mercoledì 14 settembre 2016

900 - Parte 2D

IL 900 - PARTE 2D
GLI ANNI NOVANTA
1990-1999

1 - QUADRO STORICO

PAESI ARABI - L’Invasione del Kuwait da parte dell'Iraq di Saddam Hussein porta a un decisivo intervento della Nato in Medio Oriente, noto come Operazione "Tempesta nel deserto" (Desert Storm), che in meno di un mese piega le pretese del Rais di Bagdad. Hussein cerca di allargare il conflitto ai vicini paesi arabi invocando la guerra santa contro il comune nemico americano,  ma non riesce a cambiare le sorti della guerra. la crisi porta a una svolta decisiva dei rapporti tra Israele e OLP, con uno storico accordo tra Rabin, il primo ministro israeliano, e il leader palestinese Arafat. Di conseguenza in Medio Oriente si fronteggiano tre schieramenti: Hamas, che faceva capo ai Palestinesi, il partito di Dio, o Hezbollah, che faceva capo ai paesi arabi più irriducibili, e la destra israeliana che non condivideva la distensione di Rabin nei confronti dell'OLP, il clima di tensione porta nel 1995 all'assassinio di Rabin e all'ascesa del nuovo premier Netanyahu.

AFRICA - Dopo la decolonizzazione l'Africa era divisa da conflitti etnici e religiosi, sopratutto in Ruanda e Burundi, dove scoppiarono conflitti tra le popolazioni hutu e tutsi. Nigeria e Mozambico  iniziarono un nuovo sviluppo grazie al petrolio e alle industrie. In Sudafrica finisce l'apartheid grazie a Nelson Mandela, leader dell'African National Congress. L'amministrazione boera fin dagli anni Venti del XX secolo aveva promosso un feroce sfruttamento della manodopera nera per evitare l'emancipazione di una borghesia di colore. L'attivismo politico dell'ANC era rappresentato fin dagli anni Sessanta da Mandela, recluso per anni in carcere, e dalla moglie del leader, Winnie Mandikela. La condanna internazionale per la soppressione dei diritti civili portò nel 1989 alla caduta del governo e alla liberazione di Mandela nel 1990. Nel 1994 le leggi  sull'apartheid vennero abolite e furono indette le prime elezioni aperte anche ai neri, vinte dall'ANC.

BALCANI - Dopo l'indipendenza di Croazia e Slovenia a seguito della fine della Jugoslavia, iniziano le prime controversie territoriali tra i paesi confinanti, separati anche da questioni religiose e identitarie. L'intervento della Serbia, per la contesa della Krajina, porta a un sanguinoso conflitto, dominato da deportazioni e dalla pulizia etnica. Il regime del dittatore serbo Slobodan Milosevic è di nuovo protagonista quando la Bosnia ottiene l'indipendenza, con un nuovo tentativo di annessione che obbliga l'Occidente a intervenire militarmente. Dopo la sconfitta di Milosevic e l liberazione di Sarajevo, gli accordi di Dayton divideranno il territorio in due stati: la Repubblica Serbo-Bosniaca e la Federazione Bosniaco-Croata.

EST EUROPA - Dopo la caduta del Muro di Berlino le due Germanie si riunificano sotto la guida di Helmut Kohl. Le ex repubbliche sovietiche iniziano a proclamare la loro indipendenza, indebolendo la posizione del presidente Gorbacev. Nonostante un consenso popolare ancora molto forte comincia a prendere posizione la leadership di Boris Eltsin, che con un plebiscito popolare conquista il Cremlino. La prima clamorosa iniziativa di Eltsin fu la messa fuorilegge del PCUS, a cui fece seguito la fine, anche formale, dell'Unione Sovietica. Dopo la nascita della Federazione Russa, Eltsin comincia le manovre per l'ingresso del suo paese nei mercati finanziari occidentali, con l'adozione di una economia capitalistica, e per l'ingresso della Russia nel G8. Con la scomparsa dell'URSS il nuovo assetto politico internazionale si fonda su quattro pilastri: USA, UE, Cina e Giappone. La grave crisi economica del 1998 obbligò però Eltsin a un rimpasto del governo, aprendo agli ex comunisti, tendenza questa che si verificò in molti altri Stati dell'Est Europa, dopo un iniziale spostamento a destra. A succedere a Eltsin alla guida della Russia sarà Vladimir Putin, che afferma il proprio paese sulla ribalta finanziaria internazionale. Il problema più difficile da fronteggiare fu il nazionalismo islamico, sopratutto in Cecenia, che dava vita a un nuovo periodo di guerriglia.

2 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

USA - La "reaganomics" si era basata su due indirizzi principali, la "deregulation" ossia il progressivo allontanamento dello Stato dall'economia, e lo smantellamento del welfare state: ciò aveva prodotto un immediato risanamento economico ma anche l'allargamento della "forbice sociale" tra le classi. Durante la presidenza di Bush, il successore di Reagan, l'economia statunitense segna la crisi dei commerci e una forte recessione, che obbliga l'amministrazione a una drastica manovra finanziaria, col ribasso dei salari e nuovi tagli alla spesa pubblica. Il continuo aumento del debito federale provoca però la messa in discussione del governo repubblicano e alle successive presidenziali sale al potere il democratico Bill Clinton. La nuova amministrazione democratica continua sulla stessa strada repubblicana, ottenendo un recupero della produzione in vari settori, che premia Clinton con un nuovo mandato nel 1996. Le elezioni del 2000 vedono la riconferma dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'ex presidente.

EUROPA - Dopo la fine dell'era Thatcher, nel Regno Unito sale al potere dapprima il conservatore John Major, sotto il cui governo la sterlina inglese entra nello SME, e quindi il laburista Tony Blair, convinto europeista e regionalista. La Francia vive intanto il problema delle immigrazioni irregolari, sopratutto dai paesi del Nord Africa. Il dramma dei sans papier viene affrontato in modo diverso dai governi che si succedono: quello di centro-destra guidato da Alain Juppè vota una legge anti immigrazione, appoggiata dagli estremisti del Front National di Jean-Marie Le Pen, mentre la coalizione di centro-sinistra, guidata dal socialista Lionel Jospin, regolamenta l'immigrazione con una serie di procedure selettive per censire gli irregolari. Anche la Germania vive una crisi profonda, dovuta alla recessione globale, ben assorbita dalle aziende tedesche e da una serie di riforme istituzionali del governo di Kohl. In questo periodo anche la Germania deve fare i conti col problema dei migranti provenienti sopratutto dall'Est Europa. 

ITALIA - L'Italia vive nel 1992 una profonda crisi istituzionale dominata dalle stragi di mafia e dal caso Mani Pulite, che travolge le segreterie dei cinque partiti di governo. Lo scandalo coinvolse i vertici della politica italiana e diversi esponenti dell'imprenditoria, portando alla luce una fitta rete di corruzione e di finanziamenti illeciti ai partiti. Le indagini furono condotte inizialmente dal pool della Procura di Milano, guidato da Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D'Ambrosio; del pool facevano parte Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini e Tiziana Parenti.  
I cambiamenti del Paese sono tali da significare il passaggio a una Seconda Repubblica. Scompare il PCI sostituito dal Partito Democratico della Sinistra o PDS, tramonta la Democrazia Cristiana, sostituita da diversi organismi di centro (CCD, CDU e PPI). Dopo la fine della presidenza Cossiga viene eletto alla Presidenza della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che deve cercare di ricompattare l'unità istituzionale. Nel giro di due mesi, tra maggio e luglio 1992, due delitti di mafia: il giudice Giovanni Falcone e il giudice Paolo Borsellino. Dopo lo scandalo Tangentopoli la crisi politica porta alla formazione di due coalizioni di centrodestra e di centrosinistra (BIPOLARISMO): 
a) la Casa delle Libertà (più tardi Polo delle Libertà) espressione dell'elettorato moderato e liberale, costituita da Forza Italia di Berlusconi, da Alleanza Nazionale di Fini (partito nato dalle ceneri del Movimento Sociale Italiano) e dalla Lega Nord di Bossi, (si unirà poi anche il CCD) guidata dallo stesso Berlusconi;
b) l'Ulivo, coalizione progressista, formata dal  PDS e dal Partito della Rifondazione Comunista (poi divisa dai Comunisti Italian), guidato da Romano Prodi. 
Nel marzo 1994 le prime elezioni politiche della neonata Seconda Repubblica furono vinte dal centro-destra che tuttavia dovette fare i conti con una crisi di governo, aperta dall'uscita della Lega Nord dalla maggioranza. Al posto del governo Berlusconi si formò un gabinetto tecnico guidato da Lamberto Dini. Nel 1996 le elezioni furono vinte dall'Ulivo. Il governo guidato da Romano Prodi avviò un importante disegno di riforma economica e favorì l'ingresso italiano nell'Eurozona ma le "larghe intese" della coalizione di centro-sinistra si trovarono a fronteggiare una nuova crisi che portò all'opposizione Rifondazione Comunista, divisa dai Comunisti Italiani!, e alla riorganizzazione del PDS che cambiò nome in DS (Democratici di Sinistra). La nuova coalizione di centro-sinistra sarà sconfitta nel 2001 dal Polo delle Libertà.

3 - QUADRO ECONOMICO

Nonostante la recessione globale l'ingresso dei paesi dell'Est Europa nel mercato favorisce la crescita del PIL mondiale e genera un aumento significativo della produttività. Questo fenomeno si presenta soprattutto nei paesi di nuova industrializzazione e nei mercati emergenti dell'Estremo Oriente e del Sud America. La nascita di società multinazionali genera però anche lo squilibrio tra paesi e tra economie, e per questo nasce il WTO, l'organizzazione mondiale del commercio, allo scopo di monitorare gli scambi ed evitare il formarsi di cartelli tra economie forti sul mercato. Si cerca di favorire lo sviluppo sostenibile, aprendo a nuovi mercati ed economie. Si segnala anche la progressiva perdita di mercato dei prodotti agricoli, destinati spesso a carburante ecocompatibile. Nel 1992 la Conferenza di Rio fa il punto sulla situazione dell'ambiente e vengono votate misure per la riduzione dei gas serra nell'atmosfera, ma vengono anche esaminate le situazioni dei paesi di recente sviluppo come i paesi dell'America Latina.