venerdì 29 settembre 2017

Classe 5 - Storia 4 Nuovo

Storia 4 - Classe 5A

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Il XXI secolo (2000-2020)

1 - GLI STATI UNITI D'AMERICA

Le elezioni presidenziali  del 2000 sono caratterizzate dalla vittoria dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'omonimo ex presidente. La presidenza Bush deve fare i conti con quello che viene considerato l'atto di terrorismo più drammatico dell'età contemporanea: gli attentati dell'11 settembre 2001. Si trattò di quattro differenti attacchi terroristici, collegati tra di loro dalla comune matrice ideologica (il fondamentalismo islamico), dall'organizzazione che li rivendicò (al-Qaida), dalle modalità (quattro voli di linea dirottati e usati come armi). I morti furono in totale 3000. Due dei quattro voli di linea dirottati si schiantarono sulle due Torri Gemelle del World Trade Center di New York, cuore finanziario della città e del Paese, il terzo aereo colpì il Pentagono, a Washington D.C., mentre il quarto, forse diretto sulla Casa Bianca o sul Campidoglio, si schiantò in Pennsylvania. Gli attentati furono rivendicati dall'organizzazione terroristica al-Qauda, guidata da Osama Bin Laden. Non ci furono spiegazioni precise dei terroristi sul movente, ma gli esperti concordarono la concomitanza di alcune cause scatenanti, come le operazioni militari americane in Afganistan ai tempi dell'occupazione sovietica del 1979, la Guerra del Golfo Persico e il consolidamento di Israele come base americana nel Mediterraneo. Altri esperti cercarono di chiarire un possibile progetto politico di Bin Laden, in base alle dichiarazioni del leader islamico dopo gli attacchi. In seguito agli attentati il governo degli Stati Uniti creò una speciale Commissione dedicata alle indagini e avviò una massiccia campagna anti-terrorismo, coinvolgendo diversi Stati.
Nel marzo 2003 scoppia la Guerra d'Iraq (impropriamente nota come SECONDA GUERRA DEL GOLFO). La guerra, risolta  in breve tempo, aveva come obiettivo la deposizione e la cattura del dittatore iracheno Saddam Hussein, ritenuto (erroneamente) in possesso di armi di distruzione di massa e coinvolto negli episodi di terrorismo rivendicati da al-Qauda. Nonostante il rapido raggiungimento degli obiettivi la guerra fu caratterizzata da una lunga resistenza contro gli invasori occidentali, che si concluse solo nel 2011, quando i territori occupati furono riconsegnati alle autorità irachene. Non si arrestò invece  la guerra civile tra le fazioni religiose. Saddam Hussein fu catturato e processato da un tribunale iracheno per crimini contro l'umanità. La condanna a morte per impiccagione fu eseguita nel 2006. La deposizione del leader non riuscì però a garantire all'Iraq la stabilità politica, a causa della penetrazione di cellule fondamentaliste nel territorio. L'impegno politico di Bush porta a una sua riconferma nel 2004. Nel 2008 assistiamo a una vittoria dei democratici con l'elezione di Barack Obama - riconfermato poi quattro anni dopo - primo presidente afroamericano degli USA. A Obama succcede nel 2016 il repubblicano Donald Trump.
L'amministrazione Trump attraversa un quadriennio piuttosto burrascoso a causa della politica schiettamente conservatrice del Presidente: tra le iniziative più contestate c'é la proposta di rafforzare i confini tra gli Stati Uniti e il Messico con la costruzione di un vero e proprio muro, la politica dei dazi nei confronti dell'Europa oltre al cosiddetto Ucrainagate, che coinvolge l'ex vicepresidente democratico Joe Biden e il presidente ucraino Zelensky. Proprio questo ultimo episodio provoca nell'opposizione la decisione di avviare il processo di impeachment; tuttavia Trump riacquista il consenso dell'opinione pubblica pochi mesi prima della sentenza definitiva, dopo aver colpito due obiettivi fondamentali dell'integralismo islamico, il leader dell'ISIS Al-Baghdadi e il generale iraniano Al-Suleymani. Il successo nella lotta al fondamentalismo islamico riporta Trump in corsa per il secondo mandato: lo sfidante democratico nelle elezioni di novembre 2020 sarà proprio Joe Biden, uscito vittorioso dalle primarie in molti stati della federazione.

2 - I PAESI ARABI

Oltre al Golfo Persico, l'azione militare degli USA era rivolta anche all'Afganistan, dove, dalla fine dell'occupazione sovietica, si era costituito un regime fondamentalista islamico guidato dai talebani, qualificati come studenti di teologia coranica, che avevano dato vita a una repubblica teocratica sul modello di quella iraniana. Il regime era sospettato di nascondere l'emiro Osama Bin Laden, capo di al-Qauda, che fu scovato da un reparto speciale nel 2011 in Pakistan e ucciso. Ma gli avvenimenti più significativi del 2011 sono legati a un processo rivoluzionario definito PRIMAVERA ARABA, che coinvolse alcuni paesi del Nord Africa. Il primo paese a insorgere fu la Tunisia, dove ill dittatore Ben Ali fu costretto alle dimissioni, seguito poi dall'Egitto, dove la rivoluzione segnò la fine del regime di Mubarak (abbandonato dagli stessi generali che lo avevano sostenuto ai tempi del suo colpo di stato). In Libia i gruppi islamici a lungo repressi dal regime del colonnello Gheddafi presero il potere in Cirenaica causando l'inizio di una vera e propria guerra civile con la Tripolitania, ancora controllata dal dittatore. Gli interventi della Francia e dell'Inghilterra - e di altre forze della NATO tra cui l'Italia - aiutarono la risoluzione del conflitto. Gheddafi fu ucciso dai ribelli mentre cercava di fuggire dal paese. La conseguenza che accomuna queste rivoluzioni è la proliferazione di cellule del fondamentalismo islamico nei paesi mediterranei, con il rischio di penetrazione nei paesi europei. Uno dei casi più recenti è la serie di attacchi terroristici che hanno colpito Parigi nel gennaio del 2015.
Nel giugno del 2014 un gruppo fondamentalista islamico guidato da Abu Bakr ha proclamato la nascita di un califfato nelle zone controllate dal gruppo stesso, sotto il nome ISIS (acronimo di Stato Islamico di Iraq e Siria). Le radici di questo gruppo vanno ricercate nella resistenza irachena seguita alla vittoria americana durante la Seconda Guerra del Golfo del 2003: nel 2004 infatti al-Zarqawi fondò lo Stato Islamico dell'Iraq, allo scopo di combattere gli occupanti americani e il governo sciita e filo-americano di Bagdad. Il movimento (inizialmente alleato di al-Qaida in Iraq ma poi distaccatosi e diventato un diretto concorrente) nel 2013 ha partecipato alla guerra in Siria, conquistando i territori poi aggiunti a quelli in Iraq e proclamando la nascita dello Stato Islamico. Dall'anno successivo l'ISIS ha espanso ulteriormente il proprio raggio d'azione, compiendo una rapida ascesa nei territori occupati e sfidando l'Occidente e gli altri paesi arabi: ciò ha costretto gli USA a un nuovo intervento armato. A seguito dei successi dell'ISIS molti gruppi esterni hanno aderito allo Stato Islamico qualificandosi come Province, e collaborando attivamente alla jihad. Per contro molti Stati hanno disconosciuto lo Stato Islamico, considerandolo un'organizzazione terroristica.
Tra il 2015 e il 2019 il terrorismo islamico ha colpito diversi centri europei. Il 24 ottobre 2019 il presidente americano Donald Trump annuncia l'uccisione del leader Al-Baghdadi, mentre nel gennaio successivo viene assassinato il generale iraniano Al-Suleymani. L'operazione fa salire la tensione tra Iran e Stati Uniti in un'escalation di minacce reciproche. Le misure anti-terrorismo del presidente Trump sono appoggiate dal governo israeliano, ma ricevono un modesto consenso dai paesi dell'Europa mediterranea, preoccupati per l'instabilità della Libia (divisa dalle fazioni moderata e conservatrice in Tripolitania e Cirenaica) e per la situazione al confine tra Turchia e Siria. L'enorme afflusso di profughi a seguito dell'invasione turca suscita infatti timore per l'eventuale diffusione di cellule fondamentaliste nei paesi europei.

3 - I PAESI EUROPEI

I primi anni del nuovo secolo vedono l'allargamento dell'Unione Europea. I 15 stati membri accettano in modo unilaterale gli accordi di Schengen per l'abolizione delle frontiere doganali e firmano il Trattato di Nizza per la creazione di una Convenzione Europea. Il 1 gennaio 2002 entra in vigore la moneta unica, l'Euro, (adottata de facto anche a San Marino, Vaticano, Monaco e negli Stati in attesa di riconoscimento come Montenegro e Kosova). Nel primo decennio del XXI secolo gli accordi di Schengen vengono estesi a diversi stati europei, molti dei quali adottano l'Euro come valuta ufficiale. Una delle principali protagoniste dell'integrazione europea fu sicuramente la Francia, avviata a una notevole stabilità economica grazie alla cooperazione con la Germania. Nonostante la Francia si fosse fatta promotrice di una politica europea forte nel 2005 boccia la Costituzione Europea col 55% dei voti. Anche la Germania assunse dopo la riunificazione un ruolo attivo nell'Unione Europea, partecipando alle diverse operazioni militari nei Balcani e assumendo un sempre più consistente potere di controllo sulla finanza europea.  Nel 2005 viene nominata Cancelliere Angela Merkel, del CDU (Unione Cristiano Democratica), che forma una Grande Coalizione insieme a CSU (Unione Cristiano Sociale) e SPD (Partito Social Democratico). Nel 2007, in Gran Bretagna, dopo la fine dell'era Blair, europeista e attivo nella lotta contro il terrorismo, sale al potere ancora un laburista, Gordon Brown, che si dimette dopo 3 anni in seguito alla sconfitta elettorale dei laburisti alle elezioni del 2010. Nuovo premier è il conservatore David Cameron. Oltre a essere uno dei più giovani primi ministri nominati dalla Corona - 43 anni - Cameron è il primo premier britannico a formare un governo di larghe intese dai tempi del secondo dopoguerra, allargando la coalizione di governo ai liberal-democratici e affidando la poltrona di vice primo ministro a Clegg. Nel 2016 diventa Primo Ministro il leader conservatore Theresa May. In seguito al referendum del 23 giugno 2016 sulla permanenza del Regno Unito nell'UE, il Parlamento ha avviato il 29 marzo 2017 il procedimento per l'uscita del Paese dall'Unione Europea (BREXIT) secondo quanto previsto dall'art. 50 della Legge sull'Unione Europea. La politica britannica é tuttavia divisa in due fazioni, i favorevoli all'uscita del paese dall'UE e gli oppositori, questa situazione é all'origine del rallentamento della fase di distacco. Il processo giunge a compimento alla fine del 2019 quando il nuovo primo ministro britannico, il conservatore Boris Johnson, per rafforzare la maggioranza indice nuove elezioni politiche: il 12 dicembre 2019 lo schieramento di Johnson ottiene un largo consenso e la nuova maggioranza stabilisce la data del 31 gennaio 2020 per l'uscita del Regno Unito dall'UE.
Nel marzo 2020, a causa della pandemia di COVID 19, la maggior parte degli stati dell'Unione Europea decide la sospensione temporanea degli Accordi di Schengen, chiudendo i propri confini per evitare la circolazione di cittadini provenienti dai paesi più colpiti dal virus. Per lo stesso motivo viene decisa la sospensione temporanea del Patto di Stabilità per consentire ai paesi membri dell'UE una maggiore disponibilità finanziaria per fronteggiare l'emergenza economica causata dalla pandemia. L'Italia e gli stati più colpiti dalla diffusione del virus chiedono l'emissione dei cosiddetti Eurobond a cui attingere per sostenere le spese straordinarie dettate dall'emergenza sanitaria, ma la Commissione Europea, dopo il parere sfavorevole della Germania, dei Paesi Bassi e degli Stati Scandinavi, rifiuta l'adozione di tale misura economica, rimandando la decisione di quindici giorni, ipotizzando il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilitá, le cui condizioni non trovano però il pieno consenso degli stati richiedenti.

4 - ITALIA

Nel 1999 in Italia è eletto presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che si fa portavoce dell'esigenza di recuperare l'unità nazionale, dopo il terremoto politico e istituzionale degli anni Novanta. Il nuovo millennio si apre però ancora all'insegna dell'instabilità. Durante il vertice del G8, tenutosi a Genova nel luglio del 2001, le manifestazioni di dissenso dei cortei No Global sono destabilizzate dalle infiltrazioni di gruppi estranei allo spirito della contestazione (gli appartenenti al cosiddetto Blocco Nero o black bloc) e la manifestazione, dagli intenti pacifici, degenera in una drammatica guerriglia urbana culminata con l'omicidio del giovane attivista genovese Carlo Giuliani, ferito a morte da un colpo sparato da un carabiniere in Piazza Alimonda. La reazione dei dimostranti alla morte di Giuliani è all'origine di un secondo drammatico episodio: l'irruzione (ingiustificata) delle forze dell'ordine nei locali della scuola Diaz, messa a disposizione dal comune di Genova come dormitorio e sede del Media Center dell'organizzazione. Sospettando la presenza di esponenti del Blocco Nero e di strumenti contundenti, le forze dell'ordine irruppero nei locali della scuola in modo violento, picchiando in modo indiscriminato 93 persone presenti nella scuola Diaz al momento del blitz, alcuni dei quali estranei al movimento No Global (medici, volontari, giornalisti). I 125 responsabili furono processati e condannati ma di fatto nessuno subì conseguenze per i reati commessi, non esistendo in Italia un reato di tortura. Ad aprile 2015 la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato Italiano al risarcimento delle vittime del pestaggio per le lesioni subite, rimarcando la violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e la sussistenza del reato di tortura. Gli episodi del 2001 non colpiscono significativamente  la coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi, che aveva vinto le elezioni politiche nel 2000: il centro-destra governa tre legislature (la XIV fino al 2005 e la XV fino al 2006, poi la XVI dal 2008 al 2011): tuttavia, le indagini della Magistratura milanese  travolgono la leadership di Berlusconi (che nel 2008 tenta una modifica strutturale del proprio movimento politico) che viene condannato e costretto a lasciare la poltrona di parlamentare nel 2013.  Alla scadenza del mandato presidenziale di Ciampi, viene eletto al Quirinale Giorgio Napolitano, che è il primo presidente della Repubblica Italiana a essere rieletto dopo il settennato per garantire continuità al processo di riforme istituzionali. Durante il mandato nomina Presidente del Consiglio l'economista Mario Monti, a capo di un gabinetto tecnico che avvia una radicale manovra finanziaria allo scopo di arginare gli effetti della crisi economica e rilanciare la produttività. Dopo le dimissioni di Monti si ha un governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta, mentre nel marzo del 2014 il governo torna nelle mani del centro-sinistra con la coalizione guidata da Matteo Renzi che forma ancora un gabinetto misto. Dopo le annunciate dimissioni di Napolitano, con l'avvio del disegno di riforme del governo Renzi, nel gennaio del 2015 sale al Quirinale Sergio Mattarella.
Il 12 dicembre 2016 Paolo Gentiloni succede a Renzi alla guida del Governo. Alla fine del 2017, dopo lo scioglimento delle Camere, vengono annunciate le Elezioni Politiche per il 4 marzo 2018. Le elezioni vedono l'affermazione del Centro-Destra al Nord, con un largo consenso per la Lega Nord e del Movimento Cinquestelle al Sud. La maggioranza giallo-verde vota il nuovo esecutivo presieduto da Giuseppe Conte. Nel corso dell'estate 2019 si intensificano gli sbarchi dei migranti, aiutati dalle organizzazioni non governative: il Ministro degli Interni Matteo Salvini (Lega Nord) tenta la chiusura dei porti italiani alle navi ONG. La proposta di Salvini fa vacillare gli equilibri dell'esecutivo, sfociando nella crisi di governo, aperta pochi giorni prima di Ferragosto. Lo scenario politico si complica ulteriormente con l'abbandono del PD da parte di Matteo Renzi che fonda un nuovo movimento politico. Il successivo rimpasto della maggioranza di governo dopo l'uscita della Lega Nord dall'esecutivo vede l'ingresso del Partito Democratico e del nuovo partito di Renzi, Italia Viva. Il nuovo governo, ancora una volta presieduto da Giuseppe Conte, deve mediare però alcune divergenze interne tra cui la discussione sul Meccanismo Europeo di Stabilità e la proposta di modifica del numero dei parlamentari. La diffusione dell'epidemia di COVID-19 costringe il governo Conte a una serie di scelte politiche per arginare l'emergenza sanitaria (ultimo aggiornamento al 1 Aprile 2020).

Piergiovanni Morittu

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