronimo di Stato Islamico di Iraq e Siria). Le radici di questo gruppo vanno ricercate nella resistenza irachena seguita alla vittoria americana durante la Seconda Guerra del Golfo del 2003: nel 2004 infatti al-Zarqawi fondò lo Stato Islamico dell'Iraq, allo scopo di combattere gli occupanti americani e il governo sciita e filo-americano di Bagdad. Il movimento (inizialmente alleato di al-Qaida in Iraq ma poi distaccatosi e diventato un diretto concorrente) nel 2013 ha partecipato alla guerra in Siria, conquistando i territori poi aggiunti a quelli in Iraq e proclamando la nascita dello Stato Islamico. Dall'anno successivo l'ISIS ha espanso ulteriormente il proprio raggio d'azione, compiendo una rapida ascesa nei territori occupati e sfidando l'Occidente e gli altri paesi arabi: ciò ha costretto gli USA a un nuovo intervento armato. A seguito dei successi dell'ISIS molti gruppi esterni hanno aderito allo Stato Islamico qualificandosi come Province, e collaborando attivamente alla jihad. Per contro molti Stati hanno disconosciuto lo Stato Islamico, considerandolo un'organizzazione terroristica.
Tra il 2015 e il 2019 il terrorismo islamico ha colpito diversi centri europei. Il 24 ottobre 2019 il presidente americano Donald Trump annuncia l'uccisione del leader Al-Baghdadi, mentre nel gennaio successivo viene assassinato il generale iraniano Al-Suleymani. L'operazione fa salire la tensione tra Iran e Stati Uniti in un'escalation di minacce reciproche. Le misure anti-terrorismo del presidente Trump sono appoggiate dal governo israeliano, ma ricevono un modesto consenso dai paesi dell'Europa mediterranea, preoccupati per l'instabilità della Libia (divisa dalle fazioni moderata e conservatrice in Tripolitania e Cirenaica) e per la situazione al confine tra Turchia e Siria. L'enorme afflusso di profughi a seguito dell'invasione turca suscita infatti timore per l'eventuale diffusione di cellule fondamentaliste nei paesi europei.

3 - I PAESI EUROPEI

I primi anni del nuovo secolo vedono l'allargamento dell'Unione Europea. I 15 stati membri accettano in modo unilaterale gli accordi di Schengen per l'abolizione delle frontiere doganali e firmano il Trattato di Nizza per la creazione di una Convenzione Europea. Il 1 gennaio 2002 entra in vigore la moneta unica, l'Euro, (adottata de facto anche a San Marino, Vaticano, Monaco e negli Stati in attesa di riconoscimento come Montenegro e Kosova). Nel primo decennio del XXI secolo gli accordi di Schengen vengono estesi a diversi stati europei, molti dei quali adottano l'Euro come valuta ufficiale. Una delle principali protagoniste dell'integrazione europea fu sicuramente la Francia, avviata a una notevole stabilità economica grazie alla cooperazione con la Germania. Nonostante la Francia si fosse fatta promotrice di una politica europea forte nel 2005 boccia la Costituzione Europea col 55% dei voti. Anche la Germania assunse dopo la riunificazione un ruolo attivo nell'Unione Europea, partecipando alle diverse operazioni militari nei Balcani e assumendo un sempre più consistente potere di controllo sulla finanza europea.  Nel 2005 viene nominata Cancelliere Angela Merkel, del CDU (Unione Cristiano Democratica), che forma una Grande Coalizione insieme a CSU (Unione Cristiano Sociale) e SPD (Partito Social Democratico). Nel 2007, in Gran Bretagna, dopo la fine dell'era Blair, europeista e attivo nella lotta contro il terrorismo, sale al potere ancora un laburista, Gordon Brown, che si dimette dopo 3 anni in seguito alla sconfitta elettorale dei laburisti alle elezioni del 2010. Nuovo premier è il conservatore David Cameron. Oltre a essere uno dei più giovani primi ministri nominati dalla Corona - 43 anni - Cameron è il primo premier britannico a formare un governo di larghe intese dai tempi del secondo dopoguerra, allargando la coalizione di governo ai liberal-democratici e affidando la poltrona di vice primo ministro a Clegg. Nel 2016 diventa Primo Ministro il leader conservatore Theresa May. In seguito al referendum del 23 giugno 2016 sulla permanenza del Regno Unito nell'UE, il Parlamento ha avviato il 29 marzo 2017 il procedimento per l'uscita del Paese dall'Unione Europea (BREXIT) secondo quanto previsto dall'art. 50 della Legge sull'Unione Europea. La politica britannica é tuttavia divisa in due fazioni, i favorevoli all'uscita del paese dall'UE e gli oppositori, questa situazione é all'origine del rallentamento della fase di distacco. Il processo giunge a compimento alla fine del 2019 quando il nuovo primo ministro britannico, il conservatore Boris Johnson, per rafforzare la maggioranza indice nuove elezioni politiche: il 12 dicembre 2019 lo schieramento di Johnson ottiene un largo consenso e la nuova maggioranza stabilisce la data del 31 gennaio 2020 per l'uscita del Regno Unito dall'UE.
Nel marzo 2020, a causa della pandemia di COVID 19, la maggior parte degli stati dell'Unione Europea decide la sospensione temporanea degli Accordi di Schengen, chiudendo i propri confini per evitare la circolazione di cittadini provenienti dai paesi più colpiti dal virus. Per lo stesso motivo viene decisa la sospensione temporanea del Patto di Stabilità per consentire ai paesi membri dell'UE una maggiore disponibilità finanziaria per fronteggiare l'emergenza economica causata dalla pandemia. L'Italia e gli stati più colpiti dalla diffusione del virus chiedono l'emissione dei cosiddetti Eurobond a cui attingere per sostenere le spese straordinarie dettate dall'emergenza sanitaria, ma la Commissione Europea, dopo il parere sfavorevole della Germania, dei Paesi Bassi e degli Stati Scandinavi, rifiuta l'adozione di tale misura economica, rimandando la decisione di quindici giorni, ipotizzando il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilitá, le cui condizioni non trovano però il pieno consenso degli stati richiedenti.

4 - ITALIA

Nel 1999 in Italia è eletto presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che si fa portavoce dell'esigenza di recuperare l'unità nazionale, dopo il terremoto politico e istituzionale degli anni Novanta. Il nuovo millennio si apre però ancora all'insegna dell'instabilità. Durante il vertice del G8, tenutosi a Genova nel luglio del 2001, le manifestazioni di dissenso dei cortei No Global sono destabilizzate dalle infiltrazioni di gruppi estranei allo spirito della contestazione (gli appartenenti al cosiddetto Blocco Nero o black bloc) e la manifestazione, dagli intenti pacifici, degenera in una drammatica guerriglia urbana culminata con l'omicidio del giovane attivista genovese Carlo Giuliani, ferito a morte da un colpo sparato da un carabiniere in Piazza Alimonda. La reazione dei dimostranti alla morte di Giuliani è all'origine di un secondo drammatico episodio: l'irruzione (ingiustificata) delle forze dell'ordine nei locali della scuola Diaz, messa a disposizione dal comune di Genova come dormitorio e sede del Media Center dell'organizzazione. Sospettando la presenza di esponenti del Blocco Nero e di strumenti contundenti, le forze dell'ordine irruppero nei locali della scuola in modo violento, picchiando in modo indiscriminato 93 persone presenti nella scuola Diaz al momento del blitz, alcuni dei quali estranei al movimento No Global (medici, volontari, giornalisti). I 125 responsabili furono processati e condannati ma di fatto nessuno subì conseguenze per i reati commessi, non esistendo in Italia un reato di tortura. Ad aprile 2015 la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato Italiano al risarcimento delle vittime del pestaggio per le lesioni subite, rimarcando la violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e la sussistenza del reato di tortura. Gli episodi del 2001 non colpiscono significativamente  la coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi, che aveva vinto le elezioni politiche nel 2000: il centro-destra governa tre legislature (la XIV fino al 2005 e la XV fino al 2006, poi la XVI dal 2008 al 2011): tuttavia, le indagini della Magistratura milanese  travolgono la leadership di Berlusconi (che nel 2008 tenta una modifica strutturale del proprio movimento politico) che viene condannato e costretto a lasciare la poltrona di parlamentare nel 2013.  Alla scadenza del mandato presidenziale di Ciampi, viene eletto al Quirinale Giorgio Napolitano, che è il primo presidente della Repubblica Italiana a essere rieletto dopo il settennato per garantire continuità al processo di riforme istituzionali. Durante il mandato nomina Presidente del Consiglio l'economista Mario Monti, a capo di un gabinetto tecnico che avvia una radicale manovra finanziaria allo scopo di arginare gli effetti della crisi economica e rilanciare la produttività. Dopo le dimissioni di Monti si ha un governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta, mentre nel marzo del 2014 il governo torna nelle mani del centro-sinistra con la coalizione guidata da Matteo Renzi che forma ancora un gabinetto misto. Dopo le annunciate dimissioni di Napolitano, con l'avvio del disegno di riforme del governo Renzi, nel gennaio del 2015 sale al Quirinale Sergio Mattarella.
Il 12 dicembre 2016 Paolo Gentiloni succede a Renzi alla guida del Governo. Alla fine del 2017, dopo lo scioglimento delle Camere, vengono annunciate le Elezioni Politiche per il 4 marzo 2018. Le elezioni vedono l'affermazione del Centro-Destra al Nord, con un largo consenso per la Lega Nord e del Movimento Cinquestelle al Sud. La maggioranza giallo-verde vota il nuovo esecutivo presieduto da Giuseppe Conte. Nel corso dell'estate 2019 si intensificano gli sbarchi dei migranti, aiutati dalle organizzazioni non governative: il Ministro degli Interni Matteo Salvini (Lega Nord) tenta la chiusura dei porti italiani alle navi ONG. La proposta di Salvini fa vacillare gli equilibri dell'esecutivo, sfociando nella crisi di governo, aperta pochi giorni prima di Ferragosto. Lo scenario politico si complica ulteriormente con l'abbandono del PD da parte di Matteo Renzi che fonda un nuovo movimento politico. Il successivo rimpasto della maggioranza di governo dopo l'uscita della Lega Nord dall'esecutivo vede l'ingresso del Partito Democratico e del nuovo partito di Renzi, Italia Viva. Il nuovo governo, ancora una volta presieduto da Giuseppe Conte, deve mediare però alcune divergenze interne tra cui la discussione sul Meccanismo Europeo di Stabilità e la proposta di modifica del numero dei parlamentari. La diffusione dell'epidemia di COVID-19 costringe il governo Conte a una serie di scelte politiche per arginare l'emergenza sanitaria (ultimo aggiornamento al 1 Aprile 2020).

Piergiovanni Morittu

domenica 24 settembre 2017

Classe 3 - Filosofia 4

Filosofia 4 - Classi 3A-3D

 Aristotele

ARISTOTELE

1 - LA METAFISICA

L'OPERA - La Metafisica (ossia "oltre la natura") è chiamata da Aristotele FILOSOFIA PRIMA, in quanto indagine sull'Essere e sull'Esistenza di tutte le cose. Aristotele suddivide l'indagine in 14 libri che hanno tutti lo stesso nome e che sono distinti solo dal numero (per esempio: Libro I, Libro II…). Tuttavia possiamo individuare 3 argomenti principali:
1) la causa
2) la sostanza
3) il Principio
In quanto studio dell'Essere la Metafisica aristotelica è un'ONTOLOGIA: con questo termine si indicano le filosofie che indagano le condizioni dell'esistenza in generale.

METAFISICA DELLE CAUSE - Questa parte si chiama anche EZIOLOGIA ossia studio delle cause (dal greco "aithìa" che significa causa). Tutto nella Natura si muove. L'Essere subisce continuamente delle trasformazioni che alterano il suo stato. Ogni cosa è soggetta al divenire.
Aristotele individua 4 cause del divenire dell'Essere:
1) la causa MOTRICE o EFFICIENTE, che è l'origine di qualsiasi movimento
2) la causa MATERIALE, che corrisponde all'elemento che subisce una trasformazione, un mutamento del proprio stato (peso, densità, massa, resistenza)
3) la causa FORMALE, che indica il tipo di movimento (forza, direzione, intensità)
4) la causa FINALE, che è relativa allo scopo, all'obiettivo della trasformazione di un oggetto
Le cause motrice e formale sono chiamate DINAMICHE, poichè sono quelle "che fanno muovere", mentre le cause materiale e finale sono dette anche STATICHE.

METAFISICA DELLA SOSTANZA - Questa parte della Metafisica è chiamata anche OUSIOLOGIA (dal greco "ousìa" che significa sostanza).  Aristotele studia l'Essere nel suo aspetto singolo e determinato: ogni elemento della Natura è infatti un INDIVIDUO (dal latino: "che non puó essere diviso" cioè "intero, inseparabile"), e come tale gli viene attribuoto un NOME (che puó essere comune di cosa - per esempio: la sedia - o proprio di persona - per esempio:  Socrate - in entrambi i casi individuanti).
Ogni INDIVIDUAZIONE dell'Essere corrisponde ad una SOSTANZA: con questo termine si indica un elemento "che è" e che è diverso dagli altri (per esempio: il cane NON È il gatto; Socrate NON È Platone).
Ogni sostanza è un SINOLO (unione) di MATERIA e FORMA: la materia è la parte che subisce la trasformazione mentre la forma è la parte che rimane invariata: per esempio, Socrate invecchia ma resta sempre l'uomo Socrate.
Ogni trasformazione della sostanza implica il passaggio dalla POTENZA all'ATTO.
La potenza è la possibilità della trasformazione e comprende tutti i requisiti necessari perché una trasformazione avvenga (per esempio: l'uovo che contiene l'embrione del pulcino).
L'atto è invece la trasformazione completata e comprende tutte le caratteristiche della QUALITÀ che determina l'Essere (per esempio: la gallina) e lo rende diverso dagli altri e da ciò che era prima (per esempio: la gallina NON È PIÙ il pulcino).
Proprio per questa sua completezza l'atto è primo rispetto alla potenza (PRIMALITÀ DELL'ATTO): infatti non è detto che la potenza divenga atto (per esempio: se io rompo l'uovo non nasce il pulcino)
Occorre precisare che qui abbiamo definito la sostanza in quanto oggetto della conoscenza sensibile. Tuttavia il rigore scientifico della ricerca delle cause dell'Essere obbliga Aristotele ad andare oltre il limite dei sensi, non potendo trovare nella Natura il vero inizio dell'esistenza.

LA SOSTANZA SOVRASENSIBILE - Nei suoi scritti Aristotele non parla propriamente di Dio (si tratta di una forzatura del Cristianesimo medioevale) ma indaga l'esistenza di un PRINCIPIO dell'Essere. Questa indagine riguarda sempre la sostanza, sinolo di materia e forma, ma nella sua accezione UNIVERSALE. Il Principio è ricercato da Aristotele in 3 parti:
a) COSMOLOGIA - Tutto il movimento dell'universo è ordinato da un Principio che ne è l'iniziatore e perció la CAUSA PRIMA. In quanto tale il Principio è allo stesso tempo FORMA PURA, poiché comprende tutte le forme del divenire.
b) TEOLOGIA -   Essendo la prima causa del divenire il Principio è non solo POTENZA PURA (poichè comprende TUTTE le possibilità di trasformazione della materia) ma è sopratutto ATTO PURO  (poichè comprende TUTTE le qualità dell'Essere, tute le sue trasformazioni). In quanto Atto Puro il Principio dell'Essere fa muovere tutto ma non è soggetto al movimento (MOTORE IMMOBILE).
c) TELEOLOGIA (dal greco "tèleos" che significa fine o scopo) - Il Principio di cui parla Aristotele non crea ma plasma la materia pre-esistente. Plasmare significa "dare la forma" cioè modellare. Per tale motivo il Principio è più vicino al Demiurgo platonico che al Dio delle religioni tradizionali come l'Ebraismo. Tutto ció che viene plasmato ha un fine ultimo che agli uomini sfugge e che solo il Principio, in quanto Atto Puro. puó conoscere.
Aristotele definisce il Principio PERFETTO. in quanto FINITO, ossia chiuso. Esso comprende TUTTO. La sua posizione non è mai esterna e lontana, ma vicina all'Essere. Come tale il Principio di Aristotele è al tempo stesso l'Autore della Natura e la Natura stessa che è stata plasmata: dunque il Principio è sia TRASCENDENTE (cioè non materiale) sia IMMANENTE (conoscibile coi sensi), avvicinando la Metafisica aristotelica al PANTEISMO (Dio e la Natura sono la stessa cosa).
Aristotele tuttavia non riuscì mai a giustificare scientificamente l'esistenza de  Principio dell'Essere, lasciando l'indagine APORETICA(senza conclusioni).

2 - LA LOGICA

L'OPERA - La Logica è considerata, insieme alla Metafisica, una delle opere fondanentali del sistema aristotelico, tanto da essere chiamata FILOSOFIA SECONDA: essa svolge infatti un'importante funzione di collegamento tra tutte le scienze. La Logica studia le relazioni tra pensiero, linguaggio e ragionamento: il suo nome deriva dal greco LOGOS, che significa parola, discorso, studio. Aristotele la chiamava ANALITICA (cioè divisione, ripartizione) o anche ORGANON, cioè sistema.
È composta da 6 libri:
• Le Categorie (dove si parla dei TERMINI della proposizione: soggetto e predicato)
• Sull'Interpretazione (dove si parla dei tipi di PROPOSIZIONE CATEGORICA: universale, particolare, affermativa e negativa)
• Analitici Primi (dove si parla in generale del SILLOGISMO, il discorso logico, formato da tre proposizioni)
• Analitici Secondi (dove si parla del sillogismo APODITTICO, cioè scientifico)
• Topici (dove si parla del sillogismo IPOTETICO, cioè deduttivo)
• Elenchi Sofistici (dove si parla del sillogismo ERISTICO, cioè retorico, tipico della Sofistica)
La Logica affronta in sintesi 3 argomenti:
1) il termine, ossia il nome che diamo agli individui e che puó essere soggetto o predicato:
2) il giudizio o proposizione, ossia la relazione tra soggetto e predicato;
3) il ragionamento o discorso logico, chiamato da Aristotele sillogismo e formato da 3 proposizioni.

1) I TERMINI - Sono i nomi, propri o comuni, assegnati alle sostanze individuali. Nella proposizione assumono il ruolo di SOGGETTO o di PREDICATO. Aristotele classifica i termini secondo il loro grado di specificità, cioè in base al numero di elementi a cui sono riferiti:
• le SOSTANZE PRIME hanno un uso DENOTATIVO, ossia identificano un individuo (per esempio una persona: Mario Rossi; un animale: il gatto Fufi o il cane Bobi) e in un giudizio possono avere solo il ruolo di soggetto, mai di predicato;
• le SOSTANZE SECONDE hanno invece un uso CONNOTATIVO, servono cioè a estendere le caratteristiche di più termini che appartengono a una stessa CLASSE, in base al GENERE (per esempio: Fufi è un gatto) e alla SPECIE (per esempio: Fufi è un gatto persiano) e possono essere usate solo come predicati (poiché predicano, cioè attribuiscono) all'interno di una proposizione;
• le CATEGORIE sono i predicati più universali e Aristotele le usa per indicare gli elementi piú generali (tempo, luogo, quantità…). Aristotele individua 10 categorie: la prima è la più importante, la SOSTANZA, a cui seguono 9 ACCIDENTI, che servono a definirla (per esempio una data, un numero o una qualità)

2) LA PROPOSIZIONE - Dal punto di vista logico Aristotele prende in considerazione la sola proposizione CATEGORICA, cioè il GIUDIZIO, formato da un SOGGETTO e da un PREDICATO uniti dalla COPULA (è, non è, sono, non sono). La proposizione categorica puó essere:

• AFFERMATIVA (se afferma qualcosa, per esempio: l'alunno è assente)
• NEGATIVA (se nega qualcosa, per esempio: l'alunno non è preparato)
• UNIVERSALE (se i soggetti sono tutti o nessuno, per esempio: tutti gli alunni sono assenti o nessun alunno è assente)
• PARTICOLARE (se i soggetti sono pochi, alcuni oppure uno solo, per esempoo: alcuni alunni sono assenti o un solo alunno è impreparato)

Le proposizioni categoriche sono dunque di 4 tipi:

A: universale affermativa
E: universale negativa
I: particolare affermativa
O: particolare negativa

I logici medievali hanno costruito uno schema a forma di quadrato, chiamato appunto QUADRATO DELLE OPPOSIZIONI o anche QUADRATO LOGICO. Si compone di 4 caselle, 2 in alto (contrassegnate dalle lettere A ed E) e 2 in basso (contrassegnate dalle lettere I e O) corrispondenti ai 4 tipi di proposizione categorica.

A E
I  O

Lo schema serve a individuare le relazioni tra le proposizioni per valutarne la COERENZA LOGICA, elemento fondamentale in un ragionamento (per esempio, se diciamo che tutti gli alunni sono presenti non potremo dire che qualche alunno è assente). Le relazioni tra proposizioni sono:

• di CONTRARIETÀ (tra A ed E): due universali, una affermativa (tutti gli alunni sono presenti) e una negativa  (nessun alunno è presente) non possono coesistere perchè si escludono a vicenda.

• di SUBCONTRARIETÀ (tra I e O): due particolari, una affermativa (qualche alunno è assente) e una negativa  (qualche alunno non è assente) possono coesistere in uno stesso discorso perchè non si escludono a vicenda.

• di CONTRADDITORIETÀ (tra A e O e tra E e I): le universali sono sempre  in contraddizione con la particolare opposta, per esempio: se diciamo che nessun alunno è presente non possiamo dire che qualche alunno è presente; se diciamo che tutti gli alunni sono presenti non possiano dire che alcuni alunni non sono presenti.

• di SUBALTERNITÀ (tra A e I e tra E e O): ogni particolare dipende dall'universale dello stesso tipo, ma mai viceversa, per esempio, la frase qualche alunno è assente dipende da tutti gli alunni sono assenti, ma mai il contrario.

3) IL RAGIONAMENTO - Aristotele lo chiama SILLOGISMO cioè "unione di concetti". Un sillogismo è composto da 3 elementi:

• la PREMESSA MAGGIORE (tutti gli uomini sono animali) che contiene il TERMINE MAGGIORE (uomini) e il TERMINE MEDIO (animali)

• la PREMESSA MINORE (tutti gli animali sono mortali) che contiene il TERMINE MEDIO (animali) e il TERMINE MINORE (mortali)

• la CONCLUSIONE (tutti gli uomini sono mortali) dove scompare il termine medio (animali) e restano i due termini,  maggiore (uomini) e minore (mortali)

Un sillogismo si classifica secondo il tipp, il modo e la figura.

Il TIPO di sillogismo si individua in base ai criteri di universalità, validità e verificabilità delle sue premesse. Ci sono 3 tipi di sillogismo:

• sillogismo APODITTICO o SCIENTIFICO: le sue premesse sono universali, certe e verificabili e la sua conclusione è autonoma e indipendente rispetto alle premesse (tutti gli uomini sono mortali).

• sillogismo IPOTETICO o DEDUTTIVO: le sue premesse sono possibili ma non sono verificabili e la loro conclusione puó essere solo un'ipotesi espressa con "se… allora…" (se tutti gli alunni sono preparati allora saranno promossi).

• sillogismo ERISTICO o RETORICO: le sue premesse non sono vere poichè poggiano su un PARALOGISMA (ragionamento falso) e la conclusione è sempre dubbia; tuttavia nel sillogismo SOFISTICO è importante che il discorso sia sopratutto bello, cioè che abbia un bel suono, anche se la sua conclusione fosse falsa.

La FIGURA di un sillogismo si individua in base alla posizione del termine medio nelle due premesse. Ci sono 4 figure possibili di sillogismo:

• I FIGURA: il medio è soggetto nella premessa maggiore e predicato in quella minore

• II FIGURA: il medio è soggetto in entrambe le premesse

• III FIGURA:  il medio è predicato im entrambe le premesse

• IV FIGURA: il medio è predicato nella premessa maggiore e soggetto in quella minore

Il MODO di un sillogismo  si individua in base al tipo di proposizione (universale o particolare, affermativa o negativa) delle due premesse e della conclusione. Ci sono 256 possibili combinazioni, 64 per ognuna delle 4 caselle del quadrato delle opposizioni, anche se le più importanti sono i 4 MODI AUTO-EVIDENTI:

• MODUS BARBARA (AAA)

• MODUS CELARENT (EAE)

•.MODUS DARII (AII)

• MODUS FERIO (EIO)

in cui ogni vocale identifica il tipo di proposizione delle due premesse e della conclusione.

3 - LE ALTRE SCIENZE

LA PARTIZIONE DELLE SCIENZE - Aristotele distribuisce le scienze in tre grandi gruppi: le scienze teoretiche, le scienze pratiche e le scienze poietiche. Le scienze teoretiche hanno carattere contemplativo e comprendono, oltre alla logica e alla metafisica, anche la fisica, la psicologia e l'antropologia. Le scienze pratiche riguardano invece le azioni dell'uomo, i doveri e la morale, e comprendono l'etica e la politica. Le scienze poietiche riguardano invece il "fare" cioè le attività produttive e per questo comprendono la poetica e la retorica.

LA FISICA - La Fisica é la scienza che studia tutti i movimenti: si intende per movimento il passaggio dalla potenza all'atto. Aristotele spiega la necessità di questo passaggio con la STERESI, ossia la mancanza che contraddistingue tutti gli elementi naturali che hanno bisogno quindi di completarsi. Esistono diversi tipi di movimento: la GENERAZIONE e la CORRUZIONE (che riguardano la sostanza individuale); l'ALTERAZIONE (che riguarda la qualità); l'AUMENTO e la DIMINUZIONE (che riguardano la quantità); e infine la TRASLAZIONE (che riguarda il luogo). Tutti i movimenti avvengono nello SPAZIO, che contiene tutta la realtà, e vengono ordinati secondo il TEMPO.
Aristotele divide la natura in due mondi, separati dalla luna; li descrive come due grandi sfere poste rispettivamente sotto la luna (mondo SUBLUNARE) e sopra la luna (mondo SOPRALUNARE). Il mondo sublunare é caratterizzato dal movimento RETTILINEO, che é imperfetto, dalla generazione e dalla corruzione delle sostanze e dalla presenza dei quattro elementi naturali (acqua, terra, aria e fuoco). Il mondo sopralunare è invece caratterizzato dal movimento CIRCOLARE, che è perfetto e che rallenta progressivamente verso l'alto fino ad arrivare al Principio dell'Essere che è immobile. Qui non abbiamo più i quattro elementi ma la QUINTESSENZA, sintesi dei quattro elementi naturali. Il Principio dell'Essere non é soggetto al tempo ma allo stesso tempo non é il creatore del tempo: per Aristotele infatti il tempo, come lo spazio, deve venire prima di tutte le cose.

LA PSICOLOGIA - La Psicologia é la scienza che studia l'anima. Aristotele distingue l'anima in tre facoltà: anima VEGETATIVA, anima SENSITIVA e anima INTELLETTIVA o RAZIONALE. L'anima vegetativa ë alla base della gerarchia delle anime. Essa é presente in tutti gli organismi viventi e sovrintende alle funzioni vitali fondamentali (sviluppo, riproduzione, nascita). L'anima sensitiva é presente negli animali e nell'uomo e sovrintende alle funzioni sensoriali, necessarie per relazionarsi con l'ambiente. L'anima intellettiva é invece specifica dell'uomo e sovrintende il pensiero, cioè la facoltà più elevata dell'essere umano. L'uomo é dotato di due intelletti: uno PASSIVO, che rappresenta la possibilità di pensare, e uno ATTIVO, che comprende tutti i pensieri che sono stati prodotti. L'intelletto passivo muore insieme al corpo, mentre l'intelletto attivo, cioè il pensiero dell'uomo, sopravvive dopo la morte.

L'ETICA - L'Etica si occupa di tutte le azioni umane. Aristotele opera una distinzione tra il concetto di BENE e il concetto di VIRTÙ: il bene ha infatti un significato relativo e utilitaristico, mentre la virtù comprende i comportamenti umani. Aristotele suddivide le virtù in due grandi gruppi: le virtù ETICHE e le virtù DIANOETICHE. Le virtù etiche (come il coraggio, la temperanza, l'amicizia e la giustizia) riguardano strettamente le azioni umane che devono essere equilibrate. Le virtù dianoetiche (la conoscenza, la sapienza, la saggezza e l'arte) sono le virtù più elevate che devono guidare i comportamenti dell'uomo verso la perfezione.

LA POLITICA - Le virtù devono accompagnare tutte le azioni del cittadino e per questo sono fondamentali anche nella Politica. Aristotele considera l'uomo un animale politico perché vive in comunità e tutte le azioni dei cittadini devono essere rivolte al bene della comunità. Aristotele individua tre forme di governo della comunità: il governo di uno solo (MONARCHIA), il governo dei migliori membri della comunità (ARISTOCRAZIA), e il governo del popolo (POLITIA o DEMOCRAZIA). A queste tre forme di governo Aristotele oppone tre forme degenerate, chiamate rispettivamente TIRANNIDE, OLIGARCHIA e DEMAGOGIA. Egli considera la migliore guida per la comunità il ceto medio.

L'ESTETICA - Aristotele attribuisce molta importanza alle scienze poietiche e all'arte in particolare, e in questo si contraddistingue da Platone. Il concetto fondamentale nelle scienze poietiche é quello di VEROSIMILE, ossia il rispetto di ciò che esiste in natura: per Aristotele infatti l'arte può sconfinare anche nell'irrazionale pur mantenendo uno stretto legame con la natura. L'Estetica si suddivide in due grandi scienze: la POETICA, che comprende tutte le produzioni artistiche, e la RETORICA, che si occupa più in particolare del linguaggio. Le forme di espressione artistica come la tragedia e la commedia hanno per Aristotele una valenza CATARTICA, cioè di purificazione.

Filosofia 4 - Classi 3A-3D

sabato 23 settembre 2017

Classe 3 - Storia 4

Storia 4 - Classi 3A-3D

 C3 - U4
L'Europa nella seconda metà del XVI secolo


1 - LA SPAGNA DI FILIPPO II

INTRODUZIONE

Filippo II d’Asburgo regna in Spagna dal 1556 al 1598. Sotto Filippo II la Spagna raggiunge il benessere economico e una effettiva egemonia sugli altri stati europei a causa
degli immensi domini nei Paesi Bassi e in Italia, che rendevano una continua fonte di reddito, aumentata dai possedimenti americani che producevano oro e metalli preziosi;
dell’unità religiosa del paese fondata sulla fede cattolica di cui gli Asburgo si fecero protettori; il Tribunale dell’Inquisizione vigilava affinchè l’ortodossia cattolica venisse osservata, anche con metodi repressivi e sanguinari;
del fortissimo esercito costruito sulla nobiltà cavalleresca castigliana e sulla disciplinatissima fanteria dei cosiddetti tercios.
Filippo II eredita la corona dal padre Carlo V nel 1556. La corona spagnola comprendeva la Spagna, i Paesi Bassi, la Franca Contea e i domini italiani (meridione, Milanese, isole maggiori, parte della Toscana) in Europa, più i territori coloniali americani e più tardi le Filippine in Asia.
Il primo triennio del regno lo passa nei Paesi Bassi di cui era governatore; nel 1559 si stabilisce definitivamente in Spagna e porta la capitale da Valladolid a Madrid, scelta perché si trova al centro della Penisola Iberica; nel 1563 iniziano i lavori per la costruzione dell’Escorial, il gigantesco palazzo sede della monarchia spagnola, a quaranta chilometri dalla capitale.

POLITICA INTERNA

La centralizzazione dello stato è la caratteristica principale del regno filippino; il re gestisce personalmente gli affari dello stato, nomina i vicerè e i governatori dei vari domini, istituisce i Consigli che si affiancano a quelli già esistenti, e istituisce un efficace apparato burocratico per controllare personalmente l’operato delle amministrazioni locali, assumendo i letrados, laureati in materie umanistiche. Per garantire la continuità territoriale e l’unità religiosa della nazione, difende la “limpieza de sangre” (purezza di sangue) degli Spagnoli cristiani autentici, perseguitando marranos (ebrei neoconvertiti) e  moriscos (musulmani). Tra il 1568 e il 1570 Filippo II con l’aiuto del fratellastro don Giovanni d’Austria riesce a sedare una pericolosa rivolta dei moriscos a Granada, rivolta che rischiava di estendersi col rischio di suscitare una ripresa dell’offensiva turca: dispersi i moriscos delle altre province, l’esercito spagnolo chiude le ostilità e tra il 1609 e il 1614 tutti i Mori sono espulsi dalla Spagna.

POLITICA ESTERA

Due erano i problemi che Filippo si trovò ad affrontare durante il suo regno, la pirateria nelle coste del Mediterraneo e l’avanzata dei Turchi. Nel 1560 i Turchi difendono strenuamente le coste nordafricane a Djerba, ma sono respinti a Malta nel 1565 dai Cavalieri di San Giovanni. Nel 1570, guidati dal sultano Selim II, conquistano il possedimento veneziano di Cipro e iniziano a minacciare seriamente il Mediterraneo. Papa Pio V promuove allora la Lega Santa, a cui aderiscono Venezia, la Spagna e gli Stati italiani. Il 7 ottobre del 1571 le 208 navi della flotta della Lega Santa, al comando di don Giovanni d’Austria, sconfiggono le armate turche (230 navi) nelle acque di Lepanto. Venezia conclude nel 1573 una pace separata coi Turchi, a cui cede Cipro in cambio dei diritti commerciali sui porti ottomani; la Spagna, dopo aver tentato la riconquista di Tunisi, conclude una pace con i Turchi nel 1580.
Conclusa l’offensiva antiturca si fa però strada un altro pericolo, incentrato nei paesi dell’area atlantica, come i Paesi Bassi, il Portogallo e l’Inghilterra. Questi paesi minacciavano i traffici commerciali spagnoli con la guerra da corsa nel caso dell’Inghilterra, che disturbava le navi mercantili spagnole nel bacino del Mediterraneo; oppure si trattava di paesi, come la stessa Inghilterra o i Paesi Bassi, in cui le tensioni religiose avevano prodotto una pericolosissima frattura nella popolazione. Nel 1580, estinta la dinastia di Braganza, si rende vacante il trono portoghese: Filippo, vedovo di Maria Emanuela di Portogallo, avanza le sue pretese dinastiche, col sostegno dei cattolici portoghesi e fa invadere il Portogallo, che resterà annesso alla Spagna fino al 1640.
Le energie profuse da Filippo II per garantire l’unità territoriale e religiosa del suo Impero finirono con l’indebolire la corona. Le grosse ricchezze coloniali finirono infatti per deprezzare le risorse produttive iberiche e generarono una totale disaffezione nella classe dirigente, che prese a mirare verso più prestigiosi ruoli statali. Dopo ben quattro bancarotte, la Spagna è costretta a chiedere finanziamenti ai banchieri genovesi.
Una vera spia del malessere politico era la situazione dei Paesi Bassi. Carlo V aveva annesso i Paesi Bassi, un numeroso agglomerato di province tra cui Olanda, Belgio, Lussemburgo e varie regioni di lingua francese, concedendo loro una amministrazione che tollerava l’autogoverno locale. Nel 1559 Filippo II estende il suo disegno accentratore e antiprotestante ai Paesi Bassi, che affida alla sorellastra Margherita e al cardinale Granvelle; l’odio contro il cardinale accende le ire della popolazione, anche della parte cattolica, che nel 1564 riesce a ottenere l’allontanamento di Granvelle.
Due anni dopo scoppia l’insurrezione vera e propria, guidata dalla minoranza calvinista; nel 1567 Filippo II invia il duca d’Alba, detto “il duca di ferro” a sedare l’insurrezione: il duca reprime nel sangue la rivolta e tra i pochi scampati c’è solo Guglielmo d’Orange. Nel 1568 inizia la guerra antispagnola sotto la guida di Guglielmo d’Orange, passato al calvinismo e nominato “stadhouder” cioè governatore. Dopo il saccheggio di Aversa, nel 1576, da parte delle truppe spagnole, nasce l’Unione di Gand, a cui aderiscono tutte le province cattoliche e calviniste, per rispondere alla brutalità spagnola.
Filippo invia nei Paesi Bassi Alessandro Farnese, ottimo mediatore, che riesce a dividere i cattolici dai calvinisti: il 6 gennaio 1579 le province cattoliche lasciano l’Unione di Gand e costituiscono la Lega di Arras, riconciliandosi con la Spagna in cambio del riconoscimento delle proprie autonomie. Pochi giorni dopo le province settentrionali calviniste fondano l'Unione di Utrecht rifiutando ogni tentativo di riconciliazione con Madrid e proclamando la loro indipendenza. Nasceva così l’Unione delle Province Unite, che si disse Olanda, dal nome di una delle province.

L’ITALIA SPAGNOLA

Con la pace di Cateau Cambresis dell’aprile 1559 la Spagna aveva mantenuto il suo dominio nel Meridione d’Italia, nel Milanese e nello Stato dei Presidi in Toscana. Tra i possedimenti spagnoli nella nostra penisola ricordiamo i Regni di Sardegna, Sicilia e Napoli, che erano governati da tre vicerè, spagnoli e di nomina regia, mentre lo Stato di Milano era retto da un governatore, pure spagnolo e di nomina regia. La politica spagnola non aveva alterato assolutamente gli equilibri preesistenti, (se non introducendo un rigoroso centralismo amministrativo) ma anzi favorì i potentati locali e garantì un certo periodo di pace e di benessere economico; purtroppo l’asservimento alla Spagna segnò anche la decadenza italiana.

Genova – Dopo il governo personale di Andrea Doria Genova si era legata a Carlo V, e, pur restando di fatto indipendente, manteneva saldi rapporti con la Spagna filippina: la potentissima società finanziaria della Casa di San Giorgio era stata infatti il principale finanziatore delle casse spagnole durante le quattro famose bancarotte che si succedettero durante il regno di Filippo II.

Toscana – Grazie all’appoggio di Carlo V la famiglia dei Medici torna a governare Firenze con Cosimo, tra il 1537 e il 1574; l’esercito mediceo sventa una rivolta a Siena, che non vedeva di buon occhio la dipendenza “morale” dalla Spagna, e in seguito Cosimo annette Siena, estendendo il suo stato mediceo, mentre nelle zone costiere del territorio senese sorge lo Stato dei Presidi, che viene annesso al Regno di Napoli. Nel 1569 Cosimo de’ Medici riceve l’investitura papale diventando Granduca di Toscana.

Stato della Chiesa – Pio V con la bolla “In Coena Domini” ribadisce la superiorità pontificia su quella imperiale e si fa promotore della lega Santa che sconfiggerà i Turchi a Lepanto nel 1571, mentre Gregorio XIII riformerà il calendario giuliano (che da allora in poi si disse gregoriano); ma il periodo aureo lo si ha sotto il pontificato di Sisto V, che oltre a promuovere la lotta contro l’autonomismo delle signorie locali, istituisce 15 Sacre Congregazioni tra cui il Sant’Uffizio, supremo organo ufficiale dell’Inquisizione cattolica. Il pontificato di Clemente VIII segna infine l’abbandono della politica filospagnola della Chiesa di Roma.

Venezia – Grazie al suo governo oligarchico, espressione del patriziato cittadino e formato da tre Inquisitori e dal Consiglio dei Dieci, la Repubblica di Venezia riesce a conservare la sua autonomia. Il potere della Serenissima era però un potere fortemente limitato e sostanzialmente sulla difensiva, che era costretto a subire la minaccia dei grandi imperi limitrofi e delle scorrerie turche nel Mediterraneo, come testimonia il caso di Cipro. In virtù della pace separata, conclusa con i Turchi nel 1573, Venezia cede Cipro guadagnando una discreta libertà di traffico nei porti ottomani.

Savoia – La pace di Cateau Cambresis aveva riassegnato il Ducato di Piemonte a Emanuele Filiberto di Savoia, istituendo una sorta di stato cuscinetto tra la Francia e la Lombardia spagnola. Emanuele Filiberto riorganizza il piccolo ducato, centralizzando il potere amministrativo e giudiziario e togliendo così autonomia alle grandi famiglie dell’aristocrazia feudale; inoltre con l’acquisizione di Tenda e Oneglia fornì al Piemonte un importante sbocco sul mare, che dava impulso ai traffici navali e istituì la coscrizione obbligatoria, riformando totalmente l’esercito. Nel 1563 la capitale viene portata da Chambéry a Torino e nel 1588, durante il regno di Carlo Emanuele I, viene occupato il marchesato di Saluzzo.

2 - LE GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA

INTRODUZIONE

Nel 1559 il re di Francia Enrico II di Valois muore a causa di una caduta accidentale durante un torneo: poiché i figli di Enrico, Francesco e Carlo, erano minorenni, la reggenza del trono è affidata alla vedova Caterina de’ Medici, che reggerà il trono fino al 1574. La mancanza di una solida guida riaccende però le tensioni tra le due fazioni religiose, che degenera in una vera e propria guerra di fede tra i cattolici, capeggiati dai duchi di Guisa, e gli ugonotti calvinisti (il nome deriva dal tedesco “eidgenossen” cioè confederati), capeggiati dai Borbone. Caterina cercò di mediare la tensione tra le due fazioni nobiliari concedendo benefici politici a entrambe le famiglie, ma quando con l’Editto di Saint Germain concede agli ugonotti una limitata libertà di culto, il partito cattolico insorge e, agli ordini del duca di Guisa, massacra una trentina di ugonotti il 1 marzo 1562 a Vassy. Il massacro di Vassy costituisce l’inizio di una sanguinosa guerra di religione che si snoda per un trentennio; guerra che coinvolge anche il popolo, chiamato inevitabilmente a parteggiare per i propri correligionari.

PRIMA FASE

La prima guerra si svolge nel biennio 1562/63 e vede la caduta dei due capifazione, Francesco di Guisa e Antonio di Borbone; si conclude con l’editto di Amboise, che concede libertà di culto alla minoranza ugonotta. Le altre due guerre si svolgono tra il 1567 e il 1570 (sono divise da una pausa di pochi mesi nel 1568) e dopo le sconfitte di Jarnac e Moncontour, gli ugonotti guidati dall’ammiraglio Gaspard de Coligny resistono tenacemente fino a ottenere, grazie all’opera mediatrice della regina, la pace di Saint Germain che garantisce agli ugonotti la libertà di culto, con la garanzia di quattro piazze di sicurezza . La Rochelle, Montauban, Cognac, e La Charité-sur-Loire.

SECONDA FASE

Dopo la pace di Saint Germain, sembra che le forze ugonotte aumentino il proprio prestigio, sia per il ruolo svolto a Corte dal Coligny, sia per il matrimonio tra la cattolica Margherita di Valois, sorella del re Carlo IX, con l’ugonotto Enrico di Borbone. Inaspettatamente però la regina madre Caterina de’Medici cambia idea e si allea con i Guisa, fomentando un nuovo attacco al partito ugonotto. La notte di San Bartolomeo, tra il 23 e il 24 agosto 1572, i cattolici organizzano una sanguinosa caccia all’uomo ai danni di migliaia di ugonotti convenuti a Parigi per le nozze di Margherita ed Enrico: quest’ultimo riesce a scappare, mentre in provincia centinaia di protestanti sono messi a morte, compreso il Coligny. Nel 1573 gli ugonotti fondano l’Unione Protestante, alternativa alla Lega Santa cattolica che Enrico di Guisa costituirà nel 1576: il conflitto si internazionalizza, coinvolgendo la Spagna di Filippo II per la parte cattolica, e l’Inghilterra protestante e la Germania calvinista per la parte ugonotta.
Nel 1574 sale al trono di Francia Enrico III, che due anni dopo è costretto a cedere agli ugonotti l’editto di Beaulieu.
Politicamente la situazione interna era molto debole, e lo stesso re non era in grado di controllare adeguatamente la situazione di conflitto tra le fazioni avverse dell’aristocrazia feudale, al punto che il teologo calvinista Du Plessis-Mornay pubblica nel 1579 il fortunato libello “Vindiciae contra tyrannos” in cui teorizza il regicidio in caso di assolutismo monarchico; per contro il teologo e politologo Jean Bodin aveva pubblicato tre anni prima “De la Republique”, un’opera dichiaratamente filoassolutista. Bodin, unitamente a Michel de l’Hopital, teorizzava il ritorno a una forma di assolutismo regio per concludere il periodo di guerre religiose e di contenziosi feudali.

TERZA FASE

Morto nel 1584 l’ultimo fratello del re Enrico III si apre la lotta alla successione, poiché non vi erano altri eredi diretti. Enrico di Borbone avanza la sua legittima pretesa dinastica, per via del suo matrimonio con Margherita di Valois: appoggiati dalla Spagna, i Guisa aprono le ostilità nel 1585, ma a sorpresa Enrico III, stanco delle ingerenze dei Leghisti, fa assassinare il duca di Guisa. Parigi, roccaforte dei Guisa, si ribella contro Enrico III: il re si allea allora con i Borbone e designa Enrico a succedergli, a patto che si converta al cattolicesimo; poco dopo muore, per mano del monaco Jacques Clement, nel 1589. Nel 1593, dopo aver pronunciato la leggendaria frase “Parigi val bene una messa” Enrico di Borbone abiura solennemente al calvinismo nella cattedrale di Saint Denis e, in qualità di nuovo sovrano, entra come Enrico IV a Parigi. Nel 1598 Enrico IV conclude con Filippo II la pace di Vervins, che conferma l’integrità del territorio francese. Il 13 aprile dello stesso anno le guerre di religione trovano la definitiva conclusione con l’editto di Nantes, con cui gli ugonotti ottengono libertà di coscienza e di culto, salvo che a Parigi ed entro cinque miglia dalla capitale, piena parità di diritti politici e ben 142 piazze di sicurezza.

3 - L’INGHILTERRA DI ELISABETTA I

L’Inghilterra diventerà durante il regno elisabettiano (1558/1603) la maggiore antagonista della Spagna. A separare i due colossi politico-economici era soprattutto la rivalità in ambito navale e commerciale, ma uno dei principali motivi dell’antagonismo era senza dubbio la politica religiosa perseguita dai Tudor: sotto Enrico VIII si era infatti consumato lo Scisma della Chiesa Anglicana da quella Romana, al momento in cui il re inglese sposa nel 1533 Anna Bolena, dopo aver ripudiato la prima moglie Caterina d’Aragona, incorrendo nella scomunica pontificia; nel 1534 l’Atto di Supremazia designa il sovrano inglese come capo della stessa Chiesa e nel 1539 l’Act of Six Articles fissa i dogmi principali della nuova Chiesa. Nel 1549 il successore di Enrico VIII, Edoardo VI, introduce il Book of Common Prayer, che riconoscerà la validità dei soli sacramenti del battesimo e dell’eucarestia. Con l’ascesa al trono della cattolica Maria Tudor il protestantesimo inglese conosce una vera e propria battuta d’arresto, anche perché la regina sposa nel 1554, con nozze morganatiche, il re di Spagna Filippo II: l’appoggio della cattolica Spagna costituisce il punto di partenza per una restaurazione della religione cattolica in Inghilterra.
Forte dell’appoggio spagnolo, Maria ripristina la giurisdizione papale, guadagnandosi l’avversione dei numerosi protestanti ostili a Filippo II, e giustiziando oltre trecento dissidenti religiosi, capi del movimento anglicano,  meritando così l’appellativo di Bloody Mary, Maria la Sanguinaria. Il regno di Maria Tudor dura cinque anni, e alla sua morte, nel 1558, le succede la figlia nata dal matrimonio di Enrico VIII e Anna Bolena, Elisabetta.
Pretendente al trono era anche sua cugina, la futura regina di Scozia Maria Stuart, figlia di Giacomo V (che era nipote di Enrico VIII) e moglie di Francesco II di Valois, primogenito di Enrico II e di Caterina de’ Medici (il matrimonio dura due anni, fino alla morte di Francesco II nel 1560). Il matrimonio di Maria con un re cattolico la rendeva evidentemente inadatta al ruolo di regina d’Inghilterra e capo della Chiesa Anglicana.
L’ascesa al trono di Elisabetta, nata da un matrimonio non valido per la Chiesa di Roma, riportò necessariamente l’Inghilterra al protestantesimo. Elisabetta ripristinò infatti la religione anglicana di cui era a capo in base all’Atto di Supremazia (che fu modificato così da far comparire il titolo di “reggente supremo” in luogo di “capo”), e operò una tenace lotta religiosa contro la cattolica e filofrancese Scozia dove regnava sua cugina Maria Stuart. Inoltre emanò l’Atto di Uniformità, con cui ripristinava le riforme liturgiche edoardiane, e i cosiddetti 39 Articoli, che davano alla religione anglicana una impronta di tipo calvinista, pur conservando la tradizionale struttura episcopale.
In politica estera la neoregina appoggiò la rivolta calvinista del 1559 in Scozia, guidata da John Knox, e rifiutò inoltre le insistenti proposte matrimoniali di Filippo II, svincolandosi definitivamente dalla politica filospagnola instaurata dalla precedente regina Maria la Cattolica.
Come si è già detto la rivolta dei calvinisti scozzesi scoppia nel 1559 contro la reggente cattolica francese Maria di Guisa (la regina Maria era infatti in Francia col marito Francesco di Valois) sotto la guida di John Knox e supportata militarmente dall’Inghilterra elisabettiana. La regina di Scozia, vedova di Francesco II, tornava in patria ma era a capo di un paese ormai a maggioranza protestante, che non vedeva di buon occhio la regina cattolica e soprattutto la politica filofrancese dei Guisa, a cui Maria era legata. Dopo la morte di Francesco II Maria sposa prima Lord Darnley e poi Lord Bothwell, ma il suo tentativo di restaurare il cattolicesimo genera una seconda rivolta che costringe Maria a chiedere aiuto alla cugina Elisabetta Tudor. La regina d’Inghilterra ovviamente accetta, sapendo di poter controllare facilmente il movimento filocattolico inglese e scozzese che aveva designato la cattolica Maria come erede legittima al trono inglese, e fa segregare la cugina in un castello.
Il figlio di Maria, Giacomo, viene intanto preso in consegna dai calvinisti scozzesi, che lo educano al protestantesimo e creano una reggenza speciale per lui. Questa vicenda coinvolge inevitabilmente la Scozia e l’Inghilterra nelle guerre di religione, in cui la regina Elisabetta non fece mancare il supporto agli Ugonotti francesi, e soprattutto favorisce l’inasprirsi della tensione con la Spagna, che si manifesta nella guerra corsara a danno dei galeoni mercantili spagnoli in rotta nel Mediterraneo. La guerra, di cui fu protagonista tra gli altri Sir Francis Drake, giunge a una svolta con l’esecuzione capitale della regina scozzese, accusata di aver ordito dei complotti contro Elisabetta: la condanna rappresentava infatti una sfida aperta contro il cattolicesimo e costrinse Filippo II a un intervento diretto.
Era evidente che la guerra di religione costituiva un pretesto: le imprese marinare di Drake, l’affermarsi della potenza navale inglese e il sempre più fastidioso crescendo di imprese piratesche ai danni delle navi spagnole imponevano un efficace intervento che arrestasse il propagarsi della potenza dell’Inghilterra elisabettiana.
Filippo voleva invadere l’Inghilterra e aveva approntato la famosa Invincibile Armata, con 130 navi e 30 mila uomini, che si sarebbe dovuta fondere con l’esercito spagnolo di stanza nei Paesi Bassi, ma il tentativo (1588) andò miseramente fallito: le piccole e veloci navi inglesi ebbero la meglio sui pesanti galeoni spagnoli, che furono pesantemente decimati e sospinti verso il Mare del Nord.
La sconfitta accresceva il prestigio navale dell’Inghilterra e la rilanciava come potenza marinara. Ma non era solo questa la risorsa inglese più importante. Durante il regno elisabettiano crescono infatti due settori produttivi, quello manifatturiero e quello agricolo; inoltre si sviluppano le grandi compagnie mercantili, come la Compagnia delle Indie Orientali attiva fin dal 1600 nel far east, e realtà economiche come i merchants adventurers o mercanti avventurieri, attivi in Europa.
Elisabetta muore nel 1603.

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