venerdì 9 settembre 2016

Schopenhauer

SCHOPENHAUER

LE RADICI DEL PENSIERO

Schopenauer non va visto come il nemico di Hegel. La sua filosofia ha radici molto complesse:

A) la filosofia di Kant
B) il Romanticismo
C) le religioni orientali 

IL MONDO COME RAPPRESENTAZIONE

La rappresentazione - In continuità con Kant, Schopenauer afferma che il mondo é un oggetto per un soggetto e che questo esiste solo per pura rappresentazione. Schopenauer rifiuta il concetto di esistenza in sé. Ciò che si rappresenta é condizionato dalle forme a priori di tempo, spazio e causalità.

Il velo di Maya - Kant vedeva il fenomeno come base per una indagine scientifica, mentre per Schopenauer esso é pura apparenza.Ogni fenomeno si può paragonare al cosiddetto velo di Maya della tradizione orientale (in sanscrito: maya = illusione) poiché la realtà é inizialmente velata per il soggetto conoscente.

AL DI LÀ DEL SOGNO E DEL FENOMENO ESISTE UNA REALTÀ CHE PUÓ ESSERE RAGGIUNTA SQUARCIANDO IL VELO DI MAYA DELL’APPARENZA.

IL MONDO COME VOLONTÁ

La volontà - Quale via d’accesso ci porta a squarciare il velo di Maya? Non la ragione, ma una riflessione su noi stessi in quanto esistenti. Noi non siamo solo intelletto, siamo anche corpo, e in quanto corpo abbiamo esperienza di noi dal di dentro, possediamo cioé la volontà, che é un impulso di vivere. Questa é un’energiaoriginaria, che agisce ciecamente, senza alcuno scopo, al di fuori di se stessa.

Le due fasi della volontà - Ogni individuo vive per vivere, ossia non ha alcun senso verso cui indirizzare la propria esistenza. La volontà é per l’uomo l’unica realtà certa, e questa volontà si oggettiva in due fasi: a) in un sistema di idee, che costituiscono la struttura del mondo; b) negli individui del mondo, che sono la semplice moltiplicazione delle idee corrispondenti. 

LA VOLONTÀ É MATRIGNA, POICHÉ DÁ ALL’UOMO LA
COSCIENZA DELLA PROPRIA CONDIZIONE LIMITATA, E LO RENDE CONSAPEVOLE DELL’IMPOSSIBILITÀ  DI UN’USCITA CONSOLATORIA DA ESSA.

IL DOLORE

L’uomo inappagato - L’uomo di Schopenauer é un uomo inappagato, che vive una situazione di continuo desiderio e di relativa insoddisfazione. Tutto soffre, e non solo l’uomo, poiché il male é nel principio stesso della realtà e il mondo é il teatro di una lotta eterna e irrazionale, che coinvolge esseri infelici di esistere.

La noluntas - L’uomo non é buono, dice Schopenauer, ed é spinto esclusivamente dal bisogno.Egli non può trovare rimedio al dolore col suicidio, perché questa autoaffermazione della volontà lascia aperte altre sofferenze.

Le tre fasi - La sola via per liberarsi dal dolore é il passaggio dalla voluntas alla noluntas, che avviene in tre fasi: a) l’arte, che va oltre lo spazio e il tempo per cogliere l’essenza delle cose; b) la morale, che consente all’uomo di compatire (com-patire, sentire con gli altri);  c) l’ascesi, che é l’atto finale, con cui l’uomo si libera nel tutto, annullandosi, visione affine al nirvana buddhista.