lunedì 5 settembre 2016

Evoluzionismo

EVOLUZIONISMO

uno dei principali motivi dell’egemonia del positivismo in inghlterra, nel panorama scientifico britannico, era dato dalle teorie evoluzionistiche formulate da DARWIN e riprese poi nella filosofia di SPENCER. chiamiamo evoluzionismo la teoria secondo la quale tutte le specie si sviluppano a partire da un numero ristretto di specie preesistenti per epigenesi e trasformazione. questi studi erano già iniziati nell’itticento. innescati dalla polemica tra LINNEO, sostenitore del FISSISMO, teoria secondo la qule tutte le specie sono fisse appunto e non soggette a trasformazione, e BUFFON, sostenitore della possibilità di trasformazione delle specie. il dibattito prosegue nel secolo successivo con gli studi di ROBINET e di BONNET, autori della TEORIA DELLA PREFORMAZIONE, secondo la quale certi caratteri sono contenuti già nelle specie primitive e si sviluppano in seguito danno origine a nuove specie attraverso l’evoluzione, appunto di questi caratteri. da qui parte la teoria evoluzionistica che nasce in seno al positivismo inglese. il contributo più significativo a questa teoria viene dato da LAMARCK, il quale ritiene che la trasformazione delle caratteristiche è dovuto a fattori ambientali: un organismo infatti si adatta all’ambiente cercando di migliorare le proprie caratteristiche o introducendo modifiche al proprio organismo al fine di inserirsi in maniera ottimale nel proprio habitat. questo avvenne in passato soprattutto quando si registrarono profonde modifiche al clima che obbligarono diverse specie viventi a cambiare abitudini o habitat. la teoria di lamarck u duramente combattuta da CUVIER, fondatore della paleontologia e dell’anatomia comparata, il quale riteneva che le specie viventi erano da considerarsi nuove e non originate da altre specie attraverso una epigenesi. a difendere la tesi di lamarck resisteva invece SAINT HILAIRE, che era un sostenitore della teoria di buffon e anche lo stesso spencer in inghilterra aveva affermato che la trasformazione delle specie era avvenuta proprio a causa delle condizioni ambientali, in seguito a catastrofi naturali che avevano accellerato il processo di modifica delle condizioni di vita,

DARWIN

la teoria di darwin viene esposta ne L’ORIGINE DELLE SPECIE in cui darwin spiega e appoggia le teorie di lamarck e di buffon in base a diversi fattori: la presenza di diversi organismi della stessa specie sparsi in diverse zone geografiche, la reazine delle specie alle condizioni di vita e alla LOTTA DELLA SOPRAVVIVENZA causata, come giò disse malthus, dalla carenza di mezzi di sussistenza, dall’impiego degli animali nelle faccende domestiche o come aiuto per gli uomini. esiste una vera e propria SELEZIONE che interessa le specie viventi, dovuta alla necessità di sopravvivere in un ambiente spesso ostile, dove le condizioni di vita non sempre sono favorevoli. questo comporta un miglioramento delle caratteristiche, a volte di lieve entità, che viene trasmesso nella riproduzione dei nuovi nati, i quali sviluppano via via delle caratteristiche tali da permettere loro la sopravvivenza nell’ambiente. questo conetto viene applicato anche alla specie umana, soprattutto nella DISCENDENZA DELL’UOMO, in cui darwin fa derivare l’uomo dalle scimmie antropomorfe. questa teoria ovviamente rappresenta una rivoluzione in ambito scientifico poichè per la prima volta si fa discendere l’essere umano, superiore, da animali inferiori anche se evoluti come le scimmie antropomorfe.

SPENCER

la filosofia di spencer è una filosofia perfettamente in linea con i caratteri del positivismo: spencer infatti ritiene che il fondamento della conoscenza sia l’esperienza e che l’esperienza sia un insieme di dati che devono essere unificati. due sono le discipline che unificano i dati, le SCIENZE, che si occupano dei particolari relativi appunto a ogni parte dell’esperienza, e la FILOSOFIA, che deve unificare i contenuti delle scienze. solo le scienze e la filosofia possono SPIEGARE la realtà ma non tutta quanta, perchè secondo spencer esistono sempre dei dati che ci sfuggono e che costituiscono l’INCONOSCIBILE, oggetto della RELIGIONE. la religione non consente una vera conoscenza, ma solo una fede: come fece kant anche spencer divide la realtà tra fenomeno e noumeno, intendendo con il FENOMENO ciò che piò essere conosciuto scientificamente e con NOUMENO ciò che non può essere conosciuto e che appartiene alla religione. tra i due ambiti non esisterà mai un conflitto perchè non avrebbe senso in quanto le due aree perseguono obiettivi differenti e differenti sono i metodi. 

nella sua tesi unificatrice spencer riconduce tutta la realtà a tre elementi fondamentali, che sono la MATERIA, il MOVIMENTO e la FORZA. la materia è la parte indistruttibile ed è ciò che compone le cose, il movimento tende sempre alla continuità e la forza tende sempre alla persistenza. ma questi tre elementi ubbidiscono ad una legge ancora più generale: la LEGGE DELL’EVOLUZIONE. secondo questa legge tutti gli elementi della realtà passano, trasformandosi, da una condizione indeterminata, l’OMOGENEITA’, a una condizione determinata, l’ETEROGENEITA’. e in questo passaggio avviene la trasformazione delle cose. questa trasformazione assume nella filosofia spenceriana il valore di un vero e proprio progresso che interessa tutto l’universo, fino ad arrivare alle specie minerali oggetto della fisica e della chimica di cui però spencer non si occupa. questo progresso lo porta a sposare le teorie della trasformazione e dell’evoluzione proposte da lamarck e da darwin: egli ne accoglie infatti proprio il valore del passaggio che assume negli studi di spencer un significato molto importante anche dal punto di vista etico. secondo spencer infatti le qualità morali dell’uomo non sono innate ma derivano da un’esperienza successiva e comune, che viene quindi condivisa con i membri della stessa specie e tras,essa ai nuovi nati. questa teoria assume un significato molto importante e si riallaccia alla questione della sopravvivenza. l’uomo che vive virtuosamente non lo fa perchè la virtù è qualcosa di naturale ma perchè i suoi antenati hanno imparato a vivere in maniera moralmente retta e gli hanno trasmesso queste regole, fondamentali per vivere adattandosi all’ambiente di appartenenza. 

lo scopo dell’uomo è quello di essere felice. la felicità si ottiene vivendo in maniera moralmente corretta e questo fa in modo che tutti vivano in maniera ottimale. la felicità di tutti è quindi un progresso e si tratta di qualcosa destinato a crescere nel corso dei secoli. spencer vede tutto come un processo di adattamento e di trasformazione e quindi anche la sua visione etica e politica ne viene influenzata. egli idealizza uno stato liberale che è l’evoluzione dello stato comunemente inteso, uno stato in cui nessuno deve interferire con la libertà del singolo perchè l’uomo ha già dentro di sè gli strumenti e le acquisizioni necessarie per vivere in maniera corretta. come stuart mill anche spencer ritiene che lo stato debba essere in mano alle forze produttive e non a militari che usano la forza, visto che oramai il progresso ha portano lo stato a una nuova società che deve essere lasciata libera di dispiegare tutto il suo potenziale per il bene della comunità.