sabato 7 maggio 2016

24 - Nietzsche

NIETZSCHE - LEZIONE 24
La critica della cultura e la morte di Dio

24.1 - Il periodo successivo alla NASCITA DELLA TRAGEDIA è caratterizzato da una profonda anlisi critica della cultura e della storia, considerate dal filosofo "inattuali" poiché non coerenti col presente della civiltà occidentale, inattualità che investe anche la morale tanto da giungere a una auto-dissoluzione della stessa. Questo è il periodo dei due grandi divorzi culturali nel pensiero niceano, quello da Wagner e quello da Schopenhauer, e lo sviluppo delle due tematiche centrali del pensiero più maturo, la morte di Dio e l'eterno ritorno dell'uguale. Il vero obiettivo della concezione tragica niceana non era il progetto di una nuova società o una nuova cultura ma era il risveglio delle forze creative sopite e che avrebbero condotto l'uomo a realizzare un nuovo presente, diverso da quello attuale. Nietzsche non adotta uno stile espositivo sistematico ma preferisce le forme del saggio e sopratutto del pamphlet, rivolgendo una critica "contro il tempo" alla cultura e alla storia. Ancora legato a Schopenhauer, Nietzsche considera la conoscenza come strumento della volontà e interpreta i concetti di vero e falso non in senso morale ma puramente conoscitivo, quali determina89!8 dell'intelletto umano. Il linguaggio, fondato su metafore, assume un ruolo convenzionale: il suo sistema di metafore non può dunque essere il solo strumento per descrivere il mondo, poiché la metafora cristallizza e irrigidisce il vero aspetto del reale, legando immagini, suoni e parole a sensazioni nervose. Nietzsche passa dunque da una concezione tragica a una concezione PROSPETTIVISTICA, in cui la realtà altro non è che il frutto di un sistema di metafore legate a stimoli nervosi.
La critica alla cultura tedesca, allo "svergognato ottimismo filisteo", comincia dalla demolizione di uno dei miti del giovane Nietzsche, l'esponente della sinistra hegeliana David Friedrich STRAUSS, protagonista della prima delle CONSIDERAZIONI INATTUALI. Nella se onda delle INATTUALI Nietzsche rivolge la sua critica alla storia  - sopratutto allo storicismo hegeliano - e allo storiografismo tipico della cultura tedesca del secondo Ottocento: il senso storico di cui la cultura tedesca va fiera nel presente è in realtà se ondo Nietzsche una malattia, sintomo di una decadenza inesorabile, questa malattia è all'origine di due tendenze: un eccesso di consapevolezza storica, che ostruisce la formazione di nuova storia, e l'oggettivazione del sapere storico, che produce un eccesso di dati che l'individuo non è in grado di assimilare. Queste due tendenze provocano rispettivamente una distanza della storia dalla vita e una scissione tra esteriorità e interiorità, che si traduce nella mancanza di stile che è all'origine della decadenza. Rileggendo i versi di Leopardi, Nietzsche paragona a questo proposito uomo e animale, il primo schiacciato dal suo passato, il secondo invece libero poiché vive nel presente. Ma anche l'uomo può essere felice, "mettendosi a sedere sulla soglia dell'attimo": infatti la vita ha bisogno anche dell'oblio e dell'inconsapevolezza, di orizzonti e di prospettive. Ciò che è storico e ciò che non lo è sono entrambi di interesse per un individuo, per un popolo, per una civiltà. La malattia storica si combatte dunque recuperando il rapporto tra la storia e la vita. Esistono tre forme di sapere storico che includono tale rapporto:
la storia MONUMENTALE, che serve al vivente, in quanto attivo, per costruire il futuro;
la storia ANTIQUARIA, che serve al vivente in quanto preserva e venera, per conservare il passato;
la storia CRITICA, che serve alla vita in quanto soffre e ha bisogno di liberazione, e si traduce proprio nella critica al presente storico.
Queste forme non sono esenti da difetti, per esempio la storia monumentale può creare false analogie tra passato e presente, la storia antiquaria può degenerare nel collezionismo, la storia critica può addirittura sradicare il presente nel passato. Per questo è necessario che le tre forme siano in equilibrio che nessuna delle tre prevalga sulle altre.
Un ulteriore cura per la malattia della storia è il ricorso alle tre POTENZE SOVRASTORICHE, arte, filosofia e religione. Nietzsche usa l'aggettivo sovrstorico per riferirsi all'azione del genio creativo che supera le convenzioni sociali e culturali creando un proprio linguaggio: si tratta delle due figure che Nietzsche venera come maestri, Schopenhauer e Wagner, e a cui sono dedicate la terza e la quarta delle CONSIDERAZIONI INATTUALI.

24.2 - L'opera UMANO TROPPO UMANO sancisce il divorzio culturale da Wagner e l'abbandono della cosiddetta metafisica dell'artista in favore della scienza. Nietzsche opera un cambiamento di stile, adottando un linguaggio aforistico più asciutto, a tratti polemico, che sconfina quasi nel sarcasmo, e ridimensiona le speranze in una rinascita della cultura tragica, in precedenza affidate all'opera wagneriana. Questa fase del pensiero niceano viene anche chiamata ILLUMINISTICA: la scienza non viene interpretata infatti in un senso positivistico ma viene vista come una posizione privilegiata per operare l'esercizio del dubbio e la critica del presente storico. Occorre precisare però che questo atteggiamento, nonostante la dedica a Voltaire comparsa nella prima edizione dell'opera, si discosta dall'illuminismo vero e proprio per l'assenza di fede nel progresso e per la concezione non naturalistica della scienza. In questa fase l'atteggiamento niceano ni confronti della civiltà moderna si fa più problematico. Non solo la religione ma anche l'arte viene vista come un'illusione da smascherare, che indebolisce la moralità dell'artista e rende l'arte inadatta a svolgere il compito educativo dei secoli precedenti. Nietzsche individua tuttavia una continuità tra uomo estetico e uomo scientifico, sia perché l'arte, educando al piacere e al bello, svolge im ruolo preparatorio alla scoenza, sia perchè la scienza stessa, come l'arte, è costretta nei limiti delle forme della rappresentazione. Il vero merito della scienza, scrive Nietzsche, è quello di offrire una visione del mondo non più oggettiva dellmarte ma semplicemente libera dai pregiudizi metafisici a cui l'uomo ricorre per tollerare la propria caducità e debolezza: nasce così la figura dello SPIRITO LIBERO, che vive la verità senza illusioni, la vita come un esperimento, abbandonando quella concezione provvidenziale, metafisica, religiosa, da cui nasce l'umanità. Lo spirito libero non va confuso col lobero pensiero, espressione della scienza illuministica: Nietzsche adotta un METODO GENEALOGICO, fondato sul SOSPETTO, una forma di scetticismo, di diffidenza, di critica radicale, che mette in crisi anche le verità più solide, fino a pervenire a una rifondazione della morale.

24.3 - Nell'ultimo aforisma di UMANO TROPPO UMANO Nietzsche auspica l'avvento della cosiddetta FILOSOFIA DEL MATTINO, ossia l'atteggiamento critico di colui che, liberatosi del pregiudizi sedimentati nel passato, si sente un viandante rassicurato dalla mutevolezza e dalla transizione. In questa nuova concezione del filosofare, libera da ogni pregiudiziale metafisica, prende vita una nuova concezione dell'uomo e della vita che dalla dissoluzione della morale - in realtà una auto-dissoluzione che compare nell'opera AURORA - arriva alla MORTE DI DIO, che compare nell'afprisma 125 della GAIA SCIENZA. A dare l'annuncio della morte di Dio è un personaggio fittizio, l'uomo folle, che si autoaccusa, insieme all'umanità, di averlo ucciso. Non è questa una dichiarazione di ateismo, non è il rifiuto dell'esistenza di Dio, ma un evento, spiega Nietzschem che segna la storia moderna dell'umanità, accompagnando alla scomparsa di un Dio trascendentale la scomparsa di quei valori uktraterreni su cui il mondo è stato fondato. La svalorizzazione di questo ideale supremo conduce Nietzsche ad affermare che l'umanità è circondata dal nulla, arrivando quindi a una soluzione NICHILISTA, a causa della mancanza del fondamento su cui era costruita la civiltà occidentale. L'abbandono del valore supremo dell'esistenza di Dio rende l'uomo disorientato, poiché vengono meno i valori fondamentali, bene e male, giustizia e ingiustizia, fino a rendere l'umanità incapace di trovare dei punti di riferimento.