venerdì 24 giugno 2016

Classe 2 Parte 6b S

IL MONDO BIZANTINO
867-1206

Dopo lo scisma di Fozio assistiamo a un vero e proprio ridimensionamento della potenza bizantina: Bisanzio non è più padrona assoluta del Mediterraneo, sotto l’incalzare dell’avanzata araba e carolingia, ma paradossalmente mantiene nello stesso tempo una posizione di supremazia politica e territoriale che si manifesta proprio durante il regno delle ultime quattro dinastie che si avvicendano sul trono di Costantinopoli fino al 1206, l’anno della caduta della capitale dell’impero. Le quattro dinastie sono:

dinastia Macedone
dinastia dei Ducas
dinastia dei Comneni
dinastia degli Angeli

Nell’867 sale al trono la dinastia macedone con Basilio I, che regna fino all’886, anno in cui sale al trono Leone VI, durante il cui regno, che dura fino al 912, Bisanzio è costretta a cedere agli Arabi la Sicilia. Sale dunque al potere Romano I Lecapeno (920-944) che respinge l’avanzata dei Bulgari nel 923 e sconfigge i Russi nel 944. Alla sua morte gli succede Costantino VII Porfirogenito, alla cui morte (959) sale al trono Romano II (959-963) il cui generale Niceforo Foca conquista Creta (961) e Aleppo (962) per poi succedere a Romano sul trono bizantino col nome di Niceforo II Foca(963-969); sotto Niceforo Cipro e la Cilicia ritornano bizantine. Con Giovanni I Zimiscè (969-976) abbiamo una nuova espansione territoriale, con l’annessione della Bulgaria Orientale nel 971 e quattro anni dopo della Siria e della Palestina che vengono tolte agli Arabi. Nel 976 sale al trono Basilio II Bulgaroctono (976-1025) che annette anche la Bulgaria Occidentale dopo avere sconfitto i Bulgari presso il fiume Struma. La dinastia chiude il suo periodo aureo con lo scisma d’Oriente (1054) che separa le due chiese, quella greca e quella latina, dopo la scomunica subita dal patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario da parte di papa Leone IX. Lo scisma costituisce una delle pagine più importanti nella storia dell’Impero d’oriente, che ora è solo e senza protezione. Tra i fatti più importanti, la cristianizzazione dei popoli slavi e la fondazione di una federazione di monasteri ortodossi che aveva il suo fulcro nel monte Athos, centro spirituale di enorme rilievo per la vita religiosa di tutto l’impero.
Nel 1159 sale al potere la dinastia dei Ducas, sotto il cui regno l’impero deve arretrare sotto l’avanzata dei Normanni nell’Italia meridionale, dei Peceneghi e dei Turchi Selgiuchidi, che si spingono fino all’Asia Minore, minacciando da vicino Costantinopoli e sconfiggendo l’imperatore Romano IV Diogene a Manzicerta nel 1071. Dopo la vittoria i Turchi fondano nel 1080 il sultanato di Iconio o di Rum, e strappano a Bisanzio Anatolia, Bitinia e Isauria.
Nel 1081 sale al trono la dinastia dei Comneni con Alessio I, che regnerà fino al 1118. Durante il regno di Alessio si fa sempre più incalzante la minaccia degli assedi dei Normanni prima e dei Peceneghi poi, ma il pericolo più vicino viene dai Turchi Selgiuchidi che avanzano in Asia Minore obbligando Alessio a chiedere aiuto ai Cristiani d’Occidente. Durante la prima crociata l’Asia Minore viene riconquistata e Alessio ottiene la sovranità su Antiochia (1096). Nel 1118 sale al trono Giovanni II, che lotta contro gli Ungari, sottomette la Piccola Armenia e sconfigge i Peceneghi a Berrhoia nel 1122. Nel 1143 sale al trono l’ultimo dei Comeni, Manuele I, che non riesce a restaurare la potenza bizantina nell’Italia meridionale, ormai saldamente in mano ai Normanni, e, dopo l’alleanza di Venezia (minacciata da Manuele) con i Normanni (1175), subisce la disastrosa sconfitta di Misiocefalo nel 1176 da parte dei Turchi Selgiuchidi.
Nel 1180 inizia la dinastia degli Angeli, mentre i Normanni conquistano Tessalonica e tutta la Bulgaria si rende indipendente. Isacco Angelo, spodestato dal fratello Alessio III, chiede di nuovo aiuto all’Occidente cristiano, e durante la quarta crociata, nel 1206, gli eserciti veneziani occupano Costantinopoli, rovesciando l’Impero d’Oriente, che da questo evento cambierà nome diventando Impero latino, e sopravvivendo di fatto fino al 1261 come stato crociato di tipo feudale.

Le ultime quattro dinastie bizantine corrispondono al periodo di maggior fulgore e di maggiore espansione dell’Impero d’Oriente. In ambito giuridico il vecchio codice giustinianeo viene ammodernato con l’introduzione dei Basilici, raccolte di nuove disposizioni, emanate sotto Basilio I e anche sotto Leone VI, a cui si affiancarono manuali di procedura amministrativa, come il Libro dell’Eparco, e di strategia militare come il Taktikon.
Lo stato si divide ancora in temi, ma per garantire un maggiore controllo del potere centrale si ricorre a circoscrizioni civili e militari più ristrette, comprendenti diversi temi, e guidate da un duca o catepano, per quanto riguardava la giurisdizione militare, e da un pretore tematico, per quanto riguardava l’amministrazione civile. Il governo centrale si componeva di logotesie, sorta di dicasteri, la cui carica più importante era quella del logoteta del dromo, una specie di ministro degli esteri e degli interni. Si forma inoltre una nuova classe sociale, costituita dagli ex funzionari dell’alta burocrazia, e si instaura un feudalesimo di tipo orientale, che presenta vincoli di vassallaggio tra dinati e parici, ma differisce da quello europeo sia per l’assenza di cerimonie di investitura sia per la presenza del forte potere centrale dell’imperatore a cui tutti gli anelli della catena feudale devono fare riferimento. La grossa proprietà fondiaria si estende. L’imperatore cerca, soprattutto sotto Romano I Lecapeno, di limitare il potere della aristocrazia terriera, ma l’alleanza dei latifondisti con la nuova classe sociale degli ex burocrati, conduce al formarsi di una classe sociale molto forte che finisce col produrre l’inevitabile decadenza del potere centrale. Ad accelerare questa decadenza contribuisce, durante il regno dei Comneni, il sistema della pronoia, ossia l’assegnazione di terre in beneficio in cambio di servigi militari, che produce la nascita di un ceto latifondista militare.