mercoledì 1 giugno 2016

Classe 5 Modulo 7 S

CLASSE QUINTA - MODULO 7 - STORIA
Gli anni Novanta e il XXI secolo

PARTE PRIMA
GLI ANNI NOVANTA

1 - QUADRO STORICO

PAESI ARABI - L’Invasione del Kuwait da parte dell'Iraq di Saddam Hussein porta a un decisivo intervento della Nato in Medio Oriente, noto come Operazione "Tempesta nel deserto" (Desert Storm), che in meno di un mese piega le pretese del Rais di Bagdad. Hussein cerca di allargare il conflitto ai vicini paesi arabi invocando la guerra santa contro il comune nemico americano,  ma non riesce a cambiare le sorti della guerra. la crisi porta a una svolta decisiva dei rapporti tra Israele e OLP, con uno storico accordo tra Rabin, il primo ministro israeliano, e il leader palestinese Arafat. Di conseguenza in Medio Oriente si fronteggiano tre schieramenti: Hamas, che faceva capo ai Palestinesi, il partito di Dio, o Hezbollah, che faceva capo ai paesi arabi più irriducibili, e la destra israeliana che non condivideva la distensione di Rabin nei confronti dell'OLP, il clima di tensione porta nel 1995 all'assassinio di Rabin e all'ascesa del nuovo premier Netanyahu.

AFRICA - Dopo la decolonizzazione l'Africa era divisa da conflitti etnici e religiosi, sopratutto in Ruanda e Burundi, dove scoppiarono conflitti tra le popolazioni hutu e tutsi. Nigeria e Mozambico  iniziarono un nuovo sviluppo grazie al petrolio e alle industrie. In Sudafrica finisce l'apartheid grazie a Nelson Mandela, leader dell'African National Congress. L'amministrazione boera fin dagli anni Venti del XX secolo aveva promosso un feroce sfruttamento della manodopera nera per evitare l'emancipazione di una borghesia di colore. L'attivismo politico dell'ANC era rappresentato fin dagli anni Sessanta da Mandela, recluso per anni in carcere, e dalla moglie del leader, Winnie Mandikela. La condanna internazionale per la soppressione dei diritti civili portò nel 1989 alla caduta del governo e alla liberazione di Mandela nel 1990. Nel 1994 le leggi  sull'apartheid vennero abolite e furono indette le prime elezioni aperte anche ai neri, vinte dall'ANC.

BALCANI - Dopo l'indipendenza di Croazia e Slovenia a seguito della fine della Jugoslavia, iniziano le prime controversie territoriali tra i paesi confinanti, separati anche da questioni religiose e identitarie. L'intervento della Serbia, per la contesa della Krajina, porta a un sanguinoso conflitto, dominato da deportazioni e dalla pulizia etnica. Il regime del dittatore serbo Slobodan Milosevic è di nuovo protagonista quando la Bosnia ottiene l'indipendenza, con un nuovo tentativo di annessione che obbliga l'Occidente a intervenire militarmente. Dopo la sconfitta di Milosevic e l liberazione di Sarajevo, gli accordi di Dayton divideranno il territorio in due stati: la Repubblica Serbo-Bosniaca e la Federazione Bosniaco-Croata.

EST EUROPA - Dopo la caduta del Muro di Berlino le due Germanie si riunificano sotto la guida di Helmut Kohl. Le ex repubbliche sovietiche iniziano a proclamare la loro indipendenza, indebolendo la posizione del presidente Gorbacev. Nonostante un consenso popolare ancora molto forte comincia a prendere posizione la leadership di Boris Eltsin, che con un plebiscito popolare conquista il Cremlino. La prima clamorosa iniziativa di Eltsin fu la messa fuorilegge del PCUS, a cui fece seguito la fine, anche formale, dell'Unione Sovietica. Dopo la nascita della Federazione Russa, Eltsin comincia le manovre per l'ingresso del suo paese nei mercati finanziari occidentali, con l'adozione di una economia capitalistica, e per l'ingresso della Russia nel G8. Con la scomparsa dell'URSS il nuovo assetto politico internazionale si fonda su quattro pilastri: USA, UE, Cina e Giappone. La grave crisi economica del 1998 obbligò però Eltsin a un rimpasto del governo, aprendo agli ex comunisti, tendenza questa che si verificò in molti altri Stati dell'Est Europa, dopo un iniziale spostamento a destra. A succedere a Eltsin alla guida della Russia sarà Vladimir Putin, che afferma il proprio paese sulla ribalta finanziaria internazionale. Il problema più difficile da fronteggiare fu il nazionalismo islamico, sopratutto in Cecenia, che dava vita a un nuovo periodo di guerriglia.

2 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

USA - La "reaganomics" si era basata su due indirizzi principali, la "deregulation" ossia il progressivo allontanamento dello Stato dall'economia, e lo smantellamento del welfare state: ciò aveva prodotto un immediato risanamento economico ma anche l'allargamento della "forbice sociale" tra le classi. Durante la presidenza di Bush, il successore di Reagan, l'economia statunitense segna la crisi dei commerci e una forte recessione, che obbliga l'amministrazione a una drastica manovra finanziaria, col ribasso dei salari e nuovi tagli alla spesa pubblica. Il continuo aumento del debito federale provoca però la messa in discussione del governo repubblicano e alle successive presidenziali sale al potere il democratico Bill Clinton. La nuova amministrazione democratica continua sulla stessa strada repubblicana, ottenendo un recupero della produzione in vari settori, che premia Clinton con un nuovo mandato nel 1996. Le elezioni del 2000 vedono la riconferma dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'ex presidente.

EUROPA - Dopo la fine dell'era Thatcher, nel Regno Unito sale al potere dapprima il conservatore John Major, sotto il cui governo la sterlina inglese entra nello SME, e quindi il laburista Tony Blair, convinto europeista e regionalista. La Francia vive intanto il problema delle immigrazioni irregolari, sopratutto dai paesi del Nord Africa. Il dramma dei sans papier viene affrontato in modo diverso dai governi che si succedono: quello di centro-destra guidato da Alain Juppè vota una legge anti immigrazione, appoggiata dagli estremisti del Front National di Jean-Marie Le Pen, mentre la coalizione di centro-sinistra, guidata dal socialista Lionel Jospin, regolamenta l'immigrazione con una serie di procedure selettive per censire gli irregolari. Anche la Germania vive una crisi profonda, dovuta alla recessione globale, ben assorbita dalle aziende tedesche e da una serie di riforme istituzionali del governo di Kohl. In questo periodo anche la Germania deve fare i conti col problema dei migranti provenienti sopratutto dall'Est Europa. 

ITALIA - L'Italia vive nel 1992 una profonda crisi istituzionale dominata dalle stragi di mafia e dal caso Mani Pulite, che travolge le segreterie dei cinque partiti di governo. Lo scandalo coinvolse i vertici della politica italiana e diversi esponenti dell'imprenditoria, portando alla luce una fitta rete di corruzione e di finanziamenti illeciti ai partiti. Le indagini furono condotte inizialmente dal pool della Procura di Milano, guidato da Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D'Ambrosio; del pool facevano parte Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini e Tiziana Parenti.  
I cambiamenti del Paese sono tali da significare il passaggio a una Seconda Repubblica. Scompare il PCI sostituito dal Partito Democratico della Sinistra o PDS, tramonta la Democrazia Cristiana, sostituita da diversi organismi di centro (CCD, CDU e PPI). Dopo la fine della presidenza Cossiga viene eletto alla Presidenza della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che deve cercare di ricompattare l'unità istituzionale. Nel giro di due mesi, tra maggio e luglio 1992, due delitti di mafia: il giudice Giovanni Falcone e il giudice Paolo Borsellino. Dopo lo scandalo Tangentopoli la crisi politica porta alla formazione di due coalizioni di centrodestra e di centrosinistra (BIPOLARISMO): 
a) la Casa delle Libertà (più tardi Polo delle Libertà) espressione dell'elettorato moderato e liberale, costituita da Forza Italia di Berlusconi, da Alleanza Nazionale di Fini (partito nato dalle ceneri del Movimento Sociale Italiano) e dalla Lega Nord di Bossi, (si unirà poi anche il CCD) guidata dallo stesso Berlusconi;
b) l'Ulivo, coalizione progressista, formata dal  PDS e dal Partito della Rifondazione Comunista (poi divisa dai Comunisti Italian), guidato da Romano Prodi. 
Nel marzo 1994 le prime elezioni politiche della neonata Seconda Repubblica furono vinte dal centro-destra che tuttavia dovette fare i conti con una crisi di governo, aperta dall'uscita della Lega Nord dalla maggioranza. Al posto del governo Berlusconi si formò un gabinetto tecnico guidato da Lamberto Dini. Nel 1996 le elezioni furono vinte dall'Ulivo. Il governo guidato da Romano Prodi avviò un importante disegno di riforma economica e favorì l'ingresso italiano nell'Eurozona ma le "larghe intese" della coalizione di centro-sinistra si trovarono a fronteggiare una nuova crisi che portò all'opposizione Rifondazione Comunista, divisa dai Comunisti Italiani!, e alla riorganizzazione del PDS che cambiò nome in DS (Democratici di Sinistra). La nuova coalizione di centro-sinistra sarà sconfitta nel 2001 dal Polo delle Libertà.

3 - QUADRO ECONOMICO

Nonostante la recessione globale l'ingresso dei paesi dell'Est Europa nel mercato favorisce la crescita del PIL mondiale e genera un aumento significativo della produttività. Questo fenomeno si presenta soprattutto nei paesi di nuova industrializzazione e nei mercati emergenti dell'Estremo Oriente e del Sud America. La nascita di società multinazionali genera però anche lo squilibrio tra paesi e tra economie, e per questo nasce il WTO, l'organizzazione mondiale del commercio, allo scopo di monitorare gli scambi ed evitare il formarsi di cartelli tra economie forti sul mercato. Si cerca di favorire lo sviluppo sostenibile, aprendo a nuovi mercati ed economie. Si segnala anche la progressiva perdita di mercato dei prodotti agricoli, destinati spesso a carburante ecocompatibile. Nel 1992 la Conferenza di Rio fa il punto sulla situazione dell'ambiente e vengono votate misure per la riduzione dei gas serra nell'atmosfera, ma vengono anche esaminate le situazioni dei paesi di recente sviluppo come i paesi dell'America Latina.

PARTE SECONDA
IL XXI SECOLO (2000-2015)

1 - QUADRO STORICO E POLITICO

USA -  Le elezioni presidenziali  del 2000 sono caratterizzate dalla vittoria dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'omonimo ex presidente. La presidenza Bush deve fare i conti con quello che viene considerato l'atto di terrorismo più drammatico dell'età contemporanea: gli attentati dell'11 settembre 2001. Si trattò di quattro differenti attacchi terroristici, collegati tra di loro dalla comune matrice ideologica (il fondamentalismo islamico), dall'organizzazione che li rivendicò (al-Qaida), dalle modalità (quattro voli di linea dirottati e usati come armi). I morti furono in totale 3000. Due dei quattro voli di linea dirottati si schiantarono sulle due Torri Gemelle del World Trade Center di New York, cuore finanziario della città e del Paese, il terzo aereo colpì il Pentagono, a Washington D. C., mentre il quarto, forse diretto sulla Casa Bianca o sul Campidoglio, si schiantò in Pennsylvania. Gli attentati furono rivendicati dall'organizzazione terroristica al-Qauda, guidata da Osama Bin Laden. Non ci furono spiegazioni precise dei terroristi sul movente, ma gli esperti concordarono la concomitanza di alcune cause scatenanti, come le operazioni militari americane in Afganistan ai tempi dell'occupazione sovietica del 1979, la Guerra del Golfo Persico e il consolidamento di Israele come base americana nel Mediterraneo. Altri esperti cercarono di chiarire un possibile progetto politico di Bin Laden, in base alle dichiarazioni del leader islamico dopo gli attacchi. In seguito agli attentati il governo degli Stati Uniti creò una speciale Commissione dedicata alle indagini e avviò una massiccia campagna anti-terrorismo, coinvolgendo diversi Stati.
Nel marzo 2003 scoppia la Guerra d'Iraq (impropriamente nota come SECONDA GUERRA DEL GOLFO). La guerra, risolta  in breve tempo, aveva come obiettivo la deposizione e la cattura del dittatore iracheno Saddam Hussein, ritenuto (erroneamente) in possesso di armi di distruzione di massa e coinvolto negli episodi di terrorismo rivendicati da al-Qauda. Nonostante il rapido raggiungimento degli obiettivi la guerra fu caratterizzata da una lunga resistenza contro gli invasori occidentali, che si concluse solo nel 2011, quando i territori occupati furono riconsegnati alle autorità irachene. Non si arrestò invece  la guerra civile tra le fazioni religiose. Saddam Hussein fu catturato e processato da un tribunale iracheno per crimini contro l'umanità. La condanna a morte per impiccagione fu eseguita nel 2006. La deposizione del leader non riuscì però a garantire all'Iraq la stabilità politica, a causa della penetrazione di cellule fondamentaliste nel territorio. L'impegno politico di Bush porta a una sua riconferma nel 2004. Nel 2008 assistiamo a una vittoria dei democratici con l'elezione di Barack Obama - riconfermato poi quattro anni dopo - primo presidente afroamericano degli USA.

EUROPA - I primi anni del nuovo secolo vedono l'allargamento dell'Unione Europea. I 15 stati membri accettano in modo unilaterale gli accordi di Schengen per l'abolizione delle frontiere doganali e firmano il Trattato di Nizza per la creazione di una Convenzione Europea. Il 1 gennaio 2002 entra in vigore la moneta unica, l'Euro, (adottata de facto anche a San Marino, Vaticano, Monaco e negli Stati in attesa di riconoscimento come Montenegro e Kosova). Nel primo decennio del XXI secolo gli accordi di Schengen vengono estesi a diversi stati europei, molti dei quali adottano l'Euro come valuta ufficiale. Una delle principali protagoniste dell'integrazione europea fu sicuramente la Francia, avviata a una notevole stabilità economica grazie alla cooperazione con la Germania. Nonostante la Francia si fosse fatta promotrice di una politica europea forte nel 2005 boccia la Costituzione Europea col 55% dei voti. Anche la Germania assunse dopo la riunificazione un ruolo attivo nell'Unione Europea, partecipando alle diverse operazioni militari nei Balcani e assumendo un sempre più consistente potere di controllo sulla finanza europea.  Nel 2005 viene nominata Cancelliere Angela Merkel, del CDU (Unione Cristiano Democratica), che forma una Grande Coalizione insieme a CSU (Unione Cristiano Sociale) e SPD (Partito Social Democratico). Nel 2007, in Gran Bretagna, dopo la fine dell'era Blair, europeista e attivo nella lotta contro il terrorismo, sale al potere ancora un laburista, Gordon Brown, che si dimette dopo 3 anni in seguito alla sconfitta elettorale dei laburisti alle elezioni del 2010. Nuovo premier è il conservatore David Cameron. Oltre a essere uno dei più giovani primi ministri nominati dalla Corona - 43 anni - Cameron è il primo premier britannico a formare un governo di larghe intese dai tempi del secondo dopoguerra, allargando la coalizione di governo ai liberal-democratici e affidando la poltrona di vice primo ministro a Clegg.

ITALIA - Nel 1999 in Italia è eletto presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che si fa portavoce dell'esigenza di recuperare l'unità nazionale, dopo il terremoto politico e istituzionale degli anni Novanta. Il nuovo millennio si apre però ancora all'insegna dell'instabilità. Durante il vertice del G8, tenutosi a Genova nel luglio del 2001, le manifestazioni di dissenso dei cortei No Global sono destabilizzate dalle infiltrazioni di gruppi estranei allo spirito della contestazione (gli appartenenti al cosiddetto Blocco Nero o black bloc) e la manifestazione, dagli intenti pacifici, degenera in una drammatica guerriglia urbana culminata con l'omicidio del giovane attivista genovese Carlo Giuliani, ferito a morte da un colpo sparato da un carabiniere in Piazza Alimonda. La reazione dei dimostranti alla morte di Giuliani è all'origine di un secondo drammatico episodio: l'irruzione (ingiustificata) delle forze dell'ordine nei locali della scuola Diaz, messa a disposizione dal comune di Genova come dormitorio e sede del Media Center dell'organizzazione. Sospettando la presenza di esponenti del Blocco Nero e di strumenti contundenti, le forze dell'ordine irruppero nei locali della scuola in modo violento, picchiando in modo indiscriminato 93 persone presenti nella scuola Diaz al momento del blitz, alcuni dei quali estranei al movimento No Global (medici, volontari, giornalisti). I 125 responsabili furono processati e condannati ma di fatto nessuno subì conseguenze per i reati commessi, non esistendo in Italia un reato di tortura. Ad aprile 2015 la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato Italiano al risarcimento delle vittime del pestaggio per le lesioni subite, rimarcando la violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e la sussistenza del reato di tortura. Gli episodi del 2001 non colpiscono significativamente  la coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi, che aveva vinto le elezioni politiche nel 2000: il centro-destra governa tre legislature (la XIV fino al 2005 e la XV fino al 2006, poi la XVI dal 2008 al 2011): tuttavia, le indagini della Magistratura milanese  travolgono la leadership di Berlusconi (che nel 2008 tenta una modifica strutturale del proprio movimento politico) che viene condannato e costretto a lasciare la poltrona di parlamentare nel 2013.  Alla scadenza del mandato presidenziale di Ciampi, viene eletto al Quirinale Giorgio Napolitano, che è il primo presidente della Repubblica Italiana a essere rieletto dopo il settennato per garantire continuità al processo di riforme istituzionali. Durante il mandato nomina Presidente del Consiglio l'economista Mario Monti, a capo di un gabinetto tecnico che avvia una radicale manovra finanziaria allo scopo di arginare gli effetti della crisi economica e rilanciare la produttività. Dopo le dimissioni di Monti si ha un governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta, mentre nel marzo del 2014 il governo torna nelle mani del centro-sinistra con la coalizione guidata da Matteo Renzi che forma ancora un gabinetto misto. Dopo le annunciate dimissioni di Napolitano, con l'avvio del disegno di riforme del governo Renzi, nel gennaio del 2015 sale al Quirinale Sergio Mattarella.

PAESI ARABI - Oltre al Golfo Persico, l'azione militare degli USA era rivolta anche all'Afganistan, dove, dalla fine dell'occupazione sovietica, si era costituito un regime fondamentalista islamico guidato dai talebani, qualificati come studenti di teologia coranica, che avevano dato vita a una repubblica teocratica sul modello di quella iraniana. Il regime era sospettato di nascondere l'emiro Osama Bin Laden, capo di al-Qauda, che fu scovato da un reparto speciale nel 2011 in Pakistan e ucciso. Ma gli avvenimenti più significativi del 2011 sono legati a un processo rivoluzionario definito PRIMAVERA ARABA, che coinvolse alcuni paesi del Nord Africa. Il primo paese a insorgere fu la Tunisia, dove ill dittatore Ben Ali fu costretto alle dimissioni, seguito poi dall'Egitto, dove la rivoluzione segnò la fine del regime di Mubarak (abbandonato dagli stessi generali che lo avevano sostenuto ai tempi del suo colpo di stato). In Libia i gruppi islamici a lungo repressi dal regime del colonnello Gheddafi presero il potere in Cirenaica causando l'inizio di una vera e propria guerra civile con la Tripolitania, ancora controllata dal dittatore. Gli interventi della Francia e dell'Inghilterra - e di altre forze della NATO tra cui l'Italia - aiutarono la risoluzione del conflitto. Gheddafi fu ucciso dai ribelli mentre cercava di fuggire dal paese. La conseguenza che accomuna queste rivoluzioni è la proliferazione di cellule del fondamentalismo islamico nei paesi mediterranei, con il rischio di penetrazione nei paesi europei. Uno dei casi più recenti è la serie di attacchi terroristici che hanno colpito Parigi nel gennaio del 2015.
Nel giugno del 2014 un gruppo fondamentalista islamico guidato da Abu Bakr ha proclamato la nascita di un califfato nelle zone controllate dal gruppo stesso, sotto il nome ISIS (acronimo di Stato Islamico di Iraq e Siria). Le radici di questo gruppo vanno ricercate nella resistenza irachena seguita alla vittoria americana durante la Seconda Guerra del Golfo del 2003: nel 2004 infatti al-Zarqawi fondò lo Stato Islamico dell'Iraq, allo scopo di combattere gli occupanti americani e il governo sciita e filo-americano di Bagdad. Il movimento (inizialmente alleato di al-Qaida in Iraq ma poi distaccatosi e diventato un diretto concorrente) nel 2013 ha partecipato alla guerra in Siria, conquistando i territori poi aggiunti a quelli in Iraq e proclamando la nascita dello Stato Islamico. Dall'anno successivo l'ISIS ha espanso ulteriormente il proprio raggio d'azione, compiendo una rapida ascesa nei territori occupati e sfidando l'Occidente e gli altri paesi arabi: ciò ha costretto gli USA a un nuovo intervento armato. A seguito dei successi dell'ISIS molti gruppi esterni hanno aderito allo Stato Islamico qualificandosi come Province, e collaborando attivamente alla jihad. Per contro molti Stati hanno disconosciuto lo Stato Islamico, considerandolo un'organizzazione terroristica.  

2 - QUADRO ECONOMICO E SOCIALE

BOOM DEMOGRAFICO -  Il XXI secolo si caratterizza per un eccezionale incremento demografico che porta la popolazione mondiale oltre i sei miliardi. Questa tendenza si registra sopratutto nei paesi non ancora sviluppati o di più recente sviluppo, innescando una vera e propria bomba demografica che  rischia di esplodere, con la conseguente insufficienza di risorse necessarie al fabbisogno giornaliero. A determinare il pericolo è proprio lo squilibrio demografico tra aree sviluppate e sottosviluppate, queste ultime connotate da una maggiore popolazione. Tra gli effetti del boom demografico c'è anche l'incremento dell'urbanizzazione che coinvolge realtà come San Paolo in Brasile e Mumbai in India, la cui densità abitativa, pur non trattandosi di capitali di Stato, è in crescita.

CRISI DELLE RISORSE - La crescita demografica favorisce l'aumento delle correnti migratorie, sopratutto da Asia e Africa, ma anche dal Sudamerica, verso Europa e Stati Uniti, complicato da ovvie difficoltà adattive dei migranti: occorre precisare che questo fenomeno non riguarda solo i paesi occidentali ma si registra anche nei paesi da cui provengono i migranti, in cui si formano flussi di migrazione verso i centri urbani.  Ma anche l'occidente sviluppato è colpito da una crisi dovuta all'allungamento della vita, che fa collassare il sistema dello stato assistenziale (welfare) ancora presente in Europa. La necessità di una ridistribuzione delle risorse conduce a misure finanziarie che finiscono col gravare sui ceti più deboli: in Italia aumenta l'età pensionabile allo scopo di ridurre i costi della previdenza sociale e nasce il fenomeno dei lavoratori esodati, collocati a riposo senza copertura previdenziale. 

GLOBALIZZAZIONE -  Fin dagli anni Novanta del XX secolo si assiste all'inserimento di un numero crescente di paesi nel mercato mondiale.  Nel commercio il fenomeno condusse alla creazione di ampi spazi comuni, come il WTO (World Trade Organization), che nel 2001 vede l'ingresso della Cina, il Mercato Comune Europeo e il NAFTA (North American Free Trade Agreement): in realtà questo allargamento del mercato mondiale era solo fittizio, in quanto gli unici spazi veramente aperti erano quello europei e quello nord-americano. Conseguenze della globalizzazione industriale sono la delocalizzazione, ossia lo spostamento della produzione nelle aree non ancora sviluppate in cui la manodopera aveva un costo inferiore., e la creazione delle zone franche (Free Trade Zone), aree in cui non esisteva un aggravio di tassazione. Ciò comportò un'intensificazione della produzione nelle aree "free" e la proliferazione dello sfruttamento del lavoro minorile e femminile. Nel settore agricolo la globalizzazione fu attuata da alcune multinazionali come la Monsanto, azienda americana presente in molti paesi dove ha introdotto concimi chimici e semi OGM, incontrando spesso la resistenza dei sostenitori delle agricolture locali. Le maggiori difficoltà della globalizzazione si sono avvertite nel settore finanziario, in quanto i mercati formavano ormai una sola rete e tutte le economie nazionali dipendevano dai grossi capitali internazionali. Molte economie crollarono, nel 2001 la crisi arriva alla borsa di New York causata dalle difficoltà degli stati debitori degli USA e della bolla speculativa che si era formata a causa delle operazioni finanziarie degli investitori: la crisi coinvolse inevitabilmente tutte le economie collegate.
Infine, tornando al commercio, si afferma un nuovo modello svincolato dalla grande distribuzione, noto come fair trade o commercio equo e solidale, rivolto ai paesi in via di sviluppo al fine di tutelare i produttori locali con esportazioni mirate nelle zone sviluppate, senza passare per la distribuzione ordinaria.