sabato 23 aprile 2016

4 - Eraclito

ERACLITO - LEZIONE 4
Dal principio materiale al principio immateriale

4.1 - Le prime fasi della storia del pensiero si concentrano sul problema del principio di tutte le cose (in greco arkè) e sulla natura. Questo problema viene affrontato in due prospettive, una di tipo MONISTICO, ossia che si riferisce a un unico principio, e una di tipo PLURALISTICO, ossia riferita a più elementi. Inoltre possiamo distinguere le scuole di pensiero in base alla natura stessa del principio, materiale, ossia concreto, contingente, o immateriale.
La filosofia eraclitea emerge nel panorama delle filosofie naturalistiche per la sua complessità e originalità, tanto da risultare forse la più longeva e presente come fonte d’ispirazione in diversi autori del pensiero moderno e contemporaneo. Tre sono infatti i versanti della ricerca eraclitea: la NATURA come oggetto della ricerca, il METODO per conoscerla e comprenderla ed il LINGUAGGIO  per esprimerne gli aspetti.

4.2 - La natura non è per Eraclito un insieme disordinato e casuale di elementi ma una TOTALITA’ governata da leggi che ne regolano gli eventi. All’origine di tutto c’è il FUOCO, che origina il calore e il vapore e che, mediante la RAREFAZIONE e la CONDENSAZIONE, genera tutte le cose, dando vita a una serie infinita di generazioni e di combustioni. Anche l’anima umana è un fuoco, che si alimenta attraverso la respirazione e si esprime coi sensi. Da questo punto Eraclito si discosta dagli altri naturalisti.
Il fuoco infatti, nella filosofia eraclitea, non è un principio di conservazione e di unificazione, ma anzi, assolve al ruolo di disgregatore e di trasformatore. Eraclito descrive infatti una natura in continua trasformazione, dove le cose non sono mai uguali a prima. Dal punto di vista fisico il fuoco è l’elemento che rappresenta il movimento, la forza, l’energia delle cose, che per Eraclito sono più importanti dell’essere stesso. La natura infatt non è statica ma in continuo cambiamento sotto i nostri occhi, dando luogo a una molteplicità di forme e di fenomeni. Dal punto di vista logico il fuoco rappresenta la causa efficiente di tutte le cose, ed è un principio immutabile, perchè mentre le cose cambiano, il loro divenire resta sempre uguale ed eterno. Ecco perché se da un lato il fuoco rappresenta la precarietà e l’instabilità, dal punto di vista logico il fuoco rappresenta l’infinito, poiché simboleggia l’eterno cambiamento della natura stessa. La natura è fatta di elementi diversi. Se così non fosse non avremmo mai un mutamento ma una realtà sempre uguale. I continui processi di trasformazione delle cose danno luogo invece a elementi sempre nuovi e diversi dalle cose di prima, per esempio un cubetto di ghiaccio lasciato al sole si scioglie e l’acqua che è tornata allo stato liquido poi evapora per arrivare allo stato gassoso, continuando il ciclo in forme sempre diverse e sempre nuove.Questo stato arriva però a generare dei limiti estremi che costituiscono dei contrasti insanabili trai fenomeni, cioé i cosiddetti TERMINI CONTRARI: ad esempio, se adesso è giorno non può essere notte, se un uomo è vecchio non è più giovane, e così via. Tra gli OPPOSTI  c’è una lotta continua e un conflitto incessante ma anche una reciproca attrazione, poiché un termine non potrebbe sussitere senza il suo contrario. Si tratta di una lotta che non si conclude mai e non tende mai all’armonia e alla stabilità - che annullerebbero entrambi i termini - quanto piuttosto alla CONSERVAZIONE. Per esempio se io ho fame mangio, ma la sazietà non cancella il significato della fame, che viene conservato anche dopo l’espletamento del bisogno. 
IL DIVENIRE COMPORTA DUNQUE UNA CONTINUA TENSIONE TRA GLI OPPOSTI E TRA LE COSE REGNA UN’ARMONIA DINAMICA.

4.3 - L’unità del cosmo è governata da un ordine razionale che Eraclito chiama LOGOS (in greco: parola, discorso). Se per Eraclito la natura è un insieme precario e instabile, soggetto alla molteplicità e al divenire. esiste una legge che governa tutte le cose. Ma il logos non è semplicemente una legge, un ordine e un principio, è esso stesso il metodo che dobbiamo usare per unificare i concetti delle cose tra di loro. Se si spezzasse questo legame si perderebbe il vero significato delle cose e precipiteremo nell’illusione e nel sogno. Il logos ha nella logica eraclitea lo stesso valore del fuoco nella fisica. Così come il fuoco, disgregando, genera e rinnova, allo stesso modo il logos permette di comprendere i concetti meno chiari ed evidenti, ricomponendoli e trasformandoli. Si deve notare come in greco il termine logos assuma il significato sia di parola sia di discorso, proprio per il fatto che esso rappresenta fin dai tempi antichi non solo un singolo elemento ma il modo di collegarlo agli altri elementi. L’opposizione e il conflitto non sono elementi maligni, in quanto ogni elemento tende naturalmente al suo opposto e nulla sarebbe senza esso. Di qui la funzione metodologica del logos come sintesi degli opposti. Proprio da questa concezione Eraclito muove una durissima reprimenda contro i suoi concittadini, avvezzi alle lusinghe delle apparenze e incapaci di andare oltre le cose. Essi credono di essere svegli ma per essi non esiste differenza tra la realtà e il sogno, e sono abituati a dare lo stesso valore alle cose vere come agli oggetti illusori e irrazionali. Ecco perché Eraclito li accusa di essere invece dormienti: gli uomini vedono le cose da un solo lato, non cercano di conoscerne i legami, non vanno mai oltre ciò che a loro appare, sopratutto non si accorgono della legge che governa ogni cosa e dell’intrinseca connessione che ricompone gli opposti. Si tratta di un tentativo vano:  non ci sarà mai una riconciliazione tra gli opposti. Il metodo eracliteo è un metodo DIALETTICO (dal greco: connessione, comunicazione) aperto, a differenza di metodi simili usati da altri filosofi che giungono invece a una soluzione definitiva, aperto in quanto non esiste una riconciliazione e una sintesi. Gli uomini devono accettare la frammentarietà dell’essere e della natura, imparando a scoprirne le connessioni. Nella filosofia eraclitea per la prima volta la stessa anima umana appare in tutta la sua ambivalenza, divisa cioè tra i sentimenti opposti come amore e odio, piacere e dolore. L’uomo deve quindi imparare ad accettarsi e ad accettare la natura. Eraclito invita l’uomo a compiere un percorso di consapevolezza, che lo liberi dalle illusioni e gli mostri la realtà così come è realmente. Si tratta di un invito a liberasi del pregiudizio: in tal modo il filosofo si rivolge all’intera comunità allo scopo di rinnovare la vera comunicazione.

4.4 - Oltre agli aspetti già evidenziati (etico, razionale, logico, fisico) il logos eracliteo ha anche un significato linguistico come DISCORSO: è nel discorso, unione delle parole, che si rivela la molteplicità del reale e sopratutto la sua mutevolezza. Quella di Eraclito è una SEMANTICA NOMINALE: ogni cosa viene chiamata col suo nome cioè ha un senso UNIVOCO (per esempio è diverso dire “l’uomo che pensa” dal dire “l’uomo pensante”). Questa univocità è tipica della logica antica, molto diversa da quella moderna, in cui usiamo di norma sostantivi, aggettivi e verbi per definire azioni e cose. Nella semantica nominale i nomi indicano esattamente le cose a cui sono riferiti: è una convenzione, una soluzione semplice, che non contiene l’essenza della cosa, ma proprio quella cosa a cui ci riferiamo. Per questo motivo Eraclito insiste molto sui contrari, porprio perché una cosa NON è un’altra. Eraclito paragona il discorso a una linea retta, ai cui estremi ci sono i contrari, mentre al centro ci sono le cose. Tutte queste componenti cambiano, così come cambiano le cose della natura e di conseguenza cambiano le parole, ma non cambia la linea del discorso che le unifica, come non cambia la natura dove accadono le cose. All’interno di questa linea i nomi delle cose perdono la loro univocità e diventano EQUIVOCI. Questo significa che se vogliamo COMPRENDERE il senso di un discorso non possiamo isolare dal contesto del discorso i nomi delle cose, che perderebbero valore e risulterebbero allora contraddittori (per esempio: stamattina era caldo e ora è freddo). L’unico modo di comprendere la contraddizione è quello di non staccare le parti del discorso. Questa  è una dipendenza razionale, propria dell’uomo, che ha facoltà di mettere insieme le opposizioni nel ragionamento. 
Per questo motivo Eraclito è il primo vero filosofo del soggetto.