mercoledì 8 giugno 2016

Classe 5 Storia

Classe 5 Storia
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CLASSE QUINTA - MODULO 1 - STORIA
Il primo Novecento

1 - QUADRO STORICO

si chiama BELLE EPOQUE proprio perchè questo periodo è caratterizzato da una notevole vitalità culturale, nonostante questo sia un momento di grave crisi e di tensioni politiche che poi sfoceranno nella prima guerra mondiale. il secolo si apre con una politica di riorganizzazione e di riarmo, ma anche con una fortissima innovazione tecnologica, che attraversa i due secoli e caratterizzata da nuove invenzioni - il motore a scoppio, il cinematografo, il fonografo, il telegrafo - che danno nuovi stimoli all’economia, all’industria, e alla cultura.

GRAN BRETAGNA - in europa cresce il prestigio economico, industriale e di conseguenza politico, della germania del KAISER GUGLIELMO II, che schiaccia il tradizionale predominio inglese. l’inghilterra è per il primo quarto di secolo in mano al partito conservatore, e consolida l’alleanza con la francia: dall’ENTENTE CORDIALE stipulata al termine della guerra anglo-francese nasce la TRIPLICE INTESA che coinvolge in seconda battuta anche la russia, accerchiando in questo modo la germania. nel 1908 il re EDOARDO VII, unitamente all’imperatore austriaco FRANCESCO GIUSEPPE. tentano una mediazione col kaiser allo scopo di convincerlo a limitare la corsa al riarmo attuata dalla germania, ma ogni trattativa diplomatica fallisce.

FRANCIA - la francia ha consolidato la sua presenza in africa e in asia, ma ancora una volta deve fronteggiare la pressione tedesca, la germania infatti convince il marocco a pretendere un congresso perchè venga difesa la propria integrità territoriale, spartita tra inghilterra e francia. si aprono così le due CRISI MAROCCHINE: al congresso di ALGECIRAS la francia è costretta a rinnciare al controllo politico-territoriale del marocco, assieme alla gran bretagna, pur mantenendo il controllo dei proventi economici de paese. qualche anno più tardi, per difendere i residenti francesi minacciati dal governo marocchino,  la francia occupa FEZ provocando la reazione tedesca: la germania invia infatti poderosi mezzi navali, tra cui il famoso incrociatore panther che minaccia di cannoneggiare le truppe francesi. la francia viene appoggiata militarmente dalle flotte navali inglesi. la seconda crisi si chiude con la cessione alla germania di parte del congo e del marocco, in modo da conservare il controllo sull’africa nord-occidentale.

BALCANI - mentre l’impero austro-ungarico annette la bosnia e l’erzegovina, e la bulgaria dichiara la propria indipendenza dalla tirchia, l’italia firma a racconigi un importante accordo con la russia per il controllo degli stretti, soprattutto quello dei DARDANELLI che era uno sbocco navale strategico. la russia si mpegna a riconoscere l’interesse dell’italia sulla libia. rafforzata da questo accordo l’italia dichiara guerra all’impero ottomano e si impossessa della tripolitania, della cirenaica, di rodi e del dodeccaneso: queste entità territoriali saranno ratificate con la pace di LOSANNA del 1912. la crisi dell’impero ottomano agitato da tensioni nazionalistiche - come quello dei GIOVANI TURCHI - viene ulteriormente aggravata dalle due GUERRE BALCANICHE: la prima vede contrapposte servia e montenegro, bulgaria e grecia contro la turchia da un lato e contro l’impero austro-ungarico dall’altro, e si chiude con la PACE DI LONDRA con cui la turchia conserva il proprio territorio e istanbul capitale ma deve rinunciare a tutti i possedimenti europei, ivi compresa la stessa albania che dichiara la propria indipendenza; la seconda vede contrapposte serbia, grecia e romania contro la bulgaria, che si avvicina politicamente alla germania. questo è l’inizio di una serie di tensioni a sfondo culturale e religioso, dominata dalla pretesa espansionistica della bulgaria e dal sentimento anti-austriaco.

ITALIA - gli accordi con la russia fanni vacillare la triplice alleanza dell’italia con germania e austria ma i contrasti vengono appianati dal ministro degli esteri italiano. dopo l’annessione di bosnia ed erzegovina l’austria non concede spazi all’espansione italiana nei balcani, provocando così alcune tensioni. l’italia inizia la guerra di libia che si ocnluderà come già detto con l’annessione di cirenaica, tripolitania, rodi e dodecanneso, ratificati con la pace di losanna nel 1912.

2 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

questo periodo è caratterizzato dall’affermazione dei GRUPPI NAZIONALISTI e delle grandi ORGANIZZAZIONI DI MASSA. la maggior parte dei paesi sono scossi dalle affermazioni di nuovi gruppi politici che vanno via via allargando la propria importanza, non solo nei pesi tradizionalmente imperialisti ma anche nei nuovi stati da poco indipendenti. è il periodo delle grandi traformazioni, come per esempio quelle che interessano la cina e il portogallo, come quelle che interessano qui paesi dove il governo cambia radicalmente assetto e vede l’emergere delle sinistre, come in italia.

2A - TRIPLICE INTESA

GRAN BRETAGNA - in gran bretagna assistiamo a uncambiamento importante dal punto di vista politico e sociale. il tradizionale assetto bipartitico viene infatti stravolto dalla contemporanea affermazione di conservatori e laburisti, che obbliga i conservatori a sottoscrivere una nuova piattaforma programmatica. vengono così varati nuovi e importanti provvedimenti riguardanti la legislazione sociale: la pensione di vecchiaia dopo i 70 anni, per esempio, assicurazioni contro gli infortuni, riduzione della giornata lavorativa a otto ore. viene proposto anche un ammodernamento della flotta, che comporterà l’introduzione di una IMPOSTA PROGRESSIVA SUL REDDITO E SULLE RENDITE FONDIARIE. questi nuovi provvedimenti incontrano l’ostacolo dei lord, tradizionalisti e conservatori, e comincia una lotta politica e sociale portata avanti da ASQUITH  e da LLOYD GEORGE. le nuove elezioni vedono vittoriosi proprio i progressisti e nel 1910 la camera dei comuni approva la kegge che ABOLISCE IL DIRITTO DI VETO DEI LORD SUI PROGETTI DI LEGGE FINANZIARIA. l’anno siccessivo col PARLIAMENT BILL la camera dei lord approva la definitiva abolizione del diritto di veto e sottrae quindi la politica economica alle ingerenze dell’aristocrazia. si tratta di una svolta sociale molto importante per il paese, che culmina in una riforma elettorale che estende ai due terzi dei cittadini maschi il diritto di voto. tra i provvedimenti anche il cosiddetto HOME RULE, il provvedimento che consente all’irlanda l’autogoverno, opposto sia dai protestanti dell’ulster sia dai cattolici integralisti del SINN FEIN, l’organizzazione nazionalista irlandese. purtuttavia la guerra imminente bloccò la trattativa e solo nel 1921 si arrivò, dopo una guerra civile, alla negoziazione del TRATTATO ANGLO-IRLANDESE, da cui nacque lo stato libero d’irlanda, a cui però non si unì l’ulster protestante che preferì restare parte del regno unito di gran bretagna,

FRANCIA - la francia vive un periodo di grande disagio sociale e politico. da una parte vanno avanti i militanti della sinistra radicale, come CLEMENCEAU e BRIAND, dall’altra invece assistiamo al una irpresa del revanscismo nazionalista e militarista dei partiti della destra. la laicizzazione della sinistra mette all’angolo la stessa chiesa, considerata alla stregua di qualsiasi organizzazione sociale, culmine di un’operazione cominciata alla fine del secolo precedente, e anche in francia come in italia scoppiano le rivolte operaie, come lo sciopero dei ferrovieri, anche in questo caso sedato con l’esercito. questi disordini sociali uniti alle due crisi marocchine fanno in modo che i partiti della destra nazionalista riprendano il loro ruolo primario, e infatti nel 1912 l’elettorato francese premia il revanscista POINCARE’ che diventa presidente della repubblica. le riforme sociali vengono messe da parte, e si dà priorità al finanziamento del riarmo, in previsione del conflitto oramai imminente.

RUSSIA - l’impero russo vive la sua fase cruciale che lo condurrà alla sua definitiva conclusione. dopo la sconfitta col giappone la russia perde credibilità e soprattutto il popolo russo vive un periodo di tensione e di crisi sociale, che sfocia nella DOMENICA DI SANGUE del 1905, il famoso eccidio si san pietroburgo, quando la guardia imperiale russa spara sulla folla che manifesta pacificamente guidata dal pope gapon. il massacro fa un migliaio di morti e segna la definitiva rottura tra il popolo russo, gli strati più umili della popolazione, e il piccolo padre, lo zar. inizia la PRIMA RIVOLUZIONE RUSSA. scoppiano sempre più frequenti gli scioperi di operai e di contadini, e si verificano casi di insubordinazione e di ammutinamento, uno dei più celebri è sicuramente quello dell’incrociatore corazzato POTEMKIN alla fonda nel mar nero, protagonista di una storica insubordinazione nel 1905. due sono i partiti che dominano la scena politica rivoluzionaria del paese: il PARTITO SOCIALRIVOLUZIONARIO (PSR), diffuso tra le masse contadine e operaie, che promuove la costituzione dei SOVIET, i consigli dei contadini e degli operai, a pietroburgo e mosca, e il PARTITO SOCIALDEMOCRATICO, diviso in MENSCEVICHI, moderati e filoborghesi, e BOLSCEVICHI, rivoluzionari e sostenitori del partito operaio come avanguardia del nuovo stato russo. i bolscevichi sono guidati da LENIN che rientra dall’esilio MA è costretto a una nuova fuga dopo il fallimento della prima rivoluzione. accanto ai partiti rivoluzionari ci sono i partiti borghesi, come il KDP o PARTITO DEI CADETTI  e il PARTITO OTTOBRISTA di ispirazione riformista e moderata.
dopo una nuova ondata di scioperi lo zar decide di concedere una DUMA ossia un parlamento, per consentire al popolo una parvenza di democrazia, ma con criteri elettorali molto rigidi e conservatori. nuove tensioni sociali obbligheranno nicola a emettere il MANIFESTO D’OTTOBRE con cui si impegna a concedere maggiori libertà civili e democratiche al popolo russo, come l’estensione del suffragio e la concessione del potere legislativo alla duma. ma queste misure non soddisfano i più rivoluzionari: lo zar infatti usa l’esercito per la repressione dei focolai di ribellione e questo contrasta con le iniziative democratiche e liberali di nicola II. la politica si spacca tra i menscevichi e i cadetti che credono nel disegno riformista dello zar e i bolscevichi e gli ottobristi che invece pensano al peggio, anche per via dello scioglimento forzato dei soviet. una nuova ondata di scioperi e di rivolte viene sedata col sangue. la prima duma del 1906 viene sciolta perchè non allineata con lo zar, e anche la seconda. alla fine lo zar promuove una terza duma, detta DUMA DEI SIGNORI, eletta con critri ancora più restrittivi, che durerà fino alla fine del mandato. a guidarla è il riformista STOLYPIN che governa riportando l’ordine pubblico col terrore, e avviando una nuova politica di ridistribuzione delle terre. stolypin sperva infatti di costituire una classe di piccoli e medi proprietari terrieri lontani da simpatie socialiste e legati solo alla terra. ma il tardivo risveglio borghese non produsse gli effetti sperati, e lo stesso stolypin benne ucciso da un socialrivoluzionario. iniziava così per la russia un periodo intenso di lotte sociali e politiche  che culminerà con la rivoluzione d’ottobre del 1917 e col rovesciamento dello zar.

2B - TRIPLICE ALLEANZA

GERMANIA - la germania vive un periodo estremamente importante ma anche travagliato. si rafforza economicamente, soprattutto nella produzione dell’acciaio, con le famiglie thyssen e krupp a farla da padroni, e nel contempo si isola nella politica internazionale, dando il via a quel progetto di PANGERMANESIMO che poi sconfinerà nel terzo reich. primo ministro è l’illuminato cancelliere VON BULOW, sostenuto dai centristi e dai conservatori ma poco gradito al kaiser per la sua politica di cautela nel riarmo. guglielmo II lo destituisce e mette al suo posto BETHMANN HOLLWEG. la società tedesca sta cambiando radicalmente dopo la fase di intensa industrializzazione. i lavoratori hanno come punto di riferimento il sindacato e il partito socialdemocratico, lo SPD, all’interno del partito ci sono due correnti, quella ortodossa marxista guidata da BEBEL  e quella REVISIONISTA guidata da BERNSTEIN. fu proprio bernstein a rendersi conto che oramai la società tedesca era mutata e con l’allargamento del ceto medio, frutto del nuovo industrialismo, era diventato necessario un cambiamento di programma, introducendo un dialogo con le forze capitaliste. il programma riformista di bernstein premia lo spd che diventa il primo partito tedesco. purtroppo la situazione politica, specie a livello internazionale, era ormai compromessa e bthmann hollweg riesce a far approvare dai socialisti la LEGGE SUL FINANZIAMENTO DEL RIARMO in previsione del conflitto imminente.

IMPERO AUSTRO-UNGARICO - questo è uno dei paesi sicuramente più messo a dura prova dai movimenti nazionalistici: abbiamo già visto per esempio il caso degli irredentisti trentini, a cui si aggiungono altri movimenti, come quello dei giovani cechi, quello degli slavi del sud, quello dei magiari. nonostane l’austria cerchi di correre ai ripari con un ammodernamento delle istituzioni, e col suffragio universale, la situazione è destinata a precipitare soprattutto dopo l’annessione della bosnia ed erzegovina, che provoca l’ostiità degli slavi del sud.

ITALIA - si apre in italia la cosiddetta età giolittiana. dopo due brevi governi affidati allo statista riformista SIDNEY SONNINO torna al potere GIOVANNI GIOLITTI che inizia una serie di provvedimenti volti a compattare la sua eterogenea maggioranza. giolitti adotta provvedimenti a carattere più locale che nazionale, e questo gli permette sicuramente di unificare le diverse rappresentanza elettorali, dagli industriali del nord agli agrari del sud, non ultimi i socialisti e i cattolici. nel 1906 nasce la CGL che avrà un grosso peso negli scioperi generali di inizio secolo, mentre quattro anni più tardi si costituisce l’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI. sul fronte cattolico il papa PIO X  sciolgie l’OPERA DEI CONGRESSI  per sanare i dissidi tra i cattolici intransigenti e la neonata DEMOCRAZIA CRISTIANA  e promuove la formazione di UNIONI CATTOLICHE  costituite intorno a diverse aree e sottoposte a un rigido controllo ecclesiastico. in questo periodo cresce l’interesse per la rappresentatività cattolica, con la formazione di istituti e di sindacati di ispirazione religiosa. 
il periodo giolittiano, aiutato da una positiva congiuntura economica, vede una ripresa dell’economia italiana, aiutata anche dagli invii degli emigrati italiani all’estero di valuta pregiata, le cosiddette RIMESSE. questa fase positiva permette a giolitti di governare con l’appoggio di una larga maggioranza. giolitti si rende protagonista, soprattutto nel suo quarto mandato, di tre importanti avvenimenti: la vittoria sull’impero ottomano, che consente all’italia di guadagnare la cirenaica, la tripolitania, e rodi con le isole del dodecanneso, ratificati dalla pace di losanna del 1912: la fondazione dell’INA, l’istituto nazionale delle assicurazioni, e l’approvazione della legge elettorale sul SUFFRAGIO UNIVERSALE che estende il diritto di voto a tutti i cittadini di sesso maschile di età superiore ai 30 anni. l’elettorato passa a 8 milioni e mezzo di aventi diritto. per allargare la propria maggioranza giolitti si allea col presidente dell’UNIONE CATTOLICA, il conte GENTILONI, dando vita a una coalizione (PATTO GENTILONI) di centrosinistra in cui i cattolici si impegneranno a sostenere il governo e la sinistra a una politica non pià anticlericale e in difesa della famiglia. 
purtroppo questo allargamento, complicato anche dal suffragio universale, rende instabile la maggioranza, e provoca l’uscita della sinistra radicale dal governo, causando le dimissioni di giolitti. nel dimettersi giolitti indica quale suo successore un uomo della destra liberale, ANTONIO SLANDRA, che si trova a governare non una sola italia ma tre italie, una socialista, una radicale e una cattolica. questa particolare complessità politica e istituzionale crea nuove tensioni sociali, come la cosiddetta SETTIMANA ROSSA, una serie di insurrezioni scoppiate nelle marche e nella romagna poco prima dello scoppio della grande guerra - tra i protagonisti ci fu anche l’allora socialista benito mussolini - e che salandra è costretto a controllare ancora una volta con l’esercito, anche se in maniera meno cruenta rispetto agli episodi di milano di inizio secolo.

3 - QUADRO ECONOMICO

questo è come si è visto un periodo di grande espansione economica, con la nascita e il consolidamento dei grandi gruppi industriali e il rafforzamento delle economie di usa e germania. l’inghilterra perde il suo ruolo egemone ma mantiene la leadership della politica monetaria per via del cosiddetto gold standard: il controllo monetario dell’oro vincola lo sviluppo e gli scambi della maggior parte dei paesi europei ed extraeuropei, e soprattutto di quelli non ancora industrializzati, inoltre tutte le economie devono fare i conti col tasso di scambio imposto dall’inghilterra e questo condiziona tutti i tipi di risorsa, da quella agricola a quella manifatturiera. a questo vincolo si sottraggono solo i due paesi in reale ascesa, la germania e gli usa: la germania ha realizzato un’economia basata sulla banca mista, finanziario-industriale, mentre gli usa hanno dalla loro un’economia oramai forte e in netta crescita che si fonda anche su una massiccia industrializzazione di diversi settori. la stragrande maggior parte degli investimenti commerciali riguardano a livello internazionale proprio questi due paesi. la produzione viene diversificata: nei paesi più moderni e avanzati tecnologicamente prevale l’industria manifatturiera e metallurgica e i settori strategici dell’industria per il rinnovo dei capitali, mentre le alre attività produttive come quella agricola sono concentrate nei paesi coloniali dove ci sono risorse vergini e una manodopera a basso costo.

IL TAYLORISMO

nel 1913 l’industria conosce la sua svolta con l’introduzione della CATENA DI MONTAGGIO creata da HENRY FORD nei suoi stabilimenti di detroit per la prima produzione automobilistica in grande serie. ford applica i criteri del cosiddetto TAYLORISMO, i principi dell’organizzazione scientifica del lavoro illustrati da taylor, che aveva elaborato nei suoi PRINCIPLES OF SCIENTIFIC MANAGEMENT un metodo per la selezione delle risorse umane da impeigare nello svolgimento di determinate mansioni. taylor riteneva che per ottenere il migliore risultato occorresse: 1) studiare le caratteristiche del lavoro e delle tipologie operative; 2) individuare il tipo di lavoratore in grado di svolgere questo tipo di lavoro; 3) selezionare la manodopera adatta. questo sistema era sintetizzato dal celebre motto  THE RIGHT MAN IN THE RIGHT PLACE AT THE RIGHT TIME, l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto. si tratta di una esasperazione del lavoro di serie che sfocia nel cosiddetto MACCHINISMO INDUSTRIALE: l’operaio comune si trova davanti semplici pezzi da assemblare e lavora a un solo settore della catena di montaggio, perdendo di vista l’intera filiera produttiva, e questo genera nell’operaio una sorta di frustrazione. l’introduzione della catena di montaggio segna una svolta decisiva dalle attività manifatturiere tradizionali e artigianali a lla produzione seriale, che si estenderà nel corso degli anni a  s svariati settori produttivi. l’attività industriale conosce in questo modo una vera e propria espansione, le industrie diventano delle vere e proprie città con una popolazione operaia di diverse migliaia di individui, e nasce la SPECIFICAZIONE DELLE MANSIONI, attraverso cui il prodotto viene curato in maniera diversa in ogni settore della filiera produttiva, fino al packaging e alla pubblicità con cui esso viene proposto. nascono le grandi aziende come la krupp, l’aeg, la kodak, la singer, la remington. negli stati uniti viene utilizzata sempre più massicciamente la popolazione di immigrati che provengono dai paesi europei, tanto che poco prima del conflitto sono gli usa a vantare la popolazione operaia più consistente, seguiti dalla germania, dall’inghilterra e dalla francia.

LA GRANDE INDUSTRIA ITALIANA

anche l’italia conosce una fase di espansione molto importante, che vede l’aumento del reddito nazionale e di quello pro capite ma soprattutto il maggiore contributo dato al PIL da parte dell’economia industriale rispetto a quella agricola. l’italia diventa un paese industriale, con largo sviluppo dei settori chimico, meccanico e soprattutto elettrico. l’industria idroelettrica sfrutta la grande quantità dei corsi d’acqua del nord e si accentra soprattutto in piemonte e lombardia dove nascono le industrie più importanti, grazie alla lungimiranza di imprenditori come agnelli, pirelli, breda, mondadori, romeo. nascono anche i italia le banche miste, create col concorso di capitali tedeschi, come la banca commerciale e il credito italiano. infine il completamento della linea ferroviaria consente all’italia di aumentare gli scambi commericali col resto dell’europa.
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CLASSE QUINTA - MODULO 2 - STORIA
La Prima Guerra Mondiale

1 - QUADRO STORICO INTRODUTTIVO

IL PERIODO - la prima guerra mondiale copre il quinquennio compreso tra il 28 luglio 1914 e l’11 novembre 1918. la guerra coinvolge fin da subito i principali stati europei, non soltanto a livello bellico ma anche ideologico e politico, determinando la fine di un periodo dorato, quello della belle epoque.

LE RADICI - innanzitutto la politica di squilibrio della germania post -bismarckiana, con la corsa al riarmo voluta del cancelliere bethmann-hollweg, spinto dal pangermanesimo del kaiser guglielmo II; la rottura del delicato sistema di alleanze creato dopo il 1870 dallo stesso bismarck; gli attriti tra l’impero austro-ungarico e le nazioni salve spinte dalla russia; il diffondersi dei nazionalismi nei balcani e nell’impero ottomano, che determinano una crisi irreversibile; la questione balcanica; il moltiplicarsi dei punti di attrito tra gli stati confinanti: tra germania e francia per le questioni coloniali e legate al revanscismo antitedesco, alimentato dal nuovo presidente francese pincarè, tra italia e austria per la questione delle terre irredente ancora in mano agli austriaci; tra germania e inghilterra per la supremazia navale. 
ma la guerra aveva soprattutto una forte connotazione economica, e legata alla supremazia commerciale e produttiva, dato che la germania in europa aveva raggiunto come si ricorderà una predominanza che andava a cozzare contro il primato inglese nella politica monetaria, dovuto alla posizione prioritaria dell’inghilterra nel gold standard che faceva sì che fosse l’inghilterra adettare le regole del mercato nonostante il primato produttivo fosse tutto tedesco. questo attrito si combinava alla rivalità navale tra i due imperi, inasprita già durante la crisi marocchina in cui la flotta navale inglese aveva difeso la francia.

LA STRATEGIA - gli equilibri prima del conflitto vedevano da un lato la TRIPLICE INTESA, formata dalla francia, dalla russia e dall’inghilterra, con l’impero russo oramai vicino al suo dissolvimento, e la TRIPLICE ALLEANZA formata da germania, impero austro-ungarico, anche questo in fase di dissolvimento, e italia. tra tutti la nazione più avvantaggiata era la germania che poteva contare su una rete ferroviaria efficiente e soprattutto su una possente artiglieria, tanto che il piano elaborato dal generale Alfred VON SCHLIEFFEN  prevedeva una GUERRA DI MOVIMENTO, potendo trasportare truppe e armamenti. In realtà la guerra si trasformò subito in una GUERRA DI POSIZIONE.

LA CAUSA DELLA GUERRA - il motivo occasionale dello scoppio del conflitto fu il cosiddetto ECCIDIO DI SARAJEVO, datato 28 luglio 1914: in questa occasione l’erede al trono dell’impero austro-ingarico, l’arciduca FRANCESCO FERDINANDO D’ASBURGO fu assassinato, assieme alla moglie, da uno studente bosniaco, GAVRILO PRINCIP, che apparteneva a un’associazione nazionalista antiaustriaca, la MLADA BOSNIA, la giovane bosnia. nella realtà questo episodio fu soltanto l’episodio più eclatante, perchè da tempo la questione era aperta tra i due paesi. la politica sburgica non voleva perdere infatti il controllo della bosnia e dei paesi slavi e aveva proposto il cosiddetto TRIALISMO, un sistema affine ai prottetorati inglesi, in cui la corna austriaca avrebbe affiancato quella ungherese, già riconosciuta, e quella slava. i paesi slavi erano però divisi da tensioni inconciliabili, come quello tra la bosnia, a maggioranza musulmana e la serbia a maggioranza cristiana: a scatenare l’odio per l’arciduca fu anche la sua visita alla bosnia proprio mentre si ricordava un evento luttuoso nella storia serba, la sconfitta dei serbi a kosovo nel 1389 da parte dei turchi. questa visita per il popolo serbo rappresentava una gravissima offesa. a complicare ulteriormente le cose  da vienna arriva l’ultimatum per la serbia, che viene minacciata  co l’invio dell’esercito e con la richiesta inappellabile di  una resa che viene rifiutata. spinta dall germania l’austria dichiara guerra alla serbia. la serbia viene protetta dagli stati dell’intesa, soprattutto dalla russia che era confinante, e che ordina una mobilitazione generale a sostegno dei serbi. la germania ordina alla russia di sospendere le operazioni ma di fronte al diniego russo la germania le dichiara guerra. a questo punto anche la francia si vede costretta a una mobilitazione generale ed entra in conflitto con la germania, che ne invade il territorio del belgio ancora neutrale. l’italia che era legata all’intesa solo da un punto di vista difensivo dichiara la propria neutralità. pochi giorni più tardi anche l’inghilterra dichiara geurra alla germania per difendere il belgio dall’invasione tedesca.

GLI SCENARI - la guerra diventa da subito mondiale non solo per il grande numero di nazioni convolte ma anche per gli interessi coloniali che potevano vantare i diversi paesi protagonisti della guerra. il conflitto si espande ben presto alle altre nazioni: il montenegro affianca la serbia contro l’austria, il giappone dichiara guerra alla germania, e l’impero ottomano dichiara guerra agli stati della triplice intesa. nel 1915 scende in campo l’italia che dichiara guerra all’austria e la bulgaria alla serbia. nel 1916 la germania dichiara guerra al portogallo e la romania all’austria. nel 1917 entrano in gioco gli scenari extraeuropei col coinvolgimento degli stati uniti e dei paesi latinoamericani contro la germania, a cui seguiranno alcuni paesi asiatici come cina e siam. la guerra rappresenta il fallimento del sogno pacifista dell’internazionale socialista, che aveva proposto soluzioni di dialogo e di diplomazia. il tedesco SPD  e la francese SFIO di JEAN JAURES voteranno invece a favore dell’intervento militare, distruggendo gli sforzi per evitare il conflitto. 

2A - QUADRO STORICO 1914-1916

I DUE FRONTI EUROPEI - la guerra in europa si combatte su due fronti, uno occidentale e uno orientale. sul piano terrestre ad essere maggiormente avvantaggiati sono gli imperi centrali, la germania, l’austria, e l’impero ottomano, mentre sul piano navale è di grande importanza strategica la superiorità della flotta inglese. sul fronte occidentale vengono schierate 78 divisioni di fanteria e 11 di cavalleria, contro gli alleati anglo-franco-belgi, mentre su quello orientale vengono schierate 75 divisioni di fanteria e 11 di cavalleria contro il debole esercito russo. il problema della russia era la vastità del suo territorio, la germania poteva contare allora su una efficace rete ferroviaria con cui trasportare truppe e armamenti, mentre la russia doveva richiamare spesso da zone lontane le proprie truppe, con notevole ritardo nello svolgimento delle operazioni di guerra. in africa il contingente dell’intesa era più forte e aveva subito accerchiato e ridimensionato le scarne tuppe tedesche. nel mediterraneo la superiorità navale della triplice intesa fa in modo che austria e germania vengano isolate soprattutto commercialmente, e la germania cerca di approntare una guerra sottomarina per aggirare la sua inferiorità numerica. proprio questa indiscriminata guerra sottomarina richiama l’intervento degli stati uniti.

FRONTE OCCIDENTALE - l’esercito tedesco si muoveva secondo il cosiddetto PIANO SCHLIEFFEN, secondo il quale era necessario dapprima attaccare la francia, passando per il belgio neutrale, e successivamente trasferire le divisioni in russia, essendo l’esercito russo assai più lento negli spostamenti. ma la guerra franco-tedesca diventa GUERRA DI POSIZIONE: arrivati a 80 km da parigi i tedeschi subiscono una pesante sconfitta sulla marna e sono costretti a ripiegare verso il mare del nord e viene costituito a difesa della posizione un fronte trincerato di 800 km che va dalla manica alla svizzera, e che non subirà decisive alterazioni negli anni successivi.

FRONTE ORIENTALE - sul fronte orientale i russi riescono a entrare in prussia e costringono l’esercito tedesco a richiamare alcune divisioni dal fronte opposto, cosa che forse produsse la sconfitta tedesca in francia. irussi sono sconfitti a tannenberg e sui laghi masuri ma riescono comunque a invadere l’ungheria. sempre sullo stesso fronte l’austria sconfigge la serbiae ad esntrare a belgrado, ma i serbi riescono a respingere subito l’invasione e a contenerla anche qui con una guerra di posizione.

1915 - la germania decide di concentrarsi sul fronte più debole, che è quello orientale, in quanto la superiorità numerica dell’intesa e la posizione del fronte trincerato impedisce di fatto lo sfondamento a ovest. l’esercito russo è debole e isolato, e questo permette alle divisioni tedesche di occupare un fronte rettilineo dal baltico al dniestr, entrando in territorio russo. le forze austro-tedesche sono guidate dai generali HINDEBURG e LUDENDORFF, ma questa vittoria non è affatto decisiva. l’italia infatti decide di schierarsi a fiando dell’intesa e attacca gli austriaci sull’isonzo, obbligando così le divisioni austriache a occuparsi di un nuovo e inatteso fronte. sul fronte occidentale le truppe anglo-francesi tentano di sfondare la linea creata a difesa delle posizioni, e la germania inizia la guerra sottomarina per aggirare il blocco economico creato dall’inghilterra. proprio la guerra sottomarina porta all’intervento americano, dopo che il piroscafo lusitania con a bordo molti passeggeriamericani viene affondato. sul fronte orientale le truppe anglo-francesi tentano di sfondare lo stretto dei DARDANELLI per poter entrare in russia e aiutare gli alleati ma sono respinti dall’esercito turco. l’impero ottomano approfitta della guerra e dell’assalto francese per organizzare il GENOCIDIO DEGLI ARMENI, un popolo cristiano che rivendicava la propria indipendeza dall’impero ottomano e che si era schierato con le truppe dell’intesa. alla fine del 1915 gli imperi centrali avevano migliorato le loro posizioni ma l’intervento dell’italia a fianco dell’intesa creava un ulteriore problema, privando l’alleanza dello sbocco sul mediterraneo e gettando i presupposti per l’asfissia economica degli imperi centrali.

1916 - la germania, forte della vittoria sul fronte russo, decide di attaccare la roccaforte francese di VERDUN, una delle battaglie più sanguinose del conflitto, obbligando gli inglesi a una controffensiva su LA SOMME, in cui compaiono per la prima volta i mezzi cingolati. sul fronte itliano l’austria comincia una serie di guerre di USURA, piccole battaglie allo scopo di logorare la resistenza italiana. gli austriaci riescono a entrare in territorio italiano ma la linea difensiva sull’isonzo viene ricostituita e l’esercito riesce a riconquistare gorizia. sul fronte orientale l’esercito ursso riesce a ricompattarsi e a ricacciare l’avanzata tedesca, e di questo ne approfitta la romania, che attacca le truppe austriache e tedesche in ritirata. ma la debolezza della strategia romena provocano la sconfitta e la caduta di bucarest. in mare la germania continua la guerra sottomarina e viene affondato il piroscafo sussex, che produce un ulteriore inasprimento dei rapporti diplomatici con gli usa. nel tentativo di aggirare il blocco britannico la flotta tedesca affronta gli inglesi nella battaglia dello JUTLAND, nel mare del nord, in cui la flotta inglese conterà parecchie perdite ma riuscirà a contenere l’offensiva tedesca. la germania non teneterà altre offensive sul piano navale. lo stesso anno muore il kaiser francesco giuseppe e gli succede il figlio CARLO che mira a una pace separata. proprio alla fine del 1916 vengono perorate le richieste di pace. buona parte dell’europa è infatti postrata dalle perdite, soprattutto di vittime civili, oltre che minata dal rischio di collasso econmico. le due internazionali socialiste invocano una pace senza annessioni e senza il pagamento dei crediti di guerra. il presidente usa WILSON chiede quindi alle diplomazie di attivarsi per le trattative di pace. ma fin da subito le trattative falliscono, apparendo inconciliabili: l’intesa chiede la restituzione di alsazia e lorena alla francia, e il principio di nazionalità per i paesi sotto il dominio asburgico, mentre l’alleanza chiede il belgio e la polonia e un ridimensionamento dei confini francesi e balcanici. 

2B - QUADRO STORICO 1916-1918

1917 - le operazioni riprendono nel febbraio del 1917, dopo il fallimento delle trattative di pace, con un attacco a sorpresa delle forze dell’intesa, consapevole della superiorità numerica delle divisioni schierate in campo. la francia era guidata dal nuovo capo di stato maggiore NIVELLE mentre la germania era affidata dai generali HINDEBURG e LUDENDORFF, che, per contrastare la superiorità degli avversari, si affidano alla guerra sottomarina  tre fattori si riveleranno decisivi per le sorti del conflitto: la rivoluzione d’ottobre, l’abdicazione dello zar e l’entrata in guerra degli stati uniti. lo scoppio della rivoluzione d’ottobre provoca un immediato arresto delle operazioni di guerra sul fronte russo, perchè la nenonata repubblica non voleva più partecipare alla guerra. questo favorisce la germania, che tratta una pace separata con la russia e favorisce il rientro di lenin nel paese. la germania si vede protagonista di un intensificarsi della guerra sottomarina che provoca l’entrata in campo degli stati uniti. questa partecipazione riveste un ruolo fondamentale nei futuri assetti politici europei, spostando l’asse degli interessi verso l’atlantico. i sottomarini tedeschi cercano di chiudere il cerchio intorno all’inghilterra, colpendo non solo le navi da guerra ma anche i mercantili. sul fronte francese il piano strategico di nivelle non riesce a dare buon esito, non potendo la francia contare sull’appoggio della flotta inglese, e questo consente ai tedeschi di avanzare. sul fronte italiano si registra la famosa DISFATTA DI CAPORETTO in cui le truppe austro-tedesche riescono a sfondare lo sbarramento italiano, che però viene ricostituito sul PIAVE. dopo un ennesimo tentativo di riprendere le sorti della guerra la russia preferisce trattare la pace separata: dopo la presa di potere dei bolscevichi viene trattata la PACE DI BREST LITOVSK che assegna ad austria e germania la vittoria sul fronte orientale.

1918 - è questo l’anno delle grandi controffensive. i tedeschi, forti della pace con la russia, decidono di concentrarsi sul fronte occidentale, la germania decide di attaccare subito per evitare che l’esercito statunitense, coadiuvato da altri eserciti sudamericani, possa avere la meglio sulle divisioni tedesche. ma il possente attacco antifrancese viene respinto da una controffensiva sulla marna. sul fronte italiano si registra invece il blocco dell’avanzata austriaca sul piave e la sconfitta definitiva a vittorio veneto. nel frattempo le truppe alleate sono entrate in grecia e hanno raggiunto il confine tedesco, costringendo la germania a invocare la resa. il presidente americano wilson impone la resa incondizionata. anche la turchia è costretta alla resa e a trattare la pace. nel frattempo in inghilterra scoppia la QUESTIONE IRLANDESE, in cui i nazionalisti rifiutano il dominio britannico e la coscrizione obbligatoria nelle file dell’esercito inglese.

3 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

la prima guerra moniale produce una radicale trasformazione nella società degli stati che vi parteciparono. le esigenze di approvvigionamento degli eserciti, il loro spostamento, la necessità di far fronte alle esigenze delle vittime civili del conflitto, produssero dei radicali cambiamenti nella struttura politica, sociale e amministrativa degli stati delle due coalizioni e dei loro alleati. in alcuni casi, come la russia e gli stati uniti, assistiamo a un radicale cambiamento nel settore politico ed economico, ma anche nelle strutture dell’apparato  ideologico dopo la rivoluzione d’ottobre in russia.

GRAN BRETAGNA - la gran bretagna è un impero costituito come abbiamo visto da diversi dominions, ossia degli stati dipendenti  con governi decentrati, come canada, australia, irlanda. al governo ci sono i liberali conservatori, prima LORD ASQUITH e in seguito LLOYD GEORGE. viente introdotta nel 1916 la COSCRIZIONE OBBLIGATORIA per consentire un maggiore apporto di uomini alla causa dell’intesa di cui l’inghilterra faceva parte. le decisioni governative sono affidate anche in tempo di guerra all’autorità civile, ma le decisioni strategiche sono lasciate comunque ai militari. anche le donne hanno un ruolo importante nella vita produttiva del paese e in seguito alla protesta delle suffraggette viene ESTESO IL DIRITTO DI VOTO aanche alle donne.

FRANCIA - in francia sono al potere i socialisti, fino al 1915 VIVIANI  e in seguito fino al 1917 BRIAND, uk capo di stato maggiore è JOFFRE. la francia vive un momento di crisi dopo il 1917, con il fallimento del piano nivelle e con gli ammutinamenti che ne seguirono, che travolsero il governo e che portarono alla guida del paese CLEMENCEAU, e alla guida dell’esercito l’eroe di verdun, il maresciallo PETAIN, che ritroveremo poi alla guida della repubblica collaborazionista di vichy nela corso della seconda guerra mondiale. sotto questo governo assistiamo a una poderosa militarizzazione della nazione, nonostante la popolazione francese sia la metà di quella tedesca le forze armate schierano un esercito che è appena inferiore, circa il 20 per cento di meno, rispetto a quello tedesco.

GERMANIA - in germania assistiamo al crollo del reich e alla nascita della repubblica. il kaiser guglielmo II governa la germania avvalendosi della collaborazione dei due gernerali HINDEBURG e LUDENDORFF, trionfatori sul fronte orientale, che giodano l’esercito come se fosse una nazione e la nazione come se fosse un esercito. in questo periodo tutta la produzione tedesca viene convogliata sulla causa bellica: la nazione, già provata dai sacrifici, e minata dall’isolamento economico e commerciale, si trova sull’orlo del collasso, e nelle città cominciano a costituirsi dei gruppi spontanei di soldati e operai simili ai soviet. il cancelliere VON BADEN chiede le dimissioni immediate del kaiser, che fugge dal paese poco prima della firma dell’armistizio. il potere viene preso in mano dai socialisti. il rovesciamento del reich porta alla nascita di territori indipendenti come la REPUBBLICA BAVARESE. il leader socialdemocratico SCHEIDEMANN proclama il 9 novembre la REPUBBLICA TEDESCA, con alla guida il cancelliere EBERT, che ottiene subito la fiducia dei consigli operai e costituisce un governo di COMMISSARI DEL POPOLO. questo governo per prima cosa firma subito per l’armistizio, facendo uscire la germania dal conflitto e iniziando le operazioni di smobilitazione, introducendo le operazioni di voto di una AASEMBLEA COSTITUENTE per rifondare la nuova germania repubblicana. si apre uno dei periodi più critici del paese: i socialisti sono infatti divisi su tre partiti, i socialdemocratici del SPD guidati appunto da ebert e da scheidemann, che erano favorevoli a un disegno democratico e parlamentare, i socialisti revisionisti e indipendenti dell’USPD, tra cui militava BERNSTEIN, che rivalutavano l’apporto dei consigli degli operai nella prospettiva di una repubblica parlamentare, e infine i comunisti rivoluzionari  che facevano capo alla LEGA DI SPARTACO, guidati da LIEBCKNECK  e da ROSA LUXEMBURG, che auspicavano il potere dei consigli operai sul modello dei soviet. le elezioni del 1919 vedono trionfare la proposta di ebert e i socialisti rivoluzionari scendono in piazza, con una serie di scioperi e di manifestazioni, spesso sedate con la forza dal governo di ebert.

ITALIA - allinizio del conflitto l’italia si divide tra NEUTRALISTI  e INTERVENTISTI. sono neutralisti e quindi contrari alla guerra i cattolici e i giolittiani, mentre sono interventisti le forze minoritarie della scena politica, come i socialisti rivoluzionari, che credevano nella possibilità di una repubblica come quella bolscevica, gli irredentisti, come cesare battisti, che credevano nella restituzione del triveneto e delle terre ancora austriache, i nazionalisti e certi intellettuali dome d’annunzio, marinetti e papini, i democratici riformisti come bonomi e bissolati. era interventista lo steso BENITO MUSSOLINI che era stato neutralista da direttore dell’AVANTI!, il quotidiano socialista, e che era passato alla sponda interventista fondando il POPOLO D’ITALIA. i neutralisti erano contrari alla guerra per ragioni umaniarie e anche economiche, mentre gli interventisti ritenevano che il nostro paese avesse tutto da guadagnare. nel 1915 lil capo del governo ANTONIO SALANDRA e il minsitro degli esteri SIDNEY SONNINO, entrambi favorevoli all’intervento, firmnano il PATTO DI LONDRA, con cui l’italia si impegna a scendere in campo contro l’austria a fianco dell’intesa, in cambio delle terre irredente, trento e tireste, l’alto adige, valona in albania, fiume e istria e parte della dalmazia. vengono così indette le RADIOSE GIORNATE DI MAGGIO con cui si propaganda l’intervento italiano forzando la volontà del re a intervenire. dopo i primi entusiasmi la sconfitta con l’esercito austriaco porta il governo salandra alle dimissioni, la rotta di caporetto determina un pesante contraccolpo sul morale e sulle ideologie nazionaliste, tanto da coinvolgere lo stesso GENERALE CADORNA, considerato dagli alleati dell’intesa il vero responsabile della disfatta. al governo salandra subentra un GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE guidato da BOSELLI, che dura poco e viene costituito un nuovo governo con ORLANDO alla guida, sonnino agli esteri e NITTI al tesoro. al posto di cadorna viene designato come capo di stato maggiore ARMANDO DIAZ. l’italia è un paese rurale profondamente trasformato nelle sue strutture, provato dalle coscrizioni, tanto da costringere il governo orlando a una intensa opera di riforme sociali per motivare i cittadini e per consentire una ripresa economica del paese. l’assenza degli uomini chiamati alle armi ha prodotto la FEMMINILIZZAZIONE DEL LAVORO AGRICOLO ementre le operazioni di guerra favoriscono una separazione delle famiglie. il governo promette una politica di riforme sociali maggiormente attenta alle esigenze della popolazione civile e militare, con un occhio di riguardo per contadini e soldati, i più penalizzati dal conflitto.

RUSSIA - il secolare regime zarista viene trasformato da due avvenimenti, la caduta dello zar e la rivoluzione bolscevica dell’ottobre del 1917. dopo la crisi del 1917 il paese versa in uno stato di collasso, con una grave carestia che opprime tutti gli strati della popolazione. lenin, rientrato nel paese dopo l’esilio grazie all’appoggio tedesco, cerca di organizzare la rivoluzione, puntando sui SOIET, i comitati costituiti dagli operai, dai contadini, e dai soldati che non volevano più la guerra. anche le forze borghesi desiderano un cambiamento e progettano un nuovo regime parlamentare. nicola II è costretto quindi ad abdicare e nel paese si costituiscono due centri di potere, uno rivoluzionario e bolscevico, e l’altro borghese, che forma il governo provvisorio di unità nazionale. lenin presenta le sue TESI DI APRILE che hanno come parole d’ordine PACE, PANE E TERRA, in quanto i bolscevichi chiedono l’armistizio con la germania, e l’esproprio delle terre ai grandi latifondisti per essere riassegnate ai contadini. il centro della rivoluzione, la prima delle due rivoluzioni bolsceviche e per caso quella considerata meno importante, si svolge a pietrogrado. gli scioperi e gli ammutinamenti contro il governo provvisorio si diffondono rapidamente, tanto che ben presto il governo perde il controllo sul territorio. il capo del governo, KERENSKY, cerca di fermare la rivolta con una manovra autoritaria, costringendo lenin a riparare in finlandia. il GENERALE KORNILOV marcia su pietrogrado, arrestando gli insorti e smantellando i centri di potere dei bolscevichi. ma la rivolta popolare e l’intervento dei soviet e soprattutto la rivellione dei soldati riporta il controllo della situazione nelle mani dei bolscevichi. ad assumere il controllo delle operazioni è LEV TROTZSKY, che diventa presidente del soviet di pietrogrado. IL 24 OTTOBRE 1917 I SOVIET ENTRANO NEI PRINCIPALI CENTRI DI POTERE, OCCUPANDOLI, E COSTRINGENDO KERENSKY ALLA FUGA. I BOLSCEVICHI DIVENTANO PADRONI ASSOLUTI DEL PAESE, COSTITUENDO UN GOVERNO FORMATO DAI SOVIET CHE COMINCIA LE TRATTATIVE PER LA PACE. il congresso dei soviet porta subito i primi decreti: il DECRETO SULLA PACE che obbliga la russia a firmare l’armistizio con la germania senza annessioni e senza pagamento di debiti di guerra, e il DECRETO SULLA TERRA, che obbliga all’esproprio fondiario dei latifondi per essere rifrazionati e consegnati ai contadini. nel mese di novembre si svolgono le elezioni a suffragio universale che portano alla formazione dell’ASSEMBLEA COSTITUENTE. il nuovo governo ha per presidente lenin.
preso il potere i soviet si dedicano allo smantellamento del vecchio apparato statale zarista.  viene evitata ogni possibile revanche controrivoluzionaria: la religione ortodossa viene abolita, viene imposto il divieto di insegnare la religione, viene adottato il calendario gregoriano, viene sciolto il partito cadetto. sono istituiti il divorzio e la parità dei sessi, e tutte le attività economiche e finanziarie del paese vengono nazionalizzate e poste sotto il controllo dei soviet. la manovra, sebbene radicale, era giustificata dalla necessità di controllare in modo efficace il paese, che era esteso e questa estensione causava notevoli problemi gestionali. l’assemblea costituente cerca di opporsi all’ingerenza del governo dei soviet e per questo viene sciolta. scoppia cos’ una feroce GUERRA CIVILE. i nostalgici zaristi e i nobili sono appoggiati dalle forze dell’intesa, le cosiddette ARMATE BIANCHE, contro cui si scontra l’ARMATA ROSSA voluta da trotzsky. durante la guerra civile la famiglia dello zar viene massacrata nella dacia di famiglia di EKATERIMBURG, dove erano stati nascosti nicola II e i suoi figli. mentre la situazione del paese rischia il collasso a causa del blocco produttivo dovuto alla guerra e alle rivolte, l’armata rossa sconfigge quelle bianche. la vittoria dell’armata rossa porta il governo nelle mani dei bolscevichi in maniera definitiva. la capitale del neonato stato viene spostata da pietrogrado a mosca.

USA - negli stati uniti sale al potere WILSON - rieletto nel 1917 per le sue idee neutraliste - che emana un documento noto come I QUATTORDICI PUNTI, un manifesto politico in cui vengono fissati i cardini per lo sviluppo economico e sociale dei diversi paesi dopo il conflitto. uno di questi punti riguarda proprio la russia, gli stati uniti avrennero voluto estendere la loro influenza al neonato governo russo, spingendo i paesi dell’area atlantica a cooperare per garantire al neonato stato russo il necessario sostegno per lo sviluppo sociale e politico. la rivoluzione d’ottobre spezza questo tentativo.

4 - QUADRO ECONOMICO

la guerra produce tre conseguenze sul piano economico:
- la conversione delle attività produttive a scopi bellici
- l’embargo commerciale a danno del nemico
- il mutamento della composizione delle classi produttive

infatti tutta la produzione industriale si arresta per essere utilizzata per i rifornimenti degli eserciti, armi e altro, inoltre cambia la stessa composizione dei ceti produttivi poichè gli uomini sono richiamati sotto le armi, infine, come nel caso della germania, i paesi dell’intesa adottano una politica di restrizione commerciale per privare i tedeschi di qualsiasi bene di prima necessità e costringerli ad una resa più rapida, forti anche del fatto che l’entrata in scena dell’italia al fianco dell’intesa privava la germania di uno sbocco sul mediterraneo, arrivando quindi alla paralisi dei rifornimenti e al conseguente collasso economico. a questo accerchiamento si accompagna per contro l’ascesa produttiva nei paesi alleati e soprattutto in italia: la conversione delle attività a scopi militari e gli appoggi  dei paesi dell’intesa fa in modo che aziende come la fiat o l’ansaldo arrivino a triplicare il numero dei loro dipendenti e il trend produttivo. mentre per contro la germania, paese industrialmente avvantaggiato, si vede raggiungere e poi superare dai paesi dell’intesa, che possono contare oltre agli sbocchi sul mare anche sul sostegno degli stati uniti. 

nonostante questo aumento della produzione i paesi coivolti nella guerra subiscono delle pesanti ripercussioni. ad avere la peggio sono i paesi della mitteleuropa ma anche italia e francia subiscono pesanti sconvolgimenti. le due conseguenze principali sono l’AUMENTO DELL’INFLAZIONE e la TRASFORMAZIONE DEI RUOLI PRODUTTIVI. i contadini  sono coinvolti nelle truppe di fanteria e nelle campagne il lavoro passa alle donne, nelle fabbriche gli operai sono costretti a turni massacranti, e subiscono spesso il blocco dei salari. l0aumento del tasso d’inflazione, per la crescita spropositata della domanda rispetto all’offerta fa raddoppiare il costo dei beni di prima necessità come pane, latte e zucchero, e anche la carne diventa introvabile e venduta a peso d’oro. ovviamente non mancano gli speculatrori che si arricchiscono ai danni dei paesi più poveri, creando una classe di nuovi ricchi che riesce a mantenersi i piedi coi soldi delle commesse militari.

i paesi europei vivono un vero e proprio dissesto finanziario. una delle situazioni peggiori è quella della gran bretagna, che era il paese più solido finanziariamente. la massiccia partecipazione alle sorti del conflitto produce un forte indebitamento pubblico: le principali attività produttive del paese si fermano, e la maggior parte dei lavoratori si trova al fronte. per resistere si ricorre ai finanziamenti privati, soprattutto  americani, ma ben presto il paese si trova a dover fronteggiare un pesantissimo deficit, a cui non reisce a porre rimedio neanche l’emissione di obbligazioni statali. si crea per contro una vertiginosa concentrazione industriale e finanziaria di trust e di cartelli per la concetrazione delle commesse solo in alcuni settori. la fine della guerra trova quindi una buona parte dei paesi europei con un forte indebitamento pubblico, soprattutto verso gli stati uniti che vantano crediti per dodici miliardi di dollari.
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CLASSE QUINTA - MODULO 3 - STORIA
Il primo dopoguerra (1918-1929)

1 - QUADRO STORICO INTRODUTTIVO

LA CONFERENZA DI VERSAILLES - il 18 gennaio 1919 si apre la CONFERENZA DI PACE DI VERSAILLES, a cui partecipano di diritto i rappresentanti delle 27 nazioni vincitrici del conflitto escludendo ovviamente le potenze sconfitte. scopo della conferenza è il riassetto politico e istituzionale dei paesi coinvolti nella guerra e soprattutto la costituzione di un regolamento duraturo che favorisca la libertà dei popoli, la pace, e la sicurezza internazionale. a guidare i lavori il presidente americano WILSON, che porta con sè il suo manifesto dei 14 punti, e i primi ministri di francia, inghilterra e italia, CLEMENCEAU, LLOYD GEORGE e ORLANDO. tra le potenze non c’è un accordo vero e proprio. la francia, che ha subito il maggiore danno economico e sociale, vorrebbe una pace vendicativa ai danni della germania, con delle pesanti sanzioni. l’italia pretende le terre irredente promesse dalla triplice intesa nel trattato di londra del 1915, e che pongono le basi per una futura egemonia imperialistica sull’adriatico. infine l’inghilterra, molto attenta all’equilibrio europeo, è seriamente preoccupata per il diffondersi del bolscevismo russo, che potrebbe minare l’assetto politico dell’europa dell’est.

LA SOCIETA’ DELLE NAZIONI - il 28 aprile dello stesso anno viene costituita la società delle nazioni, con sede a GINEVRA, un organismo che sulla carta avrebbe dovuto fare da guida alle problematiche tra i vari paesi. la SDN sarebbe dovuta essere composta da una ASSEMBLEA, composta dagli stati membri e da un CONSIGLIO composto da 6 stati, di cui 5 permanenti, eletti di diritto, ossia italia, inghilterra, francia, usa e giappone, e 4 che sarebbero invece stati eletti dall’assemblea. il progetto era quello di garantire l’unità e la cooperazione tra i popoli, la pace e la sicurezza. nelle elezioni usa i democratici sono sconfitti, e la richiesta di entrare a far parte della società delle nazioni viene bocciata dal senato usa, lasciando un seggio vacante e soprattutto togliendo autorevolezza alla SDN stessa.

LE CONSEGUENZE - la mancata adesione degli stati uniti alla SDN produce una CRISI DELLA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE. innanzitutto questo rifiuto rende instabile la società delle nazioni, che sarebbe dovuto essere un organismo di sorveglianza sulla correttezza dell’operato delle nazioni e sull’efficacia dei trattati di pace. l’assenza degli usa fa in modo che questo organismo non venga riconosciuto a livello internazionale a discapito della sua influenza. i trattati di pace sono applicati in maniera disordinata e poco efficace, e non vengono rispettati in molti casi. questo provoca una generale insoddisfazione in molti paesi che si attendevano un congruo risarcimento per i danni subiti dal conflitto. questa insoddisfazione si trasforma ben presto in una non accettazione delle regole democratiche, favorendo la nascita di movimenti nazionalisti  che poi domineranno il ventennio successivo, con l’ascesa dei regimi totalitari. a peggiorare le cose interviene anche la difficile situazione economica con la riconversione produttiva e l’aumento della disoccupazione. è anche molto importante sottolineare la crisi di francia e inghilterra a causa del conflitto tra il loro ruolo di potenze coloniali e un periodo che rivaluta il principio di autodeterminazione dei popoli, che fa guardare con sospetto al ruolo di questi due stati nella società delle nazioni.

IN SINTESI:

18 GENNAIO 1919: INIZIO DELLA CONFERENZA DI VERSAILLES
28 APRILE 1919: NASCE LA SOCIETA’ DELLE NAZIONI
28 GIUGNO 1919: TRATTATO DI VERSAILLES

DA RICORDARE:

- il rifiuto degli usa a far parte della SDN
- il ruolo di secondo piano assunto dalla SDN
- l’inefficacia dei trattati di pace
- la crisi della democrazia occidentale
- la nascita di organizzazioni antidemocratiche e sovversive
- la crisi economica e sociale
- il doppio ruolo di francia e inghilterra

1A - QUADRO STORICO

GERMANIA - nel 1919 la germania vive una delle fasi più complesse della sua storia, che viene conosciuta come  REPUBBLICA DI WEIMAR. il nome deriva dalla città tedesca dove sarebbe dovuta germogliare la nuova germania liberale e democratica, dopo la chiusura del conflitto mondiale. questa fase si chiude nel 1933 con l’ascesa del PARTITO NAZIONALISTA guidato da adolf hitler. la germania si vede imporre pesanti sanzioni dal TRATTATO DI VERSAILLES. talmente pesanti in termini economici che si calcola che almeno due generazioni di tedeschi avrebbero dovuto vivere e lavorare per ripagare del danno subito le nazioni vincitrici. il pugno di ferro si rende necessario per impedire alla germania ogni possibilità di revanche: il suo impero coloniale viene distrutto e spartito tra francia, inghilterra, belgio e giappone, l’esercito viene ridotto drasticamente, il paese viene obbligato alla fornitura decennale di carbone ai paesi vincitori, e al pagamento di 132 miliardi di marchi oro in 30 anni. la parte sinistra del reno viene occupata stabilmente per 15 anni dalle truppe alleate. i dirigenti tedeschi sono costretti a firmare la pace sotto la minaccia delle armi, e questo provoca la reazione della popolazione tedesca. a guidate le trattative come ministro degli esteri e della ricostruzione è l’industriale RATHENAU, che, dopo il pagamento della prima rata chiede ai paesi vincitori del conflitto una moratoria per ottenere una dilazione più favorevole del risarcimento. le potenze alleate però si oppongono fermamente a qualsiasi riduzione e sospensione e questo esaspera la tensione tra la germania e i paesi della ex triplice intesa: i tedeschi per protesta sospendono la fornitura di legno e carbone alle potenze vincitrici, che intervengono occupando la regione tedesca della RUHR.  a questo punto la tensione si fa altissima, i cittadini tedeschi smettono di lavorare, tra gli occupanti e gli occupati iniziano a nascere inevitabili scontri, lo stato, al collasso, è costretto a produrre cartamoneta per pagare i lavoratori in sciopero che non producono, e questo provoca l’innalzamento dell’inflazione. ben presto la situazione del paese si fa ingovernabile. a questo punto usa e inghilterra decidono di intervenire per riportare l’ordine nella repubblica tedesca: gli stati uniti intervengono con una serie di aiuti economici - il PIANO DAWES - mentre l’inghilterra accoglie le richieste di una riduzione della quota di risarcimento - TRATTATO DI LOCARNO (1925) - impegnando la germania a uno spirito di maggiore collaborazione. questi due interventi non solo riportano l’ordine nel paese ma denotano anche l’inizio di un nuovo clima politico e istituzionale, tanto che l’anno successivo la germania viene accolta nella società delle nazioni. nel 1928 la CONFERENZA DI PACE DI PARIGI vede 72 nazioni impegnarsi a bandire la guerra dai propri statuti, e a porre le basi per gli stati uniti d’europa.

AUSTRIA E UNGHERIA - alla fine del conflitto anche l’austria viene sanzionata - TRATTATO DI SAINT GERMAIN EN LAYE - e perde i propri territori, tra cui il neonato regno di iugoslavia, l’ungheria e la cecoslovacchia che diventano repubbliche indipendenti. le viene inoltre imposto il divieto di unirsi alla germania. dopo l’abdicazione di carlo d’asburgo l’austria diventa repubblica e viene eletta una assemblea costituente, a maggioranza socialista. la neonata repubblica ungherese vive un periodo molto teso e travagliato. il paese infatti guarda al modello sivetico e questo preoccupa inghilterra e francia, che decidono di intervenire favorendo la presa di posizione di cecosclovacchia e romania, per evitare un nuovo squilibrio nell’europa danubiana. il governo socialista viene quindi sciolto e l’ungheria si vede imporre il TRATTATO DI TRIANON, che amputa il territorio ungherese a favore di cecoslovacchia, iugoslavia e romania; inoltre viene drasticamente ridotto l’esercito e per evitare ulteriori sommosse socialiste, la francia stipula con l’ungheria la PICCOLA INTESA, che lega anche le tre nazioni confinanti di romania, cecoslovacchia e iugoslavia.

ITALIA - dopo versailles i nazionalisti italiani non sono del tutto soddisfatti per l’esito della pace. l’italia riceve le terre irredente ma la conferenza, soprattutto per la netta opposizione della francia, rifiuta all’italia fiume e la dalmazia, per evitae una eccessiva influenza dell’italia sull’adriatico. in segno di protesta vittorio emanuele orlando lascia la conferenza per dieci giorni. la situazione si fa tesa, soprattutto perchè il successore di orlando, FRANCESCO SAVERIO NITTI, non si dimostra molto convincente in ambito internazionale. a questo punto un gruppo di militari irregolari guidati da GABRIELE D’ANNUNZIO decide di  passare alle vie di fatto occupando militarmente la zona, e istituendo la REGGENZA DEL QUARNARO. al governo italiano torna, nel frattempo giolitti. la situazione balcanica si sblocca grazie alla diplomazia giolittiana, infatti nel 1920 il TRATTATO DI RAPALLO tra italia e iugoslavia concede la dalmazia all’italia, mentre fiume viene dichiarata città libera. d’annunzio però non è soddisfatto e non si arrende, proseguendo la sua occupazione militare. nel 1922 sale al potere benito mussolini che appoggia l’occupazione di fiume. mussolini, che nel 1922 appoggia l’occupazione francese della ruht, cerca una mediazione diplomatica con la iugoslavia attraverso la francia, e attraverso uno scambio riesce a ottenere che fiume diventi italiana. i rapporti tra i due stati si guastano però nel momento in cui viene spartito l’impero coloniale tedesco, poichè la francia tiene volutamente fuori l’italia dalla spartizione. per vendicarsi del gesto, mussolini decide di appoggiare i governi di austria e ungheria contro le pretese francesi.

1B - QUADRO STORICO

GRAN BRETAGNA - la gran bretagna è una potenza vincitrice eppure vive delle conseguenze drammatiche, non solo per la gravissima situazione debitoria nei confronti degli usa, ma anche a causa della riconversione di molte attività produttive, che per effetto della crisi vengono trasformate e affidate a buove realtà imprenditoriali sorte dopo il conflitto. ad accentuare la crisi del paese è anche la situazione irlandese e indiana. gli indipendentisti del SINN FEIN proclamano lo stato libero d’irlanda mentre l’IRISH REPUBLICAN ARMY, l’esercito indipendentista, inizia una sanguinosa guerriglia contro la gran bretagna. nel 1920 viene decisa la separazione delle due irlande, quella del nor, l’ULSTER, a maggioranza protestante, che viene annessa al regno unito di gran bretagna, e quella del sud, a maggioranza cattolica, che ottiene yun governo proprio e un parlamento. nel 1922 viene proclamato dal parlamento di londra lo stato libero d’irlanda, mentre però continuano le guerriglie degli estremisti che vorrebbero anche l’irlanda del nord indipendente. in india invece comincia la lotta per l’indipendenza condotta da GANDHI. gandhi, la grande anima dell’india, incita gli indiani a lottare per l’autogoverno dalla madrepatria e comincia la lotta chiamata SATYAGRAHA, resistenza passiva, una forma di protesta non vilenta con lo scopo di sensibilizzare il governo inglese. gandhi viene condannato a sei anni di carcere, mentre il congresso di calcutta chiede nel 1928 la concessione dello status di DOMINION con un governo indipendente.

RUSSIA - dopo la presa di potere dei soviet la russia si trova nel mezzo di una sanguinosa guerra ciile, nel corso della quale la famiglia dello zar viene massacrata nella dacia di ekaterimburg dove era tenuta segregata. la lotta tra le armate bianche controrivoluzionarie e l’esercito dell’armata rossa si conclude con la vittoria bolscevica nel 1920, ma la russia deve cedere lettonia, estonia e lituania e la finlandia, che costituiscono una sorta di cordone sanitario tra la russia comunista e il resto dell’europa. nel frattempo lenin costituisce la TERZA INTERNAZIONALE o KOMINTERN. questa organizzazione avrebbe dovuto idealmente ricongiungere tutti i partiti comunisti del mondo per la promozione della rivoluzion proletaria in tutti i paesi, ed era caratterizzata da un manifesto programmatico diviso in 21 PUNTI, caratterizzati da un rigido centralismo e da un vincolo di obbedienza di tutti i partiti comunisti a quello di mosca. nonostante la decisa opposizione delle forze borghesi e socialdemocratiche il progetto di lenin va avanti e nel dicembre 1922 viene fondata l’URSS, l’unione delle repubbliche socialiste sovietiche. la nascita del nuovo stato sovietico segna provvisoriamente l’abbandono della rivoluzione nei paesi vicini e la concetrazione sull’organizzazione interna della nuova federazione.

I FASCISMI - in questo periodo le democrazie europee a eccezione di francia e inghilterra vedono l’ascesa dei regimi totalitari di destra. in spagna, portogallo e in italia salgono al potere i partiti fascisti, in albania e iugoslavia sono gli stessi re a guidare la nascita del nuovo regime, mentre nasce la repubblica indipendente di polonia che dopo la guerra russo-polacca riesce a strappare alcuni territori alla nascente unione sovietica. in germania comincia l’ascesa del partito guidato da adolf hitler.

2 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

il ventennio 1919-1939 è caratterizzato da:
- la nascita dei grandi partiti di massa
- l’ascesa dei totalitarismi
- l’emarginazione delle rappresentanze parlamentari
- la crisi delle istituzioni democratiche
la crisi politica e sociale investe tutti i paesi europei, causata dalla crisi economica, dalla crisi delle identità politiche nei diversi stati, dalla delusione per i risultati del conflitto. questa crisi comporta una generale emarginazione degli organismi di rappresentanza parlamentare e la contemporanea ascesa dei grandi partiti di massa, che raccolgono idealmente il favore di popolazioni deluse e stanche per il protrarsi di una grave situazione finanziaria e istituzionale. questo passaggio  è particolarmente accentuato in alcune realtà europee, per esempio nel nostro paese dove nel 1922 benito mussolini riesce a prendere il potere, nei paesi che possiamo dire hanno risentito maggiormente del conflitto mondiale. protagonisti di questa presa di posizione sono soprattutto le classi più svantaggiate, sopratutto le masse rurali, che si vedono insoddisfatti nel mancato mantenimento delle promesse fatte al momento del loro coinvolgimento nella grande guerra. scioperi e insurrezioni caratterizzano questo periodo, ma i governi mostrano tutte le loro carenze disconoscendo molti diritti: per esempio il suffragio universale è presente solo in alcuni paesi, la germania, l’austria, la svezia, gli stati uniti, l’olanda e l’irlanda. negli altri paesi il voto è ancora riservato ai soli cittadini maschi. questo insieme di fattori favorisce le organizzazioni totalitarie e centraliste, gli americani che vantano crediti per gli aiuti, i russi bolscevichi, e anche le nascenti forze politiche di destra come i fascismi e i nasionalismi dell’europa centrale. soccombono invece le forze liberali e socialiste, che disattendono le richieste della popolazione. i soli paesi dove si affermano le democrazie socialiste sono i paesi scandinavi.

2A - GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA

GRAN BRETAGNA - il premier conservatore lloud george viene riconfermato a downing street anche nel dopoguerra ma non riesce a contenere gli effetti della profonda crisi sociale ed economica, e nel 1923 si forma il primo governo laburista, guidato da MCDONAL, che riesce a stabilizzare la situazione monetaria e anche la crisi politica con l’irlanda. tre anni dopo i conservatori tornano con BALDWIN alla guida del paese, reprimendo ancora una volta una serie di tensioni sociali.

FRANCIA - la francia attraversa un periodo molto intenso dovuto non solo alla crisi politica ma anche al blocco produttivo. la situazione migliora con le diverse ondate di immigrazioni - molte dall’italia - che portano in francia lavoratori per rimpiazzare quelli deceduti durante la guerra o inabili a proseguire la loro attività. nel 1920 nasce in francia il PCF, il partito comunista francese, che si stacca dai socialisti dello SFIO, mettendo in crisi l’assetto degli equilibri politici del paese.

GERMANIA - la germania si affida alla guida dei socialisti di ebert, di ispirazione democratica e moderata. nel 1920 nasce il KPD, il partito comunista tedesco, che ha come leader i due ex esponenti della lega di spartaco, LIEBKNECHT e ROSA LUXEMBURG. come già detto comincia un periodo di intensa attività rivoluzionaria in tutto il paese. per reprimere i disordini, ebert, che viene confermato nel 1919 a capo del governo, decide di istituire un copro specializzato composto da militari dell’ex esercito imperiale, i CORPI FRANCHI, che intervengono pesantemente nelle principali città dove si registrano assembramenti e manifestazioni di massa. comicnia il periodo chiamato del TERRORE BIANCO, periodo in cui i corpi franchi reprimono nel sangue ogni tentativo di insurrezione. nel corso di queste guerriglie molti comunisti vengono uccisi, compresi i due leader del kpd. la situazione torna all’ordine consueto pur nel generale scontento della popolazione, insofferente del gioco imposto dalle potenze vincitrici e dalle promesse disattese. l’11 agosto 1919 viene promulgata la COSTITUZIONE DI WEIMAR, dal nome della città dove si era insediata l’assemblea costituente. la germania diventava REPUBBLICA FEDERALE, divisa in 18 LANDER, e con un parlamento bicamerale, suddiviso in REICHSTAG, formato dai deputati del popolo, e da un REICHSTAT, formato dai 18 rappresentanti dei diversi lander. il presidente della repubblica viene eletto direttamente dal popolo a suffragio universale, e nomina il cancelliere. la neonata repubblica di weimar deve però scontrarsi subito con problemi di ordine pubblico, dovuti al malcontento dei cittadini per le pesanti condizioni della pace imposta e per la violenza estremista dei copri franchi, utilizzati dal governo per reprimere i disordini - tra essi anche il tentativo di un colpo di stato bolscevico in baviera - ma oramai fuori controllo, con il culmine del putsch di monaco, un tentativo di colpo di stato guidato dal generale KAPP che viene stroncato con una azione congiunta di esercito e sindacati. la germania attraversa una situazione complessa: da una parte è sottoposta a un pesante giogo politico ed economico da parte del trattato di versailles, dall’altra deve fare i conti con una situazione di disordini politici e istituzionali. molti uomini politici vengono uccisi perchè accusati di tradimento nei confronti delle aspettative della nazione. questa situazione si fa difficile con l’occupazione francese della ruhr. a questo punto la politica tedesca è fuori controllo, la situazione economica è al collasso, l’inflazione raggiunge livelli elevati per l’introduzione della carta moneta. in questo contesto, sanato dall’intervento di inghilterra e usa, emerge un partito estremista e nazionalista, guidato dall’ex capo di stato maggiore LUDENDORFF e da ADOLF HITLER. hitler è un giovane autriaco che si era formato all’ombra delle organizzazioni nazionaliste tedesche. hitler teorizzava la lotta alla democrazia e il ricorso alla forza per ristabilire l’ordine nel paese, con attacchi mirati verso coloro che venivano ritenuti responsabili del tracollo della germania, i comunisti, i socialisti, e soprattutto gli ebrei, rei di essere i protagonisti di un vero e proprio complotto. a preoccupare hitler sono anche i nemici esterni, come gli slavi, i comunisti bolscevichi, e i francesi che occupavano la germania occidentale. hitler fonda dunque il PARTITO NAZIONALSOCIALISTA che si avvale della collaborazione di due formazioni paramilitari, le SA, sturm abteilungen, truppe d’assalto, fondate nel 1921, e le SS, schutz staffeln, pattuglie di protezione, fondate nel 1925 e guidate da HIMMLER. il nuovo partito si rende protagonista di diversi disordini, non solo tentativi di presa di potere ma anche omicidi di oppositori, che fanno da contraltare con la reazione opposta guidata dai comunisti. la situazione torna tranquilla con il nuovo governo di grande coalizione, nato dall’unione di cattolici, liberali e socialdemocratici, e guidato da STRESEMANN. sarà stresemann a trattare con usa e inghilterra ottenendo gli aiuti necessari per riportare il paese ad una situazione di stabilità, e a sostituire i marchi con una valuta alternativa basata sul valore degli immobili che otterrà la fiducia americana, consentendo quindi alla germania di riprendersi dal tracollo. nel 1925 viene eletto presidente della repubblica VON HINDEBURG.

2B - ITALIA, URSS E USA

ITALIA - anche in italia è il momento dei partiti di massa. delusa dalla pace di versailles, con la questione fiumana aperta e irrisolta, in italia si formano due movimenti, uno di stampo cattolico, il PARTITO POPLARE ITALIANO guidato da DON LUIGI STURZO, e i FASCI DI COMBATTIMENTO che vengono fondati il 24 marzo 1919 da BENITO MUSSOLINI. sturzo crea un movimento fondato sui valori della democrazia cristiana, quindi una serie di riforme mirate alla tutela della famiglia e delle autonomie locali, oltre allo sviluppo della piccola impresa, mentre mussolini basa la sua politica su idee anarchiche e sindacali, con spregio delle democrazie liberali, un programma simile per alcuni punti a quello di hitler in germania, caratterizzato da azioni violente grazie al coinvolgimento di ex militari, e con un programma che guarda al corporativismo, alla legge proporzionale per le elezioni e a una serie di riforme di stampo nazionalistico e militaristico. accanto a questi schieramenti il PARTITO SOCIALISTA, riunito in congresso a bologna, riconosce la neonata urss e mette in minoranza i riformisti di TURATI. le elezioni del 1919, che avvengono col sistema proporzionale, premiano proprio pololari e socialisti, e vedono la sconfitta dei liberali. la crisi dell’assetto liberale in italia è segnato dall’abbandono di nitti, e dalla conseguente ascesa per la quinta volta di giolitti. giolitti si dà subito da fare con una seie di riforme, in un periodo caratterizzato dalla PRIMA GRANDE ONDATA DI SCIOPERI DEL DOPOGUERRA in cui le principali fabbriche metalmeccaniche guardano al modello svietico e cominciano a organizzare scioperi, consigli e assemblee. giolitti usa una prudenza mediatrice, che però non viene vista positivamente dalle classi borghesi: la prudenza giolittiana è vista come un tentennamento. approfittano di questa situazione gli schieramenti estremi. nella pianura padana le squadracce di mussolini, appoggiate dai rurali, cominciano indisturbate una serie di azioni violente contro socialisti e cattolici, guadagnandosi la stima e il rispetto di molti appartenenti al ceto medio. nel 1921 a livorno nasce il PARTITO COMUNISTA ITALIANO, voluto dalla costola più estrema del partito socialista, che faceva capo a GRAMSCI e a BORDIGA. questa divisione della sinistra porta alla sconfitta elettorale del 1921 e all’ascesa dei fascisti di mussolini. mussolini trasforma i suoi fasci di combattimento in PARTITO NAZIONALE FASCISTA e modifica il programma per renderlo presentabile, per esempio impronta un aspetto meno statalista e più liberista, per ingraziarsi la borghesia, elimina le parti anticattoliche per ingraziarsi i popolari, e si dimostra attento alle esigenze del ceto medio. l’elettorato premia mussolini e i governi che seguono giolitti, quelli di bonomi e di facta, sono praticamente irrilevanti e in balia della politica mussoliniana. mussolini si propone come restauratore dell’ordine, e le sue azioni, spesso ai margini della legalità, non sono bloccate dallo stato, essendo le forze dell’ordine soggette ai suoi voleri. l’ascesa del fascismo è vertiginosa e raggiunge il suo apice durante l’ondata di scioperi promossa dai socialisti per protestare contro la violenza delle CAMICIE NERE di mussolini che assaltano le camere del lavoro (SCIOPERO LEGALITARIO): i partiti moderati temono una sovietizzazione dell’italia e molti elettori vedono come unico restauratore dell’ordine proprio mussolini. mussolini appoggia la monarchia e la chiesa di roma, spiazzando i popolari e i liberali, e guadagnando quindi un largo consenso popolare.
il 24 ottobre 1922 mussolini anuncia la MRCIA SU ROMA delle camicie nere. facta propone a vittorio emanuele iii il documento con cui si decreta il SOPRUSO FASCISTA ai danni delle istituzioni, ma il re non firma lo stato d’assedio che avrebbe significato l’uso dell’esercito per fermare le squadre fasciste e facta si dimette. vittorio emanuele vedeva in mussolini una specie di eroe risorgimental ed era convinto che avrebbe potuto sistemare il paese. per questo il 28 ottobre mussolini diventa capo del governo con pieni poteri dal mese successivo. l’indirizzo del governo è di tipo liberista in politica economica, nazionalista in politica estera e autoritario e antisocialista in politica interna. appena eletto mussolini crea il GRAN CONSIGLIO DEI FASCI a cui partecipano i gerarchi e i ministri e a gennaio crea la MILIZIA volontaria. mussolini consolida il suo potere facendo apporvare dal parlamento la LEGGE ACERBO che assicura i due terzi della maggioranza allo schieramento che avesse raccolto il 25% dei suffragi. il deputato socialista GIACOMO MATTEOTTI denuncia al parlamento i brogli e le violenze fasciste: il 10 giugno 1924 matteotti viene ucciso dagli squadristi. l’assassinio di matteotti è l’ultimo di una serie di episodi di violenza che portano i deputati di sinistra ad abbandonare il parlamento (SECESSIONE DELL’AVENTINO) in segno di protesta. guidati da GIOVANNI AMENDOLA i deputati dell’opposizione si ritirano e chiedono al re di intervenire.
agli inizi del 1925 mussolini dichiara in parlamento la responsabilità per l’assassinio di matteotti e vara le LEGGI FASCISTISSIME che sostituiscono lo statuto albertino e inaugurano l’avvento della dittatura. mussolini assume il titolo di duce e sostituisce la figura di presidente con quella del capo del governo. il capo del governo ha pieni poteri e governa in nome del re. nomina e revoca i ministri e soprattutto detta l’ordine del giorno delle assemblee parlamentari, eliminando ogni tipo di iniziativa. il rigido centralismo fascista si esprime da subito nello scioglimento di tutti i sindacati salvo quello fascista, nella persecuzione degli oppositori, nella destituzione di qualsiasi forma di amminiztrazione elettiva, i sindaci diventano podestà. viene istituito il TRINUNALE SPECIALE PER LA DIFESA DELLO STATO  e l’OVRA, l’’organizzazione per la vigilanza e la repressione dell’antifascismo. viene istituito il confino di polizia per gli oppositori e i dissidenti. molti esponenti antifascisti lasceranno l’italia, tra di loro pertini, turati, amendola, nitti, saragat e sturzo. perdono di valore le elezioni: con la LEGGE ELETTORALE ROCCO del 1928 le 13 corporazioni propongono una lista di 1000 nomi tra cui il gran consiglio ne indica 400 che vengono proposti al popolo. nel 1929 la firma dei PATTI LATERANENSI riconosce il vaticano come stato e la religione cattolica diventa religione di stato.

URSS - nonostante la vittoria nella guerra civile il paese si trova in una situazione economica disastrosa. lenin impone il COMUNISMO DI GUERRA. le propiretà vengono revocate e distribuite per sanare il bisogno della popolazione. questo provoca una serie di proteste e di scioperi che vengonorepressi in modo sanguinoso. finita l’emergenza lenin torna al mercato promuovendo la nuova politica economica, detta NEP. questo parziale liberalismo non è visto di buon occhio dalla parte estremista del partito comunista russo. in questo periodo sale al potere nelle file del pcus il georgiano IOSIF DZUSGAIVILI detto STALIN che si scontra subito con trotzsky per la diversa idea di espansione del socialismo svoietico. per trotzsky la rivoluzione sovietica deve essere esportata per garantirne la sopravvivenza mentre stalin è del parere che prima occorre consolidare il socialismo nella sola urss per poi esportarne il modello. tra i due emerge anche la posizione moderata di BUCHARIN che chiede maggiore democrazia nel partito. alla morte di lenin nel 1924 prevale stalin e trotzsky è costrtto all’esilio, riparerà in messico dove verrà ucciso da alcuni sicari pochi anni dopo.

USA - durante gli anni venti al timone degli stati uniti ci sono i repubblicani, che inaugurano una politica anticomunista, protezionista, isolazionista e proibizionista, contro il consumo di alcoolici e soprattutto al di furoi delle alleanze internazionali. questo clima estremista vede l’insorgenza delle violenze razziali del ku klux klan e della caccia alle streghe di cui resteranno vittime gli italiani SACCO e VANZETTI ingiustamente accusati di anarchismo e sovversione. 50 anni dopo l’avvocato MICHELE CATALANO riuscì a dimostrare alle autorità del massachussetts l’innocenza dei due italiani.

3 - QUADRO ECONOMICO

il primo dopoguerra si definisce come un periodo di grave crisi, non solo dal punto di vista politico e sociale, ma anche da quello economico. finanza e industria europee sono in una fase di calo, dovuto sia al blocco della produttività industriale sia all’assenza dei capitali necessari per rilanciarlo, solo con l’attuazione del PIANO DAWES, il piano di aiuti finaziari degli stati uniti, la situazione comincia a migliorare dopo il 1925. uno dei protagonisti della scena economica e finanziaria del periodo, l’inglese KEYNES, propone una teoria che sconvolge il tradizionale liberismo inglese, proponendo per la prima volta l’INTERVENTO DELLO STATO PER SOSTENERE LA DOMANDA E PER GARANTIRE L’OCCUPAZIONE.

FINANZA - dopo il conflitto mondiale gli americani cercano di recuperare i crediti che vantano verso i paesi europei, aiutati durante il conflitto. la gran bretagna aveva la situazione economica migliore prima della guerra, per effetto del GOLD STANDARD EXCHANGE ma praticamente diventava impossibile ristabilire quella situazione perchè le principali economie europee avevano emesso un numero elevato di denaro, comportando l’aumento dei tassi di inflazione. l’economia inglese, insieme a quella francese, cercano di risollevarsi grazie ai debiti di guerra e alle sanzioni che penalizzavano la germania. la germania aveva un capitale industriale praticamente integro ma mancava dei fondi necessari per poter rilanciare la produzione, e inoltre era stata sottoposta a pesanti sanzioni dal trattato di versailles. l’alta quotazione della sterlina e il divario tra le diverse economie europee e americana, crea i presupposti per un rallentamento degli scambi commerciali, a netto svantaggio dell’economia inglese.

INDUSTRIA - la produzione industriale riprende nei diversi paesi ma il divario con gli stati uniti è eccessivo, e uno dei settori emblematici in questo caso è quello automoilistico. l’ingresso dei capitali americani consente all’industria europea di risollevarsi, anche se in maniera molto lenta e tardiva. nascono per effetto della concentrazione industriale le cosiddette HOLDING ossia delle società finanziarie che controllano diverse società. questa concentrazione nn fa però gli interessi del settore agricolo, che a questo punto accresce il suo indebitamento, anche negli stati uniti avviene un calo in questo settore, proprio per effetto dell’aumento della produzione industriale. al contrario la NEP sovietica permette al settore agricolo una netta ripresa, dovuta agli incentivi che vengono datti alla produzione cerealicola. usciti dalla crisi i russi posso esportare i loro prodotti, creando così una oscillazione dei prezzi che viene definita a forbice: il prezzo nel settore industriale e manifatturiero triplica mentre si abbatte il prezzo nel settore agricolo. questa situazione di divario degenera presto in una crisi. inoltre si viene a creare una classe sociale di contadini liberi e proprietari di terre, i KULAKI, che contrasta con le direttive del partito. nel 1928 stalin impone la COLLETTIVIZZAZIONE DELLE TERRE per eliminare i privilegi dei kulaki e per  avviare la traformazione definitiva del paese con la transizione all’industria pesante, così da evitare un eccessivo divario tra i settori. 
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CLASSE QUINTA - MODULO 4 - STORIA
La crisi del liberalismo (1929-1939)

1 - QUADRO STORICO

il decennio è caratterizzato da cinque eventi principali:
- il consolidamento del fscismo in italia
- l’ascesa di hitler in germania nel 1933
- la dittatura di franco in spagna nel 1936
- il crollo della borsa americana di wall street
- l’avvento della seconda guerra mondiale

1A - GERMANIA, ITALIA E SPAGNA

GERMANIA - questo è un periodo di intensa crisi economica, politica e sociale. assistiamo all’avvento dei regimi totalitari e liberticidi, per effetto della disoccupazione e del malcontento della popolazione provata dalla guerra. gli sforzi diplomatici congiunti dei due capi di governo francese e tedesco, briand e stresemann, favoriscono la riduzione dei debiti di guerra e con il PIANO YOUNG la germania viene aiutata a dilazionare la somma necessaria alle riparazioni post belliche. ma nonostante tutto la crisi che colpisce le borse americane colpisce anche la germania, perchè erano i paesi maggiormente esposti allo squilibrio economico e finanziario, causando una grave crisi sociale che porta hitler al potere. gli stati uniti, che hanno speso tutte le loro forze per aiutare i paesi europei, non riescono a fronteggiare la grave crisi che colpisce le borse nel 1929. il crollo delle borse americane segna anche la sorte della repubblica di weimar. dopo la motrte di stresemann la germania resta senza una guida forte e questo favorisce l’ascesa di hitler. aiutato dalla difficile situazione economica il nazismo riesce a imporsi sui partiti liberali e socialisti. hitler sale al potere nel 1933 con un abile colpo di stato, dimostrandosi subito come fece mussolini in italia, come il restauratore dell’ordine tedesco. il programma hitleriano è molto ambizioso. hitler rifiuta ogni trattato di pace e ogni patto stipulato, denuncia e rinnega la pace di versailler, e poi la pace di locarno; ritira la germania dalla società delle nazioni; propone un disegno politico di espansione territoriale per creare uno spazio vitale per la razza ariana; combatte ogni forma di opposizione socialista e liberale, stringendo con diversi paesi una alleanza anticomintern, che vede in prima linea anche mussolini e la destra inglese, e che si oppone al bolscevismo; decreta l’espulsione da ogni livello sociale degli ebrei; programma un piano di annessioni per riprendere i territori occupati. nel 1938 hitler annette - ANSCHLUSS - l’austria e in seguito la cecoslovacchia. dapprima hitler rivendica la maggioranza tedesca nei sudeti, e durante la conferenza di pace di monaco, in cui mussolini fa da mediatore tra germania, francia e inghilterra, hilter riesce a ottenere previa garanzia di non aggressione, parte della cecoslovacchia. sei mesi dopo le truppe tedesche entrano a praga. il 22 maggio del 1939 hitler e mussolini firmano il PATTO D’ACCIAIO che sancisce l’alleanza tra i due statisti e di fatto vincola l’italia alla germania. hitler cerca di vincolare i paesi limitrofi nel suo disegno di espansione. riesce a ottenere un accordo commerciale col re romeno CAROL II  ma non con i paesi scandimavi, cutodi strenui della politica liberale. alcuni mesi dopo la stipula del patto d’acciaio hitler che trattava segretamente con l’urss, estende all’urss il patto di non aggressione. nel novembre del 1939 viene firmato il PATTO DECENNALE DI NON AGGRESSIONE RIBBENTROP-MOLOTOV, dai nomi dei due ministri degli esteri. il patto lascia a hitler mano libera sul baltico e preve una equa spartizione della polnia con l’urss. di fatto l’invasione della polonia costituirà poi il presupposto per lo scoppio della seconda guerra mondiale.

ITALIA - l’avvento di hitler al potere rende mussolini un vassallo del nuovo regime. difatti il crescente prestigio della germania nazista offusca la dittatura mussoliniana e costringe il duce a cercare un avvicinamento a hitler. l’italia cerca in un primo momento di opporsi  alle scelte tedesche ma in seguit si rende necessario un appoggio esterno per la continuazione del disegno di espansione territoriale di mussolini. nel 1935 l’italia ospita a stresa la conferenza di pace per protestare contro il riarmo tedesco, ma allo sesso tempo l’italia sta preparando l’aggressione all’etiopia. nel 1936 l’italia conquista l’etiopia, dopo una efficace operazione di guerra condotta dal generale badoglio. l’italia viene duramente sanzionata dalla società delle nazioni ed è cistetta a inviare in territorio etipico un grosso contingente, supportata da hitler e da franco. l’appoggio dei due dittatori rende l’italia dipendente dalla germania di hitler, dipendenza che poi viene ratificata di fatto con la stipula del patto d’acciaio. ogni iniziativa italiana viene sempre oscurata dal diritto di veto tedesco. mussolini cerca di imitare il progetto di hitler occupando l’albania per rafforzare la sua posizione sul mediterraneo, ma la politica hilteriana comincia ad allargare il suo consenso presso i regimi fascisti iugoslavi come quello croato degli ustascia.

SPAGNA - l’avvento della guerra civile spagnola tra il 1936 e il 1939 conferma la crisi delle democrazie liberali e l’incapacità di fronteggiare l’irresistibile ascesa delle destre totalitarie. la spagna, repubblicana dal 1931, assiste all’avanzata dei regimi totalitari e comunisti. per due anni la spagna viene governata da una coalizione di centrodestra, il CEDA, confederacion espanola de derechas autonomas, ostacolata da una serie di scioperi e di rivolte, spesso sedate in maniera violenta. nel 1936 le elezioni sono vinte dal FRENTE POPULAR o FRONTE POPOLARE che era un’alleanza di forze politiche di estrema sinistra, anarchici e radicali che guardavano al modello sovietico. questo provoca la reazione della destra clericale e filofascista, che decide di rovesciare il governo. la reazione non fu un colpo di stato ma si trasformò in una vera guerra civile, tra due blocchi contrapposti, uno formato dai nazionalisti, fascisti, monarchici, sostenitori della destra, e uno costituito da nazionalisti baschi e catalani, stalinisti e trotzskysti, oltre ad anarchici di vari gruppi. la destra nazionalista crea un esercito rivoluzionario guidato dal generale FRANCISCO FRANCO, coadiuvato da MOLA e da  SANJUNO. franco viene eletto capo del governo ribelle e comincia una sanguinosa guerra che porta franco alla conquista di madrid. alla guerra partecipano gli alleati tedeschi e italiani, con diverse forze navali, aeree e di terra. anche l’urss appoggia il fronte popolare mentre le forze moderate e democratiche non godono di nessun appoggio. entrato a madrid franco si autoproclma generalissimo e caudillo (capo) e instaura la dittatura militare che durerà dal 1939 al 1975, anno della morte del generalissimo, il quale nel 1969 aveva restaurato la monarchia decretando la successione del legittimo erede e attuale re di spagna juan carlos di borbone di cui si era proclamato reggente. il regime franchista aveva tuttavia perso le caratteristiche iniziali anche se solo in parte, già nel secondo dopoguerra, quando approfittando della guerra fredda franco si era avvicinato ai pesi occidentali. 

B - FRANCIA, GRAN BRETAGNA E STATI UNITI

FRANCIA - la francia cerca di costruire una fitta rete di relazioni diplomatiche per cercare di imbrigliare l’iniziativa tedesca, ma questo sforzo non avrà alcuna efficacia. vengono ribaditi i trattati già stipulati con la polonia e con la piccola intesa, e vengono firmati ulteriori trattati, il PATTO DI ASSISTENZA, con l’unione sovietica, e il PATTO DI STRESA, con inghilterra e italia. la francia cercava così di riportare un equilibrio in europa dopo che hitler aveva rinnegato versailles. ma la francia si trova anche ad affrontare un progressivo ridimensionamento della sua potenza coloniale, specialmente nelle colonie asiatiche: nel 1930 HO CHI MIN fonda in indocina il partito comunista e inizia nella clandestinità la sua battaglia contro l’occupazione francese. il patto d’acciaio e il patto molotov- ribbentrop vanificheranno ogni speranza francese di un riassestamento diplomatico in europa.

GRAN BRETAGNA - mentre la francia cerca di creare una rete di alleanze strategiche la gran bretagna porta avanti la politica del cosiddetto APPEASEMENT, ossia pacificazione, attraverso una serie di riconoscimenti e di accordi. la germania viene aiutata nel 1935 a ricostruire la sua flotta, e nel 1936 si avvia la distensione dei rapporti con il regime di mussolini, dopo che l’inghilterra aveva condannato l’aggressione all’etiopia, che viene riconosciuta dominio italiano. successivamente londra riconosce anche il regime di franco in spagna. tutto questo si spezza dopo che la germania tradisce gli accordi della conferenza di monaco. le democrazie occidentali, con francia e inghilterra in testa, avevano sacrificato i loro principi permettendo a hitler di annettere aprte della cecoslovacchia, e sperando così di salvare praga e la polonia. ma hitler aveva in mente di creare un efficace cuscinetto contro le altre nazioni confinanti e dopo aver isolato la polonia e aver occupato danzica, procede sei mesi dopo gli accordi a occupare anche praga. a questo punto francia e inghilterra si ritirano da ogni accordo, ma è troppo tardi, perchè i fascismi europei avevano raggiunto il culmine del loro potere, e le borghesie guardavano con favore agli estremismi di destra per nazionalizzare le masse ed evitare il pericolo comunista. inizia intanto per molti territori britannici il processo di DECOLONIZZAZIONE. nel 1931 vengono riconosciuti i dominions di canada, sudafrica, australia e nuova zelanda, che diventano indipendenti ma sottoposti a un controllo della corona inglese, mentre vengono costituiti i regni autonomi di irak e arabia saudita, fatta eccesione per il canale di suez. in india gandhi comincia la sua seconda marcia non violenta e la disobbedienza civile per ottenere l’indipendenza dopo che all’india viene negato lo statuto di dominion.

STATI UNITI - dopo la presidenza repubblicana di HOOVER che porta gli stati uniti a una politica isolazionista e proibizionista, nel 1934 sale al potere il democratico FRANKLIN DELANO ROOSEVELT, in quanto la società americana si sentiva minacciata dall’aggressiva politica dei regimi fascisti europei. roosevelt cerca l’alleanza dei paesi sudamericani con la CONFERENZA DI BUENOS AIRES.

2 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

2A - GERMANIA, ITALIA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA

GERMANIA - dopo la morte di stresemann, abbenuta nel 1929, la germania si trovava ancora guidata da uno schieramento democratico e moderato, il cui esecutivo era presieduto da BRUNING e dai cristiani dello zentrum. a capo dello stato c’era ancora HINDEBURG. i tedeschi vivevano una situazione difficile, il livello di disoccupazione era altissimo, e soprattutto la germania era schiacciata a ovest dagli alleati che dopo locarno l’avevano cooptata nella società delle nazioni e a est dall’avanzata dei bolscevichi sovietici. in mezzo a questi due blocchi era emerso il partito nazionalsocialista di hitler, coadiuvato da due formazioni di estrema destra, SA  e SS. a terrorizzare i tedeschi erano soprattutto le sa, una formazione paramilitare che voleva tovesciare il potere e costituire uno stato nazionalista. hitler si presenta candidato nel 1931 da un fronte di estrema destra, che presentava hitler come l’uomo nuovo in grado di liberare la germania dal pericolo comunista. il programma htileriano era improntato sul cosiddetto NUOVO ORDINE, un manifesto politico che si ispirava direttamente alle teorie del leader nazista, quindi l’esclusione di tutti i non tedeschi dalle cariche dello stato, la costituzione di una GSTAPO, la polizia di stato, la fine delle autonomie dei lander, le dimissioni obbligatorie degli avversari poitici - ai comunisti e ai socialisti viene negata la presenza alla seduta inaugurale del reichstag - e lo scioglimento dei sindacati. il cancellierato del fuhrer viene caratterizzato da un periodo di intensa trasformazione della germania, ma hitler mirava soprattutto al potere unico e assoluto. dopo essersi liberato dei capi delle sa durante la famosa NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI, hitler alla morte di hindeburg assomma in sè la carica di capo dello stato e capo dell’esecutivo secondo le regole del potere assoluto del FUHRERPRINZIP. hitler opera una trasformazione radicale della politica e della società dello stato tedesco, nella prospettiva della nuova guerra mondiale e soprattutto per la costituzione del REICH MILLENARIO. le LEGGI DI NORIMBERGA del 1935 pongono un confine tra ebrei ed ariani, gli ebrei vengono estromessi da qualsiasi carica dello stato e viene loro impedito di sposare tedeschi per non contaminare la razza ariana. nel 1936 nonostante la crescente disoccupazione hitler opera una trasformazione dell’economia, che viene nazionalizzata, in preparazione della seconda guerra mondiale.

ITALIA - anche mussolini opera in italia una radicale trasformazione della politica e della società. l’italia viene trasformata da un indirizzo interventista che porta alla costituzione di diversi organismi per il credito industriale - l’istituto mobiliare itlaino, o IMI - e per la ricostruzione industriale - l’IRI - ma anche dell’AGIP e dell’ANIC per la raffinazione e per la trasformazione dei prodotti petroliferi, e della SNAM per il gas. dopo la conquista dell’etiopia, nonostante le sanzioni della società delle nazioni, l’italia aveva un grosso patrimonio industriale, tanto che mussolini risponde alle sanzioni varando una politica autarchica, volta al contenimento dei ricatti delle potenze straniere con una economia assolutamente autosufficiente e una politica  isolazionista. il duce attua una politica di controllo sociale e sindacale, con la costituzione di diverse istituzioni a favore della gioventù e dei lavoratori, come l’OPERA NAZIONALE BALILLA che poi diventa GIOVENTU’ ITALIANA DEL LITTORIO, l’OPERA NAZIONALE DEL DOPOLAVORO, la CAMERA DEI FASCI E DELLE CORPORAZIONI che comprendeva i gerarchi, i datori di lavoro e i dipendenti, annullando ogni divario sindacale nelle 22 coprorazioni. proprio questa forte politica di impatto sociale e a favore della famiglia, porta la santa sede a firmare il concordato prima con mussolini nel 1929 e quindi con hiltler nel 1933. malgrado il concordato però, esistevano forti tensioni tra cattolici e fascisti, per la differenza dei programmi, che portano in italia a divergenze insabanili tra l’opera nazionale balilla e l’azione cattolica, consapevole del programma xenofobo e antiebraico di italia e germania. quando mussolini sposa le leggi razziali di hitler pio xi, che aveva già fatto pubblicare l’enciclica CON COCENTE DOLORE, protesta fermamente per la violazione dei principi del concordato.

GRAN BRETAGNA - la grande crisi del dopo conflitto porta a capo dell’esecutvo il laburista mcdonald, che forma il primo di una serie di GOVERNI DI UNITA’ NAZIONALE, presieduti anche dai conservatori. la gran bretagna fu costretta dall’incedere della crisi e dallo spettro della recessione economica a promuovere una nuova politica economica ben lontana dal non intervento liberista che aveva da sempre caratterizzato il mondo della finanza inglese, e attuando tutta una serie di misure volte a contenere la crisi e a favorire lo sviluppo di una uova realtà industriale. uno dei casi più clamorosi è la scomparsa della manodopera specializzata dalle fabbriche che viene sostituita dalla manovalanza generica, specie nei reparti meccanizzati, e dalla costituzione di cartelli del carbone e dell’acciaio per sopperire alla crisi del settore da sempre cardine dell’economia britannica. biene anche proposta una POLITICA TARIFFARIA COMUNE nei paesi del commonwealth per proteggere il territorio nazionale e le ex colonie dalla caduta del commercio internazionale.

FRANCIA - dopo il 1930 la crisi di wall street si fa sentire anche in francia. il governo conservatore di LAVAL aveva rimoddernato la struttura degli apparati produttivi francesi, ma la politica di riduzione della spesa pubblica e la difesa delle risorse avevano aggravato la crisi e le tensioni  sociali. da una parte c’era la destra estremista della CROIX DE FEU che poi diventerà il PARTITO SOCIALE FRANCESE, che nel 1935 assalterà la sede dell’assemblea nazionale costringendo alle dimissioni il governo DALADIER. preoccupai per una deriva fascista anche in francia le sinistre si uniscono nel FRONTE POPOLARE voluto anche dal komintern, che porta avanti una politica di ricostruzione politica e sociale del paese. frutto di questa coalizione sono gli accordi di PALAZZO MATIGNON che costituiscono una tappa importante nelle lotte sindacali francesi, col riconoscimento dei diritti degli operai e dei lavoratori - settimana di 40 ore, ferie retribuite, aumenti di salrio, contratti collettivi di categoria - ma soprattutto vengono riconosciute le rappresentanze sindacali. a queste importanti acqusizioni non segue però una ripresa produttiva, poichè la borghesia industriale teme una pericolosa sovietizzazione del paese e quindi si oppone a ogni tentativo di rcupero, facendo sprofondare ancora di più la francia nella crisi, culminata con le dimissioni del capo dell’esecutivo LEON BLUM e con la fine della coalizione stessa, minata alla base anche dalle divergenti opinioni in merito alla partecipazione della francia alla guerra civile di spagna, essendo contrari i comunisti ma interventisti i socialisti.  a ridosso della guerra la situazione francese migliora grazie alla politica di riarmo, ma la crisi sociale tra destra e sinistra rimane creando poi la divisione del paese in due zone di influenza durante il conflitto.

2B - USA E URSS

URSS - il regime di stalin si caratteizza per la trasformazione industriale del paese, e per la COLLETIVIZZAZIONE FORZATA DELLE TERRE. i contadini loro malgrado sono costretti a lasciare i propri terreni e a entrare nei KOLCHOZ - le fattorie agricole cooperative - e nei SOVCHOZ - le aziende agricole di stato. questo genera una ferma protesta da parte dei contadin, guidati da BUCHARIN, che viene duramente repressa militarmente, con conseguente deportazione nei gulag, i campi di lavoro sovietici. i contadini per protesta, essendo vietata ogni forma di rappresentanza decidono di abbattere il patrimcnio zootecnico prima di entrare nelle fattorie statalizzate. il regime sovietico si rafforza con la progressiva eliminazione dei principali nemici interni, con l’adozione dei POGROM, le deportazioni per gli ebrei, e delle PURGHE, con cui i dissidenti e gli oppositori vengono deportati ed eliminati.

USA - la crisi del 1929 investe con prepotenza gli stati uniti in diversi settori, provocando il tracollo dell’economia statunitense. dopo l’iniziale ottimismo del presidente hoover le classi medie e proletarie americane si ritrovano a sostenere roosevelt, democratico e vicino alle esigenze dei ceti meno abbienti, che propone attraverso il NEW DEAL un programma di recupero della nazione, volto al pragmatismo e all’efficienza. roosevelt cerca di formulare un piano di sviluppo svincolato dai liberismi europei e soprattutto attento alla spesa pubblica. il paese viene motivato e spinto a produrre, per rilanciare la domanda. tra i ceti maggiormente coinvolti quelli dei contadini che erano stati i primi a risentire della crisi. viene anche formato un sindacato degli industriali, il CIO, congress of industrial organization, che accusava roosevelt di non favorire le grandi imprese. le misure di roosevelt portano ben presto gli stati uniti a ridurre la disoccupazione e a portare avanti un modello alternativo a quello dei totalitarismi europei.

3 - QUADRO ECONOMICO

la teoria di john maynard keynes fu rivoluzionaria perchè apriva scenari fino a quel momento impensabili nell’economia liberista inglese. keynes aveva previsto il crollo dell’economia mondiale in seguito alla pericolosa discrepanza che si era creata tra le effettive possibilità dei singoli acquirenti e il livello di produzione. la crisi dei salari, la restrizione del dbito, la crescente disoccupazione, avevano ridotto notevolmente la domanda di beni prodotti dalle aziende, che continuavano a sfornare prodotti in grande quantità, prodotti che non potevano arrivare all’utente finale in quanto non tutti potevano permettersi certi beni di consumo; per contro le operazioni speculative seguite alla fine della prima guerra mondiale e l’avvento del taylorismo nelle fabbriche, che rilanciava la produzione, avevano creato facilmente una sopravalutazione dei titoli che alla fine, come previsto da keynes, erano crollati travolgendo l’economia mondiale e soprattutto quella americana. le radici del tracollo erano però già evidenti negli anni venti, quando alla crescita della produzione non aveva fatto seguito un aumento della domanda: le aziende continuavano a produrre beni che nessuno comprava e gli operatori economici continuavano a concentrare i loro investimenti su aziende che non fatturavano. alla fine questo dislivello crea un effetto a catena che coinvolge tutto il sistema economico e produttivo statunitense e mondiale, creando problemi soprattutto in quei settori deboli che si reggevano proprio sugli istituti di credito coinvolti nel crollo. negli stati uniti sale quindi la disoccupazione, e si registra una crescente deflazione della moneta, con la riduzione progressiva dei prezzi, dei consumi e della produzione in generale. questo crllo ha effetti deleteri in quelle economie non protezionistiche come quella inglese, che sono costrette a ridurre i prezzi dei beni esportati per renderli acquistabili. saranno proprio gli usa col new deal di roosevelt a sfidare i dogmi dell’economia liberista aumentando la spesa pubblica a sostegno dei redditi e con un radicale intervento dello stato nel mercato. 
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CLASSE QUINTA - MODULO 5 - STORIA
La Seconda Guerra Mondiale e il secondo dopoguerra

LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Prima fase (settembre 1939 – novembre 1942)

Le folgoranti vittorie tedesche

Il 23 agosto 1939 il patto d’acciaio Ribbentrop-Molotov sanciva ufficialmente la non belligeranza tra Germania e URSS attraverso un accordo di non aggressione, poi trasformato in un patto di amicizia. Questo patto copriva di fatto le spalle alla Germania, consentendole di attaccare la Polonia. Il 1 settembre 1939 le Panzerdivisionen entrano in territorio polacco a ovest, piegandone le deboli difese in poco meno di tre settimane, mentre a est la Polonia veniva attaccata dall’esercito sovietico, così come volevano i dettami dell’accordo. Il successivo 3 settembre Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania. In realtà le operazioni di guerra vere e proprie si fanno attendere per mesi, e solo quando Hitler occupa la Danimarca e la Norvegia l’Inghilterra entra ufficialmente in guerra. La manovra tedesca era evidentemente orientata a un accerchiamento dell’Inghilterra: la Danimarca si piegò facilmente, mentre la Norvegia ostentò una resistenza approssimativa, che decadde nel governo collaborazionista di Vidkun Quisling. Accerchiata l’Inghilterra la manovra tedesca si spostava alla Francia: per aggirare la poderosa Linea Maginot Hitler attaccava Belgio, Olanda e Lussemburgo. A questo punto Hitler inviò i reparti più celeri verso la Manica, per contrastare eventuali attacchi inglesi e conservando a Dunkerque un distaccamento contro gli eserciti inglese e francese, secondo il rituale della cosiddetta guerra lampo (blitzkrieg).
Incredibilmente fu proprio in questa occasione che da Berlino giunse l’ordine di ritirarsi. Molti storici concordano sulla tesi che Hitler avesse concesso all’Inghilterra di reintegrare le proprie armate, poiché il dittatore attribuiva alla stessa Inghilterra un ruolo portante nell’equilibrio del conflitto. Solo le armate dislocate a Dunkerque furono bombardate dagli aerei della Luftwaffe.
Nel frattempo sul fronte francese il 14 giugno 1940 la Wehrmacht riusciva a travolgere la Linea Weygand, che i francesi avevano frettolosamente allestito per sopperire al crollo della Linea Maginot. Le armate tedesche si spinsero verso Parigi, entrarono nella capitale e proseguirono oltre la Loira, verso la Manica e il nord est. Anche in Francia si sviluppò un sentimento filonazista e, mentre il nord veniva occupato, nel sud del paese si formò su iniziativa del maresciallo collaborazionista Petain uno staterello vassallo del Reich che si disse Repubblica di Vichy.

L’Italia in guerra col Reich

L’Italia non era entrata da subito in guerra, poiché Mussolini ben sapeva di non poter disporre di un esercito adeguato, e inoltre non si poteva certo nascondere l’indiscusso vantaggio derivato dalla possibilità di intrattenere rapporti commerciali con i paesi belligeranti senza alcuno coinvolgimento diplomatico. Impegnato nel Patto Tripartito con Germania e Giappone, il Duce decise di intervenire solo dopo la capitolazione francese: il 10 giugno 1940 veniva pronunciata la solenne Dichiarazione di Guerra all’Inghilterra. La decisione fu criticata, poiché era una guerra senza logica e senza ragione poiché l’Italia non era mai stata direttamente coinvolta nel conflitto e non aveva interessi da difendere. Le operazioni preliminari si protrassero fino al 24 giugno, quando l’Italia conquistò, non senza fatica, pochi lembi di territorio francese.


Le mosse dell’URSS nei paesi baltici

Il patto di non aggressione permetteva all’Unione Sovietica di agire indisturbata nella regione baltica e nel nord est europeo. Stalin propose dunque ai paesi baltici la protezione sovietica. Di fronte al rifiuto della Finlandia l’Armata Rossa invadeva il territorio finnico, il 30 novembre 1939, con non poche difficoltà. Dopo aver sfondato la Linea Mannerheim la Finlandia fu obbligata alla resa, perdendo due avamposti fondamentali come la Carelia e la base navale di Hongö. La posizione finlandese interessava però la Germania, in quanto ora Hitler esaminava la possibilità di spingersi verso est, e fu così che, temendo un nuovo attacco sovietico, la Finlandia si piegò al Reich accogliendo truppe tedesche nel suo territorio.

La battaglia d’Inghilterra

Churchill aveva sempre rifiutato decisamente di scendere a patti con Hitler. Di fronte al diniego del rivale, Hitler fece bombardare Londra nella notte dell’8 agosto 1940, anticipando un attacco tedesco alla capitale.  La coraggiosa resistenza inglese scongiurò ogni possibilità di sbarco e di fatto Londra divenne la capitale della resistenza europea.

Le operazioni sul fronte libico-egiziano
e in Africa Orientale

Si tratta di due tra i punti nevralgici del conflitto. La minaccia italiana aveva infatti costretto l’esercito inglese a una poderosa controffensiva in Cirenaica nel febbraio 1941, per difendere l’Egitto, a cui Hitler rispose inviando in Africa un corpo di spedizione apposito, l’Afrika Korps, al comando del generale Rommel, che nella primavera del 1941 ricacciarono dalla Cirenaica le armate inglesi. Sul fronte dell’Africa Orientale l’Inghilterra riuscì tuttavia a occupare in poco tempo i territori coloniali italiani e a restaurare il deposto negus d’Etiopia Hailè Selassiè. Bastarono  dunque appena cinque mesi di campagna per perdere l’impero coloniale.

L’attacco italiano alla Grecia e
Il fallimento della guerra parallela

Il Duce era illuso di riuscire a condurre una guerra parallela alla campagna militare tedesca, rivendicando le proprietà di Nizza, Savoia, Corsica e Africa, e promuovendo l’espansione territoriale italiana nelle zone mediterranea e danubiano-balcanica. Il 28 ottobre 1940 Mussolini ordina l’invasione della Grecia, partendo dall’Albania, ma fu un solenne smacco, perché i greci respinsero con facilità l’attacco, passando a una pericolosa controffensiva. Inoltre tra l’11 e il 12 novembre aerosiluranti inglesi, alleati della Grecia, attaccavano la nostra flotta alla fonda nel porto di Taranto, infliggendo perdite pesantissime.
A salvare la situazione corse la Germania, con l’invio di un corpo di spedizione che invase i Balcani e giunse in Jugoslavia, proprio mentre in Jugoslavia si costituivano i nuclei della resistenza guidati da Tito.
La fragilità dell’esercito italiano metteva in evidenza la necessità di una dipendenza dalla Germania, accentuandone la subordinazione.

L’attacco tedesco all’URSS e
il Nuovo Ordine di Hitler

Il 22 giugno 1941 si rompeva il patto d’acciaio Ribbentrop-Molotov e iniziava l’attacco di Hitler all’URSS. Il Cremlino era stato in realtà messo in preallarme dalla diplomazia inglese, ma l’avviso era stato ignorato perché scambiato per una mossa propagandistica e destabilizzatrice. L’attacco si svolse su tre fronti principali:
a nord su Leningrado;
al centro su Smolensk;
a sud su Kiev.
Presi alla sprovvista e chiusi dall’incalzare tedesco, con l’aviazione distrutta da un bombardamento a tappeto, ai Russi non restava altro che affidarsi alla guerra di logoramento, che si concentrò nelle grandi città come Mosca, Leningrado e Stalingrado, iniziando così una lotta sfiancante con l’esercito del Reich.
Nel frattempo Hitler promuoveva un nuovo programma, derivato dal Mein Kampf, a cui fu dato il nome di Nuovo Ordine.
Era un programma ambizioso, votato alla realizzazione del pangermanesimo,   che vedeva il conclamarsi dell’indiscussa leadership della nazione tedesca. Quella tedesca era la razza eletta, la razza perfetta, a cui spettava il compito di guidare il mondo, mentre gli altri popoli erano considerati sottouomini (untermenschen). Il Nuovo Ordine prevedeva anche la colonizzazione dell’est europeo e la sua trasformazione in colonia agricola di sfruttamento. Il delirante progetto hitleriano continuava con la decisione di eliminare tutti gli Ebrei, gli intellettuali e i dissidenti, mediante la creazione di campi di sterminio e di lavoro (lager): oltre sei milioni di Ebrei subirono come si sa la feroce soppressione mediante le camere a gas, e a migliaia subirono l’onta della deportazione.

La Carta Atlantica

Il 14 agosto 1941 il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, da poco eletto per la terza volta alla presidenza degli Stati Uniti, e il premier inglese Winston Churchill, si incontravano a bordo di una nave da guerra al largo delle coste di Terranova per firmare la Carta Atlantica. Era una risposta al Nuovo Ordine hitleriano, una comune dichiarazione di intenti promossa dalle democrazie occidentali per abbattere il Nazismo. L’importanza del documento, che riprendeva la struttura dei Quattordici Punti di Wilson era rappresentata dall’uscita definitiva degli Stati Uniti dal loro isolazionismo.
Sulla base della Carta Atlantica nasceva il 1 gennaio 1942 la Dichiarazione delle Nazioni Unite, ventisei stati impegnati in un fronte comune contro le potenze del Tripartito, e costituenti il nucleo originale della futura ONU, che sorgerà a San Francisco a fine conflitto. Alla testa del patto si ponevano USA, URSS, Inghilterra e paesi del Commonwealth, ma è soprattutto significativa la presenza americana, che di fatto anticipava, prima di Pearl Harbour, l’ingresso statunitense nel conflitto.

L’attacco giapponese agli Stati Uniti
e il Nuovo Ordine giapponese in Asia

Fino al 7 dicembre 1941, gli unici scenari di guerra furono in pratica soltanto tre:
la zona mediterranea;
la zona atlantica;
l’est europeo.
Si apre ora un quarto scenario, quello della zona pacifica, dove la massiccia presenza nipponica disturbava già da tempo gli Stati Uniti.
L’embargo americano nei confronti del Giappone provocò una reazione immediata e a sorpresa: alle ore 7 e 55 del 7 dicembre 1941, mentre l’ambasciatore giapponese a Washington notificava la dichiarazione di guerra, 189 bombardieri nipponici calavano a Pearl Harbour, nelle Hawaii, distruggendo metà della flotta americana, che si trovava alla fonda e ovviamente impreparata all’attacco. Il pesante bilancio includeva otto corazzate, tre incrociatori e un alto numero di aerei a terra.
L’azione giapponese non si limitò a Pearl Harbour, ma si estese al golfo del Siam, dove era stanziata la flotta inglese, e nei punti principali del Pacifico e del sud est asiatico. Il 10 dicembre Italia e Germania dichiararono guerra agli Stati Uniti; il Regno Unito e i paesi del Commonwealth dichiaravano guerra al Giappone. L’URSS rimase neutrale.
Come le forze alleate del Patto Tripartito il Giappone si diede un Nuovo Ordine. Il programma, pur improntato su una solida base di interesse economico, propagandava i giapponesi come liberatori e artefici della fine dello sfruttamento coloniale europeo in Asia. La realtà dei fatti non fu però lontana dal vedere nel disegno nipponico un chiaro intento dominatore, con la presenza di una razza superiore rispetto alle altre, sul modello nazista.

La ripresa dell’offensiva tedesca in URSS

Tra l’estate e l’autunno 1941 l’avanzata tedesca coprì mille chilometri del territorio sovietico. Durante la pausa invernale l’esercito riuscì a riprendersi, ma non potè godere degli aiuti alleati, poiché la vastità del territorio e l’incedere dell’inverno russo isolavano di fatto il paese. Nel corso dell’inverno 1941/42 l’Armata Rossa riuscì comunque a riguadagnare buone posizioni sul fronte orientale, approfittando delle difficoltà degli avversari, sorpresi dai rigori climatici. Nella primavera del 1942 la Wehrmacht riprese le ostilità, a sud verso Kiev e il Caucaso e a nord est verso Stalingrado, lungo il Volga: fu questo l’errore fatale che compromise la campagna. L’Armata Rossa non ebbe nessuna difficoltà a serrare in una morsa la Sesta Armata tedesca, e il 23 novembre l’esercito italo-tedesco fu obbligato alla ritirata. Decimati dal freddo solo pochi uomini riuscirono a guadagnare il confine il 2 febbraio 1943: facevano parte del corpo di spedizione anche il corpo italiano dell’ARMIR, pesantemente decimato. 

LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Seconda fase (novembre 1942 – settembre 1945)

La controffensiva americana
sul fronte del Pacifico

Dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour la controffensiva americana si era messa in moto sul fronte del Pacifico. La prima azione ebbe luogo nel Mar dei Coralli, tra il 7 e l’8 maggio 1942; la seconda nell’arcipelago delle Midway, nel giugno successivo; la terza ebbe come teatro un’isola delle Salomone, Guadalcanal, dove la flotta nipponica si preparava all’assalto della Nuova Guinea. A supporto dell’offensiva americana partecipava anche la Cina con il Kuomintang e l’Esercito Rosso di Mao, che sostenevano l’aviazione statunitense.

La controffensiva americana
sul fronte del Mediterraneo

Contro l’Asse l’esercito angloamericano adottava una manovra a forbice: da un lato gli Inglesi al comando del generale Montgomery, dall’altro gli Americani guidati dal generale Eisenhower. 
Nell’ottobre 1942 l’esercito di Montgomery travolse l’esercito tedesco a El Alamein, penetrando in Cirenaica e in Tripolitania: il 23 gennaio 1943 cadeva Tripoli e l’esercito italo-tedesco riparava in Tunisia, dove si arrendeva nel maggio seguente. Pochi mesi prima, dopo un vertice a Casablanca tra Churchill e De Gaulle, nel novembre 1942, l’esercito americano, con l’appoggio  della Resistenza francese, sbarcava in Algeria e Marocco, sottraendo il nord ovest africano alla Repubblica di Vichy. Il 30 maggio 1943 i bombardieri inglesi della Royal Air Force calavano su Colonia e sulle principali città tedesche, dimostrando l’imminente fine tedesca. Il 9 luglio gli Americani sbarcavano in Sicilia.

La crisi del Fascismo in Italia e
l’inizio della Resistenza

Lo sbarco in Sicilia dette il colpo di grazia alla traballante macchina statale fascista. Il regime era in crisi: la fallimentare campagna di Russia, la conclamata debolezza dell’esercito italiano e soprattutto la pesante sudditanza al regime hitleriano, avevano minato la stabilità del governo di Mussolini. I sempre più frequenti scioperi nelle fabbriche e le tensioni sociali palesavano il crescente malcontento dei ceti medio bassi della popolazione.
Dopo lo sbarco americano il Gran Consiglio del Fascismo si ribellò dunque al Duce e chiese il ripristino della legalità costituzionale e del potere della Corona. Il 25 luglio Mussolini, formalmente invitato a rassegnare le dimissioni da Capo del Governo, rimetteva l’incarico nelle mani del re Vittorio Emanuele III a Villa Savoia. Arrestato, il Duce fu condotto in un albergo sul Gran Sasso, mentre il maresciallo Badoglio assumeva il controllo dell’esecutivo.
Mentre le diplomazie continuavano a mantenere un accordo di facciata col Reich, il governo italiano iniziò a trattare segretamente con gli angloamericani: il 3 settembre 1943, mentre le armate inglesi di Montgomery passavano lo Stretto di Messina e mettevano piede in Calabria, veniva firmato l’armistizio, reso pubblico, per ragioni di sicurezza, il successivo 8 settembre. Contemporaneamente iniziava l’occupazione tedesca dell’Italia settentrionale.
Il re aveva lasciato Roma e aveva raggiunto Pescara, e quindi Brindisi, nella zona occupata dagli inglesi: l’Italia si era trovata divisa in due, il nord in mano ai tedeschi e il sud in mano agli alleati. Mussolini si era nel frattempo liberato, con l’aiuto di un gruppo di paracadutisti tedeschi, ed era riuscito a riparare a Salò, nel Bresciano, dove aveva costituito una repubblichetta indipendente, la Repubblica Sociale Italiana, infeudata al Reich come Vichy.
L’8 settembre si costituiva ufficialmente il movimento della Resistenza italiana. Nel nord occupato i principali partiti antifascisti confluivano nel CLN (Comitati di Liberazione Nazionale); il 13 ottobre il maresciallo Badoglio dichiarava guerra alla Germania. Le Nazioni Unite avevano accolto l’Italia come cobelligerante, permettendo alla nazione di partecipare al conflitto con le proprie forze armate.
Accanto al CLN si costituiva il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), un’organizzazione partigiana riconosciuta dagli stessi alleati. Ogni partito aveva la sua formazione partigiana: il PCI aveva le Brigate Garibaldi, il PSI le Brigate Matteotti, il Partito d’Azione aveva fondato Giustizia e Libertà, e ancora esistevano formazioni afferenti alla Democrazia Cristiana e apartitiche.
I partigiani catturati furono uccisi e deportati nei lager, dove furono blanditi con la possibilità di aderire alla RSI, proposta che fu ovviamente rifiutata. Al sud la Linea Gustav delimitava una nazione a sé, riproduzione del vecchio sud monarchico e feudale, con i privilegi dei signori e lo sfruttamento delle terre e dei cafoni locali.

Il fronte italiano

A poco a poco la zona di guerra italiana perse d’importanza, perché Churchill voleva aprire un secondo fronte per alleggerire la pressione tedesca sull’URSS: l’apertura del secondo fronte sul nord della Francia sarà un’idea di Roosevelt, contro il parere sfavorevole di Churchill che temeva un’eccessiva presenza sovietica nei Balcani.
Intanto gli alleati, guidati dal generale Alexander, salivano per lo stivale e travolgevano la Linea Gustav, liberando prima Roma e poi Firenze tra il giugno e l’agosto del 1944, e obbligando i tedeschi ad allestire un secondo fronte difensivo dalla Versilia alle coste romagnole, la Linea Gotica. Nel mese di giugno dello stesso anno il re Vittorio Emanuele III trasferiva i poteri della corona in favore del figlio Umberto, nominato luogotenente del Regno, quasi un presagio di quella che poi sarà l’effettiva abdicazione.
Intanto il maresciallo Badoglio si dimetteva e saliva al governo Ivanoe Bonomi, che si pose a capo di un governo di coalizione dove erano rappresentati tutti i sei più importanti partiti antifascisti.

Il giorno più lungo:
lo sbarco alleato in Normandia

Su volere del presidente americano Roosevelt il secondo fronte si aprì dunque sulle coste settentrionali della Francia. Quella che è ricordata come Operazione Overlord, una delle più importanti della seconda fase del conflitto, si svolse tra il 5 e il 6 giugno 1944, nel tratto di costa francese compreso tra Caen e Cherbourg, dove l’esercito angloamericano trovò ad attenderlo una poderosa struttura fortificata, il Vallo Atlantico, fatto costruire da Hitler in previsione dello sbarco,  e sessanta armate del Reich. Mentre gli alleati entravano in Francia liberando il nord, in Provenza il 3 agosto sbarcava l’esercito di De Gaulle e il 18 agosto insorgeva Parigi. In pochi mesi la gran parte dei territori francese e belga erano liberati, anche se la Resistenza continuava.
Nel marzo 1945 l’esercito angloamericano oltrepassava il Reno ed entrava in territorio tedesco.

Le operazioni sovietiche sul Baltico e nei Balcani

Sul fronte orientale la controffensiva russa aveva ricacciato indietro l’esercito tedesco, arrivando fino a Varsavia e ai Carpazi. Mentre a Lublino i comunisti prendevano il potere, tra il 1 agosto e il 2 ottobre 1944 si consumava il dramma di Varsavia, priva dell’appoggio sovietico nella resistenza all’invasione nazista. Intanto l’esercito sovietico superava brillantemente le frontiere tedesche e liberava la Romania e la Bulgaria sul fronte balcanico, e l’Estonia e la Lettonia in quello baltico. La Jugoslavia otteneva la liberazione guidata dalla resistenza partigiana del maresciallo Tito.
In Grecia scoppiava la guerra civile tra il Fronte Nazionale di Liberazione e le forze monarchiche: del conflitto cercò di approfittare l’URSS, da sempre interessata a un avamposto sul Mediterraneo, ma l’intervento inglese pose fine alla guerra civile e, liberata Atene dai tedeschi, sottraeva la Grecia dall’influenza sovietica. Nel mese di ottobre, durante la Conferenza di Mosca, l’Europa veniva divisa in due zone di influenza e quella balcanica toccava, a eccezione della Grecia, all’Unione Sovietica.

Verso la fine della guerra

Già durante la seconda fase del conflitto i governi delle potenze vincitrici si erano incontrati per restaurare la situazione geopolitica del continente. La prima conferenza si tenne a Teheran alla fine del 1943: l’Europa fu divisa secondo sfere di influenza, rispettivamente quella orientale all’URSS, e quella occidentale agli angloamericani. Churchill e Stalin, durante il successivo vertice di Mosca, stilavano l’accordo in base al quale l’Unione Sovietica avrebbe avuto campo libero sui Balcani e nel contempo la Grecia era riconosciuta sotto la protezione inglese. Nel febbraio 1945 si teneva la conferenza di Yalta, in cui la Germania veniva divisa in quattro zone e si decideva anche l’assetto dell’ONU. L’ultima conferenza si tenne a Potsdam, presso Berlino, nel luglio 1945, dove i capi del governo rappresentati (Attlee al posto di Churchill per la Gran Bretagna) decidevano l’intervento estremo contro la Germania e il Giappone.   

La resa di Germania e Giappone

Nell’aprile 1945 l’esercito sovietico entrava a Vienna. Le pressioni sui due fronti avevano pesantemente compromesso il sistema difensivo tedesco e anche qui, come in Italia, il ruolo del Fuhrer era stato messo in discussione. Il 20 luglio 1944 l’attività cospirativa era giunta a tentare l’omicidio di Hitler, ma il Fuhrer si salvò  e iniziò una dura repressione contro i sospettati di dissidenza col Reich. Tuttavia la crisi del regime era ormai in atto e la Germania si trovò stretta in una morsa: a ovest gli alleati avevano superato il Reno a Remagen, erano entrati in territorio tedesco e avevano raggiunto Monaco e Amburgo, mentre a est l’esercito sovietico aveva raggiunto Berlino.
In Italia, dove era crollata la Linea Gotica, gli alleati liberavano Milano il 25 aprile. Mussolini, che tentava la fuga travestito da tedesco, fu catturato a Dongo da una brigata partigiana e fu fucilato su sentenza del CLNAI. Il 28 aprile l’esercito sovietico entrava a Berlino e sul pennone del Reichstag veniva issata la bandiera rossa. Hitler si tolse la vita nel suo bunker. La resa incondizionata fu firmata dal generale Jodl il 7 maggio 1945.
La resa tedesca permetteva agli USA di scatenare il proprio potenziale bellico contro il Giappone. Tra l’ottobre 1944 e l’aprile 1945 i Giapponesi avevano rimediato alcune pesanti sconfitte, prima nelle Filippine, a Leyte, poi il bombardamento americano di Tokyo, e quindi la sconfitta di Okinawa: ma il Giappone, convinto della santità della guerra e della missione divina dell’imperatore Hirohito, non voleva arrendersi. Il neopresidente americano Truman, succeduto nel frattempo a Roosevelt, decise di tentare la mossa estrema dell’arma atomica, uno strumento bellico di elevatissimo potenziale, già in mani tedesche. Dopo l’ennesimo rifiuto di arrendersi, il 6 agosto 1945 il bombardiere americano Enola Gay sganciava su Hiroshima la prima bomba atomica, che rase la città al suolo. Una seconda bomba colpiva tre giorni dopo la città di Nagasaki. In mezzo a questi avvenimenti anche l’URSS dichiarava guerra al Giappone e invadeva Manciuria e Corea. Il Giappone notificava la resa il 14 agosto, con la garanzia della permanenza sul trono imperiale di Hirohito.
Il 2 settembre 1945 si chiudeva definitivamente il conflitto.

IL SECONDO DOPOGUERRA
Gli anni della ricostruzione (1946 – 1956)

Dopo la conclusione del conflitto emergono seri problemi nei rapporti tra i paesi partecipanti alle Conferenze Mondiali sulla ricostruzione e sul riassetto morale e materiale dell’Europa, principalmente tra i paesi dell’alleanza atlantica e l’URSS.  Questo stato di cose coinvolge in due blocchi distinti  i paesi subordinati alle due potenze, contrapposti sul piano militare, politico ed economico. L’Europa viene praticamente divisa da una cortina di ferro che divide i paesi dell’Europa orientale filocomunisti da quelli a regime democratico e controllati dagli USA.

I due blocchi contrapposti

La Conferenza di Parigi riesce a sistemare i trattati di pace con i paesi alleati della Germania, come la Bulgaria, la Finlandia, la Romania, l’Italia e l’Ungheria, ma la situazione realmente complessa riguarda la Germania, ancora occupata dai due eserciti e di fatto divisa a metà. Mentre nei paesi vicini all’URSS e nella parte della Germania controllata dall’Armata Rossa si instaurano governi filocomunisti, il presidente americano Truman vara un piano di aiuti per soccorrere le minoranze in difficoltà e sottrarle al controllo bolscevico, come Grecia e Turchia (dottrina Truman). L’inconciliailità dei due modelli, uno liberalista e democratico e l’altro socialisteggiante, impedisce ogni tentativo di mediazione; e, in risposta al governo cristiano democratico della Germania filoamericana, l’URSS chiude la parte orientale  del paese e lo trasforma in uno stato satellite. Nascono dunque due nazioni separate, la Repubblica Federale Tedesca (RFT), con capitale Bonn, l’8 maggio 1949 e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT) il 7 ottobre 1949.
Col piano Marshall gli Stati Uniti stanziano 14 miliardi di dollari per favorire la ricostruzione, anche in favore di Italia e Jugoslavia, in quanto paese socialista non allineato; nell’aprile 1948 nasce l’OECE, Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica, che segue le finalità del piano Marshall. Esattamente un anno dopo la nascita della NATO ratifica la suddivisione del mondo in due blocchi contrapposti; le fa eco la nascita del COMECON, per il coordinamento delle economie socialiste e del COMINFORM, l’ente che unifica tutti i partiti comunisti europei (ex KOMINTERN). Nel 1955 i paesi filosovietici si federano nel patto di Varsavia, organizzazione militarmente affine alla NATO. Era evidente che Stalin intendeva circondarsi di alleati fedeli e allo scopo non esitò a reprimere ogni tentativo di insubordinazione. Per cautelarsi gli Stati Uniti avviarono un’intensa politica di contenimento del comunismo, preoccupati di un’eventuale estensione della minaccia sovietica (nel 1949 si costituiva il partito comunista anche in Cina).
Proprio il terrore dell’estensione del comunismo blocca il piano sociale del presidente Truman, il cosiddetto Fair Deal (patto onesto): il Fair Deal è bloccato infatti dai repubblicani maggioritari nel Congresso, che limiteranno anche il potere dei sindacati, iniziando una feroce caccia alle infiltrazioni comuniste nel paese, ispirata dal senatore McCarthy (donde il nome di maccartismo). Nel 1953 i coniugi Julius ed Ethel Rosemberg sono giustiziati sulla sedia elettrica per presunta attività spionistica in favore dell’URSS.  Solo col nuovo presidente, il repubblicano D.D. Eisenhower (1953-1961) la tensione inizia a placarsi.

La guerra fredda

Si sviluppa una battaglia per la supremazia ideologica, politica e militare tra le due potenze, che causa uno spropositato assalto agli armamenti. Nel 1949 anche l’URSS si dota della bomba atomica, seguita dall’Inghilterra nel 1952. Si fanno largo intanto nell’occidente europeo le tendenze europeiste che portano alla costituzione del Consiglio d’Europa (1949) e più tardi, grazie all’intervento delle coalizioni cristiano democratiche di Francia, Germania, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, del Mercato Comune Europeo (MEC) e della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) nel 1951.
Nel 1948 il COMINFORM condanna la posizione di Tito, che cerca di dare alla variegata composizione etnica e religiosa della Jugoslavia una struttura federativa autonoma da Mosca. Tensioni liberali provocano repressioni e disordini in vari paesi dell’est europeo. Dopo la fine del conflitto Stalin è capo del governo sovietico e capo dell’esercito, oltre del partito comunista. La ricostruzione viene portata avanti in URSS col IV e V Piano Quinquennale, mentre cresce l’apparato partitico. Il realismo socialista e il culto della personalità del leader sovietico sono portati avanti da Zdanov; Berija, capo della polizia segreta, è il braccio armato del regime, feroce repressore di ogni devianza e sovversione. Solo la morte di Zdanov, nel 1948, e di Stalin, nel 1953, danno al paese la possibilità di una vera svolta.
Nel 1953, dopo la morte di Stalin, sale al potere Krushev, che soppianta il delfino designato Malenkov, e che denuncia le repressioni dello stalinismo al XX congresso del PCUS; Berija viene condannato a morte nel 1953 ma la tensione resta altissima. In Ungheria il premier Imre Nagy cerca di dare al paese una svolta liberale, annunciando l’uscita dell’Ungheria dal Patto di Varsavia e chiedendo il ritiro dell’Armata Rossa dal territorio magiaro; il governo sovietico riesce però a dividere i comunisti ungheresi e invia il proprio esercito, 500 mila uomini e diversi mezzi corazzati, a sedare la rivolta popolare di Budapest (1956): i ribelli furono processati e condannati a morte, destando le ire della sinistra intellettuale europea.

La crisi asiatica

In Cina l’esercito nazionalista di Chiang Kai Shek, appoggiato dagli americani, è sconfitto in Manciuria dall’Armata Rossa cinese (1947) guidata da Lin Piao e sponsorizzata dall’URSS. Il partito nazionalista si sfalda e il 1 ottobre 1949 Mao Tse Tung proclama la nascita della Repubblica Popolare Cinese, riconosciuta dal blocco sovietico, mentre Chiang Kai Shek ripara a Taiwan dove costituisce la Cina Nazionalista, riconosciuta dagli Stati Uniti.
Mao stringe subito amicizia con l’Unione Sovietica e nel 1953 inizia la Lunga Marcia per affermare il socialismo reale in Cina. La modernizzazione del paese inizia con una campagna di rieducazione e di lotta all’analfabetismo, e in campo economico viene promossa la collettivizzazione dell’agricoltura, sul modello sovietico, e la costruzione dell’industria pesante di base.
La Corea dopo il ritiro delle truppe giapponesi è occupata subito dagli eserciti delle due potenze, che dividono il paese al 38° parallelo: il nord ai comunisti, il sud agli americani. Nel dicembre 1948 si ritira l’esercito sovietico, seguito nel giugno 1949 da quello americano; Nel 1950 il governo nordcoreano tenta di riunificare il paese provocando l’immediata reazione degli USA che occupano militarmente la capitale nordcoreana. La Cina interviene e ricaccia gli americani oltre il confine, verso il sud del paese; ma una seconda offensiva americana, nel 1953, ripristina il confine originario. I rischi coreani inducono gli americani a predisporre un piano di intervento in Asia per evitare pericolose intromissioni filomarxiste e nel 1954 nasce la SEATO, che unisce USA, Gran Bretagna, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan e Filippine, in un sistema economico, politico e militare di alleanze, con l’obiettivo di contenere l’espansione comunista nel Pacifico. Nel frattempo inizia anche il lento processo di decolonizzazione, annunciato dalla conferenza mondiale dei paesi non allineati che ha luogo a Bandung, in Indonesia, nel 1955.
Estremamente tormentato è il caso dell’Indocina francese. Il leader comunista vietnamita Ho Chi Min proclama il 12 febbraio 1946 la nascita della Repubblica Democratica del Vietnam. Nel tentativo di difendere la libertà i francesi rioccupano il Vietnam, instaurano un governo filoamericano nel sud del paese e ne affidano la guida all’ex imperatore Bao Dai (1949) ma i comunisti organizzano una guerriglia antifrancese che costringe la Francia a chiedere l’intervento americano. Con la mediazione del primo ministro cinese Chou En Lai si arriva agli accordi di Ginevra, che dividono il paese in due parti, con la parte sud affidata al leader filostatunitense Ngo Dinh Diem e la garanzia di libere elezioni generali per tutto il paese nel giro di due anni. Ma Diem si sbarazza di Bao Dai e con il sostegno americano diventa Presidente della Repubblica; i francesi lasciano il Vietnam nel 1956 mentre in Vietnam si instaura un governo filoamericano.

La crisi mediorientale

La divisione del mondo politico internazionale in due blocchi contrapposti rimanda a due precise prospettive sociali, una liberista e votata alla società dei consumi e una comunista e votata al collettivismo e alla statalizzazione. In entrambi i casi va però affermandosi il complesso militare-industriale e la concentrazione delle masse umane nelle zone più urbanizzate del globo. Il 15 agosto 1948 il leader sionista Ben Gurion proclama la nascita dello stato di Israele. L’ONU aveva spartito lo stato in due zone, una israeliana e una arabo-palestinese, e la proclamazione di Israele produce un immediato stato d’assedio da parte dei paesi arabi (Egitto, Siria, Giordania e Libano). La guerra si chiude con la vittoria degli israeliani e la stipula di quattro armistizi separati, nel 1949, acui però non seguì la pace. L’Egitto ottenne la striscia di Gaza, la Giordania la Cisgiordania, mentre i Palestinesi furono costretti a lasciare Israele (750 mila profughi).
Sempre in Medio Oriente, nel 1952 il colonnello Nasser occupa l’Egitto, spodestando Neghib e proclamando la repubblica. Appoggiato dai paesi socialisti Nasser invita gli inglesi a lasciare il canale di Suez, che Nasser nazionalizza nel 1956. Armato dai paesi del blocco sovietico, l’Egitto minaccia Israele con l’esercito dei fedayn. La nazionalizzazione del canale blocca inoltre i rifornimenti marittimi per Israele. Francia e Inghilterra occupano le sponde del canale, mentre Israele occupa il Sinai e si assicura un canale di scambio attraverso il golfo di Aqaba e il porto di Eilat sul Mar Rosso. La crisi è risolta in accordo dalle due potenze, che permettono agli israeliani il transito nel canale e la protezione dell’ONU.

La difficile ricostruzione italiana

In Italia si avviava intanto il difficile momento della ricostruzione; difficile poichà l’Italia era di fatto un paese sconfitto e privato sia del patrimonio coloniale sia dei confini territoriali principali, ceduti alla Francia e alla Jugoslavia. Ma a rendere caratteristico il nostro paese era anche il suo inserimento nel blocco americano pur avendo il partito comunista più forte in occidente. Gli anni della ricostruzione sono scanditi da due fasi, una nell’immediato dopoguerra, che vede al governo i partiti del CLN, e una di ricostruzione, che vede invece al governo il centro democristiano guidato da Alcide De Gasperi.
Nella prima fase siedono al governo De Gasperi, Nenni del PSIUP e Togliatti del PCI, mentre il Partito d’Azione esce dalla coalizione. Il 2 giugno 1946 nel primo referendum a suffragio universale viene proclamata la repubblica e viene nomibata una Assemblea Costituente, composta da DC (35,2 %), PSI (20,7 %) e PCI (19 %). Il referendum mostra le fortissime tensione sociopolitiche del paese, con un’Italia divisa in due tronconi, un Nord repubblicano e operaio e un Centrosud piccolo borghese, rurale e monarchico.
Il 1 gennaio 1948 viene ufficialmente promulgata la nuova Costituzione della Repubblica Italiana. Il 18 aprile il paese è chiamato alle urne per eleggere il Parlamento, sotto un’atmosfera non priva di tensioni e sull’orlo della guerra civile: nel luglio 1948 l’attentato a Togliatti rischia di accendere un pericoloso focolaio insurrezionale. Col 48,48 % dei voti la DC si assicura la maggioranza dei seggi, sconfiggendo il Fronte Popolare, e con l’appoggio dei partiti laici e liberali anticomunisti. Il nuovo governo assume subito una forte impronta filoamericana e liberista, incentivata dal futuro presidente della repubblica Luigi Einaudi, uno dei più importanti economisti liberali italiani. Questa svolta sancisce la frattura nel mondo sindacale tra i cattolici e la CGIL, che assume un indirizzo politico marcatamente filocomunista, e viene costituita la CISL.
Tra le misure dei governi degasperiani si ricorda l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno e la riforma agraria, in favore delle classi contadine; la riforma tributaria di Vanoni e l’imposta progressiva sui redditi, allo scopo di riequilibrare la delicata situazione finanziaria dello Stato. Il processo di modernizzazione non investe però la burocrazia e l’amministrazione ancora fasciste.
Nel 1953 la coalizione di governo approva una legge che garantisce il premio di maggioranza, il 65 % dei seggi, alla coalizione che raggiunga il 50 % dei voti. La DC e i partiti di governo ottengono il 49,85 % dei voti. De Gasperi, deluso e malato, si ritira dalla politica. Nel 1954 Trieste torna italiana. Nel 1955 l’Italia è ammessa all’ONU. 

IL SECONDO DOPOGUERRA
Gli anni della ripresa (1956 - 1968)

La dura repressione sovietica in Ungheria e la crisi di Suez rappresentano la fa se più tesa della guerra fredda. Inizia la fase della distensione, anche se restano aperte le questioni più importanti come la divisione di Berlino, la crisi mediorientale e la situazione dell’Indocina. La divisione del panorama politico internazionale in due blocchi contrapposti complica l’analisi dello sviluppo dei ruoli continentali: crescono i paesi non allineati, ma si rafforza anche una tendenza antimperialista e antiamericana. Nel frattempo l’URSS si fa paladina dei movimenti di indipendenza, e anche tra i paesi dell’Asia e dell’Africa in via di sviluppo entrano in gioco i delicati meccanismi delle sfere d’influenza. La ripresa delle relazioni internazionali porta alla costituzione della CEE nel 1957 e dell’EURATOM in Europa, ma anche dell’OSA in America e dell’OUA in Africa.

La crisi di Cuba e la guerra in Vietnam

Tra le due superpotenze è il momento del disgelo, ratificato da momenti di accordo come l’incontro di Camp David, nel 1959, tra Eisenhower e Krushev e la Conferenza per il Disarmo del 1960 a Parigi; ma anche da situazioni di tensione come il muro di Berlino nel 1961, i missili sovietici a Cuba nel 1962 e le incursioni aeree americane sui cieli del Vietnam del Nord nel 1966, che portano alla rottura delle relazioni diplomatiche. Eisenhower porta avanti la sua opera di difesa antisovietica con la CENTO, che porta aiuto ai paesi del Vicino Oriente in pericolo di sovietizzazione (1959). A Cuba gli USA appoggiano il dittatore Batista, ma il malcontento dei cubani avversi al regime porta avanti il movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro. Dopo il golpe del 1959, il nuovo presidente americano Kennedy promuove una spedizione anticastrista e rifiuta di riconoscere il nuovo governo di Cuba; ma nel 1961 i castristi beffano l’esercito statunitense nella Baia dei Porci. Castro chiede la protezione dell’URSS che nel 1962 installa i missili nell’isola aprendo una pericolosa frattura con gli USA. Il presidente Kennedy ordina l’embargo navale. Dopo la garanzia di non invasione da parte americana, l’URSS accetta di ritirare i missili cubani.
In Vietnam, nel 1960, si forma il Fronte di Liberazione Nazionale (Vietcong)  appoggiato dai comunisti, mentre gli USA appoggiano il dittatore cattolico Ngo Dinh Diem. La guerriglia del FLN e la maggioranza buddhista avversa a Diem portano il 2 novembre 1963 alla destituzione del dittatore; il Vietnam del sud richiede l’intervento americano. A Kennedy, assassinato a Dallas nel 1963, succede Lyndon Johnson, che appesantisce l’entità dell’intervento bellico richiesto.

La destalinizzazione nell’Europa orientale

Intanto in URSS si avvia la fase della destalinizzazione, malgrado la repressione dei moti ungheresi indichi l’intangibilità delle sfere d’influenza dei rispettivi blocchi. La cortina di ferro taglia in due l’Europa. In Ungheria il governo Kadar porta il paese verso un regime più liberale; in Romania inizia l’era di Ceausescu; resta invece preoccupante la presenza dei carri armati sovietici in Polonia e Germania Est. La distensione con l’Occidente porta alla rottura tra Cina e URSS. Mao non vede di buon occhio il processo di destalinizzazione avviato da Krushev, che appare come un traditore e per questo viene destituito nel 1963. Gli succede Breznev, con Kossigin Primo Ministro.
In Cecoslovacchia si sviluppa un vasto movimento socialista riformatore. Nel gennaio del 1968 sale al potere Dubcek e inizia la famosa primavera di Praga, un periodo in cui vengono ripristinate tutte le libertà civili. Ma i paesi del Patto di Varsavia erano troppo destabilizzati, e per evitare il rischio di nuove crisi da Mosca viene inviata l’Armata Rossa che reprime nell’agosto del 1968 la rivolta, peraltro pacifica. La repressione è l’atto finale dell’egemonia moscovita nel panorama comunista europeo. Tutti i partiti comunisti e l’intellighenzia borghese di sinistra condanna l’URSS, aprendo uno strappo mai più ricucito.

La crisi arabo-israeliana

Si apre un terzo fronte, quello dei paesi non allineati, che, dopo la conferenza di Bandung, si riuniscono a Parigi per condannare unanimamente la corsa agli armamenti che coinvolge le due superpotenze. La corsa agli armamenti sottraeva infatti le necessarie risorse ai paesi in via di sviluppo. Si fa intanto molto delicata la situazione in Medio Oriente. Forte del successo del 1956 Nasser si propone alla presidenza della RAU, Repubblica Araba Unita (1958) con Siria e Yemen, un’esperienza che dura fino al 1961, cioè fino al colpo distato in Siria. La mira è sempre la stessa, l’annientamento di Israele. Nel 1960 nasce l’OPEC, che unisce i maggiori paesi produttori di petrolio del Vicino Oriente, e, nel maggio del 1964, a Gerusalemme, viene costituita l’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Inizia nei campi profughi arabo-palestinesi l’addestramento alla guerriglia. In settembre la Lega Araba costituisce un comando armato unificato contro Israele. Nel giugno 1967, dal 5 al 10, si combatte la Guerra dei Sei Giorni. L’esercito israeliano comandato da Moshè Dayan conquista la Cisgiordania, il Sinai e le alture del Golan. Solo l’intervento dell’ONU fa cessare gli scontri.  I paesi arabi sono aiutati dal blocco sovietico, che vede nella guerra in Medio Oriente un’ennesima manovra dell’imperialismo capitalistico americano, da sempre sponsor della causa israeliana. Malgrado però l’ONU tenti una risoluzione, entrambe le parti in causa respingono qualsiasi tentativo di mediazione.

La crisi del 1968

Il 1968 è un anno di intensa partecipazione sociale, che inizia nei campus delle Università americane e finisce anche in Europa. I primi fuochi si accendono negli USA tra il 1963 e il 1964 contro la coscrizione dei giovani militari americani in procinto di partire per il Vietnam, contro la perorazione della causa di questa assurda “guerra santa” contro l’invasore comunista, e a favore dei diritti civili della gente di colore; nel maggio 1968 il vento rivoluzionario tocca le Università parigine, per poi estendersi alla popolazione studentesca europea e italiana.
Negli Stati Uniti la tensione sociale resta altissima. Nonostante con la presidenza Eisenhower si fosse mitigato il clima di anticomunismo di stampo prettamente maccartista, nel sud del paese permanevano gravi casi di segregazione razziale che scuotevano l’opinione pubblica. Nascono molti movimenti, alcuni violenti come le Black Panthers di Malcolm X e i Musulmani Neri, altri a carattere non violento come il movimento pacifista ispirato da Martin Luther King. Le sentenze della Corte Suprema a favore dei diritti civili dei neri inasprisce la reazione del razzismo più oltranzista che sfocia nella costituzione di movimenti paralleli al Ku Klux Klan. I maggiori testimoni della svolta democratica del paese sono assassinati: il presidente John F. Kennedy nel 1963, suo fratello Robert nel 1968 e Martin Luther King lo stesso anno. Al presidente Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963 succede Lyndon B. Johnson.

In Europa

Nell’immediato dopoguerra in Gran Bretagna il governo del laburista Clement Attlee aveva costruito una serie di solide contromisure sociali per arginare la crisi post-bellica, favorendo la nascita del welfare state. I governi conservatori che si succedono non alterano la fisionomia dello stato assistenziale disegnato dai laburisti. Nel 1951 sale al potere Churchill, e nel 1957 McMillan.
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CLASSE QUIMTA - MODULO 6 - STORIA
Gli anni Settanta e Ottanta

1 - QUADRO STORICO

Gli anni settanta e ottanta sono caratterizzati da cinque eventi principali:

a) nuove tensioni tra USA e URSS
b) apertura di nuovi focolai di tensione in Asia
c) crisi petrolifera
d) inizio dell'era Reagan
e) inizio dell'era Gorbaciov

La tensione tra le due superpotenze si acuisce subito dopo la cosiddetta PRIMAVERA DI PRAGA. L'occidente allineato al Patto Atlantico guarda infatti con sfavore la presa di posizione sovietica nei confronti della popolazione che chiedeva una svolta liberale. A rendere più difficili i rapporti tra i due paesi era la CORSA AGLI ARMAMENTI e l'EMBARGO degli USA nei confronti di Mosca. 
L'Unione Sovietica aveva infatti investito molto sulla competizione strategica e tecnologica con gli Stati Uniti, ma aveva lasciato indietro l'agricoltura e la produzione cerealicola, e si era trovata costretta ad acquistare grano dagli USA. Un primo segnale di distensione si registra nei primi anni settanta con l'accordo SALT 1 (Strategic Army Limitation Treaty) firmato a Mosca da Nixon e Breznev e ratificato dopo pochi anni (accordo SALT 2) a Vienna, da Carter e Breznev. L'accordo impegnava le due superpotenze alla limitazione delle installazioni di missili sul proprio territorio e in quelli dei paesi allineati. Negli anni ottanta i rapporti tra USA e URSS tornano a farsi tesi fino all'ascesa di Gorbaciov che, ritenendo economicamente poco redditizia la Nuova Guerra Fredda con gli USA, firma a Washington gli accordi bilaterali che impegnano le due superpotenze allo smantellamento dei cosiddetti euromissili.

Uno degli aspetti più particolari di questo periodo è la diffusione delle GUERRE LOCALI, microconflitti tipici del sud est asiatico, del Medio Oriente e dell'America Latina. La GUERRA IN VIETNAM giunge al suo atto finale. Gli Stati Uniti trattano col Vietnam del Nord ma continua la guerriglia dei Vietcong al Sud, che viene invaso e il nome della capitale Hanoi viene cambiato in Ho Chi Minh, in onore dello storico leader vietnamita. La guerriglia coinvolge l'intera Indocina, nel Laos inizia il movimento del Patet Lao, che porterà alla Repubblica Pnpolare, mentre in Cambogia trionfano i Khmer Rossi guidati da Pol Pot.

In Medio Oriente si apre una nuova crisi tra ISRAELE ed i paesi arabi, che sfocia nella GUERRA DELLO YOM KIPPUR, in seguito alla quale le truppe arabe occupano parte del territorio israeliano, sulla sponda orientale del Canale di Suez. Ma in soli 4 giorni la controffensiva israeliana rioccupa i territori, minacciando Egitto e Siria. La tensione si radicalizza quando, per stanare presunti terroristi palestinesi,
il governo israeliano ordina l'attacco ai campi profughi palestinesi come quelli di Sabra e Chatila, in Libano, provocando la morte dh molte vittime civili, soprattutto donne e bambini, colpevoli, secondo Tel Aviv, di nascondere terroristi dell'OLP. La situazione provoca una crisi petrolifera che farà sentire pesanti effetti in Europa. Gli accnrdi di Camp David nel 1978 tra l'Egitto di Sadat e Israele, segnarono uma tregua importante, uno dei maggiori successi politici del presidente democratico degli USA, Jimmy Carter. Alla fine degli anni Settanta si aprono in Asia due nuovi scenari, uno in Afghanistan e uno in Iran. La presa di potere di Karmal porta l'Afghanistan in una sanguinosa guerra civile, che costringe l'URSS a intervenire rul confine. L'occupazione sovietica riaccende la tensione con gli Stati Uniti, che decidono un simbolico boicottaggio dei Giochi Olimpici di Mosca del 1980. In Iran lo scià di Persia, Mohamed Reza Pahlavi, viene deposto dalla rivoluzione che pnrta alla trasformazione del paese in una repubblica islamica, guidata dall'ayatollah Khomeini. Lo scià è costretto insieme alla sua famiglia all'esilio in Egitto, dove morirà pochi mesi dopo, mentre l'Iran, come l'Afghanistan, cambierà volto, sposando la legge coranica e impòe un nuovo assetto alla politica internazionale. Proprio la rivolta iraniana segnerà la fine del mandato presidenziale di Jimmy Carter, travolto dalle critiche durante l'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran, con la presa in ostaggio di 52  cittadini americani.

In Europa, dopo i fatti di Praga, molti Stati voltano le spalle all'URSS. La Germania Ovest, durante il cancellierato di Willy BRANDT, inaugura la cosiddetta õstpolitik (politica orientale) che segna una distensione con i paesi del Patto di Varsavia. Travolto da uno scandalo spionistico, Brandt è costretto a dimettersi. Gli succede Helmut SCHMIDT con cui la  õstpolitik subisce un brusco rallentamento. Il dialogo riprenderà durante il cancellierato di Helmut KOHL. In Gran Bretagna inizia l'era di Margaret THATCHER, leader conservatore, che porta avanti una politica vicina agli Stati Uniti. La Francia vede il tramonto politico del vecchio generale DE GAULLE, e, dopo una breve parentesi con Georges POMPIDOU, i gollisti porteranno alla presidenza Valery GISCARD D'ESTAING. Negli anni Ottanta la svolta socialista porta al potere MITTERRAND. L'Italia firma il TRATTATO DI OSIMO che ridefinisce i confini con la Jugoslavia e concede l'autonomia alla provincia di Bolzaxo. In Spagna, dopo la morte del dittatore Francisco FRANCO, torna la monarchia col Re Juan Carlos, designato dalln stesso Franco.

In Sudamerica gli anni Settanta portano al potere diverse dittature militari, come quella che nel 1973 rovescia il presidente cileno Salvador ALLENDE. Allende, protagonista di una importante svolta economica basata sulla nazionalizzazione delle principali risorse del paese, viene deposto dal generale Augusto PINOCHET. La Confereoza di Contadora, a cui parteciperanno diversi stati dell'America Latina, stabilirà nuove norme nei rapporti tra i paesi sudamericani oltre a salvaguardare i diritti umani della popolazione.

Agli inizi degli anni Settanta, mentre si chiudeva la questione del Vietnam, viene eletto il repubblicano Richard NIXON, che nel 1974 viene travolto dallo scandalo Watergate. Watergate era il palazzo che ospitava la sede del Partito Democratico, in cui vengono scoperte delle spie repubblicane. Nixon è costretto alle dimissioni. Gli succede il suo vicepresidente, Gerald FORD. Le primarie democratiche vedono la vittoria del governatore della Georgia, Jimmy CARTER, che diventerà il 39esimo Presidente degli USA. Durante il suo mandato gli Stati Uniti porteranno avanti una innovativa politica estera basata sulla difesa dei diritti umani. Gli USA aprono ai regimi sudamericani di impronta socialista e prendono le distanze dai tradizionali alleati liberali. Dopo i fatti di Teheran però Carter non riesce a ottenere lo stesso consenso e nel 1980 inizia l'era di Ronald REAGAN.

In Unione Sovietica, alla morte di Breznev, salgono al potere dapprima Yuri ANDROPOV e quindi Konstantin CERNENKO. La tensione tra le due superpotenze dura fino all'ascesa al potere, nel 1985, di Mikhail GORBACEV, che avvia una profonda e radicale trasformazione del paese. Durante il governo di Gorbacev assistiamo a una vera e prosia rivoluzione nell'Europa dell'Est: lo smantellamento del Muro di Berlino, la riunificazione delle due Germanie, la fine dell'Unione Sovietica e l'indipendenza degli stati ex URSS, la brusca fine del regime di Ceaucescu in Romania, la nascita della CSI, comunità degli Stati Indipendenti, eventi che segnarono la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta.

2 - QUADRO POLITICO-SOCIALE

Durante il ventennio 1969-89 assistiamo all'aumento del numero degli Stati. Ciò è dovuto alla decolonizzazione e alla fine dell'Unione Sovietica, ma anche alla nascita di nuove realtà territoriali come il Bangladesh. L'aumento del numero degli Stati genera qualche squilibrio nelle politiche locali, sopratutto nelle aree maggiormente esposte a rischi di secessione (Kosovo, Cecenia, Kurdistan) e nelle zone contese da più Stati (come le Isole Falkland, contese da Argentina e Gran Bretagna). La crisi politica e istituzionale è aggravata anche dalla CRISI PETROLIFERA, conseguente alle tensioni del Vicino Oriente, dalla RECESSIONE ECONOMICA che colpisce l'Occidente industrializzato, e dalla CRISI FINANZIARIA, causata dalla corsa agli armamenti delle due superpotenze. Si affermano quindi in Europa i governi delle destre e le politiche NEOLIBERISTE. Il NEOLIBERISMO è la risposta dei governi occidentali alla crisi dell'economia nei paesi sviluppati e si basa sui seguenti punti:

1. Liberalizzazione del commercio e del mercato del lavoro con conseguente aumento della mobilità e dei consumi
2. Privatizzazione degli enti governativi e dei servizi sociali
3. Diminuzione della pressione fiscale
4. Riduzione del potere contrattuale dei sindacati
5. Contenimento dei salari
6. Riduzione della spesa pubblica

La politica neoliberista porta due conseguenze: un massiccio aumento della mobilità lavorativa e una flessione dei poteri del Parlamento.

USA - Negli Stati Uniti dei primissimi anni Settanta il repubblicano Richard Nixon eredita una situazione finanziaria difficile, ma, nonostante la recessione e la crisi petrolifera conseguente alla tensione in Medio Oriente, riesce a riportare il dollaro USA fuori dalla crisi, tanto da ottenere un secondo mandato presidenziale. A breve distanza dalla sua nomina viene travolto dallo scandalo Watergate e costretto alle dimissioni. Dopo una breve reggenza del vicepresidente Gerald Ford, alla Casa Bianca è eletto il democratico Jimmy Carter, uomo nuovo della politica, che ottiene una nomination a sorpresa battendo il più quotato Ted Kennedy. Durante il suo mandato gli Stati Uniti conoscono una decisa ripresa economica che viene peró soffocata da una nuova recessione e dalla conseguente inflazione. Nonostante le sue spiccate qialità di mediatore politico Carter viene travolto dalle rivoluzioni islamiche in Asia e malgrado una seconda nomination presidenziale a vincere le elezioni è il repubblicano Ronald Reagan. Sottp il profilo economico il primo mandato di Reagan si ricorda per la diminuzione della pressione fiscale e per  la creazione di misure agevolative in favore dei contribuentima anche per la scarsa peculatività del mercato. Durante il secondo mandato Reagan rilancia l'economia americana e avvia una poderosa riforma tributaria, ma si allarga il divario tra i ceti sociali. Inoltre la politica estera di Reagan, volta a "occidentalizzare" i paesi sottoposti a regimi non liberali crea squilibrio e tensione internazionale, tanto da creare una profonda frattura politica col mondo arabo, che vedrà l'imperialismo del delfino di Reagan, Bush, una minaccia da combattere.

EUROPA - In Gran Bretagna gli anni Ottanta sono dominati dalla conservatrice Margaret Thatcher. La politica della Thatcher non si discosta molto da quella reaganiana, sopratutto nella privatizzazione dei servizi e nella grave crisi sociale che ne eta derivata. In Francia dopo le riforme sociali del neogollista Valery Giscard D'Estaing inizia l'eta di Francois Mitterrand. Durante questo periodo si allenta l'inflazione e  vengono introdotte importanti contromisure per arginare la crisi, amcora di stampo neoliberista come il blocco dei salari e le privatizzazioni. In Germania gli anni Settanta sono gli anni del grande rilancio dell'economia tedesca e dell'östpolitik, soprattutto con Brandt. Dopo Il cancellierato di Schmidt la vittoria della CDU porta al potete Helmut Kohl. Kohl inaugura un nuovo capitalismo. L'assenza di conflitti nell'economia tedesca e la riunificazione del paese alla fine del decennio portano una crescita dei consumi e della produttività.in Italia gli anni Settanta sono chiamati "anni di piombo" in riferimento a quella strategia della tensione che aveva trasformato una rivoluzione sociale in lotta armata. Dopo il 68 la lotta studentesca si mescola alla protesta nelle fabbriche. La strage di Piazza Fontana e quella della Stazione di Bologna fanno da sinistra demarcazione al decennio. I partiti più importanti si uniscono nel compromesso storico voluto da Berlinguer, un accordo sulle riforme istituzionali che coinvolge le tre confederazioni sindacali in un importante accordo sulla scala mobile. Sempre nello stesso periodo nasce il Servizio Sanitario Nazionale e vengono varate grandi riforme sociali come la Legge sull'equo canone di affitto. Nel 1978 la politica di solidarietà nazionale porta all'elezione del socialista Sandro Pertini, che incarnerà per tutto il suo settennato il sentimento di unità nazionale, nonostante l'intensificarsi degli attentati. Pertini si oppone con decisione agli euromissili voluti da Reagan per difendere i paesi allineati da eventuali attacchi sovietici. La politica interna vede la nascita di governi di coalizione - pentapartito- in luogo del monocolore democristiano: inizia anche una decisa spartizione dei mezzi informativi con la lottizzazione delle tre reti Rai e con la nascita deo primi network dell'emittenza privata, poi accorpati nel gruppo Fininvest (oggi Mediaset). La Penisola Iberica è scossa da due eventi decisivi: la Rivoluzione dei Garofani che porta i socialisti al potere on Portogallo e la morte del dittatore Francisco Franco che riporta in Spagna la monarchia costituzionale col re Juan Carlos, designato anni prima dallo stesso Franco. In Grecia la Rivoluzione dei Colonnelli depone il Re Costantino e getta il paese in un periodo di squilibrio e tensione. Negli anni Settanta sia i paesi balcanici sia quelli iberici si avvieranno verso riforme liberali.

URSS ED EUROPA DELL’EST - In Unione Sovietica la vecchia nomenklatura del partito deve fare anch'essa i conti con la crisi dovuta alle sempre più ingenti spese per la difesa, con la falsa peculatività dell'economia illegale, con una classe politica vecchia e con gravissime diseguaglianze sociali. Conclusa l'era Breznev, dopo i due brevi mandati di Andropov e Cernenko, nel 1985 sale al potere Mikhail Gorbacev. Tre erano le priorità di Gorbacev:
l'ammodernamento della classe politica
l'assestamento dell'economia
una nuova politica culturale
Due furono i pilastri della politica di Gorbacev:
la PERESTROIKA o riforma radicale
la GLASNOST ossia la trasparenzainformativa
La politica interna di Gorbacev cambió per sempre la fisionomia dell'URSS. Le liberalizzazioni mutarono il concetto socialista della finanza sovietica e le aperture all'occidente cambiano il tipico modo di vivere dei paesi del socialismo reale. Venne cancellato l'ateismo di stato e iniziarono le procedire di sgombero dell'Armata Rossa a presidio dei paesi del Patto di Varsavia. La rinata vivacità speculativa provocó tuttavia un nuovo allargamento della forbice tra gli strati della popolazione e la ritrovata libertà religiosa finì con l'aprire la strada ai nazionalismi e alle tensioni tra gruppi etnici. La situazione si estese ai paesi dell'Est Europa. La fine della Jugoslavia produsse una proliferazione dei governi nazionalisti come la Serbia di Slobodan Milosevic. Mentre le repubbliche sovietiche raggiungono l'indipendenza anche nei paesi dell'ex Patto di Varsavia si avvia la transizione a un percorso liberale, a partire dalla Polonia, dove da anni il sindacato e la presenza della Chiesa avevano dato vita a un intenso periodo di riforme. 

ASIA - In Cina durante gli anni Settanta si avviano le 4 grandi modernizzazioni - industria, agricoltura, difesa e tecnologia - e dopo la morte di Mao i suoi successori, Deng Xiao Ping e il delfino Hua Guofen tracciano la strada verso una Cina inserita nei mercati e nel terziario. Il ritorno di Hpng Kong alla Cina e la sempre più massiva presenza di investor stranieri portano l'economia cinese a essere una delle più forti in Asia. Ma le tensioni col regime si fanno sentire e alla fine del decennio scoppia la rivolta di piazza Tienanmen. Comincia la stagione del grande sviluppo asiatico, sopratutto in Giappone e India, ma i contrasti religiosi e politici dominano gli anni Ottanta: l'assassinio del premier indiano Indira Gandhi prima e di suo figlio Rajiv poi, le crisi in Pakistan e Bangladesh, la questione dei dissidenti in Myanmar.

3 - QUADRO ECONOMICO

Due eventi dominano il ventennio 1969/1989, le due crisi petrolifere degli anni Settanta e la terziarizzazione dell'economia negli anni Ottanta.

Gli USA non vengono toccati dalla crisi del petrolio ma subiscono comunque gli effetto della recessione. Già durante il primo mandato di Nixon, agli inizi degli anni Settanta, si assiste alla fine della convertibilità del dollaro e ai cambi fissi, ma con le politiche neoliberiste degli anni Ottanta abbiamo una maggiore vivacità del mercato. La ripresa dell'economia peró è solo apparente e porta gli Stati Uniti, già coinvolti nella corsa agli armamenti, a una stagnazione economica unita all'aumento dell'inflazione (stagflazione). Anche gli ultimi anni dell'URSS e dei paesi socialisti sono pesantemente segnati dalla corsa agli armamenti, che finisce con l'assorbire buona parte delle risorse del paese, creando un blocco produttivo peggiorato dalla politica economica non capitalista. Per contro nei paesi della CEE si assiste a un incremento della produzione, soprattutto nella Germania Federale, il cui grande rilancio avviene durante il cancellierato di Willy Brandt.
Significativa è la terziarizzazione dell'economia negli anni Ottanta. Il processo di innovazione tecnologica si estende ben presto al settore dei servizi, creando una nuova fase.
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CLASSE QUINTA - MODULO 7 - STORIA
Gli anni Novanta e il XXI secolo

PARTE PRIMA
GLI ANNI NOVANTA

1 - QUADRO STORICO

PAESI ARABI - L’Invasione del Kuwait da parte dell'Iraq di Saddam Hussein porta a un decisivo intervento della Nato in Medio Oriente, noto come Operazione "Tempesta nel deserto" (Desert Storm), che in meno di un mese piega le pretese del Rais di Bagdad. Hussein cerca di allargare il conflitto ai vicini paesi arabi invocando la guerra santa contro il comune nemico americano,  ma non riesce a cambiare le sorti della guerra. la crisi porta a una svolta decisiva dei rapporti tra Israele e OLP, con uno storico accordo tra Rabin, il primo ministro israeliano, e il leader palestinese Arafat. Di conseguenza in Medio Oriente si fronteggiano tre schieramenti: Hamas, che faceva capo ai Palestinesi, il partito di Dio, o Hezbollah, che faceva capo ai paesi arabi più irriducibili, e la destra israeliana che non condivideva la distensione di Rabin nei confronti dell'OLP, il clima di tensione porta nel 1995 all'assassinio di Rabin e all'ascesa del nuovo premier Netanyahu.

AFRICA - Dopo la decolonizzazione l'Africa era divisa da conflitti etnici e religiosi, sopratutto in Ruanda e Burundi, dove scoppiarono conflitti tra le popolazioni hutu e tutsi. Nigeria e Mozambico  iniziarono un nuovo sviluppo grazie al petrolio e alle industrie. In Sudafrica finisce l'apartheid grazie a Nelson Mandela, leader dell'African National Congress. L'amministrazione boera fin dagli anni Venti del XX secolo aveva promosso un feroce sfruttamento della manodopera nera per evitare l'emancipazione di una borghesia di colore. L'attivismo politico dell'ANC era rappresentato fin dagli anni Sessanta da Mandela, recluso per anni in carcere, e dalla moglie del leader, Winnie Mandikela. La condanna internazionale per la soppressione dei diritti civili portò nel 1989 alla caduta del governo e alla liberazione di Mandela nel 1990. Nel 1994 le leggi  sull'apartheid vennero abolite e furono indette le prime elezioni aperte anche ai neri, vinte dall'ANC.

BALCANI - Dopo l'indipendenza di Croazia e Slovenia a seguito della fine della Jugoslavia, iniziano le prime controversie territoriali tra i paesi confinanti, separati anche da questioni religiose e identitarie. L'intervento della Serbia, per la contesa della Krajina, porta a un sanguinoso conflitto, dominato da deportazioni e dalla pulizia etnica. Il regime del dittatore serbo Slobodan Milosevic è di nuovo protagonista quando la Bosnia ottiene l'indipendenza, con un nuovo tentativo di annessione che obbliga l'Occidente a intervenire militarmente. Dopo la sconfitta di Milosevic e l liberazione di Sarajevo, gli accordi di Dayton divideranno il territorio in due stati: la Repubblica Serbo-Bosniaca e la Federazione Bosniaco-Croata.

EST EUROPA - Dopo la caduta del Muro di Berlino le due Germanie si riunificano sotto la guida di Helmut Kohl. Le ex repubbliche sovietiche iniziano a proclamare la loro indipendenza, indebolendo la posizione del presidente Gorbacev. Nonostante un consenso popolare ancora molto forte comincia a prendere posizione la leadership di Boris Eltsin, che con un plebiscito popolare conquista il Cremlino. La prima clamorosa iniziativa di Eltsin fu la messa fuorilegge del PCUS, a cui fece seguito la fine, anche formale, dell'Unione Sovietica. Dopo la nascita della Federazione Russa, Eltsin comincia le manovre per l'ingresso del suo paese nei mercati finanziari occidentali, con l'adozione di una economia capitalistica, e per l'ingresso della Russia nel G8. Con la scomparsa dell'URSS il nuovo assetto politico internazionale si fonda su quattro pilastri: USA, UE, Cina e Giappone. La grave crisi economica del 1998 obbligò però Eltsin a un rimpasto del governo, aprendo agli ex comunisti, tendenza questa che si verificò in molti altri Stati dell'Est Europa, dopo un iniziale spostamento a destra. A succedere a Eltsin alla guida della Russia sarà Vladimir Putin, che afferma il proprio paese sulla ribalta finanziaria internazionale. Il problema più difficile da fronteggiare fu il nazionalismo islamico, sopratutto in Cecenia, che dava vita a un nuovo periodo di guerriglia.

2 - QUADRO POLITICO E SOCIALE

USA - La "reaganomics" si era basata su due indirizzi principali, la "deregulation" ossia il progressivo allontanamento dello Stato dall'economia, e lo smantellamento del welfare state: ciò aveva prodotto un immediato risanamento economico ma anche l'allargamento della "forbice sociale" tra le classi. Durante la presidenza di Bush, il successore di Reagan, l'economia statunitense segna la crisi dei commerci e una forte recessione, che obbliga l'amministrazione a una drastica manovra finanziaria, col ribasso dei salari e nuovi tagli alla spesa pubblica. Il continuo aumento del debito federale provoca però la messa in discussione del governo repubblicano e alle successive presidenziali sale al potere il democratico Bill Clinton. La nuova amministrazione democratica continua sulla stessa strada repubblicana, ottenendo un recupero della produzione in vari settori, che premia Clinton con un nuovo mandato nel 1996. Le elezioni del 2000 vedono la riconferma dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'ex presidente.

EUROPA - Dopo la fine dell'era Thatcher, nel Regno Unito sale al potere dapprima il conservatore John Major, sotto il cui governo la sterlina inglese entra nello SME, e quindi il laburista Tony Blair, convinto europeista e regionalista. La Francia vive intanto il problema delle immigrazioni irregolari, sopratutto dai paesi del Nord Africa. Il dramma dei sans papier viene affrontato in modo diverso dai governi che si succedono: quello di centro-destra guidato da Alain Juppè vota una legge anti immigrazione, appoggiata dagli estremisti del Front National di Jean-Marie Le Pen, mentre la coalizione di centro-sinistra, guidata dal socialista Lionel Jospin, regolamenta l'immigrazione con una serie di procedure selettive per censire gli irregolari. Anche la Germania vive una crisi profonda, dovuta alla recessione globale, ben assorbita dalle aziende tedesche e da una serie di riforme istituzionali del governo di Kohl. In questo periodo anche la Germania deve fare i conti col problema dei migranti provenienti sopratutto dall'Est Europa. 

ITALIA - L'Italia vive nel 1992 una profonda crisi istituzionale dominata dalle stragi di mafia e dal caso Mani Pulite, che travolge le segreterie dei cinque partiti di governo. Lo scandalo coinvolse i vertici della politica italiana e diversi esponenti dell'imprenditoria, portando alla luce una fitta rete di corruzione e di finanziamenti illeciti ai partiti. Le indagini furono condotte inizialmente dal pool della Procura di Milano, guidato da Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D'Ambrosio; del pool facevano parte Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini e Tiziana Parenti.  
I cambiamenti del Paese sono tali da significare il passaggio a una Seconda Repubblica. Scompare il PCI sostituito dal Partito Democratico della Sinistra o PDS, tramonta la Democrazia Cristiana, sostituita da diversi organismi di centro (CCD, CDU e PPI). Dopo la fine della presidenza Cossiga viene eletto alla Presidenza della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che deve cercare di ricompattare l'unità istituzionale. Nel giro di due mesi, tra maggio e luglio 1992, due delitti di mafia: il giudice Giovanni Falcone e il giudice Paolo Borsellino. Dopo lo scandalo Tangentopoli la crisi politica porta alla formazione di due coalizioni di centrodestra e di centrosinistra (BIPOLARISMO): 
a) la Casa delle Libertà (più tardi Polo delle Libertà) espressione dell'elettorato moderato e liberale, costituita da Forza Italia di Berlusconi, da Alleanza Nazionale di Fini (partito nato dalle ceneri del Movimento Sociale Italiano) e dalla Lega Nord di Bossi, (si unirà poi anche il CCD) guidata dallo stesso Berlusconi;
b) l'Ulivo, coalizione progressista, formata dal  PDS e dal Partito della Rifondazione Comunista (poi divisa dai Comunisti Italian), guidato da Romano Prodi. 
Nel marzo 1994 le prime elezioni politiche della neonata Seconda Repubblica furono vinte dal centro-destra che tuttavia dovette fare i conti con una crisi di governo, aperta dall'uscita della Lega Nord dalla maggioranza. Al posto del governo Berlusconi si formò un gabinetto tecnico guidato da Lamberto Dini. Nel 1996 le elezioni furono vinte dall'Ulivo. Il governo guidato da Romano Prodi avviò un importante disegno di riforma economica e favorì l'ingresso italiano nell'Eurozona ma le "larghe intese" della coalizione di centro-sinistra si trovarono a fronteggiare una nuova crisi che portò all'opposizione Rifondazione Comunista, divisa dai Comunisti Italiani!, e alla riorganizzazione del PDS che cambiò nome in DS (Democratici di Sinistra). La nuova coalizione di centro-sinistra sarà sconfitta nel 2001 dal Polo delle Libertà.

3 - QUADRO ECONOMICO

Nonostante la recessione globale l'ingresso dei paesi dell'Est Europa nel mercato favorisce la crescita del PIL mondiale e genera un aumento significativo della produttività. Questo fenomeno si presenta soprattutto nei paesi di nuova industrializzazione e nei mercati emergenti dell'Estremo Oriente e del Sud America. La nascita di società multinazionali genera però anche lo squilibrio tra paesi e tra economie, e per questo nasce il WTO, l'organizzazione mondiale del commercio, allo scopo di monitorare gli scambi ed evitare il formarsi di cartelli tra economie forti sul mercato. Si cerca di favorire lo sviluppo sostenibile, aprendo a nuovi mercati ed economie. Si segnala anche la progressiva perdita di mercato dei prodotti agricoli, destinati spesso a carburante ecocompatibile. Nel 1992 la Conferenza di Rio fa il punto sulla situazione dell'ambiente e vengono votate misure per la riduzione dei gas serra nell'atmosfera, ma vengono anche esaminate le situazioni dei paesi di recente sviluppo come i paesi dell'America Latina.

PARTE SECONDA
IL XXI SECOLO (2000-2015)

1 - QUADRO STORICO E POLITICO

USA -  Le elezioni presidenziali  del 2000 sono caratterizzate dalla vittoria dei repubblicani con George W. Bush, figlio dell'omonimo ex presidente. La presidenza Bush deve fare i conti con quello che viene considerato l'atto di terrorismo più drammatico dell'età contemporanea: gli attentati dell'11 settembre 2001. Si trattò di quattro differenti attacchi terroristici, collegati tra di loro dalla comune matrice ideologica (il fondamentalismo islamico), dall'organizzazione che li rivendicò (al-Qaida), dalle modalità (quattro voli di linea dirottati e usati come armi). I morti furono in totale 3000. Due dei quattro voli di linea dirottati si schiantarono sulle due Torri Gemelle del World Trade Center di New York, cuore finanziario della città e del Paese, il terzo aereo colpì il Pentagono, a Washington D. C., mentre il quarto, forse diretto sulla Casa Bianca o sul Campidoglio, si schiantò in Pennsylvania. Gli attentati furono rivendicati dall'organizzazione terroristica al-Qauda, guidata da Osama Bin Laden. Non ci furono spiegazioni precise dei terroristi sul movente, ma gli esperti concordarono la concomitanza di alcune cause scatenanti, come le operazioni militari americane in Afganistan ai tempi dell'occupazione sovietica del 1979, la Guerra del Golfo Persico e il consolidamento di Israele come base americana nel Mediterraneo. Altri esperti cercarono di chiarire un possibile progetto politico di Bin Laden, in base alle dichiarazioni del leader islamico dopo gli attacchi. In seguito agli attentati il governo degli Stati Uniti creò una speciale Commissione dedicata alle indagini e avviò una massiccia campagna anti-terrorismo, coinvolgendo diversi Stati.
Nel marzo 2003 scoppia la Guerra d'Iraq (impropriamente nota come SECONDA GUERRA DEL GOLFO). La guerra, risolta  in breve tempo, aveva come obiettivo la deposizione e la cattura del dittatore iracheno Saddam Hussein, ritenuto (erroneamente) in possesso di armi di distruzione di massa e coinvolto negli episodi di terrorismo rivendicati da al-Qauda. Nonostante il rapido raggiungimento degli obiettivi la guerra fu caratterizzata da una lunga resistenza contro gli invasori occidentali, che si concluse solo nel 2011, quando i territori occupati furono riconsegnati alle autorità irachene. Non si arrestò invece  la guerra civile tra le fazioni religiose. Saddam Hussein fu catturato e processato da un tribunale iracheno per crimini contro l'umanità. La condanna a morte per impiccagione fu eseguita nel 2006. La deposizione del leader non riuscì però a garantire all'Iraq la stabilità politica, a causa della penetrazione di cellule fondamentaliste nel territorio. L'impegno politico di Bush porta a una sua riconferma nel 2004. Nel 2008 assistiamo a una vittoria dei democratici con l'elezione di Barack Obama - riconfermato poi quattro anni dopo - primo presidente afroamericano degli USA.

EUROPA - I primi anni del nuovo secolo vedono l'allargamento dell'Unione Europea. I 15 stati membri accettano in modo unilaterale gli accordi di Schengen per l'abolizione delle frontiere doganali e firmano il Trattato di Nizza per la creazione di una Convenzione Europea. Il 1 gennaio 2002 entra in vigore la moneta unica, l'Euro, (adottata de facto anche a San Marino, Vaticano, Monaco e negli Stati in attesa di riconoscimento come Montenegro e Kosova). Nel primo decennio del XXI secolo gli accordi di Schengen vengono estesi a diversi stati europei, molti dei quali adottano l'Euro come valuta ufficiale. Una delle principali protagoniste dell'integrazione europea fu sicuramente la Francia, avviata a una notevole stabilità economica grazie alla cooperazione con la Germania. Nonostante la Francia si fosse fatta promotrice di una politica europea forte nel 2005 boccia la Costituzione Europea col 55% dei voti. Anche la Germania assunse dopo la riunificazione un ruolo attivo nell'Unione Europea, partecipando alle diverse operazioni militari nei Balcani e assumendo un sempre più consistente potere di controllo sulla finanza europea.  Nel 2005 viene nominata Cancelliere Angela Merkel, del CDU (Unione Cristiano Democratica), che forma una Grande Coalizione insieme a CSU (Unione Cristiano Sociale) e SPD (Partito Social Democratico). Nel 2007, in Gran Bretagna, dopo la fine dell'era Blair, europeista e attivo nella lotta contro il terrorismo, sale al potere ancora un laburista, Gordon Brown, che si dimette dopo 3 anni in seguito alla sconfitta elettorale dei laburisti alle elezioni del 2010. Nuovo premier è il conservatore David Cameron. Oltre a essere uno dei più giovani primi ministri nominati dalla Corona - 43 anni - Cameron è il primo premier britannico a formare un governo di larghe intese dai tempi del secondo dopoguerra, allargando la coalizione di governo ai liberal-democratici e affidando la poltrona di vice primo ministro a Clegg.

ITALIA - Nel 1999 in Italia è eletto presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che si fa portavoce dell'esigenza di recuperare l'unità nazionale, dopo il terremoto politico e istituzionale degli anni Novanta. Il nuovo millennio si apre però ancora all'insegna dell'instabilità. Durante il vertice del G8, tenutosi a Genova nel luglio del 2001, le manifestazioni di dissenso dei cortei No Global sono destabilizzate dalle infiltrazioni di gruppi estranei allo spirito della contestazione (gli appartenenti al cosiddetto Blocco Nero o black bloc) e la manifestazione, dagli intenti pacifici, degenera in una drammatica guerriglia urbana culminata con l'omicidio del giovane attivista genovese Carlo Giuliani, ferito a morte da un colpo sparato da un carabiniere in Piazza Alimonda. La reazione dei dimostranti alla morte di Giuliani è all'origine di un secondo drammatico episodio: l'irruzione (ingiustificata) delle forze dell'ordine nei locali della scuola Diaz, messa a disposizione dal comune di Genova come dormitorio e sede del Media Center dell'organizzazione. Sospettando la presenza di esponenti del Blocco Nero e di strumenti contundenti, le forze dell'ordine irruppero nei locali della scuola in modo violento, picchiando in modo indiscriminato 93 persone presenti nella scuola Diaz al momento del blitz, alcuni dei quali estranei al movimento No Global (medici, volontari, giornalisti). I 125 responsabili furono processati e condannati ma di fatto nessuno subì conseguenze per i reati commessi, non esistendo in Italia un reato di tortura. Ad aprile 2015 la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato lo Stato Italiano al risarcimento delle vittime del pestaggio per le lesioni subite, rimarcando la violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e la sussistenza del reato di tortura. Gli episodi del 2001 non colpiscono significativamente  la coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi, che aveva vinto le elezioni politiche nel 2000: il centro-destra governa tre legislature (la XIV fino al 2005 e la XV fino al 2006, poi la XVI dal 2008 al 2011): tuttavia, le indagini della Magistratura milanese  travolgono la leadership di Berlusconi (che nel 2008 tenta una modifica strutturale del proprio movimento politico) che viene condannato e costretto a lasciare la poltrona di parlamentare nel 2013.  Alla scadenza del mandato presidenziale di Ciampi, viene eletto al Quirinale Giorgio Napolitano, che è il primo presidente della Repubblica Italiana a essere rieletto dopo il settennato per garantire continuità al processo di riforme istituzionali. Durante il mandato nomina Presidente del Consiglio l'economista Mario Monti, a capo di un gabinetto tecnico che avvia una radicale manovra finanziaria allo scopo di arginare gli effetti della crisi economica e rilanciare la produttività. Dopo le dimissioni di Monti si ha un governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta, mentre nel marzo del 2014 il governo torna nelle mani del centro-sinistra con la coalizione guidata da Matteo Renzi che forma ancora un gabinetto misto. Dopo le annunciate dimissioni di Napolitano, con l'avvio del disegno di riforme del governo Renzi, nel gennaio del 2015 sale al Quirinale Sergio Mattarella.

PAESI ARABI - Oltre al Golfo Persico, l'azione militare degli USA era rivolta anche all'Afganistan, dove, dalla fine dell'occupazione sovietica, si era costituito un regime fondamentalista islamico guidato dai talebani, qualificati come studenti di teologia coranica, che avevano dato vita a una repubblica teocratica sul modello di quella iraniana. Il regime era sospettato di nascondere l'emiro Osama Bin Laden, capo di al-Qauda, che fu scovato da un reparto speciale nel 2011 in Pakistan e ucciso. Ma gli avvenimenti più significativi del 2011 sono legati a un processo rivoluzionario definito PRIMAVERA ARABA, che coinvolse alcuni paesi del Nord Africa. Il primo paese a insorgere fu la Tunisia, dove ill dittatore Ben Ali fu costretto alle dimissioni, seguito poi dall'Egitto, dove la rivoluzione segnò la fine del regime di Mubarak (abbandonato dagli stessi generali che lo avevano sostenuto ai tempi del suo colpo di stato). In Libia i gruppi islamici a lungo repressi dal regime del colonnello Gheddafi presero il potere in Cirenaica causando l'inizio di una vera e propria guerra civile con la Tripolitania, ancora controllata dal dittatore. Gli interventi della Francia e dell'Inghilterra - e di altre forze della NATO tra cui l'Italia - aiutarono la risoluzione del conflitto. Gheddafi fu ucciso dai ribelli mentre cercava di fuggire dal paese. La conseguenza che accomuna queste rivoluzioni è la proliferazione di cellule del fondamentalismo islamico nei paesi mediterranei, con il rischio di penetrazione nei paesi europei. Uno dei casi più recenti è la serie di attacchi terroristici che hanno colpito Parigi nel gennaio del 2015.
Nel giugno del 2014 un gruppo fondamentalista islamico guidato da Abu Bakr ha proclamato la nascita di un califfato nelle zone controllate dal gruppo stesso, sotto il nome ISIS (acronimo di Stato Islamico di Iraq e Siria). Le radici di questo gruppo vanno ricercate nella resistenza irachena seguita alla vittoria americana durante la Seconda Guerra del Golfo del 2003: nel 2004 infatti al-Zarqawi fondò lo Stato Islamico dell'Iraq, allo scopo di combattere gli occupanti americani e il governo sciita e filo-americano di Bagdad. Il movimento (inizialmente alleato di al-Qaida in Iraq ma poi distaccatosi e diventato un diretto concorrente) nel 2013 ha partecipato alla guerra in Siria, conquistando i territori poi aggiunti a quelli in Iraq e proclamando la nascita dello Stato Islamico. Dall'anno successivo l'ISIS ha espanso ulteriormente il proprio raggio d'azione, compiendo una rapida ascesa nei territori occupati e sfidando l'Occidente e gli altri paesi arabi: ciò ha costretto gli USA a un nuovo intervento armato. A seguito dei successi dell'ISIS molti gruppi esterni hanno aderito allo Stato Islamico qualificandosi come Province, e collaborando attivamente alla jihad. Per contro molti Stati hanno disconosciuto lo Stato Islamico, considerandolo un'organizzazione terroristica.  

2 - QUADRO ECONOMICO E SOCIALE

BOOM DEMOGRAFICO -  Il XXI secolo si caratterizza per un eccezionale incremento demografico che porta la popolazione mondiale oltre i sei miliardi. Questa tendenza si registra sopratutto nei paesi non ancora sviluppati o di più recente sviluppo, innescando una vera e propria bomba demografica che  rischia di esplodere, con la conseguente insufficienza di risorse necessarie al fabbisogno giornaliero. A determinare il pericolo è proprio lo squilibrio demografico tra aree sviluppate e sottosviluppate, queste ultime connotate da una maggiore popolazione. Tra gli effetti del boom demografico c'è anche l'incremento dell'urbanizzazione che coinvolge realtà come San Paolo in Brasile e Mumbai in India, la cui densità abitativa, pur non trattandosi di capitali di Stato, è in crescita.

CRISI DELLE RISORSE - La crescita demografica favorisce l'aumento delle correnti migratorie, sopratutto da Asia e Africa, ma anche dal Sudamerica, verso Europa e Stati Uniti, complicato da ovvie difficoltà adattive dei migranti: occorre precisare che questo fenomeno non riguarda solo i paesi occidentali ma si registra anche nei paesi da cui provengono i migranti, in cui si formano flussi di migrazione verso i centri urbani.  Ma anche l'occidente sviluppato è colpito da una crisi dovuta all'allungamento della vita, che fa collassare il sistema dello stato assistenziale (welfare) ancora presente in Europa. La necessità di una ridistribuzione delle risorse conduce a misure finanziarie che finiscono col gravare sui ceti più deboli: in Italia aumenta l'età pensionabile allo scopo di ridurre i costi della previdenza sociale e nasce il fenomeno dei lavoratori esodati, collocati a riposo senza copertura previdenziale. 

GLOBALIZZAZIONE -  Fin dagli anni Novanta del XX secolo si assiste all'inserimento di un numero crescente di paesi nel mercato mondiale.  Nel commercio il fenomeno condusse alla creazione di ampi spazi comuni, come il WTO (World Trade Organization), che nel 2001 vede l'ingresso della Cina, il Mercato Comune Europeo e il NAFTA (North American Free Trade Agreement): in realtà questo allargamento del mercato mondiale era solo fittizio, in quanto gli unici spazi veramente aperti erano quello europei e quello nord-americano. Conseguenze della globalizzazione industriale sono la delocalizzazione, ossia lo spostamento della produzione nelle aree non ancora sviluppate in cui la manodopera aveva un costo inferiore., e la creazione delle zone franche (Free Trade Zone), aree in cui non esisteva un aggravio di tassazione. Ciò comportò un'intensificazione della produzione nelle aree "free" e la proliferazione dello sfruttamento del lavoro minorile e femminile. Nel settore agricolo la globalizzazione fu attuata da alcune multinazionali come la Monsanto, azienda americana presente in molti paesi dove ha introdotto concimi chimici e semi OGM, incontrando spesso la resistenza dei sostenitori delle agricolture locali. Le maggiori difficoltà della globalizzazione si sono avvertite nel settore finanziario, in quanto i mercati formavano ormai una sola rete e tutte le economie nazionali dipendevano dai grossi capitali internazionali. Molte economie crollarono, nel 2001 la crisi arriva alla borsa di New York causata dalle difficoltà degli stati debitori degli USA e della bolla speculativa che si era formata a causa delle operazioni finanziarie degli investitori: la crisi coinvolse inevitabilmente tutte le economie collegate.
Infine, tornando al commercio, si afferma un nuovo modello svincolato dalla grande distribuzione, noto come fair trade o commercio equo e solidale, rivolto ai paesi in via di sviluppo al fine di tutelare i produttori locali con esportazioni mirate nelle zone sviluppate, senza passare per la distribuzione ordinaria.
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