martedì 26 luglio 2016

400 - Parte 2

IL 400 - PARTE 2

Conclusa la Guerra dei Cento Anni l’Europa e l’Italia vivono uno stato di equilibrio politico. In Italia nel 1454 viene firmata la pace di Lodi, a cui seguiva la costituzione di una Lega Italica: le signorie rinunciavano ai disegni espansionistici ma non certo per velleità pacifiche, quanto per reciproco timore, e soprattutto per il timore, poi rivelatosi giustificato, di una possibile discesa francese nella penisola. L’equilibrio politico non impedisce però lo scoppi di sollevazioni e rivolte a livello locale.

Italia – Nel regno di Napoli la morte di Alfonso il Magnanimo riaccende i torbidi dinastici, in cui prevale Ferdinando d’Aragona, che prende il potere. Il suo governo oppressivo innesca la rivolta dei baroni napoletani, spalleggiati dal papa Innocenzo VIII, che però viene duramente repressa nel sanguinoso conflitto di Montorio, nel 1486.
Nella signoria medicea, alla morte di Cosimo sale al trono prima Piero il Gottoso e poi Lorenzo, che poi verrà chiamato il Magnifico. La signoria fiorentina è ormai una potenza nell’Italia centrale e dà fastidio al papa Sisto IV Della Rovere, il quale, per rovesciare il potere mediceo e passarlo al nipote Girolamo Riario, si allea con la nobile famiglia fiorentina dei Pazzi, avversa ai Medici, che nel 1478 assalta i Medici in Santa Maria del Fiore, uccidendo Giuliano  ferendo Lorenzo. La congiura dei Pazzi però non ottiene lo scopo desiderato dal papa, poiché i fiorentini non esitano a schierarsi dalla parte medicea e a punire i congiurati, e Sisto IV si allea allora con Siena e Napoli, muovendo guerra a Firenze. Il voltafaccia di Ferdinando d’Aragona, persuaso da Lorenzo il Magnifico, chiude nel 1480 la contesa.
Tensioni politiche esplodono anche nel ducato milanese, dove Galeazzo Maria Sforza viene ucciso in una congiura nel 1476. Erede designato è il giovane Giangaleazzo, ma il governo, per la minorità dell’erede, è retto dalla vedova Bona di Savoia e dal consigliere Cicco Simonetta. Nel 1480 lo zio di Giangaleazzo, Ludovico il Moro, si sbarazza dei reggenti e, isolato il giovane nipote nella Certosa di Pavia, si impadronisce del potere.
Nel 1492 muore Lorenzo il Magnifico, ago della bilancia, secondo la definizione del Guicciardini, della politica regionalista e si spezza l’equilibrio politico italiano. La regionalizzazione della penisola rende le signorie italiane deboli e predisposte alla conquista francese: nel 1494 Carlo VIII scende in Italia, tra il disinteresse e il timore delle signorie locali.

Inghilterra e Francia – L’Italia non fu l’unico paese a vedere disordini dinastici. Uscita dalla guerra l’Inghilterra si trova ad affrontare tra il 1455 e il 1485 una nuova contesa interna, scoppiata tra le due fazioni nobiliari dei Lancaster e degli York, e passata alla storia col nome di Guerra delle Due Rose per il colore delle rose che campeggiavano nei rispettivi stemmi gentilizi delle famiglie. Motivo della guerra era la successione al trono d’Inghilterra. Nel 1485 lo yorker Riccardo III viene sconfitto a Bosworth Field dal lancasteriano Enrico Tudor. Dopo la vittoria Enrico sposa Elisabetta, la figlia di Edoardo VI e diventa re d’Inghilterra col nome di Enrico VII.
In Francia, dopo la morte di Carlo VII, sale al trono Luigi XI, che limita drasticamente le prerogative politiche della nobiltà con un programma di rigido centralismo politico. La fazione borgognona è però ancora attiva e si oppone alle vessazioni regie costituendo la Lega del Pubblico Bene guidata da Carlo il Temerario. Carlo viene però sconfitto dal re che lo obbliga a firmare il trattato di Arras, con cui incamera definitivamente il territorio borgognone, ponendo fine alle rivendicazioni politiche. La politica matrimonialista del re francese porta il paese a estendere notevolmente i suoi confini territoriali.

Spagna – Nel 1469 il matrimonio tra i re cattolici, Ferdinando e Isabella, unifica le corone di Aragona e di Castiglia, che però vivranno per tutto il secolo seguente una situazione amministrativa separata, con una prevalenza delle istituzioni castigliane. Ciò non impedisce al re spagnolo di impostare una politica di netto centralismo. Nel 1492 viene portata a termine la Reconquista con l’occupazione del regno di Granada, strappato ai musulmani, e nel lo stesso anno l’impresa colombiana apporta un nuovo profilo all’economia spagnola, le cui casse risentiranno beneficamente del tesoro americano.