giovedì 5 maggio 2016

30 - Freud

FREUD - LEZIONE 30
Freud e la psicoanalisi

30.1 - La psicoanalisi nasce nel 1899 con l'opera L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI, che Sigmund Freud significativamente voleva fosse pubblicata nel 1900. La psicoanalisi costituiva una verrà novità, imponendosi non solo come una TERAPIA perla cura delle nevrosi e in genere delle psicopatologie, ma anche una TEORIA GENERALE per la ricostruzione della struttura e dei processi del sistema psichico e un METODO per lo studio dei fenomeni socio-culturali come arte, morale e religione. Concetto centrale della teoria psicoanalitica è l'INCONSCIO. L'importanza data all'inconscio muta in modo radicale la concezione della dimensione umana, portando la disciplina oltre il suo aspetto clinico e arrivando quindi ad assumere implicazioni di carattere filosofico e culturale. Accanto alla dimensione cosciente di ogni persona ne esiste una nascosta, fatta di desideri, passioni, sentimenti, che influenza quella visibile e consapevole: Freud deduce che la personalità è il prodotto di diverse istanze che in buona parte sfuggono alla volontà del soggetto. Si tratta di una prospettiva rivoluzionaria, dato che il tema della coscienza del singolo era stato centrale per tutti i filosofi moderni - da Descartes fino a Hegel - e che adesso diventava secondario rispetto all'inconscio. Va anche precisato però che Freud non fu il primo a "scoprire" l'inconscio tema già presente nelle filosofie di Leibnitz, per esempio, di Schopenhauer e di Nietzsche. L'originalità di Freud consiste nell'aver scoperto, grazie alla sua attività di psicoterapeuta, un metodo per accedere all'inconscio, introducendo una serie di innovazioni della prassi terapeutica. Freud pone il paziente come protagonista del suo percorso di guarigione, svolto attraverso la PAROLA, attraverso una corrente affettiva tra analista e paziente e attraverso quegli aspetti (in apparenza) marginali della vita psichica tra i quali il SOGNO rappresenta il vero cancello d'ingresso alla dimensione inconscia dell'individuo.

30.2 - La psicoanalisi nasce innanzitutto come terapia per la cura dell'isteria, un disturbo tipicamente femminile molto studiato alla fine del XIX secolo e che causava sintomi all'apparenza inspiegabili come la cecità, la paralisi, l'afasia. La medicina di stampo positivista riconduceva la eziologia delle isterie a processi patologici cerebrali. Freud aveva trascorso un periodo presso la Salpetrière di Parigi, dove Charcot utilizzava il metodo dell'ipnosi per curare il disturbo: in questa occasione Freud osservò quanto i gesti e le parole del medico avessero influenza sullo stato delle pazienti, facendo regredire i sintomi più gravi, intuendo così che all'origine dell'isteria non fossero dei processi di natura psicopatologica. Tornato a Vienna Freud inizia ad applicare il metodo dell'ipnosi, con la collaborazione di Josef BREUER, utilizzandolo non solo per inibire i sintomi, ma anche per scoprire le cause che li determinavano. Già nel corso della sua esperienza clinica - ma in particolare nel caso della paziente Anna O. - Breuer aveva ipotizzato che i sintomi presentati dalle pazienti isteriche fossero il risultato di energie psichiche non catalizzate e utilizzate proprio per la produzione dei sintomi stessi. Breuer e Freud elaborarono così il METODO CATARTICO, che consisteva proprio nello scaricamento di queste energie mediante l'ipnosi e la verbalizzazione (per questo motivo la stessa Anna O. definiva questa procedura talking care). Freud - a differenza di Breuer che era più ancorato alla psichiatria tradizionale - intuiva nel legame medico-paziente la vera svolta nel processo di guarigione. Questo legame, interpretato da Freud quasi come un trasporto sessuale, venne codificato in due espressioni, il TRANSFERT, cioè i sentimenti della paziente nei confronti del medico, e il CONTROTRANSFERT, ossia la risposta affettiva del medico. Il caso Anna O. consente a Freud di mostrare l'esistenza di un collegamento tra il sintomo e la storia personale di un paziente. Il sintomo è infatti il sostituto di un evento traumatico, rimosso dal paziente e spostato nell'inconscio. Dunque la guarigione non si ottiene semplicemente con l'inibizione del sintomo, ma con l'esposizione del trauma rimosso perché il paziente lo riconosca e ne divenga consapevole. Freud abbandona l'ipnosi per utilizzare il metodo delle LIBERE ASSOCIAZIONI, che consiste nella verbalizzazione spontanea del paziente, sdraiato su un lettino perché sia rilassato, attraverso ricordi, immagini, fantasie, volte a portare allo scoperto il problema. Un serio ostacolo a questa prassi terapeutica era però il meccanismo della RESISTENZA, collegato alla rimozione stessa del ricordo sgradevole, ossia la tendenza del paziente a razionalizzare gli eventi, filtrando gli aspetti ritenuti inaccettabili dal soggetto: il compito del terapeuta diventa dunque quello di capire il collegamento tra la resistenza e gli elementi rimossi allo scopo di riportare alla coscienza gli eventi traumatici responsabili del sintomo. Freud elabora dapprima una teoria sull'origine delle nevrosi basata su ricordi di seduzione sessuale in età infantile, mentre successivamente, ricollegando questi ricordi a fantasie  - e non a eventi reali - raccontate dai pazienti, perviene alla sua teoria dell'interpretazione dei sogni.

30.3 - Il sogno è, secondo la definizione data da Freud, l'appagamento (mascherato) di un desiderio (represso) rimosso. Il sogno non è qualcosa di irrazionale, ma ha una sua logica, ovviamente diversa da quella che governa i comportamenti nello stato di veglia. Mentre la psicologia positivista del tempo considerava il sogno il risultato dell'attività della corteccia cerebrale, Freud ne indaga l'origine psichica. Infatti il sogno per Freud svela e allo stesso tempo maschera la vita psichica profonda del soggetto. I desideri e i pensieri inconsci, censurati dal soggetto, si manifestano indirettamente attraverso le determinazioni provocate da questo meccanismo:  quella del sogno è un'attività simbolica, poiché i suoi contenuti sono rappresentati attraverso simboli. Freud distingue il contenuto dei sogni in due definizioni: il CONTENUTO ONIRICO MANIFESTO, cioè quello che effettivamente ci ricordiamo del sogno, e il CONTENUTO ONIRICO LATENTE, che rappresenta il vero significato del sogno: poiché il contenuto latente costituisce il vero significato del sogno, è necessario procedere a una interpretazione del sogno stesso per svelare quei desideri, mascherati da simboli, che la coscienza nasconde per poter essere accettabili.

30.4 - Nel corso di queste indagini Freud constata che i sogni spesso esprimono desideri sessuali risalenti all'infanzia del soggetto. La teoria  freudiana dello sviluppo psicosessuale non mancò di destare scandalo negli ambienti scientifici e culturali dell'epoca. Freud propone un concetto di sessualità molto ampio, che abbraccia l'intero spettro dei comportamenti infantili, associando a certe zone del corpo un potenziale erogeno: la pulsione non è circoscritta infatti alla sola area genitale, ma interessa anche meccanismi quali la suzione del seno materno o l'evacuazione delle feci. Il bambino è definito provocatoriamente da Freud un ESSERE PERVERSO POLIMORFO e si  individuano cinque fasi dello sviluppo psicosessuale:

1. FASE ORALE: corrisponde al primo anno di vita del bambino, e in essa la capacità di provare piacere si localizza nella bocca, allo scopo di stimolare la nutrizione.
2. FASE ANALE: la ricerca del piacere si sposta alla zona dell'ano e alle funzioni di evacuazione, allo scopo di esercitare il controllo sfinterico.
3. FASE FALLICA: è caratterizzata dall'interesse del bambino per la zona genitale.
4. PERIODO DI LATENZA: va dai sei anni alla pubertà e si caratterizza per la scomparsa, almeno apparente, delle pulsioni sessuali.
5. SESSUALITÀ GENITALE: corrisponde alla sessualità dell'età adulta.

Nel corso della fase fallica si sviluppa quella tendenza che Freud chiama COMPLESSO DI EDIPO, ossia il sentimento di attrazione del bambino per il genitore di sesso opposto e il conseguente rifiuto del genitore dello stesso sesso. Il mancato superamento di tale conflitto viene posto da Freud all'origine delle nevrosi.

30.5 - Per spiegare la funzione dei fenomeni psichici e il modo in cui essi influenzano la vita dell'individuo, Freud elabora una serie di sistemi, ascrivibili a dei precisi luoghi psichici posti fra di loro in rapporti strutturali e dinamici. Questa geografia del fenomeno psichico è riassunta in due TOPICHE: la prima raggruppa i tre sistemi di inconscio, preconscio e conscio, la seconda raggruppa le tre istanze di Es, Io e Super Io.
Il presupposto della prima topica è il grado di consapevolezza dei contenuti e dei processi psicologici. L'INCONSCIO è l'insieme dei rappresentanti pulsionali, ossia delle rappresentazioni connesse alle pulsioni primordiali, sessuali e aggresive, che non possono accedere al preconscio e al conscio, istinti e desideri che si realizzano indipendentemente dal PRINCIPIO DI REALTÀ. Si tratta di immagini, che seguono la logica di quello che Freud chiama PROCESSO PRIMARIO (tutto ciò che ha a che fare con gli istinti). Il PRECONSCIO è il sistema psichico che contiene quei processi non ancora consapevoli, ma che possono diventarlo. Le rappresentazioni di cui esso è composto sono parole e seguono la logica del PROCESSO SECONDARIO (tutto ciò che ha a che fare con la vita sociale e di relazione). I processi e i ricordi che fanno parte del preconscio possono essere portati alla coscienza grazie allo sforzo dell'attenzione. Il CONSCIO o SISTEMA PERCEZIONE-COSCIENZA è infine il sistema psichico legato alle percezioni e quindi è quello di cui il soggetto è consapevole, legato sia al mondo esterno, sia a quello interno. Poiché comprende anche i ricordi, è strettamente legato al preconscio. Nel corso delle sue indagini Freud si rende conto dei limiti di questa prima topica, soprattutto egli trova riduttivo l'identificazione dell'Io con la coscienza e dell'inconscio con i contenuti rimossi, così tenta di dare una nuova definizione dell'apparato psichico formulando le tre istanze, comprese nella seconda topica, che sono alla base della personalità e che si formano fin dall'infanzia.
L'ES si riferisce a quei contenuti inconsci, pulsioni e desideri, presenti fin dalla nascita o in parte sedimentati dalla rimozione. Esso non conosce spazio e tempo, bene e male, e agisce in base al PRINCIPIO DI PIACERE. L'IO è la parte strutturata e organizzata della personalità, che emerge e si sviluppa attraverso l'identificazione con le figure parentali. Esso è in parte conscio e in parte inconscio poiché di esso fanno parte i MECCANISMI DI DIFESA che aiutano l'Io a sopportare l'impatto della forza pulsionale dell'Es  con le istanze della realtà e col controllo del Super Io. A differenza dell'Es esso opera in base al PRINCIPIO DI REALTÀ, indirizzando i desideri e gli istinti verso mete sociali. Il SUPER IO rappresenta la coscienza morale e nasce dall'interiorizzazione delle norme e dei divieti imposti dai genitori, nel corso della fase edipica. Esso nasce dall'identificazione con i genitori non solo in quanto soggetti reali ma anche come rappresentanti delle leggi e delle consuetudini che sono alla base della vita civile. Questa opposizione tra le pulsioni e la legge, tra i desideri e gli istinti e la vita civile, è radicalizzata da Freud nel concetto di PULSIONE DI MORTE che si distingue dalle pulsioni sessuali e dall'istinto di autoconservazione. Freud osserva che la civiltà è accompagnata da un profondo senso di disagio. Alla pulsione di vita, EROS, forza aggregante e positiva alla base dell'evoluzione della civiltà, si oppone THANATOS, forza distruttiva e disgregatrice, che può essere rivolta verso gli altri o verso se stessi. In questo senso le pulsioni sessuali e aggressive sono legate da una tensione verso la morte che appartiene costruttivamente alla vita psichica.