venerdì 2 settembre 2016

Freud

FREUD

Sigmund Freud viene definito, assieme a Schopenhauer, Marx e Nietzsche, filosofo del sospetto e dello smascheramento contribuendo con la sua indagine filosofica al tramonto delle illusioni razionalistiche del pensiero borghese e del perbenismo morale tipico delle societa' occidentali.
Pur non avendo scoperto l'inconscio, cioe' la parte non consapevole della psiche umana, e' stato pero' il primo a riconoscerne il valore e l' importanza nell'esistenza dell'uomo, inserendolo all'interno di un quadro teorico completo denominato Psicanalisi che identifica sia la connotazione teorica, sia il metodo.
L'intuizione da cui Freud parte e' quella di associare i disturbi psichici e i comportamenti  patologici della vita quotidiana al conflitto di forze psichiche chiamate pulsioni e localizzate appunto nell'inconscio. Egli individua cosi' tre istanze psichiche: inconscio o Es, conscio o Io e Super Io, che coordinando i rapporti tra richieste sociali e bisogni interni, ha il compito di censore di ogni comportamento umano ed e' pertanto perfettamente consapevole. Freud sostiene quindi che soltanto un funzionamento equilibrato di queste tre forze porti allo sviluppo di una personalita' sana e socialmente integrata. La lotta continua tra il pensiero consapevole dell'Io  che si rifa' al principio di realta' e i bisogni irragionevoli dell'Es che invece obbediscono al principio di piacere che richiede una soddisfazione immediata e senza dilazioni dei bisogni interni, portano a difficolta' piu' o meno gravi di adattamento dell'individuo al proprio ambiente fisico e sociale. Allo scopo di aiutare l'Io ad equilibrare i bisogni interni e le richieste ambientali possono agire vari meccanismi di difesa quali rimozione, sublimazione, regressione il cui compito e' di attuare un adattamento dell'individuo di tipo patologico quando l'Io e' troppo debole per tenere sotto controllo le altre istanze. Un'altra scoperta epocale di Freud e' l'importanza da lui attribuita alla sessualita' infantile che suscito' all'epoca vero scalpore: egli sostiene che l'origine di disturbi e di patologie spesso inspiegabili per la scienza medica siano comprensibili soltanto con una attenta indagine retrospettiva dello sviluppo sessuale originatosi nell'infanzia le cui tappe non adeguatamente superate possono generare varie tipologie di sintomi e disturbi psichici talmente importanti da condizionare  o addirittura compromettere lo sviluppo della sessualita' e della personalita' adulta.
In una delle sue opere piu' tardive, Il disagio della civilta' del 1930, Freud analizza in modo organico le radici psicologiche della cultura e della societa' occidentale: partendo dalla pulsione di morte che veicola l'aggressivita' umana lasciata libera di esprimersi all'esterno e che puo' provocare conseguenze devastanti e distruttive tali da poter compromettere la stessa sopravvivenza umana, Freud da' una visione dell'uomo sicuramente pessimistica, convinto che la felicita' umana sia una illusione irrealizabile.Egli sostiene comunque che e' necessario utilizzare parte di tali energie psichiche a favore della societa', rinsaldando i legami tra gli uomini su cui appunto si basa la civilta'.
Essa non e' altro infatti che l'insieme di ordinamenti e di organizzazioni che distinguono la societa'umana da quella animale come gia' sostenuto da Hobbes; a tale scopo provvedono le tecniche, le norme igieniche e di convivenza, gli ordinamenti sociali e politici.
Si ha cosi' il passaggio dalla natura alla cultura basata sulla sublimazione dell'aggressivita' che viene spostata dalla soddisfazione delle pulsioni sessuali egoistiche legate al principio di piacere, a forme di cultura come l'arte, la religione, la cultura o l'amore per il prossimo piu' disinteressate e legate al principio di realta'.
Questo pero' non comporta una vittoria definitiva sull'aggressivita' umana ma la civilta' e' comunque per Freud una lotta perenne tra Eros o amore e Thanatos o morte. Il fatto che l'uomo tenga istintivamente a soddisfare i propri bisogni egoistici a scapito degli altri e che cio' sia giudicato inacettabile dalla societa', produce in lui inevitabilmente frustrazione e quindi rabbia ed infelicita' di fronte ai divieti esterni che gli vengono imposti dall'ambiente sociale. Solo se tali divieti, accettati dal Super Io vengono liberamente fatti propri dall'uomo, la civilta' puo' sopravvivere. La morale e' quindi puramente istintiva e consiste nel tenere a freno le proprie pulsioni interne o permettere loro di degenerare nel conflitto sociale o addirittura in un guerra di portata mondiale frutto degli egoismi dei singoli.
La visione quindi che Freud ha dell'uomo e della societa' occidentale e' necessariamente fallimentare: la gestione dei propri conflitti emotivi e la ricerca continua del piacere individuale condannano l'uomo all'infelicita', al disadattamento sociale ed a strutturare comunque una personalita' egocentrica e disturbata che spiega per Freud la grave turbativa sociale e le efferatezze perpetrate durante la Seconda Guerra Mondiale dai vari regimi totalitari e sopratutto dal nazismo.